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Zero SR-X, disegnata per il futuro

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La Casa californiana Zero Motorcycles svela le prime immagini del nuovo concept elettrico sportivo forgiato insieme a Huge Design. Derivata dal modello SR/S, la Zero SR-X è una moto che intende ispirare il design delle due ruote elettriche del prossimo futuro.

Un progetto ambizioso, per una Casa da sempre ambiziosa. Potremmo definirla così l’ultima “creatura” ideata da Zero Motorcycles in collaborazione con lo studio Huge Design. Un prototipo di moto elettrica sportiva, denominata SR-X, che senza mezzi termini punta a diventare il modello di riferimento per il design delle moto a zero emissioni del prossimo futuro”.
Le parole sono di Bill Webb, artefice principale di questo nuovo esercizio di stile, noto designer che da sempre svolge un ruolo chiave nella costruzione della visione di Zero Motorcycles per il futuro e che oggi lancia una nuova sfida.

Perchè di sfida futura si tratta, dal momento che la SR-X rientra nel progetto “Design the Future” di Zero Motorcycles, un programma che riunisce alcuni dei designer e ingegneri più talentuosi dell’industria motociclistica allo scopo di ampliare i confini estetici del mondo delle moto elettriche.

Un po’ streetfighter, un po’ superbike

E che la Casa californiana – leader mondiale nel segmento delle moto a zero emissioni – punti forte su questa interessante nuova proposta è evidente. Non ci ha messo molto a svelare subito le prime immagini, non nascondendo certamente le proprie ambizioni.

Questo modello one-off ha come base tecnica di partenza quella della “sorella” SR/S, rivisitata con nuove proporzioni più aggressive e moderne, pur mantenendo un design minimal e armonioso.

Uno stile che i produttori californiani vorrebbero fosse di ispirazione per le generazioni di moto elettriche del futuro.

Per dirla nella visione dei designer, la SR-X “rappresenta un tentativo di definire una nuova sottocategoria di moto elettriche ad alte performance; un modello che è una via di mezzo fra una streetfighter e una moto da pista. Carenature ridotte e prestazioni aerodinamiche si uniscono a un carattere autentico e votato alla guida su strada”.

Lo sviluppo del design è ovviamente il punto forte dell’intero progetto, ma non va comunque messa in secondo piano la resa prestazionale della moto. Che parte da una base tecnica notevole.
A livello meccanico e componentistico, infatti, la SR-X non presenta differenze rispetto alla SR/S. In particolare, il concept è alimentato dall’ultima generazione di motore elettrico Z-Force (82 kW di picco) e di batteria al litio (17,3 kWh) della Casa.

Ci sarà una produzione in serie?

Se questo nuovo concept ispirerà veramente l’industria delle due ruote – come si auspica Zero – sarà il tempo a dirlo. Il primo step intanto è realizzare SR-X su larga scala, magari provando a ricalcare il successo della FXE, che nacque anch’essa come esercizio di stile, guarda caso dalla matita di Bill Webb.

Non resta che attendere sviluppi, guardarla “su carta” ma immaginarsela già in strada.

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10 COMMENTI

  1. -ispirare il design delle due ruote elettriche del prossimo futuro.-

    Ma speriamo anche di no.

    La trovo veramente butta (e fin qui siamo sul personale) oltre che priva di senso visto che ad una carenatura “completa” non corrispone un’adeguata protezione nella parte alta (leggi: cupolino non pervenuto)
    Inoltre, giusto per mettere la ciliegina sulla torta, la moto è dotata di semimanubri quindi su strada aperta a traffico è scomoda per definizione.
    Morale: come sportiva sarà antipatica da guidare al di sopra di una certa velocità, come turistica da uso stradale sarà semplicemente scomoda e soprattutto faticosa.

    Il rapporto fra volumi anteriori e posteriori (leggi codino minimal) è poi semplicemente sbagliato.
    In pratica il design al posto di “minimizzare” pesi e volumi semplicemente li esalta, rendendo la moto all’occhio letteralmente un barile sbilanciato in avanti.

    Chiaramente poi non si poteva evitare di “fare 31”, e la scelta di usare il bianco suggella l’effetto “moby dick” (il bianco è quel colore colore che alle primissime lezioni di qualsiasi scuola di design ti insegnano che a livello ottico fa sembrare le cose più grandi, al contrario dei colori scuri).

    C’è di buono che è una concept, e che la Zero nel mondo reale ha in catalogo la SR/S e la DSR/X, segno che quando poi si vuol passare dalla teoria alla pratica le cose tutto sommato le sanno fare. Tutto sommato.

    • Concordo con la tua analisi e aggiungo che l’età media dei motociclisti è in continuo aumento.
      Da qui l’espansione delle Sport Tourer alte e comode.
      Le nuove generazioni hanno mediamente meno interesse verso i veicoli a due e anche a quattro ruote.

      Ispirare il design delle due ruote elettriche del prossimo futuro?
      Per me, il meglio per il mercato, è stato già fatto con lo scooter, comodo e protettivo.

      Mancano solo le sospensioni elettropneumatiche per le ernie discali e le prese per terapia ad ultrasuoni in viaggio, ed è fatta 😂

      Chi ancora va in moto, durante la pausa caffè in montagna, può notare di essere in compagnia di motociclisti per lo più over 40, ultime generazioni che riempivano i piazzali delle scuole con i motorini

      • -Le nuove generazioni hanno mediamente meno interesse verso i veicoli a due e anche a quattro ruote.-

        Corsi e ricorsi. Nulla di nuovo sotto al sole.
        Oggi è in discesa, comani chissà.
        “Le corse” si sono sempre farre e si faranno sempre.
        I romani, che non si facevano mancare nulla, in città si erano costruiti un “circuito” con annesse gradinate in grado di contenere più di 250.000 spettatori. Praticamente un abitante di Roma su quattro all’epoca della massima estensione antica della città.

        Oggi è così, tra qualche lustro, se nel frattempo arrivano prodotti interessanti, nulla vieta che l’interesse risalga.

        -ultime generazioni che riempivano i piazzali delle scuole con i motorini-

        Per quanto pericolosa, trovo che la cosa fosse intrinsecamente più sana che stare a rimbesuirsi davanti a un telefonino e diventare come delle meduse (noto animale senza cervello)

        P.s.
        I seminanubri, su strada, li odiavo anche a vent’anni.
        Io tra l’altro ammetto “l’aggravante” che, per non sentire il peso del busto sui polsi, finivo con l’andare più veloce del necessario (a volte decisamente più veloce del necessario…) anche per avare un po’ di aria che mi sorreggesse il busto.

        Chiaro che in pista è il posto loro e non avrei mai fatto cambio con nessuna speed triple da trofeo.

        • Sulla perdita di interesse dei millennials nei confronti delle moto, a parte la realtá virtuale degli smartphone, ha influito molto la precarietá economica delle nuove generazioni e non ultima la maggiore complessitá dell’esame per la patente A. Non a caso ultimamente le due ruote motorizzate di maggior successo sono i monopattini elettrici 😉

          • Mio caro Luigi, sicuramente tutto fa.

            Avendo visto l’emorragia dall’interno, diciamo così, rimango dell’idea che il motivo preponderante sia da ricercarsi in una generazione di genitori che piuttosto che rischiare di vedere che il proprio figlio si fa qualche sbucciatura (ma poi magari perché no nel frattempo impara a volare con le proprie ali) hanno preferito picchiargli in mano un bel telefono dicendogli “fai pure, basta che non ti allontani troppo”. E questo credo che valga un po’ per tutto, non soltanto per le motociclette. D’altronde il concetto di “rischio zero” è una delle pretese dei nostri tempi. ma stiamo scivolando nella filosofia…

    • Ciao Ale. Oggi mi scende una lacrimuccia. Perché, accipicchia, non la vedo come te. Sottoscrivo sulla fiducia tutti i commenti tecnici su semimanubri, comodità e tutto il resto, sicuramente è come dici tu non perché lo penso anche io ma perché ho totale fiducia del tuo giudizio tecnico e sono 28 anni che non salgo più su una moto.

      Ma … io la trovo fantastica. Divina. Bellissima. Sembra uscita da Mad Max. Adoro anche la livrea, quel bianco con la striscia rossa che fa molto ambientazione Akira o, se preferisci, fantascienza punk-rock. Mi piace proprio tutto tutto, anche il codino tronco con quel faro che illumina la ruota, genialata, fantastico. Il faro davanti poi mi fa letteralmente impazzire. Il complimento più grande che posso fare al designer è che non solo ha disegnato una moto davvero futuristica, che a me piace, ma ha nascosto benissimo che è elettrica. Non è la classica moto elettrica che si riconosce da 10 km di distanza perché ha la forma strana ed è costruita intorno ad una batteria enorme. Qui è tutto perfettamente armonizzato, tant’è che se dal codino uscisse una marmitta ci cascherei in pieno pensando di trovarmi davanti ad una moto con motore a scoppio. Altro particolare che noto è la carena anteriore che si appassa quasi a inglobare la ruota, una via di mezzo tra una moto “normale” e lo “squalo”, la Gilera CX. Ma a differenza della CX dove la carena si protraeva troppo avanti, qui arriva al punto giusto e il faro davanti è talmente basso che illumina la parte superiore del pneumatico. Spaziale. Capisco che la moto sembra troppo sbilanciata sull’avantreno ma in realtà sospetto che il baricentro resti comunque “basso il giusto”. Il codino dietro, corto, ha il vantaggio estetico di rendere il forcellone allungato, l’effetto è quello anche se invece siamo di fronte a un forcellone normale: sembra una moto “da drift” e invece è normale. Altro vantaggio è che l’ammortizzatore posteriore, così inclinato, resta (almeno a moto parcheggiata) ben visibile facendo bella mostra della sua ciclistica. Esteticamente adoro anche la corona al posteriore così grande, così come l’enorme freno a disco scenografico. Probabilmente le soluzioni scelte penalizzano come giustamente evidenziato la guidabilità o le performance o la comodità, ma esteticamente che dire, wow, mi rifaccio gli occhi.

      In questo settore il mio giudizio vale 0 spaccato e il tuo 10 con lode quindi dico tutto ciò sottovoce ma esteticamente io personalmente a questa moto do un 10 pieno. Andassi in moto (non ci vado più) e costasse il giusto, questa è una moto che valuterei seriamente.

      Ale però restiamo amici? Non è che adesso finisco nella tua black list? Sei l’unico amico che ho qui dentro … 🙁

      • -Ale però restiamo amici? –

        Ma figurati, ci mancherebbe, certo che ti voglio bene. ♥️
        Mica posso metteri in croce perchè sei un tamarro e hai cattivo gusto… 😇😇😇😇😇😂😂😂😂🌹🌹🌹🌹

        • P.s.

          La Gilera CX è un capolavoro di tecnica e di design.
          Aveva un paio di difetti
          1) era un 125
          2) era una Gilera 🤭

        • Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta. Non mi importa di nient’altro… per quei dieci secondi io… sono libero.

          Non ho resistito, dovevo dirlo per forza 😉

          • Se vivi a un quarto di miglio poer volta, allora le auto elettriche che fanno oggi sono tutte perfette per te, vistoche in quello sono imbattibili.
            Se invece non vuoi fare la scimmietta che schiaccia un pedale, ti suggerisco un video (a te come a tutti) circa la mia ultima “scoperta”. che esiste da un po’, ma io ci arrivo solo ora.
            E cioè il rallycross con auto elettriche.
            Ecco, quello è un tipo di competizione che si sposa molto bene con “l’apri e chiudi”, tanti strappi, tanta coppia tutta insieme… Mi piace dai.
            da lavorarci, ma la base è buona.

            https://www.youtube.com/watch?v=qRQqdwdmHRo

            chiaramente ormai siamo fuori tema.

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