Yamaha brevetta un motore elettrico che vibra e fa rumore. Ma perché?!


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Cosa è saltato in mente a Yamaha di lavorare a un motore elettrico che fa rumore e vibra? Veramente pensa che siano queste le caratteristiche che mancano alle moto elettriche?

Immaginate Henry Ford che una mattina entra nella stanza dove stanno lavorando tutti suoi progettisti e dice loro: “Ragazzi ci sono! Ho trovato il modo per vendere di più. Dobbiamo aggiungere alle nostre automobili il rumore degli zoccoli e costruire seggiolini che sobbalzano come la schiena di un cavallo”.

Ora ci spostiamo in Giappone, dove in qualche ufficio di Iwata, un manager Yamaha ha avuto più o meno la stessa idea: aggiungere vibrazioni e rumore a un motore elettrico. Nello specifico si parla di un motore destinato alle due ruote.

Molti motociclisti – lo sappiamo – sono passionali e legati all’idea machista della moto. Idea che irrimediabilmente si porta dietro una galassia di cromature, scoppiettii assordanti, vibrazioni e gas di scarico. Tutte cose (cromature a parte) che le moto elettriche non offrono. L’idea di Yamaha è quella di andare quindi incontro a questa parte di pubblico con moto elettriche rumorose e vibranti.

Il motore elettrico (ma un po’ meccanico) di Yamaha

Secondo un brevetto appena registrato, la Casa di Iwata ha sviluppato un sistema che integra un cilindro e un pistone fittizi, mossi da un motore lineare. Il movimento alternato genera vibrazioni reali e, grazie a valvole di aspirazione e scarico, produce anche suoni simili a quelli di un quattro tempi. In pratica, non si tratta solo di un altoparlante che simula il rumore, ma di un meccanismo fisico che imita davvero il comportamento di un motore termico.

L’obiettivo dichiarato è offrire ai motociclisti il senso di connessione uomo-macchina che oggi manca nelle EV: la risposta sensoriale all’acceleratore, il brontolio e le pulsazioni percepibili tra le gambe. Una sorta di “realtà aumentata meccanica” pensata per chi ama la moto anche come esperienza emozionale, non solo come mezzo di trasporto.

Ma che senso ha?

Tralasciamo qualunque valutazione sul senso di “peggiorare” una tecnologia per farla assomigliare proprio a quella che dovrebbe sostituire. Spostiamo l’attenzione invece sui motociclisti, spesso dipinti come irriducibili nostalgici, legati più a vibrazioni e rumore che alla sostanza della moto e del viaggio.

È vero, qualcuno è così, ma difficilmente sarà convinto da un motore elettrico camuffato da termico. La maggioranza dei biker, invece, non chiede finti pistoni o scarichi virtuali: chiede autonomia, leggerezza e prezzi non troppo distanti dalle moto a benzina.

Molti preferirebbero vedere brevetti e investimenti orientati in questa direzione, piuttosto che soluzioni che sembrano guardare indietro.

Visualizza commenti (3)
  1. Capita che si facciano brevetti pensando “metti che qualcuno voglia far qualcosa di simile anche se è folle, l’ho brevettato prima io”.
    Oppure che si facciano brevetti addirittura per “depistare” la concorrenza.
    O ancora, perchè nella loro “totalità” servono a “coprire” due o tre dettagli che si vuole brevettare davvero e che sono scritti fra le righe, ma senza darlo a capire e lo si copre con una cosa assurda.
    A volte si brevettano cose assurde per una somma dei motivi di cui sopra, ma più che altro per far parlare di sè. E che non si pensi che è da folli: la pubblicità si paga, qui la notizia la si diffonde gratis.
    Insomma, ci sono un sacco di motivi validi per brevettare una balordaggine come questa. Mi auguro che sia così, e che non sia stata breverttata credendoci davvero.

    1. tra le righe del documento originale si trova la gemma che volevano nascondere, una misura per migliorare la sicurezza, incentivando ad usare stivaletti e pantaloni in pelle, molto protettivi in caso di caduta rispetto alla scarpa da tennis e al pantalone jeans; lo faranno aggiungendo un gocciolatore piezolettrico che simula trafilaggi di olio motore, per imbrattare il giusto, ne troppo ne poco, scarpe e pantaloni

  2. Pessima idea. Comunque detto questo ho una moto Yamaha 700 cc bicilindrica, non ha rumori assordanti ( ho la marmitta originale) e scoppiettii, non ha vibrazioni fastidiose ma solo quelle giuste di una moto, non impesta l’aria anche se ovviamente il tubo di scarico lo ha. Non ha senso simulare una tecnologia con qualcosa di virtuale annacquato, a mio parere si potrebbero tranquillamente continuare a produrre moto termiche per appassionati affiancandole a nuovo modelli elettrici, non saranno certo queste a sconvolgere il clima. Quando i motociclisti old style fra 100 anni saranno tutti passati a miglior vita probabilmente nessuno avrà più nostalgia delle moto a benzina come oggi nessuno ambisce più al calesse trainato dal cavallo. Non capiamo che ci vuole tempo, ma non 5 o 10 anni, i cambiamenti epocali fanno bisogno di più tempo

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