Il World Economic Forum porta una ventata di ottimismo. E parla di nuovi posti di lavoro, aria piu’ pulita e benefici per la salute di tutti, se solo venisse adottato un nuovo approccio alla mobilita’ elettrica. Con una creazione di valore che potrebbe raggiungere i 635 miliardi di dollari entro il 2030 solo negli Stati Uniti.
La chiave: mobilità autonoma e condivisa
Il World Economic Forum è noto per il meeting che si tiene ogni anno a Davos, in Svizzera, radunando capi di stato e boss delle multinazionali per fare il punto sul futuro del pianeta. Ma è anche un importante centro di elaborazione di studi. Secondo l’ultimo rapporto, riportato dall’agenzia Radiocor, oltre ad abbattere l’inquinamento, l’auto autonoma elettrica potrebbe rivoluzionare la mobilità urbana, riducendo i costi di viaggio fino al 40% e azzerando le emissioni marginali di anidride carbonica. Per farlo le parole d’ordine sono mobilita’ autonoma e condivisa, digitalizzazione e decentralizzazione dei sistemi energetici. Il rapporto sottolinea la necessita’ di un’integrazione delle iniziative urbane sulla mobilità e sull’energia in modo di accelerare la capacità delle citta’ di rispettare gli obiettivi climatici, aumentare l’efficienza energetica e sviluppare l’innovazione dei servizi e delle infrastrutture.
Berlino, Baires e Santiago le città migliori
Secondo lo studio, che e’ stato realizzato con Bain & Company, le citta’ che guidano la carica dei veicoli elettrici sono Berlino, per il suo Euref Campus Business Park, Buenos Aires, Montreal e Santiago del Cile. Tutte dato la priorita’ all’elettrificazione del trasporto pubblico attraverso bus elettrici. Seguono la tedesca Dortmund, che sta dando incentivi finanziari alle societa’ di consegne per elettrificare le loro flotte dell”ultimo miglio, e la cinese Gaungzhou, che sta accelerando l’elettrificazione dei bus. In evidenza anche Hong Kong, che incentiva lo sviluppo delle stazioni di ricarica, Los Angeles, dove la Polizia ha deciso di tramutare in auto elettriche 260 veicoli della sua flotta. Bene anche Londra, dove il Transport Office richiede che tutti i nuovi taxi siano elettrici o a emissioni zero e che ha proibito le auto diesel a partire dal 2032. E infine Oslo, che punta ad avere 1.200 veicoli pubblici ad elettricita’ entro il 2020 e ha introdotto restrizioni sulle auto che entrano in centro. Garantendo corsie prioritarie per le auto elettriche condivise. Nessuna città italiana in evidenza.

La Cina guida la rivoluzione dei bus
Da registrare anche uno studio di Bloomberg New Energy Finance secondo il quale entro il 2025 la metà del mercato mondiale di autobus sarà in elettrico. La previsione può sembrare azzardata guardando dall’Italia, ma il report prevede che i 386 mila electric bus venduti nel 2017 raddoppieranno di qui a sette anni. E la Cina peserà per il 99% dei mezzi di trasporto pubblico elettrici. <Gli ambiziosi target di riduzione dell’inquinamento posti dalle municipalità e il forte supporto statale consentiranno alla Cina di guidare questa svolta>, ha scritto Aleksandra O’Donovan, analista di Bloomberg e responsabile dello studio. Per molti decenni nei bus sono state le motorizzazioni diesel a farla da padrona, per le buone prestazioni, i bassi costi di esercizio e la facilità di rifornirsi. Poi i mezzi a metano (CNG) hanno iniziato a rosicchiare quote di mercato, dando ottimi risultati sia in termini di riduzioni delle polveri che di costi d’esercizio. Secondo lo studio, i costi d’acquisto dei bus elettrici sono più alti, ma le spese per l’energia e per la manutenzione, risibili, nel lungo periodo compensano l’esborso iniziale. Con un’impronta ecologica infinitamente migliore. In Italia sono ancora pochissimi i bus elettrici in circolazione: la prima città a introdurli è stata Torino con i mezzi della BYD.