Walter e la Tesla che “scala” le Dolomiti

Per Walter Tisot, classe 1983, imprenditore della ristorazione a San Martino di Castrozza, il passaggio alla mobilità elettrica è stata una questione di…seduzione. Da appassionato di auto sportive è rimasto intrigato dalla storia e dalla tecnologia del marchio Tesla. Così ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura a quattro ruote, lasciando la propria Porsche. Ed è stata una scelta di cui è pienamente soddisfatto. L’analisi di Walter risulta molto utile poiché racconta il modo in cui i “puristi” della guida possono affrontare la transizione elettrica. Ciò può avvenire senza rinunciare alle emozioni al volante e all’eleganza formale a cui sono tradizionalmente legati.

di Walter Tisot

Acquisto a scatola chiusa, con l’aiuto di YouTube

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Walter Tisot

Prima dell’attuale macchina avevo una Porsche Boxster S (987) del 2008 con circa 70.000 km all’attivo. I primi tempi l’ho utilizzata per compiere quotidianamente il tragitto casa lavoro, pari a circa 30 km tra Fiera di Primiero e San Martino di Castrozza. In seguito, ho ridotto la percorrenza a 3-4.000 km all’anno, impiegando l’auto prevalentemente per compiere gite lungo le strade di montagna. La ragione si deve alle elevate spese di manutenzione che, tra tagliandi e superbollo, erano costantemente a tre zeri. Come soluzione intermedia ho adottato un’altra vettura di famiglia più parsimoniosa, ma certamente meno brillante.

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Per questo ho iniziato a valutare diverse alternative per sostituire “propriamente” la Porsche. Ho pensato a SUV come la Land Rover Velar e la BMW X3 Plug-In, dal momento che racchiudevano le caratteristiche che stavo ricercando, ovvero comodità e prestazioni. Non ero però del tutto convinto di questi modelli. Nel frattempo, navigando sul Web, ho cominciato a seguire youtuber come Bjørn Nyland e Matteo Valenza, celebri ambasciatori di Tesla. A poco a poco ho conosciuto il mondo che si nasconde dietro questo marchio e ho sentito il desiderio di farne parte. Nell’agosto 2019 ho quindi deciso di ordinare una Tesla Model 3 LR, sfruttando anche gli incentivi statali e provinciali per un totale di 10.000 euro. Il mese successivo mi sono così trovato a bordo della mia prima auto elettrica. Bianca, con gli interni neri e i cerchi da 19”, più un set da 18” per affrontare la stagione invernale. Mi è piaciuta subito.

Il pregio della frenata rigenerativa

Appena è arrivata in consegna la macchina, ho provveduto a far installare una colonnina Tesla da 3 kW per poter effettuare la ricarica domestica (soprattutto poiché compatibile con l’impianto elettrico attualmente in uso). L’intervento mi è sembrato necessario per avere una maggiore sensazione di sicurezza qualora non dovessi riuscire a fare il rifornimento durante i miei spostamenti giornalieri. Solitamente attacco l’automobile alla stazione di casa verso le 20 e la lascio così per circa dodici ore. Il giorno successivo riesco a raggiungere il 30-35% della capacità complessiva della batteria, più che sufficiente per le mie esigenze. Anche perché tengo il livello di autonomia tra il 40% e il 70% oppure tra il 60% e il 90%.

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Ho calcolato una tariffa tra 0,15-0,20 euro/kWh per compiere la ricarica a casa nel corso degli ultimi mesi, cosa che mi ha fatto molto piacere. Riesco infatti a spendere meno di mia moglie, anche se guida un’ibrida parsimoniosa come la Toyota Yaris. Ognitanto mi capita di ricaricare anche nel piazzale di San Martino, sebbene l’esborso sia superiore. Per quanto riguarda le escursioni, controllo invece dove sono collocati i supercharger Tesla. Mi hanno impressionato più di una volta per potenza e disponibilità e credo che siano tra i pregi più grandi del marchio. Un altro aspetto per me molto importante è la frenata rigenerativa. Solitamente consumo l’8-9% di energia per salire da Fiera a San Martino, ma nel percorso in discesa recupero il 3%, cosa che mi permette di mantenere costante la riserva di chilometri d’autonomia da sfruttare in caso di emergenza.

Una mobilità alternativa reale

Mi piace la tecnologia e la cosa che più mi ha colpito della mobilità elettrica è stata la velocità con cui si è affermata. Soltanto cinque anni fa sembrava un fenomeno lontano, eppure adesso può rappresentare una valida alternativa rispetto alle auto a combustibili fossili. Se dovessi sostituire la mia Tesla comprerei sicuramente un’altra auto elettrica, ma spero che non accada tanto presto. Per quanto riguarda le prestazioni e l’assetto sono infatti più contento adesso di quando viaggiavo con la Porsche, specialmente quando affronto passi dolomitici come il Fedaia o il Falzarego. Se proprio dovessi trovare qualcosa da migliorare, penso che l’impianto frenante potrebbe essere potenziato, così come dovrebbero essere più curati alcuni assemblaggi e finiture degli interni. In ogni caso, ci sono altri proprietari di Model 3 e anche Model X sparsi per la vallata, a dimostrazione del crescente apprezzamento verso i prodotti Tesla e, più in generale, verso i veicoli elettrici.

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Del resto, i vantaggi economici sono innegabili. Per dare un’idea, spesso compio il tragitto che va da Fiera di Primiero a Merano. Prima mi costava 50 euro, ora 8 euro. E ho speso circa 120 euro per il pieno d’energia nel corso dei mesi estivi appena trascorsi, recandomi tutti i giorni al lavoro. Al di là dei numeri, credo che un potenziamento dell’infrastruttura di ricarica e un allargamento della gamma di modelli disponibili sul mercato possano dare una grande mano alla diffusione della mobilità elettrica. Servirebbe anche uno sviluppo degli accumulatori. Ho infatti verificato che la mia auto riesce a percorrere 450 km con un rabbocco completo d’elettricità in estate, ma scende a 320 km (circa il 30% in meno) in inverno a causa dello stress termico. Sono però contento della scelta fatta, non potrei tornare indietro!”.

– leggi anche: Paolo Faragò fa doppietta: Tesla e gommone elettrico

Visualizza commenti (3)
  1. Petruz Pierpaolo

    Ottimo articolo. Mi ha aperto un mondo. Non pensavo che si riuscisse a far convivere una Tesla con un impianto di 3 kw. Grazie Walter e grazie a Giovanni Edoardo Chiesa.

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