Installare una wallbox in condominio è un diritto che non deve può essere subordinato nè al volere dell’amministratore nè a quello dell’assemblea. E’ sufficiente che tutte le norme siano rispettate. L’amico Alessandro Abbotto le ha passate in rassegna e ce le elenca.
di Alessandro Abbotto∗

Una recente esperienza di un lettore che ha incontrato talmente tante difficoltà per installare una wallbox nel box di proprietà del proprio condominio da indurlo, alla fine, a rinunciarvi, ha messo in luce una pratica ancora legata a vecchi e anacronistici modi di pensare.
Innanzitutto, va chiarito un punto. Installare una wallbox nel proprio garage in un’autorimessa soggetta a Certificato per la Prevenzione Incendi (CPI) è un diritto di ciascun condomino.
Non richiede alcun passaggio presso l’amministratore o l’assemblea purché si osservi la normativa. E, pur implicando alcuni precisi obblighi (di cui accenneremo sotto), si tratta di un’operazione del tutto percorribile e gestibile anche se, in alcuni casi, non economicissima.
Pertanto, chiunque può seguire la normativa, installare la wallbox e godersi pienamente, in assoluta comodità, il proprio veicolo elettrico.
Basta rispettare queste (troppe) regole
L’installazione di una wallbox in Condominio, sia nel proprio box di proprietà (più facile) che in uno spazio condominiale (richiede qualche passaggio in più), è normata rigorosamente, forse in modo finanche eccessivo, da varie normative e indicazioni ministeriali, tra cui:
-la normativa internazionale CEI EN 61851-1, che disciplina le modalità e i dispositivi di ricarica consentiti, il D.M.37/2008 (“Disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”), che fa riferimento agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione
d’uso, collocati al’ interno degli stessi o delle relative pertinenze;
– la Legge 134/2012, che regola le installazioni nelle parti comuni o che influenzano l’uso delle parti comune (quindi non si applica al caso del box di proprietà);
-il D. Lgs. 257/2016, che disciplina le stazioni di ricarica e i punti di ricarica;
-la Circolare n. 2 del 05/11/2018 del Ministero dell’interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco (“Linee guida per l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici”), che si può scaricare dal sito web dei Vigili del Fuoco.
-Inoltre, da tener presente (ad esempio per il passaggio dei cavi dalla wallbox al proprio contatore) l’art. 1102 del c.c. che recita che “ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”.
Manca una guida di fonte istituzionale
Un bel po’ di norme, è vero. Sarebbe certamente utile avere a disposizione da fonte istituzionale (Ministero, Dipartimento dei Vigili del Fuoco) una chiara ed esaustiva guida, del tipo di quelle che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei cittadini per pagare correttamente le tasse (e chissà che, prima o poi, qualcuno che siede in quelle istituzioni ci pensi a farla e renderla
disponibile).
Tuttavia, in buona sintesi, per chi deve installare una wallbox in Condominio nel proprio box di proprietà, le norme sopra elencate si riducono principalmente a rispettare il D.M. 37/2008 (progetti e dichiarazioni di conformità) e le Linee guida del 2018 (wallbox a norma, interruttore magnetotermico, bobina di sgancio, cartellonistica ed estintore addizionale in ragione di 1 ogni 5 wallbox).
Segui le regole? Non devi chiedere nulla
Chiariamo bene un aspetto importante. Chi segue queste norme e linee guida e si affida a professionisti abilitati NON DEVE richiedere (e neanche informare, se non per pura cortesia) l’autorizzazione dell’amministratore o dell’assemblea di Condominio e, tantomeno, essere soggetto alle opinioni di singoli condòmini.
Basta procedere con l’installazione, raccogliere la documentazione atta a dimostrare la conformità dell’installazione e renderla disponibile al professionista che dovrà utilizzarla in occasione del rinnovo periodico di conformità antincendio (CPI).

Per i Vigili del Fuoco nessun rischio in più dalle auto elettriche
Questo in virtù del fatto, come riportato esplicitamente nella circolare dei VV.F., che “non risulta che i veicoli elettrici presentino un livello di rischio di incendio e/o esplosione maggiore rispetto ai veicoli tradizionali”, che “le stazioni di ricarica delle batterie dei veicoli elettrici, allo stato attuale, risultano presentare rischi di natura prettamente elettrica”, che le “infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi” e che “l’installazione di infrastrutture nuove realizzate secondo le indicazioni riportate nelle Linee guida … è considerata una modifica non rilevante ai fini della sicurezza antincendio”.
No alla Santa Inquisizione condominiale
Eppure, nonostante tutto ciò, molte persone devono sottostare al “tribunale inquisitore” del Condominio, spesso con violazione della propria privacy, per effettuare quello che è un proprio diritto di legge.
Anch’io in questo momento, pur avendo rispettato tutta la pluriarticolata norma alla lettera, mi trovo ad affrontare violazioni del mio diritto alla privacy. Amministratori disinformati che richiedono azioni o certificazioni non previste. Condòmini (chissà come mai rigorosamente guidatori di veicoli a combustibili fossili e che forse immaginano di non passare mai a un veicolo elettrico) che non conoscono la normativa e la tecnologia dei veicoli elettrici e, in nome di un supposto diritto alla sicurezza originato dalla presunta pericolosità di una wallbox o di un’automobile elettrica, richiedono garanzie e precauzioni, non previste da alcuna normativa, rendendo particolarmente ostico (finanche a vietare di fatto in alcuni casi) il percorso di installazione di una wallbox.
Queste stesse persone poi, a volte, non si preoccupano se vengono installate banali prese a 10 A, sempre nei box, e impiegate magari per alimentari congelatori che operano 24 ore al giorno a massima potenza, ben più di quella usuale di operatività di una ricarica di un veicolo elettrico. Io normalmente ricarico a non più di 8-10 A, circa 2 kW, perché non guido per centinaia di km tutti i giorni.
Per confronto 2 kW è la potenza normale di operatività di molti dispositivi domestici tra cui lavatrici, lavastoviglie, piastre di cottura, asciugacapelli, congelatori, condizionatori, stufe elettriche ecc. Alcuni dei quali rimangono in funzione per ore e ore.
La wallbox è una presa, ma più sicura
Perché, se non fosse chiaro, la wallbox non è altro che una presa. Esattamente come quella sopra descritta, solo fornita di tutti i dispositivi di sicurezza degni di un impianto industriale ad alta sicurezza. Da qui il costo superiore a quella di una normale presa anche di tipo CEE industriale.
In conclusione, invito tutti coloro che utilizzano un veicolo elettrico e desiderano ricaricare la batteria comodamente nel proprio garage di proprietà, di procedere tranquillamente, nel rispetto della normativa, e di contribuire a diffondere il messaggio che installare una wallbox sia molto più semplice di quello che si pensa.
Un diritto, una comodità e, presto, una pratica che diventerà così comune che, anche da noi in Italia, non ne parlerà più nessuno nei condominii. Sarà diventato semplice come tirare i cavi per avere la fibra ottica o ricaricare quotidianamente la batteria del proprio computer o smartphone.
Ormai non è più questione del “se” ma del “quando”, un “quando” che arriverà prima del previsto (come spesso successo con le nuove tecnologie).
Un consiglio: approfittate dei pionieri
E, infine, aggiungo un invito a tutti coloro che (ancora) guidano un veicolo termico e che guardano con sospetto (forse anche con invidia) coloro che utilizzano un’automobile elettrica. Apritevi alla nuova tecnologia. E, anziché mettere i bastoni tra le ruote (è il caso di dirlo), approfittate di coloro che per primi installano una wallbox nei vari Condominii. Spesso hanno già raccolto tutte le informazioni necessarie e potranno aiutarvi a conoscere i vari aspetti di una tecnologia che presto diventerà dominante.

∗Insegna Scienza dei materiali all’Università Milano Bicocca, è presidente della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana, coordinatore nazionale dei Giochi e Campionati Internazionali della Chimica della Società Chimica Italiana, co-chair del XXVIII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana (Milano, 26-30 agosto 2024).
Salve, ho riattivato un contatore nel box privato interrato dopo CPI. L’amministratore sostiene che non avrei potuto farlo perché non contemplato nel CPI. E’ corretta l’ipotesi dell’Amministratore? C’è una procedura per aggiornare CPI dopo riattivazione di un contatore preesistente al CPI ma bypassato durante i lavori di adeguamento e successiva certificazione?
Molto lacunosa come descrizione. Spiega meglio per favore. Contatore attaccato a cosa, ad esempio
La Legge è giusta non è farragginosa andrebbe solo rispettata.
Il discorso in Italia è che ognuno pretende di farsi gli affari suoi a scapito degli altri.
L’art. 1102 CC parla molto chiaro, ognuno ha diritto di usare la cosa pubblica senza impedire ad altri di farne parimenti uso. Quindi il discorso fatto sopra può andare bene per una villetta a schiera o un condominio di 5 o 6 unità dove passare un impianto di ricarica non impedisce all’altro a agli altri di fare lo stesso. Ma per condomìni o suopercondomìni di 100 e passa unità la cosa è ben diversa non si possono fare i porci comodi propri perchè altrimenti sarebbe un casino e se uno solo si fa un impianto privato limita di fatto la possibilità di farlo a tutti gli altri, quindi è corretto passare per l’assemblea, che deve essere debitamente informata di cosa approva, e chi non lo fa è giusto che sia stangato.
Chi vuole l’impianto di ricarica in condominio deve farsi carico inizialmente, dei costi di un intero impianto adatto o adattabile in futuro a tutti.
Pero’ mi sembra di capire che in caso di wallbox installata in box privato di garage condominiale non e’ richiesto l’adeguamento della CPI……
MA occorre aggiungere un estintore (a quelli gia’ presenti). E’ corretto?
Un po’ di pazienza, fra qualche tempo chi non permetteva la wall box ad altri prenderà un’auto elettrica e, in quel preciso istante, pretenderà la wallbox perchè è un suo diritto e… lui è lui e tu non sei un… (cit,)
Trovo pure interessante, anche se OT, che molti che hanno fruito del Superbonus 110% hanno installato 10/20 kWh di accumulo ma l’auto elettrica no! troppo grande il pericolo di incendio. 🙂
Grazie per queste indicazioni, preziose.
Come correttamente detto, la normativa già farraginosa si incontra con l’impreparazione di amministratori di condominio e periti.
Nel mio caso, ad esempio, l’amministratrice sostiene che ai fini dell’installazione di una linea dedicata alla wallbox che passi nel corsello dei box sia necessario il preventivo passaggio in assemblea, poiché si parla comunque di spazi comuni.
E il perito che segue il condominio per le pratiche antincendio sostiene testualmente che “da ultime indicazioni dei VVF non possiamo più presentare la documentazione in fase di rinnovo periodico ma dobbiamo presentare un istanza di Valutazione Progetto/SCIA Antincendio ogni volta che si installa un modo di ricarica per auto elettriche”.
Non è dato però sapere dove siano queste ultime indicazioni, che sembrano differire rispetto a quanto previsto dalla circolare degli stessi VVFF.
Il problema è che di fronte a queste posizioni, che rendono quasi impossibile e/o molto costoso installare una wallbox, alla fine occorre scegliere tra due strade: rinuncio e ricarico con l’infrastruttura pubblica, che è senz’altro più faticoso ma mi permette di non entrare in conflitto con i condomini; oppure vado avanti a dispetto di quanto sostengono amministratrice, condomini e perito, e vivo meno sereno nel condominio pur facendo semplicemente valere i miei diritti.
La risposta è SÌ… ma, purtroppo, quelli che hanno le idee confuse o sono in malafede sono troppi. Credo che vadano confutati NON per far cambiare idea a loro (temo che sia un compito arduo) bensì che possa essere utile per quella folta schiera di lettori che cercano informazioni per farsi un’idea corretta. Non demordiamo…. 🙂
WALLBOX SHOW (cercasi titolo più azzeccato)
Se la tv non fosse così presidiata per altri compiti (magnificare i politici al governo e aasecondarne le decisioni) sarebbe divertente un programma TV a tema a scopo misto divulgativo e intrattenimento/show
(o un canale youtube, ma in questo caso non avrebbe un ritorno economico importante, se non al limite la pubblicità a qualche bravo installatore e una piccola sponsorizzazione da parte delle wallbox mostrate)
questo il “format” (20-25-30 minuti a episodio): una squadra di tecnici che interviene su richiesta su singoli casi di installazione per risolvere e documenta il tutto con un po’ di riprese video e spiegazioni tecniche e ammistrative
comprese le spiegazioni ai condonimi sospettosi, all’amministratore furbetto, i documenti da fare, i lavori, difficoltà a trovare dove far passre la linea elettrica, etc
ogni “ostacolo” e ogni coloritura locale (piccoli paesi o dieversi contesti e regioni) diventerebbe materiale per fare il programma, compresi condomini che si prestano a fare la parte dell’oppositore, con un taglio allegro e il buon esito finale, compresa pace (almeno provvisoria) tra condomini dopo una serie di spiegazioni e mediazioni condotte con intelligenza (e per alcuni con la voglia di discutere, comunicare per chiarirsi grazia a una qualce mediazione esterna ceh facilita e magari anche per alcuni voler apparire o meno in TV)
Tra le varie parti interessanti dell’articolo, mi pare di capire che, almeno nel caso del box privato, aggiungere la wall box non comporti la necessità di aggiornare in anticipo rispetto alla scadenza periodica la valutazione CPI condominale (se presente, in molti condomini/case non è neanche necessaria/presente, ci sono dei parametri tecnici del palazzo che implicano la CPI)
questo già rimuove uno scoglio, ovvero il problema di chi dovrebbe pagare per questo extracosto condominiale (la redazione di una CPI aggiornata), ma che si rivela essere non necessario, frutto magari dell’insistenza di un amministratore che non conoscendo la legge cerca di tutelarsi in eccesso sulle pratiche amministrative (che poi per lui sono comuque una fonte di entrate)?
se ho capito bene?
mentre ne caso di wall box messe in spazi comuni, con modifiche sostanziali al numero/posizione dei contatori e di vari pulsanti di sgancio antiincendio dlle varie linee, magari l’aggiornamento della CPI (sempre se presente) potrebbe essere più caldeggiato?
Le linee guida recitano: “l’installazione di infrastrutture nuove realizzate secondo le indicazioni riportate nelle Linee guida allegate nonché l’installazione di infrastrutture poste in funzione prima della pubblicazione delle stesse Linee guida e realizzate secondo la regola dell’arte ed adeguate alle misure riportate nella sezione 5 di tali Linee guida è considerata una modifica non rilevante ai fini della sicurezza antincendio e per essa si applicano le procedure di cui all’art. 4, comma 8 del D.M. 7 agosto 2012, prevedendo l’obbligo da parte del responsabile dell’attività dell’acquisizione immediata di tutta la documentazione atta a dimostrare la conformità dell’installazione stessa: ***tale modifica dovrà, successivamente, essere documentata al
Comando dei vigili del fuoco competente in occasione del rinnovo periodico di conformità antincendio;***
Perfetto, grazie
buongiorno mi permetto una domanda perche non capisco: in caso NON ci siano canaline/passaggi per i cavi DOPO aver fatto redigere il progetto da un tecnico abilitato (garage soggetto a CPI), POSSO far tirare le mie canaline dal mio contatore al mio garage senza problemi?? O DEVO comunque passare dall’ amministratore, per fare assemblea e FARMI dire DOVE posso mettere le canaline? perche questo credo sia il piu grosso scoglio (oltre alla pecunia da elargire a destra e a manca). grazie
Mah per me è quasi impossibile devo fare passare in cavo dal mio contatore al V piano fino ai garage, inoltre non vogliono fare il Certificato Prevenzione Incendi.
Non credo esista una soluzione…
Se le autorimesse sono soggette al CPI lo devono fare in ogni caso, auto elettriche o no. Se invece non sono soggette allora nemmeno l’elettronauta deve fare altro oltre alla diciarazione di conformità.
Più che altro, Vincenzo, sarebbe ora che i contatori li toglieste dalle abitazioni. Materia complessa, lo so, ma per tutta una serie di motivi da anni si va verso un vero e proprio obbligo Non tanto per ragioni di sicurezza quanto perché lo chiede l’Enel per poter intervenire in maniera autonoma e senza entrare nelle case…
Poi se non ricordo male in presenza di CPI la cosa mi sembra che sia addirittura obbligatoria.
Per quanto riguarda la CPI stessa, se è da farsi non si scappa: prima o poi va fatta. Tutto il resto viene a cascata. Buona fortuna…
Ecco l’Italia ma cosa volte fate cambiate paese questo non cambia mai infaercito di leggi scoordinate contraddittorie, non cambierà mai fate un favore alla vostra vita ed andatevene!
“Installare una wallbox nel proprio garage in un’autorimessa soggetta a Certificato per la Prevenzione Incendi (CPI) è un diritto di ciascun condomino”, e se invece l’autorimessa NON è soggetta a CPI? Immagino sia ancora più semplice, ma visto che siamo in Italia chiedo cortesemente conferma al prof
Esatto
Interviene sempre il DM 37/08 che regola gli impianti. Il quale dice che, se l’impianto ha una potenza non superiore a 6 kW (quindi una wallbox limitata al massimo a 6 kW) e l’edificio non è sottoposto a CPI, allora basta la DiCo di chi monta la wallbox, ovvero dell’elettricista, il che semplifica molto la procedura (basta rivolgersi a un’elettricista abilitato, far fare il lavoro e poi farsi rilasciare la DiCo).
Salve quando un vicino di casa ti stalla un ho una antenna vicino alla camera da letto una antenna internet senza chiedere autorizzazione al condominio questa antenna si chiamo Eolo..lo puoi fare..chiedo un aiuto grazie
Non ho parole
Vorrei fare notare che gli elettrodomestici citati funzionano a quei livelli di potenza solo per periodi piuttosto limitati (riscaldamento dell’acqua di lavaggio) e nessuno di questi viene impiegato in un garage. Un congelatore, comunque, 2 kW non li assorbe mai. E non funziona h24, neanche d’estate.. Non è un supermercato. I sistemi in monofase, poi, davvero non sono l’ideale per il rendimento di ricarica: quanto consumato al contatore non è quello che ci ritroviamo in batteria.
Piero e chi se ne frega ,se un impianto è fatto bene cosa cambia se uso un forno a due kWh per tre ore o ci carico un’auto per cinque a 2,2 kWh,sono quattro anni che carico le mie auto da una shuko 16 A 3680 w non solo non è mai intervenuto il termico ma la spina nemmeno tiepida, sempre le solite balle ,ma si può sapere di cosa stiamo parlando.
Concordo con Claudio.
Un’utenza elettrica può consumare a tempo indefinito la propria potenza nominale certificata dal costruttore. Ovviamente, la linea elettrica dedicata dovrà essere dimensionata adeguatamente (sezione dei cavi anche in funzione della lunghezza dal contatore al punto di UTILIZZO) e protetto da un interruttore magnetotermico di valore adeguato. Semplice, facile, rapido. Il resto sono solo chiacchiere oppure disinformazione.
In merito a questa affermazione . “I sistemi in monofase, poi, davvero non sono l’ideale per il rendimento di ricarica: quanto consumato al contatore non è quello che ci ritroviamo in batteria.” è assolutamente vero e ovvio.
Si chiama RENDIMENTO ed è il rapporto tra Potenza utile (sul carico) e Potenza assorbita. Nel migliore dei casi, è uguale a UNO che vuol dire che tutto quanto in entrata va all’uscita senza perdite, quindi zero autoconsumo (magari…). In genere, si può valutare le perdite tra il 10 e il 15%. Questo discorso, però, è relativo all’EFFICIENZAdi di un sistema e NON alla sua (eventuale) pericolosità.
Dino ovviamente tutto fatto come si deve ,ma non siamo ancora stanchi di sentire da persone che non hanno idea di quello che dicono e che tra parentesi sono anche le più ascoltate queste cretinate,basta , che si informino o che tacciano .
La risposta è SÌ… ma, purtroppo, quelli che hanno le idee confuse o sono in malafede sono troppi. Credo che vadano confutati NON per far cambiare idea a loro (temo che sia un compito arduo) ma spero sia utile per quella folta schiera di lettori che cercano informazioni per farsi un’idea corretta. Non demordiamo…. 🙂
“quanto consumato al contatore non è quello che ci ritroviamo in batteria”: della serie, come attaccarsi al nulla pur di cercare un appiglio…
Per la cronaca, invece, molte persone hanno nelle autorimesse l’angolo lavanderia. E se un congelatore non lavora (dal punto di vista strettamente tecnico) H24, neppure una Wallbox lo fa, perché si presuppone che uno l’auto la usi pure. Nel momento in cui i cavi sono correttamente dimensionati (e questo è proprio il lavoro che fa l’installatore della Wallbox), non c’è alcuna differenza tra il collegare un elettrodomestico o un’auto elettrica in carica.
Nessun appiglio.. Sono semplicemente i costi di gestione del sistema che aumentano e non di poco con i monofase da 10A. Magari fosse solo il 10%.. Specie in inverno.
Altrettanto ovvio il discorso del dimensionamento… Il problema che un utenza continua (8 ore a 10A) se il contatore è distante (tipo dal 4piano al garage) deve stare ben al di sotto dei 5A/mm2 previsti dalla norma. Ecco perché non è lo stesso impianto che può servire un congelatore o qualche luce in garage. È almeno un ordine di grandezza in più, quindi qualcosa di ben diverso.
Tu ovviamente hai statistiche di ricarica della tua auto elettrica alla mano per valutare l’efficienza di ricarica giusto? Ed ovviamente con la tua auto con altro tipo di alimentazione hai un’efficienza molto più alta del 90% che ti rimane in batteria, giusto? Tanto da ritenere non conveniente caricare a casa, giusto?
Attualmente i contatori vengono installati al piano terra o al piano interrato, se previsto, Non esiste più che installino il contatore nell’apartamento (sono installazioni molto vecchie, di oltre 40 anni fa). E poi basta dimensionare il cavo di alimentazione correttamente (un 10 mm2 va bene anche per distanze di 50-60 metri)
Piero, perché sostieni che “I sistemi in monofase, poi, davvero non sono l’ideale per il rendimento di ricarica”? Da quello che ricordo durante gli anni passati all’I.T.I.S. come studente devo dire che un ponte di diodi trifase equivale a tre ponti in monofase collegati a stella. Che poi, ricaricare a basse potenze il rendimento sia inferiore rispetto al valore di massimo ci può stare visto che l’elettronica di potenza avrà una curva di rendimento non lineare con la potenza impiegata.
Ma in questo articolo non si tratta un problema credo comune: una quantità limite di kW per il complesso dei box. Se tutti caricano a 3 kW la linea comune non regge. O no?
Qui si parla di wallbox collegate al contatore domestico privato
Aggiungo che il problema non è il limite di kW, in quanto appunto quello viene determinato da ciascun contatore, quanto la centralina di zona o di quartiere. Non vi è dubbio che d’estate, quanto tutti usano il condizionatore nello stesso momento perchè magari fuori ci sono 40 gradi, la centrale di zona non regge (la potenza massima di picco) e salta la corrente. La probabilità che invece tutti, nell’eventualità che tutti posseggano un’auto elettrica (attualmente in Italia meno dello 0,5%; quindi non mi pare un problema di oggi) si mettano a ricaricare esattamente nello stesso momento, è altamente improbabile. Quindi il problema non sussiste… Quando in Italia si passerà dallo 0,5% al 100% – credo tra alcune decine di anni – certamente il sistema elettrico sarà stato adeguato (come lo è stato sempre nei decenni passati in corrispondenza di un utilizzo maggiore di elettricità). E avremo anche sistemi intelligenti di ricarica che dialogano tra di loro (vedi power sharing, già offerto da molte aziende di wallbox), impianti FV, eolici e geotermici a supporto, ecc. Ma forse, quando farà caldo e useremo l’aria condizionata tutti nello stesso momento, i blackout continueranno ad esserci… ma non per colpa dell’auto elettrica. Che anzi, con le proprie batterie (V2G), e parliamo a quel punto di milioni e milioni di batterie, verrà in aiuto in modo strategico consentendo ai condizionatori o a qualsiasi altro impianto elettrico di continuare a funzionare anche quando la rete sarà al collasso.
Aggiungerei, se non dico una fesseria, che avere impianti fotovoltaici distribuiti nell’area di interesse, che durante le ore diurne, con maggior irradiazione solare, distribuiscono la corrente prodotta col sole nei dintorni, si può avere l’alleggerimento dell’affaticamento della centralina di zona. O sbaglio?