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VW nella tempesta (di nuovo): che ne sarà dell’elettrico?

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VW nella tempesta, di nuovo, dopo gli anni burrascosi del Dieselgate: salta il capo della e-Mobility, Ulbrich, ed è in bilico lo stesso numero uno, Diess.

VW nella tempesta: fuori uno, il capo della e-Mobility

vw nella tempesta
Thomas Ulbrich lascia la Volkswagen e la guida della e-Mobility.

Che ne sarà dei giganteschi programmi  della Volkswagen sull’elettrico? L’interrogativo è sempre più pressante da quando è stato messo in discussione il ruolo dei due top manager alla guida di questa svolta. Uno, il responsabile della e-Mobility Thomas Ulbrich ha già annunciato le sue dimissioni. Lascerà Wolfsburg a inizio 2021. Mentre il grande capo, Herbert Diess, ha in corso un braccio di ferro con il potere sindacato interno che non promette nulla di buono. Per mettere in chiaro chi comanda, Diess ha chiesto al consiglio di sorveglianza un mandato  anche oltre la naturale data di scadenza, il 2023. Ma non è affatto detto che la mossa riesca e in quel caso, con una sostanziale sfiducia, il numero uno dovrebbe a sua volta fare le valigie. Creando una nuova situazione di instabilità al vertice di un colosso che sta affrontando una trasformazione epocale, verso l’elettrico e il digitale. E a poco sembra essere servito, per addolcire il sindacato, riportare in Germania buona parte delle produzioni, grazie proprio ai nuovi modelli elettrici.

Traballa anche il presidente Diess, presto la decisione

VW nella tempesta
Herbert Diess con la ID.3 in una foto scattata durante un viaggio in Italia.

Sull’uscita di Ulbrich i media tedeschi danno diverse spiegazioni. Un portavoce della Volkswagen ha detto ad Automobilwoche che “lascia l’azienda per motivi puramente privati ​​dopo un periodo di lavoro estremamente intenso“. Spiegazione che non ha convinto nessuno. La più plausibile è che, diventando l’elettrico il core della produzione, Diess voglia sopprimere la business unit e-Mobility, riportando tutto all’interno dei marchi. Per Ulbrich si parlava di un incarico in Cina, che il top manager avrebbe rifiutato. Ma la partita interessante è quella che riguarda il ruolo di Diess. La sua poltrona è tutt’altro che salda, dato che alle sue ripetute richieste di rinnovo della fiducia a lungo termine il consiglio di sorveglianza continua a non rispondere. Il sito Electrive (qui l’articolo) riferisce che il consiglio si riunirà la prossima settimana. Ma il quotidiano Handelsblatt cita fonti aziendali secondo le quali c’è “tempo fino a primavera” per questo tipo di decisioni. VW nella tempesta di nuovo, dunque, con una situazione di incertezza che non giova in una fase di grandi cambiamenti. Con il sindacato sul piede di guerra per le ristrutturazioni legate anche al passaggio all’elettrico.

 

 

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138 COMMENTI

  1. Come sempre si parte da una affermazione, e si va a fare la guerra da qualche parte…. secondo il mio modesto parere, basare l’inquinamento di un mezzo solo per le emissione che produce in co2 su km è quantomeno disonesto. Bisogna analizzare tutto il processo produttivo dei mezzi, che specialmente per le batterie è tutt’altro che verde… questo unitamente al fatto che le batterie prodotte attualmente non garantirebbero una produzione atta a soddisfare un mercanto più vasto a causa della scarsità delle materie prime, fa sì che finché non si troveranno dei metodi di immagazzinamento di energia convenienti e sicuri, tutto questo rimarrà un argomento di cui parlare ma scarsamente utile a risolvere la mobilità.

    • Forse non ha considerato che il cambio del parco circolante non avviene nel giro di un anno per l’altro, figuriamoci per il cambio di tecnologia anche se incentivata è un processo che per far si che l’elettrico sia una quota maggioritaria rispetto alle altre tecnologie ci vorranno circa 20 anni. Quindi l’alttuale produzione è perfetta per l’attuale richiesta. Produzione che si sta evolvendo insieme al mercato e lo sviluppo delle batterie sta diventando cosi veloce come per i televisori e i telefonini, cosa che migliora la loro resa e produzione anno per anno. Altra questione … le batterie sono inquinanti .. vero … ma tu vuoi paragonarle con il ciclo produttivo (ed estrattivo) del petrolio? .. scherzi vero???? … questo senza considerare che le batterie nei prossimi anni subiranno uno sviluppo tale dove rispetto a quelle di oggi tra 5 o 6 anni nemmeno le si riconosceranno piu … anche solo confrontandole per i materiali che usano … seconda cosa le batterie mantengono anche da esauste un alto valore … questo fara si che il riciclaggio di esse non sara un mero obbligo ma i gruppi industriali lo faranno per profitto … giganti come PSA e VW hanno gia intuito il business e stanno gia implementando il recupero.

  2. Utile operativo wv circa 255 MILIONI non MILIARDI di euro
    Pregasi non scrivere scempiaggini.Autonomia auto elettriche dichiarata dalle case una barzelletta….lo dico da possessore di 2 AUTO elettriche

  3. Poi certa gente gira con rottami di auto e nessun controllo ahahah sempre peggio non parliamo dei monopattini chi è quello scellerato che ha dato ste permessi .Noi anni 70 col ciao Piaggio motorino eri sicuro e senza casco ma motorino… ora con ste rottami instabili viaggiano dai 25 ai 50 orari pericolosi visto che non asfaltano neppure le buche gente senza casco senza patente senza cervello Sveglia chi vuole ste mezzi in strada li deve rendere simili a una moto e controllati con tanto di targa ecc.ecc. basta sceneggiate da incoscenti illusionisti politici Sono pericolosi e guidati soprattutto da gente che mnco sà camminare sul marciapidi Controllate e pentitevi

  4. Basta non ne posso più di prese in giro da anni ci illudete benzina verde marmitta catalitica biodiesel metano gpl basta ora ibrido e elettrico Speriamo arrivi il sospiratoi Idroigeno e spazzi via tutti gli illusionistiche hanno speculato fin ora idee di illusioni Moito Perpetuo è l’ avvenire MOTO PERPETUO E VIA CON LA REALTÀ DEL DOMANI GIÀ MENTI STANNO STUDIANDO QUESTO DA ANNI ….SVEGLIAAAAAS

    • mi spiace ma il moto perpetuo viola le leggi della fisica, esistono degli studi, per esempio come per la trasmissione della corrente via etere (Tesla) con sperimentazioni in corso. Una cosa possibile potrebbe essere lo sfruttamento di energia o forze in maniera non convenzionale o ancora a noi non nota … ma anche riuscendoci il marchingegno non avrebbe la forza di spingere un’auto o ci vorrebbe troppa energia concentrata. Poi scusi perchè l’elettrico sarebbe una presa in giro? … certo a differenza del termico ha tanto da migliorare la tecnologia. Il termico è stato sviluppato e affinato per piu di 100 anni l’elettrico (come sviluppo industriale) ha si e no un decennio. Elettricita = enegia pulita … almeno per ora nell’uso … nella produzione immagino ci vorranno almeno 50 anni … ma le ricordo che ad oggi la produzione da fonti rinnovabili dell’italia è pari al 40% … siamo tra i primi 10 al mondo dei produttori di energia pulita procapite al mondo … è sufficiente? … sicuramente no … ma la strada è quella giusta … ricordo a lei e a tutti che le batterie per quanto possano essere inquinanti non ci vorranno molti anni prima che i grossi gruppi induatriali diventino “virtuosi” riciclando il prodotto … non perche ad un tratto sono diventati enti benevoli o ecogreen … semplicemente perchè una batteria ha un valore intrinseco elevato. VW e PSA hanno gia annusato il business e stanno gia sviluppando un circuito industriale per recuperarle e sfruttarle … cosi tanti saluti all’ultima scusa contro le elettriche … anche se basterebbe paragonare il ciclo di produzione del petrolio per capire che la produzione delle batterie è gia meglio.

  5. @alberto Soriano

    Premesso: scusate, ma nn sono me petrol.

    Cmq condivido ciò che dici: Musk e un visionario e ha fatto il suo gioco, sempre coerente con se stesso, portando avanti tesla anche grazie ad una rete creata da lui stesso attraverso altre società che hanno permesso a Tesla stessa di superare ogni momento di “quasi fallimento” per arrivare dove e ora: il riferimento quanto a tecnologia elettrica.
    Ma gente come VW, nn avrebbe dovuto cercare di reinventarsi per ripulirsi l immagine dopo aver ingannato tutti quanti; gli investimenti sarebbero dovuti andare verso un termico ( o anche ibrido) pulito, non solo attraverso tecnologie di biocarburanti, ma in tutta la catena produttiva.
    Guardiamo Koenigsegg: un ARTIGIANO ha sparato fuori un 2mila, 3 cilindri, camless, da 78kg….senza cambio. Pensate a quello che potrebbero fare colossi come VW o Mercedes o simili. Avremmo gioielli tecnologici a bassissime emissioni, funzionanti con biocarburanti o metano ( o anche idrogeno…come combustibile).
    Si potrebbe tranquillamente utilizzare la infrastruttura odierna, eliminare il problema dello smaltimento/produzione di batterie (….molto ecologico) e destinare i miliardi che ora sono previsti per questa fantomatica elettrificazione, a purificare realmente l industria attuale; con eolico ed elettrico…ma integrati e su larghissima scala!
    E anche nel privato.
    E CANCELLIAMO il nucleare…..vi ricordo che le scorie di Fukushima saranno eliminate in MARE!… E Poi parliamo di elettrico?… Auto che pesano il doppio di una termica euro 6c, e quindi immettono in atmosfera molti più inquinanti da freni e gomme rispetto ad una termica.
    Le Ev, sono ottime…ma concepite come citycar da piccole percorrenze, a basse emissioni di CO2 ma anche acustiche: mezzi che sarebbero facili da guidare, e che contribuirebbero a migliorare la qualità della aria, ma localmente…non come salvatori del pianeta

    • Lei non è petrol ma ha la stessa mail da cui invia gli stessi commenti… Per favore!
      Non entro nel merito delle sue opinioni, legittime, ma basate su informazioni molto lacunose.

    • Lei si dovrebbe chiamare M-Troll e invece di avere dieci account con nomi simili e dire simili sciocchezze e usare il suo tempo in modo migliore: studiare studiare e studiare ma non per diventare intelligente, già uno che fa il suo mestiere non lo diventerà mai, ma solo per tenere occupato il cervello che così non userà la tastiera per scrivere delle gran fregnacce come quella delle batterie, come se la benzina o il gasolio che brucia nel suo obsoleto motore senza camme, o l’idrogeno (muahahahaha), non creino emissioni durante la loro produzione… Ah un’ultima cosa, lo sa vero che i dinosauri ad un certo punto si sono estinti vero?

    • Gentile Frau Bertha Benz, dalla prima auto da Lei collaudata, la mitica Benz Patent-Motorwagen Numero 3, si sono susseguite vetture sempre più affidabili, veloci, aerodinamiche tanto da diventare un’esigenza irrinunciabile da oltre un secolo.
      Purtroppo, già nel corso dello scorso secolo a causa della diffusione del loro successo, si sono subito rivelate pericolose e inadatte, in quanto:
      – inquinano l’aria al loro passaggio
      – sono ingombranti e creano sempre problemi di parcheggio
      – sono la causa primaria e mai risolta di code, ingorghi, traffico e congestione
      – uccidono 600 pedoni l’anno in Italia, e ne feriscono molte migliaia.

      Ma sono sempre, al momento, irrinunciabili.
      Allora che fare?

      Prima di tutto bisogna chiedersi: siamo alla fine di un’era durata troppo a lungo?

      La risposta è nella tecnologia. Non quella di pistoni, bielle e manovelle in movimento per combustione. Altra.

      Oggi si sta affermando un nuovo ciclo, quello dell’intelligenza artificiale, imprescindibile dalle reti 5G per le auto a guida autonoma con batterie che diventano sempre più efficienti, performanti e con maggiore durata per alimentare sistemi di intrattenimento a bordo.

      Stiamo assistendo a una nuova industrializzazione nella quale l’automotive avanzato dopo decenni di stagnazione, di delocalizzazione e calo dei consumi, diventa di nuovo protagonista.

      Ciò vale solo per alcuni, non per tutti.
      Lo dimostrano le vendite in nord Europa e negli Stati Uniti.
      Ed è nell’elettrico che si assiste all’introduzione delle nuove tecnologie nelle vetture: sensoristica, intelligenza e dati. Oceani di dati da raccogliere ed elaborare istantaneamente nei server per dare informazioni necessarie alla guida autonoma e a regolamentare i flussi di traffico per evitare ciò che accade. Basti pensare alle assicurazioni: Unipol ha installato 4 milioni di scatole nere per comprendere appieno le abitudini di guida e profilare l’utenza.

      Dov’è il problema?
      Si passa da benzina ad elettroni.
      Da energia chimica a elettromagnetica.
      Si riducono le manutenzioni e aumentano le prestazioni.
      Anche l’autonomia è destinata ad aumentare, dopo 400 km percorsi in mezz’ora si ricarica di energia.
      Meno emissioni dirette in atmosfera.
      Risparmio rispetto al carburante (evitando Ionity se non guidi brand associati).
      Meno frenate brusche, meno stress alla guida e maggior relax.
      Utilizzo dell’energia di rallentamento e delle discese per caricare la batteria, energia che altrimenti sarebbe sprecata in calore frenando.
      Presto
      Diminuiranno peso e prezzi delle vetture.
      Aumenterà l’autonomia e il ciclo carica scarica.
      Dureranno più le batterie e i motori, che le vetture.
      Spariranno pedaliera e volante.

      Quindi, qual’è il problema?

      Cosa racconteremo ai nipotini?

      “In Tesla usare l’intelligenza artificiale per la guida autonoma non è la ciiliegina sulla torta, è la torta stessa”

      Elon Musk

      • Ciò che ha dell’incredibile è la quantità di gente che trolla su questi argomenti. Mi è capitato di parlar con alcuni di questi tipi di persona e sono a volte professionisti insospettabili. Eppure pensano davvero che si possa fermare il progresso allo stato attuale.
        Alcuni sono negazionisti (clima), altri parlano solo di vantaggi economici.
        Quando si entra in temi come salute o efficienza (con alcuni pure la termo dinamica), ti guardano con facce dubbiose, senza reali argomenti.
        Per fortuna andremo avanti comunque. Per loro invece, deve essere dura!

        • Il problema comunque c’è.

          Non si può negarlo e non è quel cambiamento di mentalità dei singoli che tutti invocano è ben più serio e devastante dal punto di vista economico e sociale.

          Elettrico vuol dire riduzione e qualità della componentistica e del software indispensabile a far funzionare i sistemi, dai sistemi di guida assistita sempre più indipendenti a quello di connessione della vettura con l’esterno attraverso la tecnologia della digital transformation.

          Riduzione dei componenti ed essenzialità richiedono complessità e integrazione totale tra i sistemi che prevedono motori e batterie sempre più tecnologiche, sensori, software e sistemi operativi che consentono all’insieme di funzionare e che non possono che essere sviluppati in house.

          Tecnologie sconosciute ai convenzionali fornitori esterni che se non hanno competenza non possono sviluppare ricerca e conoscenza per intraprendere nelle nuove tecnologie e verranno inevitabilmente messi fuori gioco.

          • Può anche essere, ma bosch e compagnia stanno sviluppando quelle skill e quelle linee di prodotto da fornire agli oem. Poi se ci sarà più insourcing, I tecnici si sposteranno dai tier1 ai produttori auto. Per loro non sarà un problema.
            Lato software, certo ci saranno più posizioni in quell’area che nella costruzione dei motori!
            Questo almeno è una discussione interessante e sensata. Grazie

        • Mi riferivo alle imprese che producono i numerosi componenti dell’endotermico.

          Bosch, Continental, STMicroelectronics e Brembo prospereranno più di prima.

          Volkswagen sta utilizzando la tecnologia ICAS1 con server sviluppato da Continental.

          Brembo è primo fornitore Tesla dal 2017.

          STMicroelectronics, che produce dispositivi in carburo di silicio (SiC) che consentono di aumentare l’efficienza e l’autonomia del veicolo, di installare batterie più leggere, produce per Tesla sotto riserva di segreti industriali e di know-how, sistemi che fanno parte dell’inverter del Model 3 che utilizza specifici componenti in carburo di silicio.

          Preoccupa la situazione delle due eccellenze italiane Ducati e Lamborghini.

          Se Volkswagen non vuole farsene carico investendo in ricerca e sviluppo allora non resta che sperare nella taiwanese Kymco che è fornitore degli scooter per Ducati Corse e in Claudio Domenicali.

          Claudio Domenicali, uomo di intelligenza sopraffina potrebbe essere il primo artefice dell’acquisizione di Ducati da parte di Kymco salvando baracca e burattini.
          Una Ducati l’elettrica con l’apporto di capitale di Kymco costituirebbe la salvezza del mito di Borgo Panigale e delle maestranze italiane.

          In Lamborghini la situazione è molto più preoccupante.
          Rimac è il futuro sportivo di Volkswagen.
          L’altro Domenicali, Stefano se n’è andato a dirigere la Formula 1. Le avvisaglie erano note da tempo per cui ala prima occasione è rientrato nel suo mondo, le corse.
          Per cui non resta che sperare nell’acquisizione di un gruppo cinese importante che lasci la DOP a Sant’Agata bolognese.

          • Aggiungerei Idra società italiana che rifornisce le gigafactory di tesla per i macchinari industriali per la stampa in pressofusione dei componenti. Tecnologia tutta italiana insieme alla componentistica di potenza in carburo di silicio. Peccato che ad esempio fiat non abbia voluto investire ed essere oggi tra i primi nell’innovazione dell elettrico con un prodotto di base italiano … bhe fiat sono 60 anni che non investe infatti i risultati si vedono

    • lei è disinformato, sicuramente le EV mediamente sono piu pesanti, ma giusto per dare un esempio La Tesla Model 3 SR+ pesa esattamente come le altre auto della sua categoria. Ma anche pesasse di piu le faccio notare che il risparmio da inquinamento polveri dei freni è notevolmente ridotto visto che in una guida normale da citta i freni quasi non si usano… non se se ha mai sentito parlare del recupero energia tramite freno motore???

  6. Come al solito si parla solo di auto elettrica il gola come se questa fosse la causa e non effetto della vera rivoluzione.
    La vera rivoluzione e quella nel passaggio dall’economia del petrolio a quella del vento e del sole.
    Questa è davvero inarrestabile e da tanti di quei vantaggi economici e politici, non dimentichiamoci la possibilità di affrancarci dal dominio arabo del petrolio, che non è assolutamente pensabile di poterla farla fermare.
    La maggioranza della gente non si rende conto di quanto questo cambiamento sia in realtà veloce e di come molto prima del duemila trenta probabilmente quasi l’ottanta percento del nel già prodotta e utilizzata sarà provenientrdalle nuove fonti rinnovabili.
    Una volta fatti investimenti, l’energia prodotta e praticamente a costo zero o comunque bassissimo.
    A quel. è ovvio che una macchina con motore termico non ha alcun motivo di esistere.

    • Vero e in tutto questo ciò che mi rattrista di più è che in Italia in pochi credono nelle batterie, vero enabler delle rinnovabili. O meglio, ci sono alcune piccole realtà che ci credono ma non riescono a fare massa critica mentre i grandi stanno mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi o come fece il management di Nokia quando uscì l’iPhone, perché i numeri del vecchio business non sono mai così male fino a quando è troppo tardi per correre ai ripari.

      Speriamo si ravvedano in tempo o avremo delle altre Alitalia, Ilva, ecc.

    • Sono d’accordo con te ma in Italia c’è una grossa resistenza all’implementazione delle rinnovabili, nei nostri vertici. Non è un caso che i nostri numeri crescono piuttosto lentamente a confronto degli altri stati europei. Pensa a quanti dibattiti e comitati del no per le pale eoliche al largo della Sicilia o della Romagna.
      Inoltre siamo il paese del sole: specie al sud dovremmo moltiplicare gli sforzi pubblici sul solare, ma siamo delle tartarughe.
      Come in altri campi, manca una visione e anche un insieme di regole chiare e uniformi. Ogni regione fa da sé.
      Potremmo già essere al 50% o oltre di rinnovabili se avessimo fatto di più negli ultimi anni. Le batterie stazionarie ormai sono un’opportunità un’opportunità imprescindibile, ma potremmo sfruttare anche la geotermia. Le nostre aziende fanno innovazione, ma poi realizzano molti progetti all’estero per via delle nostre lungaggini. Lo stesso per il posizionamento di colonnine in autostrada. Eppure non siamo da meno di tedeschi/americani/giapponesi, ci sono parecchie realtà innovative

      • Comunque, siamo tra i Paesi europei con la quota maggiore di rinnovabili (40% della produzione elettrica, contro una media Ue del 30%)

  7. Organizzare e diffondere con enfasi l’evento pubblico “Mission T” in cui è stata ammessa l’inferiorità tecnica e tecnologica di Volkswagen nei confronti di Tesla è stata un’azione devastante nei confronti di Volkswagen oltre a costituire la pubblicità più esaltante mai vista nei confronti di un concorrente.

    Il tema era: “Cosa dobbiamo ottenere nei prossimi sei mesi per raggiungere Tesla in termini di tecnologia entro il 2024?”

    Esautorare immediatamente Diess e tutti i suoi apostoli.

    • Vedi, quando un manager ha le palle di dire come stanno le cose e di voler creare una strategia per essere ancora rilevanti fra 5 anni, vuol dire avere una visione e volerla realizzare. Ne servirebbero da noi di dirigenti così.
      Invece tu dici che va buttato fuori? Se ha reso pubblico il tutto è per forzare la mano, mentre molti gli remano contro.

      • Diess ha annunciato di aver raggruppato in una unica struttura legale in Italia: Ducati, Lamborghini e Italdesign.

        Il motivo?

        Potrebbero non essere adatti all’era dei veicoli intelligenti e collegati in rete che forniscono mobilità su richiesta.

        Ancora più devastante per queste società, il verdetto di Diess: “Se davvero possano avere un valore nel nuovo mondo, ancora non lo sappiamo.”

        Colpite ed affondate.

        La migliore qualità al prezzo più basso.

        Se invece di fare proclami utili solo ad affondare le società che dirige avesse lavorato a testa bassa per recuperare il gap con la concorrenza, oggi avrebbe chiaro il futuro di queste società.

        Da quando Diess dirige il gruppo il Consiglio di Sorveglianza impartisce le linee guida di sviluppo e incarica di eseguirle a quello di Amministrazione.

        Il Consiglio di Sorveglianza incarica l’esecutivo di avviare i processi di sviluppo indicando anche le soluzioni lungimiranti e industrialmente sensate.

        Ciò denota capacità propositive ed azioni di sviluppo praticamente annichilite a fronte di investimenti di capitale multimiliardari nel riposizionamento elettrico.

        Il problema di Volkswagen è la mancanza di leadership, non il programma TRANSFORM 2025+.

        Le palle le ha qualcun altro, anche se impegnato ad andare su Marte.

        • Un gruppo come VW non può più di tanto diluire le risorse in troppi progetti. Al momento elettrificazione e guida autonoma (e le relative fabbriche da convertire) risucchiano tutte le risorse.
          Diess ha semplicemente detto che Ducati Lambo e Italdesign potrebbero essere venduti per fare cassa. Fra 5 anni le industrie avranno valore se potranno buttar fuori prodotti elettrici. È ovvio che non hanno intenzione di mettere soldi in quelle 3 realtà per convertire.

          • Allora doveva venderle nel 2018 capitalizzando al massimo.

            Ha aspettato per anni e adesso afferma che non sa se Ducati, Lamborghini e Italdesign potranno avere un valore nel nuovo mondo?

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          • @alberto: se lo confronti con altri ceo che ancora son convinti che lelettrificazione sia un optional, direi che non sono messi male in VW. In fondo sono piuttosto lanciati nella nuova tecnologia e la id3, seppure con la pecca dell’autonomia, sta vendendo bene.

          • L’elettrico di Volkswagen si deve all’ing. Matthias Müller, esautorato. Un tecnico Audi prima e Porsche dopo, di elevate competenze che ha dovuto fronteggiare il dieselgate, organizzare la transizione elettrica e la piattaforma modulare MEB, poi sviluppata da De Meo nella missione 20k.

            Questi due sono stati gli artefici della ID.3, Cedric, Cupra El Born, Audi RS e-tron GT e Porsche Taycan.

            Matthias Müller è un mio concittadino, ha la casa qui sulla spiaggia, d’estate gira in ciabatte, calzoncini e canottiera per il paese e come ho visto non ha problemi a mettere le mani nei motori di qualunque tipo. È uno dei più competenti tecnici Porsche.

            De Meo ora guida la Regie National des Usines Renault e sono certo che tra breve farà un merger con PSA e FCA e dirigerà l’agglomerato sempre più francese.

        • E ringraziamolo quel qualcun altro che se non era per lui (come ho già scritto) eravamo ancora qui a piangere sulla EV1.

      • Musk oltre ad essere un visionario concerto ha anticipato il momento politico di quest’epoca e l’involuzione delle convenzionali tecnologie che avrebbe portato ai giorni nostri.

        Non sono solo le imposizioni politiche comunitarie e mondiali, oggi il motore a combustione ha ben poco da aggiungere. Quel poco si è già manifestato con l’elettronica e la meccatronica per sincronizzare cicli, iniezioni e distribuzione.
        Niente di più.

        Oggi con le imprese della Space Economy Musk e Tesla sono diventati il riferimento di tante generazioni non necessariamente ambientaliste o che seguono i trend, le mode del momento. Tutt’altro.

        Chi viaggia in Tesla non ambisce solo ad uno status, viaggia tra riferimenti: sicurezza attiva e passiva, comfort, quattro ruote motrici, efficienza nei consumi, emozioni e prestazioni e perché no? Anche quell’aura ambientalista che non guasta.

        Tesla è la sommatoria di tanti caratteri e peculiarità sintetizzate in quella tecnologia che sta evolvendosi in modo impressionante grazie all’avvento del digitale, dell’aerospaziale e del 5G.

        In questa situazione gli “altri” vengono visti come il passato che insegue o peggio, che involve. L’unico salvagente che li tiene ancora a galla sono i costi di produzione e di commercializzazione, ancora troppo alti nell’elettrico.

        Così Volkswagen insegue come sta facendo con le ID, Audi e-tron, Porsche, ma non riesce a reinventarsi venendo meno la capacità di innovazione.

        Un plauso di incoraggiamento a FCA e a Fiat che finalmente con un prodotto unico, l’amata 500, proclama che è venuto il momento di fare “all in”.

        • Ma non dimentichiamoci del povero Marchionne che sparò a zero sull’elettrico all’infnito sull’altare dei profitti salvo poi fare testacoda di 180° e diventare favorevole (probabilmente influenzato dalla sua malattia).

          Ma il problema non era Marchionne, il problema era la filosofiat, ovvero cercare gli utili a tutti i costi con lungimiranza zero, sono sempre stati così da decenni e lo saranno sempre (consiglio personale: non comperate fiat per nessun motivo al mondo).

          • Ma infatti che fiat faccia all-in sullelettrico è tutto da vedere. Per ora elettrificano, fanno le ibride. Poi la 500 elettrica. Anche perché sono forzati dai limiti di emissioni e multe. Han pagato a tesla fior di soldi perché emettono troppo, per evitare la multa. Ora sicuramente dovranno correre per recuperare e si fondono con psa. risultato: uso della piattaforma francese per il grosso dei modelli elettrici. Nubi all’orizzonte per i lavoratori italiani

  8. Avanti con il progresso! Ma non dimentichiamo che le gigafactories sono é le faranno in Germania. Magneti Marelli (non più italiana) sta costruendo la sua in Germania. Non ho sentito una notizia di programmi futuri sull’ Italia. Tutti gli hub non nasceranno qui da noi. Rimarremo tutti a piedi tranne qualcuno di voi che spera di comperare una Volkswagen, alimentando un mondo produttivo che ci mette al palo.

    • In italia purtroppo c’è la fiat e guai a chi la rende triste
      Ricordiamoci la vendita dell’alfa romeo.
      Poi….
      L’italia è clientelare, l’imprenditore straniero prima di venirci ci pensa 2 volte.
      L’italia è il paese della fuga di cervelli.
      l’italia è il paese dei concorsi truccati.
      L’italia è il paese dove qualche regione da spiccioli per incentivare l’elettrico e fa di tutto per consentire a vecchie raffinerie di produrre utili e poter pagare le royalties (dati ribassati, campionatori passivi montati al contrario (ovvero con l’apertura verso la parte opposta da cui proviene l’inquinamento), sindaci che fanno articoli dicendo che la colpa dell’inquinamento è dei cittadini con le loro stufe ed i loro caminetti, sindaci che dicono che la puzza di zolfo è raffineria nell’acqua potabile è causata da una fonte termale, aziende che ricevono telefonate di preavviso per i controlli ….per dare il tempo di rimontare i filtri agli scarichi in atmosfera, paesi dove uomini di fede e uomini di giuramento minimizzano e proteggono chi inquina (accettando donazioni per i loro progetti con soldi sporchi di sofferenza, malattia e morte).
      L’Italia dove grazie alle trivelle arrivano terremoti dove muoiono le persone e crollano monumenti di 1000 anni, ma nessuno ferma le trivelle.

      L’italia è un bellissimo paese, il problema sono gli italiani che fanno quello che fanno e poi si lamentano se il resto del mondo li tratta e li vede per quello che sono.

      • E aggiungo:
        L’Italia è un paese dove se un grande uomo e sacerdote come Don Palmiro Presutto denuncia lo spaventoso eccesso di morti di cancro ad Augusta viene boicottato dalle aziende che li provocano, criticato dalla politica e deve subire tentativi di rimozione dall’incarico da parte del vescovo.

        Questo è un vero sacerdote, in quanto Dio è Dio della vita e non della morte per i profitti di una azienda.

        • E’ anche il Paese dove l’Iri costruisce l’acciaieria a Taranto, la più moderna d’Europa, in piena campagna. Poi gli speculatori appoggiati dal sindaco ci costruiscono accando il quartiere Tamburi e montano un putiferio per farla chiudere…Questa è storia.

          • Vero, analogamente a quanto è avvenuto all’aeroporto di Linate, le vecchie foto lo ritraggono in aperta campagna, poi i palazzinari amici della politica……….

            Però a Taranto bruciare il coke di petrolio è da criminali, andassero a gas o con forni elettrici….invece prima il profitto poi la salute (tanto è quella degli altri).

          • Non sono un tecnico, ma so che l’Ilva di Taranto è un’acciaieria primaria, ricava cioè l’acciaio dal minerale ferroso. E’un processo produttivo che implica necessariamente l’uso del carbone. Tutte le altre acciaierie italiane lavorano rottame.

          • Non ho gli elementi per dire se sia vero. Comunque il pet coke è legale.

          • Anche i morti lo sono, grazie a governi con politici criminali.

            Pure in India lo stanno mettendo fuori legge.

            Ed in questo paese clientelare no, anzi il suo utilizzo è pure aumentato.
            E chi sa che fa male sta zitto, più malati, più cavie, più esperimenti, più pubblicazioni………………più carriera.

            E magari più regali dalle farmaceutiche.

            Tanto l’UE lo permette.

          • Fare umorismo macabro non è una bella cosa.

            Se una legge permette l’utilizzo di un combustibile che provoca malformazioni neonatali, malattia e morte è una legge giusta?

            Se un azienda utilizza certi combustibili (seppur autorizzati per legge) e vede che le persone si ammalano e muoiono ….e nonostante tutto continua secondo lei fa bene?

            Il direttore di stabilimento che decide di utilizzare il pet coke nonostante sia a conoscenza degli effetti collaterali fa bene?

            I soldi vengono prima o dopo la salute delle persone?

            A Taranto (e non solo) sono anni che le persone si ammalano e muoiono per legge sull’altare del profitto di un’azienda, chi provoca e chi permette tutto questo come lo possiamo chiamare?

            Uno che sacrifica la vita altrui per il bene di un’azienda e per il proprio tornaconto economico come lo possiamo chiamare?

            I killer uccidono per il proprio tornaconto economico, lo fanno in modo mirato…………..e vengono chiamati delinquenti, assassini.

            Chi invece per il proprio tornaconto economico e uccide innocenti a caso (bambini compresi) è meglio o peggio del killer? Come lo possiamo chiamare?

          • Se la prenda con chi fa la legge, non con chi la rispetta. O con chi ha certificato che il pet coke non provoca malattie e morte, come lei sostiene. Sul caso Taranto, se la prenda con le amministrazioni locali che hanno autorizzato i palazzinari a costruire un quartiere a ridosso dell’acciaieria, già in funzione da un decennio. Io non faccio umorismo macabro, cerco di usare il cervello mettendo in fila cusa-effetto-responsabilità

          • Il problema è che chi rispetta la legge se l’è fatta fare su misura da politici compiacenti.

            Per l’Ilva dovrei sentire un amico che viveva a Taranto in quanto le mie informazioni si fermano a quello che ho scritto.

            Ma per la raffinazione le cose le ho vissute in prima persona: il petroleum coke era stato dichiarato giustamente rifiuto tossico dal ministro Edo Ronchi del governo Prodi (e all’epoca se ne bruciava pure meno), poi nel 2002 da un governo di filibustieri (Berlusconi, Lega, AN) fu dichiarato con un decreto combustibile e questo perché? Perché la raffinazione aveva chiesto aiuto per eliminare un problema (il loro scarto, che aumenta sempre più in quanto i petroli sono sempre meno puri) e fare profitti.

            Quindi io non me la prendo solo con i politici, ma anche con una categoria di assassini che per i propri interessi non esita ad avvelenare ed a far crepare le persone.

            All’epoca l’Unione Petrolifera si lamentava di essere in crisi e diceva: noi non chiediamo aiuti, ma norme ambientali meno stringenti, ovvero far avvelenare e far crepare chi vive intorno a loro.

          • Ah dimenticavo a proposito della mia frase relativa ai malati cavie per la quale lei ha citato il dottor Mengele è un idea che ci siamo fatti sulla base di alcuni elementi:

            – nella clinica universitaria dove le troppe persone interessate da problemi oncologici si recano e con rabbia citano come causa del loro problema l’inquinamento della raffineria i medici rispondono sempre che non è causato da quello;
            – a qualcuno affetto da malattia del sangue è stato pure risposto che il benzene per fare male occorre toccarlo!?!?! Cribbio esistono milioni di studi (dai quali sono anche nate delle leggi) che dicono che il benzene anche in minima quantità nell’aria provoca danni.

            E qui abbiamo iniziato a pensare che probabilmente la presenza del petrolchimico fa comodo ai medici (ed immagino anche alle farmaceutiche).

            Poi il commento di un medico che presta servizio in una struttura lontana in posto salubre: “li siete tutti cavie da laboratorio”, ci ha fatto pensare a quello che ho scritto.

  9. I discorsi sono sempre gli stessi; perdita di posti di lavoro, inquinamento….bla bla….vero che ogni cambiamento porta a sconvolgimenti…..molti perderanno posti di lavoro, altri troveranno nuove opportunità. Un giorno le batterie si ricaricheranno in 2 minuti…ecc ecc….Il fatto incomprensibile e come un industria enorme come quella automobilistica “tradizionale” abbia apparentemente scelto di investire sull elettrico subendo impossibili decisioni politiche ( spesso poco fondate) che cammuffano interessi economici con la scusa del green.
    Un colosso come la vw sarebbe potuto rispondere a Tesla e leggi impossibili ( vedi divieto auto a benzina 2030 ) investendo su tecnologie innovative nei motori termici.Parlo di carburanti alternativi, metano, downsizing….senza tradire la loro storia e difendendo il loro know how e prodotto. Facile vendere auto elettriche quando i governi continuano a sfornare incentivi e detassazioni varie; per fare cosa? Andare a ridurre quel 10% di gas nocivi causate dalle automobili?…. Basterebbe incentivare la eliminazione dei pre euro 6, e investire tutti sto soldi destinati a veicoli elettrici e infrastrutture varie alla trasformazione degli inquinanti relativi alle case…industrie…ecc ormai e dimostrato come un termico potrebbe inquinare pochissimo….ma no! Bisogna fare il gioco dei cinesi che le macchine nn sono capaci di farle e hanno deciso di fare elettrodomestici a 4 ruote.
    Non e l elettrico in se….ma e l ipocrisia che ci sta dietro: tutti a fare i finti puliti quando i motivi sono solo economici; VW in primis…..paladina dell’ elettrico solo dopo che il suo TDI e stato smascherato….almeno elon musk e sempre stato coerente con se stesso.

    • Si chiuda nella sua Euro6 M-series con il tubo di scarico collegato all’abitacolo e accenda il motore: se è come dice lei e dopo un paio d’ore non è crepato sono disposto a credere a tutte le cazz…te che scrive.

      M-fetecchia

    • Ma sbaglio o ricordo male che pochi anni fa è uscita un’inchiesta che tra gli altri ha travolto VW perche i suoi motori puliti inquinavano mediamente 6 volte di piu del dichiarato su un test che gia era molto farlocco e nonostante desse risultati molto distanti dai consumi di una vettura usata hanno avuto bisogno di taroccare i test. …. forse il problema sta nel fatto che hanno avuto 20 anni per sviluppare l’elettrico e invece hanno preferito bloccarlo per salvaguardare i loro profitti investendo niente in innovazione… a gia ogni 2 o 3 anni tiravano fuori il modello nuovo con il display che da 4 pollici era 4,5 pollici

  10. Rispondo con un commento a parte perché cerco di riassumere una risposta per tutte le vostre. Sapevo che con il mio intervento avrei suscitato una discussione e non me ne dispiaccio, anzi, era proprio il mio intento. Con la volontà di creare un discorso costruttivo, ho voluto far emergere i problemi che genererà la RICONVERSIONE dell’automotive nell’economia. Perché in maiuscolo? Perché a differenza dell’esempio proposto da Massimo qua non ci sono settori completamente nuovi pronti ad esplodere. Non dimentichiamoci che all’epoca aprivano nuove fabbriche in cui non era necessaria nessuna competenza particolare per poterci lavorare, motivo per cui molti braccianti migrarono dal sud al nord, molti dei quali andando proprio a lavorare al lingotto. Oggi coloro che montano un motore e vengono lasciati a casa non hanno la stessa facilità nel trovare un nuovo impiego, visto che licenziato un manovale assumi un ingegnere / informatico….
    Ad ogni modo, come scritto anche nel precedente commento, la situazione andrà migliorando con il tempo, ma nel prossimo futuro come / dove verranno impiegate le persone lasciate a casa?

    Lascio due link a seguito solo per rimarcare che la mia non è un ipotesi, ma è una realtà documentata e comprovata.

    https://www.dealerlink.it/impatto-auto-elettrica-posti-lavoro-settore-automotive-europa/

    https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/analisi_commenti/2020/01/30/auto-con-lelettrico-30-posti-di-lavoro-in-meno-_a878acda-6aa0-42fe-a892-a0b4cc0f3d28.html

    • La riconversione è un conto: quella va assolutamente pianificata, con urgenza. Un altro è tentare maldestramente di ostacolare l’innovazione. Primo, perchè è impossibile; secondo perchè è il modo migliore per perdere il treno della riconversione, appunto.

      • Il problema è la pianificazione… Cioè nulla. Qui ci sono governi che impongono auto elettriche, aziende che si vedono costrette a costruirle solo per non incorrere in multe, persone che le comprano solo perché ultra incentivate. Qui non c’è nessuna pianificazione, solo un punto di arrivo, senza nessun’idea di come raggiungerlo…
        Avete pubblicato proprio voi l’articolo del povero acquirente della Tycan in UK. Per un paese che prevede di bandire dalla vendita le auto a combustione entro il 2030 mi sarei aspettato un po’ più di preparazione in materia di auto elettriche. Il discorso però vale per tutti i membri EU e non. Si prevedono 410’000 tagli del personale, allora, dov’è un piano di ricollocamento? Perché se questi rimangono senza lavoro se lo sobbarca la comunità… Va bene salvare la natura, l’ambiente e tutto il resto, ma se si hanno piani ambiziosi, bisogna anche avere le idee in chiaro.

        • Guardi che il problema è ben presente a tutti i livelli. Vedremo cosa partorirà il Next Generation Plan, il Green Deal e il progetto Battery Alliance. Di soldi l’Unione europea ne metterà in circolo tanti.

          • Parole tante… Fatti, appunto, vedremo. Questi progetti mi ricordano un po’ la teoria comunista, fantastica su carta, impraticabile in realtà.

  11. Lei fa ironia sull’investire nelle attività minerarie, ma non ha mai pensato da dove arriva il litio per fare le batterie? Beh se non è informato arriva dai paesi del terzo mondo e dal sud America, dove la gente non sempre trae molti benifici economici e di salute da questa attività…. Se è questa la sua idea di futuro

  12. Quanti lavoravano duramente nei campi, o filavano stoffe? Poi sono arrivati telai, macchine a vapore e la rivoluzione industriale. Quanti erano addetti a fotocopie, fax, stampe, archivi? Poi sono arrivati i pc e internet. Quanti viaggiavano ore per fare riunioni di minuti? Poi abbiamo scoperto che avevamo già mille piattaforme per le videoconferenze (aiuto!) 🙂
    Potremmo andare avanti con molti esempi di attività che hanno visto ridurre le esigenze di forza lavoro nella storia. Questo non ci ha fatti diventare tutti disoccupati e poveri per fortuna, anzi c’è molta più ricchezza nei Paesi che hanno guidato e cavalcato i cambiamenti che in quelli che ne sono rimasti ai margini (per qualsiasi ragione sia avvenuto).
    I tempi delle transizioni li stabiliscono scienza, tecnica e mercati (e magari anche la nuova coscienza ambientale che stiamo sviluppando). Senza demonizzarlo, aspetto di vedere che cosa sará per l’idrogeno. Nel frattempo, per l’elettrico, tecnologia e mercato stanno parlando (con molta chiarezza oserei dire) e se non vogliamo perdere altri posti di lavoro dobbiamo convertire le produzioni, le strutture dei mercati e anche le abitudini. Dovremmo chiedere con forza alla politica di favorire questo processo e sostenere gli attori che se ne fanno protagonisti, incentivando anche i titubanti che ne hanno le possibilità (concessionari di infrastrutture, gestori di stazioni di servizio e di parcheggi ad esempio). Invece spesso tra il detto e non detto sembra che in molti vorrebbero una politica interventista per ostacolarlo o aiutare gli operatori dei settori che vanno in crisi a causa del progresso. Aiutiamoli, é sacrosanto, ma a convertirsi e entrare in nuovi mercati.
    Comunque, molti Comuni in Italia non hanno neanche una colonnina di ricarica! Stiamo sereni, in Italia stiamo già ritardando l’adozione di misure e piani che ad esempio consentirebbero a tutti di ricaricare un’auto elettrica con la stessa facilità con cui si fa il pieno, o si raboccano 20 € alla termica. Giusto per porre un freno a questi pazzi invasati che vogliono a tutti costi viaggiare elettrico (stará mai succedendo in mezza Europa, Stati Uniti e Cina? Una setta elettrica internazionale che complotta!).
    Ben vengano progressi sull’idrogeno nella mobilità (per ora mi sembra ci siano prospettive abbastanza realistiche per quella collettiva e per trasporto merci), ma non diventino un motivo per non puntare sull’elettrico, che non é una prospettiva ma una realtà, presente e in forte crescita.

      • Ripeto un dato che ho già ricordato più volte in questi ricorrenti dibattiti sull’elettrico che brucia forza lavoro. Prima della Guerra, in Italia, lavorava in agricoltura il 50% circa della popolazione. Oggi meno del 4% e la produzione è più che raddoppiata. I nostri economisti da bar avrebbero mantenuto aratri con i buoi, calessi a cavallo, forconi e zappe per salvare contadini, maniscalchi, e braccianti agricoli.

        • È vero, ma è anche vero che non esisteva la globalizzazione di oggi…e la Cina non era quello che è oggi…sicuramente farà bene al pianeta ma non all’Italia grande popolo manifatturiero…

          • La globalizzazione ha fatto un gran bene all’Italia che è potuta diventare, appunto, un grande Paese manifatturiero.

    • Esposizione abbastanza inesatta. Nessuna delle evoluzioni tecnologiche che esponi è stata dettata da motivi ideologici quanto da motivi economici. Usare telai, o locomotive o PC aumentava la produttività e la creazione e ridistribuzione della ricchezza. Quello che è il movimento dietro certe tecnologie verdi non è economico, al punto che per decollare ha bisogno di un continuo sostegno economico e di incentivi. Le EVs ad oggi non sono competitive e non conviene produrle, sono buchi neri economici, ovvero pozzi dove buttare denaro, sprecano ricchezza e non la creano. Ben diverso è il mondo che ruota intornio all’industria dei trasporti a motore termico. Le nazioni che vivono estraendo il petrolio e gas sono ricche, dal Kazakistan, agli Emirati Arabi, passando per Azerbaijan, Norvegia, Canada, Alaska, Texas, Dakota, Siberia, Australia, Brunei, Arabia Saudita. Esistono eccezioni e sono tutte pessime eccezioni come la dittatura socialista in Venezuela o la dittatura teocratica islamica in Iran, o il disastro tribalista della Nigeria, altrimenti l’estrazione di idrocarburi ha portato ricchezza diffusa e posti di lavoro ben pagati oltre che grasse royalties. Poi l’industria dell’acciaio e dei materiali dei veicoli: le acciaierie italiane, tedesche, giapponesi, americane e coreane pagano fior di stipendi. L’industria meccanica dell’auto termica solo in Germania, Canada, USA e Francia da stipendi pari al doppio del settore dei servizi, con coperture assicurative e sanitarie senza paragoni.
      Oggi i politici dell’ideologia ambientalista voglio sostituire una industria occidentale che crea valore aggiunto, ricchezza diffusa e benessere sociale con una industria inefficiente, che non produce profitti e che per essere “competitiva” deve essere finanziata dallo stato dirottando le tasse verso incentivi sulla vendita dei prodotti e soprattutto si basa sullo sfruttamento dei lavoratori del terzo mondo per le miniere di cobalto e litio e crea posti di lavoro in Cina?
      Qui non si tratta di passare dalle macchine da scrivere Remington prodotte a Ilion, NY ai Personal computer prodotti da IBM a East Fishkill, NY come negli anni 80, qui si tratta di sostituire un operaio tedesco mercedes da 48000 € all’anno con un operaio cinese Geely da 5000 € all’anno per produrre una cosa che per essere venduta deve consumare 10 mila euro di tasse prese da un lavoratore tedesco presso i supermercati ALDI. Il bello delle politiche economiche di sinistra e da Green New Deal è che sono così inefficienti che si estinguono da sole creando pozzi di povertà, disoccupazione e devastazione sociale, vedi Venezuela ma anche luminosi esempi come Detroit, Baltimora, Chicago, Buffalo, St. Louis. Intanto le acciaierie con casting technology e EAF (Fornace ad arco elettrico) in Ohio e Pennsylvania assumono con stipendi da 70.000 dollari all’anno, grazie ai dazi imposti da Trump sugli acciai venduti sottocosto dalla Cina e prodotti con le centrali a carbone sfruttando gli operai cinesi. L’industria dell’acciaio americana opera con il più basso consumo di energia del mondo per tonnellata prodotta e dal 1990 ha ridotto l’impronta da CO2 del 37% per ogni tonnellata venduta, grazie all’uso massiccio di impianti a gas ad alta efficienza.

      • Il discorso filava fino ai dazi di Trump. Poi bisogna dire che l’Italia, ma più in generale l’Europa, non è un grosso produttore di idrocarburi per cui facciamo pure ciao ciao alla ricchezza che finisce tutta nelle tasche di qualcun altro. È che i tempi sono cambiati, l’EROEI non è più lo stesso di prima, i costi sanitari e militari non ce li possiamo più permettere, con la fine dello sbocco strategico sul Mediterraneo gli USA non ci considerano più come prima, e poi hanno da farsi i cavoli loro.
        Sebbene sia corretto dire che l’auto elettrica sia necessario incentivarla, non dormirei troppo sugli allori, perché ha un potenziale economico stratosferico e, insieme al costo dell’energia solare in picchiata, non vedere cosa sta per accadere richiede di avere le fette di salame sugli occhi.

      • Classico discorso da vecchio capitalismo. Consumiamo le risorse che servono e scarichiamo i costi sanitari e sociali su altri. A me non interessa destra o sinistra, mi interessa lasciare un mondo migliore ai miei figli. Il consumo sfrenato di risorse in atto, gli innumerevoli incidenti con rilascio di idrocarburi e sostanze cancerogene e tossiche, i danni da riscaldamento globale noto ai produttori da 30-40 anni… Non ti toccano proprio a quanto pare

  13. …. E speriamo se ne vada! L’elettrico che dir si voglia uccide ed ucciderà un elevatissimo numero di posti di lavoro, anche se in vaielettrico si è sempre detto il contrario.
    Mercedes ha già annunciato che nel prossimo futuro si ridimensionerà, riducendo il numero di vetture prodotte. Oltre a questo per le auto a batteria è necessaria molta meno manodopera (lo dimostrano le gigafactory di Tesla, quasi completamente automatizzate) rispetto ad un auto tradizionale. Se a questo aggiungiamo che si chiuderanno tutta una serie di altre fabbriche che ruotano attorno ai motori (mi viene subito in mente la Akrapovic, che costruisce impianti di scarico) e la minore manutenzione (quindi i vari meccanici e specialisti vari) la frittata è fatta. Il problema di espande anche alla filiera del petrolio, con la domanda in discesa verranno lasciate a casa persone che lavorano in raffineria, persone che lavorano sulle piattaforme, che trasportano con i camion il petrolio, che costruiscono oleodotti, che gestiscono pompe di benzina, ecc…

    Adesso voi mi direte “con l’elettrico nasceranno nuove opportunità”…vero, ma solo fino ad un certo punto. Pensate ad un 40enne o 50enne che lavora nella catena di produzione dei motori che verrà lasciato a casa, sicuramente non troverà più nessun posto di lavoro, se la tendenda sarà quella di automatizzare, e sicuramente non avrà il tempo (ne la voglia) di fare una nuova formazione per i nuovi lavori. Pensate anche ad una piattaforma petrolifera o ad una raffineria: quante persone sono necessarie per costurile e gestirle, rispetto ad un impianto solare o eolico?
    Quelle persone che verranno licenziate, dove andranno a lavorare? I benzinai o i trasportatori? Avete mai visto una colonnina di ricarica con servizio o con chiosco annesso? Avete mai visto un’autobotte trasportare energia elettrica?
    E gli spazzacamini? Loro vengono ogni anno a fare il controllo, mentre quante volte viene il tecnico dei pannelli solari? Non ci sarà un incremento esponenziale di tecnici del settore in futuro perché non è necessario averne tanti.
    Ultima osservazione, le case automobilistiche hanno già i settori e-mobility e IT, quindi non verrà creato nessun posto di lavoro in questo senso, piuttosto verranno ampliati.

    Con questo non voglio dire che non si possa entrare nel futuro, ma la transizione dovrà essere più lenta rispetto a quanto preventivato, per dare il tempo a tutti di trovarsi preparati alle sfide del futuro, senza lasciare indietro nessuno. Coloro che lavorano alle auto ice o nel settore del petrolio hanno gli stessi diritti di coloro che costruiscono impianti eoloci e programmano le tesla, quindi va data loro la possibilità di mantenere un lavoro anche in futuro.

    Concludendo… Le auto ad idrogeno sono sicuramente più complesse, meno economiche, più energivore, ma darebbero la possibilità, con pochi e puntali cambiamenti, di lasciare quasi inalterata la struttura lavorativa esistente.

    • Le auto a idrogeno sono sempre e comunque delle auto elettriche. Mi spiace ma chi ha possibilità di caricare a casa o presto anche a lavoro sceglierà la soluzione più semplice ed economica, gli altri saranno costretti a impoverirsi ancora di più con soluzioni più complesse e costose. Con la guida autonoma hai dimenticato nell’elenco i tassisti. Le sfide che abbiamo davanti sono molto complesse, ma la soluzione non potrà mai essere quella di ignorare il progresso, perché l’alternativa è l’oblio.

      https://www.linkedin.com/pulse/nokia-ceo-ended-his-speech-saying-we-didnt-do-anything-rahul-gupta

    • La transizione sarà più veloce di quanto si pensa… fortunatamente 🙂
      Riguardo alla tua idea di futuro: ti propongo di investire in qualche progetto sulle miniere di carbone. Danno un sacco di lavoro ai minatori!!! E non c’è neanche bisogno di mandare i ragazzi a scuola e spendere risorse nella loro istruzione. Si può lavorare in miniera anche senza saper leggere e scrivere.
      Inoltre l gente morirà prima e si risparmierà sulle pensioni … È la famosa situazione win-win!

      Se mi permetti, però, io mi tiro fuori 😛

      • Io penso che questa aggressività e astio verso una persona che esprime un suo parere senza offendere nessuno sia eccessivo e dei tutto fuori luogo. Ciò detto spero solo che una classe dirigente seria sappia trarre il meglio dalle situazioni che andremo a vivere

    • Credo che questo discorso sia stato fatto diverse migliaia di volte in questi ultimi 2/3 secoli. Magari cambiando i soggetti ed i macchinari.

      Ciò non toglie che sia giusto e sbagliato nel medesimo tempo, è un paradosso.

      Ma se credete di avere anche il minimo potere decisionale (tipo non comprando elettrico), allora siete dei nostalgici senza futuro. Gli altri andranno avanti, si adatteranno e cambieranno lavoro se servirà . Voi no.

      • Un cinquantenne che fa l’autista cambierà lavoro certo tutti a fare i filosofi con il c..o degli altri tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare quindi non c’è tanto da stare sereni nessuno escluso se automatizzano tutto sono ca##i per tutti

          • Un discorso è povertà intesa come quella di un sistema economico e un altro è quella di una fetta di popolazione. Se la maggioranza da un progresso guadagnerà 10 e una piccola fetta perderà 5, allora globalmente ci sarà un aumento di ricchezza.
            Il dato è tanto più nascosto quante più nuove opportunità vengono create, ma ciò non toglie che una fetta rimarrà indietro. Questo è un tema politico, non riguarda il progresso in sé.

            Chi ha perso a seguito del progresso?
            In quanti allevavano cavalli prima dell’avvento dell’automobile?
            Quanti piccoli ristoratori chiuderanno a seguito dell’aumento massiccio del lavoro remoto?
            Tutti i medici che stiamo assumendo adesso, saranno ancora impiegati dopo che la vaccinazione sarà a regime?

          • E’ innegabile che 200 anni e passa di rivoluzione industriale abbiano prodotto un aumento della ricchezza complessiva. Pensi solo che la popolazione del pianeta è passata da un miliardo a quasi otto miliardi, tuttavia è diminuita la quota di denutriti e indigenti. Spetta alla politica introdurre meccanismi di redistribuzione per aiutare chi resta indietro. A livello mondo, parliamo di interventi umonitari e aiuti al paesi sottosviluppati. A livello Paese, utilizzando le “bellissime” tasse di Tomaso Padoa Schioppa

    • Discorso senza senso.
      “Uccidere” Madonna che parole violente ma scrivi Sgozzare o Sbudellare a sto punto.
      Da sempre figure professionali sono state cancellate e nuove se ne sono formate, via via questo fenomeno è diventato più frequente dal 1700 in poi. Questo è inevitabile e quando si è cercato di bloccare il progresso, si è solo causato danni per nulla.
      Il processo è già in enorme ritardo rispetto a quanto preventivato, altro che rallentare…che sciocchezze.
      Se uno non ha la voglia di adattarsi, problemi suoi, non è che dobbiamo ripristinare i calessi perché ci sono cocchieri che non vogliono cambiare lavoro.
      Ampliare significa significa proprio aumentare i posti di lavoro…
      Le auto a idrogeno non lascerebbero per nulla inalterato il sistema presente, anzi, come ti hanno detto, sono sempre auto elettriche, cambia il sistema di alimentazione, che è più complicato e dispendioso, le auto a idrogeno attualmente sono molto più svantaggiose sotto ogni punto di vista, se tu vuoi comprartene una, preparati a spendere parecchio.

      • Mah… Io con il mio commento penso di aver espresso piuttosto chiaramente che il progresso non va bloccato, quanto piuttosto che la “rivoluzione” (poi dite a me che “uccidere” è un parolone…) porterà una serie di effetti sociali tutt’altro che trascurabili. Questo si appianerà nel futuro, ma da oggi a quel futuro forse bisogna avere delle idee per fare in modo che il progresso non causi più danni che vantaggi.

        Ci tengo anche a dire che il progresso non è sempre sinonimo di miglioramento… Oggi viviamo meglio di 100 anni fa, le nostre vite si sono allungate, abbiamo più opportunità, comodità e tanto altro ancora. Questo grazie al progresso dettato dalla prima rivoluzione industriale. L’altro lato della medaglia? Più inquinamento, consumismo, distruzione del pianeta….allora, non era forse meglio progredire in maniera migliore?

        • Per la precisione inquiniamo meno a livello pro capite rispetto agli inizi del 1900, quando si produceva molto meno ma l’aria delle città era grigia dai fumi delle fabbriche, ma siamo aumentati come numero a livello mondiale e soprattutto è aumentato il livello di benessere medio, sempre a livello mondiale.

          • Fantastico allora! Non vedo nessun motivo per convertirsi al grenn, produciamo di più, stiamo meglio, e per giunta inquiniamo meno…!

        • Appunto, ora è venuto il momento per usare l’innovazione come si deve, evitando di distruggere il Pianeta. Non è questo che vuole anche lei?

          • Vorrei si evitasse di mettere una pezza da una parte lasciando uno squarcio dall’altra. La forbice sociale è andata via via facendosi sempre più ampia, un ondata di licenziamenti senza le dovute precauzioni potrebbe essere il colpo di grazia. Pianeta pulito ma popolazione più povera? Vorrei non dover scegliere perché nessuno ci ha pensato quando doveva.

          • Col progresso la società cambia inevitabilmente. Alcune cose in meglio, altre in peggio. Esempi sono la minor incidenza di malattie respiratorie e altre patologie, con Conseguente minor spesa pubblica.
            Esempio negativo il probabile decadere di alcune figure.
            Lo stesso accade con i negozi fisici rispetto a internet. Non sono fenomeni evitabili, ma qualcuno si adatta e guadagna quanto è più di prima.

          • Le ho dato uno spiraglio di spazio e lei come sempre ne approfitta per le sue tirate politiche. Fine della ricreazione.

        • Capisco il tuo discorso. Però c’è da dire anche un’altra cosa: se tra carburante, manutenzione e (prima o poi, si spera) comprare un’auto elettrica mi farà spendere 500€ in meno al mese allora vuol dire che io posso lavorare meno ore a parità di reddito “libero per tutto ciò che non è auto”. Oppure mia moglie potrebbe non lavorare del tutto. E queste ore potrebbero essere fatte da qualcun altro. Oppure se mantengo lo stesso monte orario attuale, vorrà dire che ho più soldi da spendere in una qualsiasi delle tante cose che il nostro mondo consumistico inventa e produce in continuazione.

          • @Bartolozzi
            La Cina super ambientalista??? Parla del principale utilizzatore di carbone al mondo, lo stato in cui le città hanno il cielo giallo per gli inquinanti.
            Osannata? Ma da chi??
            Non cambi argomento, troppo comodo.

      • Mandare in pensione la gente però si. Io ho 40 anni e lavoro in una ditta motoristica…..va bene andare avanti però dato che il Mondo è stato portato avanti sui Soldi bisogna avere rispetto pure di chi viene sfruttato.
        Se si avessero bloccato assunzioni nuove per questa evoluzione e chi cercava nuovo lavoro lo si indirizzava a studiare e lavorare con nuove sinergie allora andrebbe bene.
        L’evoluzione ci sarà ma bisogna avere rispetto delle persone.
        Il nostro Governo incentiva nuove assunzioni su base di età invece a chiunque sia libero per lavorare. Quindi nessun rispetto per il dipendente della mia età come esempio.
        Basta fare funzionare tutto assieme con un obbiettivo a lungo termine.
        Ovvio che poi dobbiamo tutti adeguarci, chi prima o chi dopo…..io per il tipo di lavoro sarò tra gli ultimi per forza. Uso la testa in base alle mie esperienze e al tipo della mia vita.

    • G.R. le macchine elettriche non si fermano più.
      Il progresso non si ferma e non si è mai fermato.
      I posti di lavoro non si perdono, se ne creano di nuovi in altri settori. Evidente che se uno sa solo costruire motori diesel, qualche difficoltà c’è l’avrà, ma riconvertirsi è possibile, le industrie sono sempre in cerca di manodopera volenterosa.

      • Quanto scommetti che se gli stati prosciugano tutti i vantaggi alle industrie petrolifere, queste collassa o in 5 anni?
        Hai idea di quanto metano rilasciano i pozzi petroliferi, pure quelli in disuso?
        Sai a quanto ammontano i danni degli sversamenti? Chi li paga?
        I costi di sanità pubblica?
        Per qualcuno la legge è “più uguale” che per altri

    • In piccola parte è vero quello che dici… Ma il problema lo hanno creato i produttori classici che hanno avuto un ventennio per investire e fare cambiamenti nella tecnologia… Semplicemente invece hanno bloccato tutto fermando lo sviluppo dell elettrico, facendo cartello. In questo modo si è creato un I o enorme.. Un enorme vuoto… E un enorme possibilità per qualcuno di sfruttare questa mancanza… Questo è stato tesla che anche quando ha cominciato è stata guardata con diffidenza e sbeffeggiarla… Adesso tutti tremano e vogliono recuperare a discapito ovviamente dei lavoratori che sono l anello debole della catena industriale….. Comunque sicuramente l auto elettrica fa la sua parte… Ma quello che veramente fa la differenza è l altissimo grado di automazione che ha portato la robotica con l aggiornamento delle fabbriche.. Non tanto l auto in se… Devi pensare che l automazione introdotta sarebbe stata comunque applicata al massimo con 2 o 3 anni di ritardo rispetto ad ora…. E la gente avrebbe dato la colpa a qualcosa altro…. E se ti sembra adesso eccessiva l automazione non hai idea tra pochissimi anni cosa succederà…. Stanno preparando dei robot che sostituiranno le persone non solo nelle catene di assemblaggio delle fabbriche…. Ma le parole non rendono bene l idea… Prova a guardare qualche video dello boston dynamic

    • massì in fondo tutte ste balle sull’ambiente ….tutte invenzioni
      i ghiacci del polo che si sciolgono…tutta roba fatta al computer
      le estati roventi …meglio così si vendono più condizionatori
      i ghiacciai che si ritirano…tutti miopi quelli che lo notano
      i disastri ambientali …il caso
      i problemi oncologici e non solo che aumentano….meglio cosi le farmaceutiche lavorano di più e pure i dottori
      meglio mandare in malora il pianeta che far perdere i profitti all’indotto dei petrolieri, e dei loro affini.

      eliminiamo i bancomat cosi ritorneranno i posti di lavoro per i cassieri
      eliminiamo la videoconferenza così le persone prenderanno l’auto per andare a riunirsi e consumeranno benzina, pagheranno autostrade, consumeranno gomme ………e se faranno incidenti meglio …lavoreranno anche i carrozzieri…
      distruggiamo i computer, con macchina da scrivere e carta a carbone c’erano più posti di lavoro
      distruggiamo tutte le aziende di automazione
      multiamo chi si taglia il prato da solo in quanto porta via lavoro ai giardinieri,
      rimettiamo le frontiere un sacco di persone impiegate per certificare gli scambi di merce ritroveranno il lavoro

      distruggiamo trattori e mietirebbie, nell’agricoltura grazie all’automazione si sono persi un sacco i posti di lavoro

      e i gretini, una manica di scemi invasati obnubilati da sta adolescente con l’impermeabile giallo…..si fanno proprio bene a chiamarli gretini.

      E noi chi siamo? Ah si, dei CRETINI….tutto maiuscolo

      • Mi fa specie vedere commenti come il suo, sig. Nicola. È a favore di un evoluzione che porterà ad un miglioramento, posizione condivisibile e più che giustificabile, ma dalla sua altissima intelligenza mi sarei anche aspettato che capisse il mio commento. Non si preoccupi però, a quanto vedo è in ottima compagnia. Non mi pare di aver mai detto che non di debba progredire, solamente che questo progresso nel prossimo futuro porterà con sé moltissimi problemi sociali che potrebbero essere limitati rallentando (rallentare non significa non fare) questa riconversione. Perché? Perché si sono dati dei termini molto stretti per raggiungere gli obbiettivi, mettendo un intero settore in crisi. Le case automobilistiche devono produrre auto elettriche per non incappare nelle multe, ma proprio quest’impsozione non ha permesso loro di pianificare con la dovuta precisione i cambiamenti da mettere in atto. Non ci vuole un genio per capire che tutti hanno “la strizza” che questa transizione possa andare male. I produttori si sono visti costretti a produrre le auto elettriche ma hanno chiesto agli stati di incentivarle al più possibile, perché né i primi, né i secondi possono permettersi che l’esperimento vada male.
        Se le cose si facessero con i tempi determinati non da scelte politiche (sempre, ma SEMPRE, disconnesse dalla realtà) ma dai tempi del mercato (e no, il mercato delle auto elettriche senza incentivi e disincentivi non avrebbe questa velocità) si sarebbe in grado di avere gli stessi risultati, avendo però più tempo di riorganizzarere tutto il settore.

        • In realtà questo è il mondo sottosopra: le multinazionali del petrolio e del carbone erano consapevoli fin dagli anni 70 dei grossi danni e problemi che causano. Quindi di tempo ne abbiamo perso fin troppo a causa di gente senza scrupoli.
          Ora dobbiamo correre perché gli scienziati ci dicono che se non lo facciamo rischiamo di far estinguere parecchia fauna, si far salire i mari di non poco, di rendere i abitabili certe zone, di vedere migrazioni di massa epocali.
          Il problema non è rallentare. Semmai è che non siamo abbastanza veloci.
          Che poi servano dei piani per non mettere in mezzo a una strada la gente, va bene. Parliamo di questo, non di bloccare il progressi, la prego

        • Gentilissimo, la mia risposta non era tutta figlia del suo post ma anche di altri pareri che mi roteano intorno e lei mi ha dato il là per sfogarmi (purtroppo su certe cose sono un fiume in piena).
          Avessi avuto un’altissima intelligenza ora non sarei qui.
          Tornando in argomento: a mio avviso questo ritardo di pianificazione se lo sono cercato le case automobilistiche, i petrolieri ed i governi.
          Guardi il documentario sulla EV1 il titolo è “chi ha ucciso l’auto elettrica”.
          20 anni fa GM ha costruì una piccola auto elettrica che incontrò i favori del pubblico, aveva meno autonomia delle attuale ma era lo stesso apprezzata.
          Purtroppo quelli che io considero degli assassini a scopo di lucro ovvero i petrolieri fecero pressioni uniti al governo ed alle altre case costruttrici affinché le predette auto venissero ritirate e distrutte da GM, era il 2003.
          Li le motivazioni furono tutte legate al profitto loro personale e non al bene della collettività.
          Il popolino s’indignò ed allora fecero un evento con risonanza mediatica dove presentarono delle auto ad idrogeno raccontando che finalmente era arrivata una vera e seria alternativa ecologica al petrolio. Morale: placati gli animi degli indignati (con memoria corta) tutto cadde nel dimenticatoio.
          Ora grazie ai fondatori di Tesla e ad Elon Musk l’auto elettrica è ritornata, ma la colpa della mancanza di pianificazione ecc. è solo delle 3 entità che si sono date tanto da fare per soffocarla.
          Che ci fossero problemi climatici, che il petrolio ci portasse alla rovina lo si sapeva anche 20 anni fa, solo che hanno preferito la strada del profitto a quella della lungimiranza (era ovvio che prima o poi qualcuno all’auto elettrica ci sarebbe arrivato).
          Vivo vicino ad un entità petrolifera oscena e devastante che essendo vecchia ed antieconomica è stata autorizzata ad inquinare (come tutte le raffinerie in italia dal 2002-3 in poi usando come combustibile lo scarto ipercancerogeno petroleum coke al posto del gas che usavano prima) di più pur di restare viva (e pagare royalties alla politica locale e non), per soldi non hanno esitato a rovinare vite e famiglie, e la maggioranza dei dipendenti racconta bugie incolpando altre aziende ecc. poi qualcuno prende pure in giro chi ha problemi oncologici dicendo che è colpa sua in quanto non tutto il paese è ammalato (quindi era lui che era difettato). Bene detto questo io mi rattristo sempre quando delle persone perdono il posto di lavoro, ma per quanto riguarda questi personaggi proprio no, anzi tutt’altro.

  14. E allora per tenere buono il sindacato uccidiamo l’elettrico e pure il pianeta.

    Unica cosa positiva è che perlomeno in Germania il sindacato non vende il fondoschiena dei dipendenti i cambio di favori personali, e dimostra di fare il suo dovere (diversamente da quello nostrano).

    • Fa sempre un certo effetto vedere che potere ha il sindacato nelle grandi aziende tedesche. Ricordiamoci che Sergio Marchionne con FCA stava per acquistare la Opel e l’affare sfumò solo perché i sindacati interni si misero di traverso, spiegando che degli italiani non si fidavano e che preferivano i francesi di PSA. Ironia della sorte: molti di quei sindacalisti erano italiani emigrati in Germania (o figli di emigrati), che non avevano tutta questa nostalgia per il Bel Paese d’origine. Almeno in fabbrica.

        • Molti italiani che vivono all’estero non rimpiangono affatto il “bel paese”. Direi che dopo aver vissuto anni nell’efficienza del nord Europa è impensabile tornare nel terzo mondo dell’Italia, tra superbolli, montagne di spazzatura, strade distrutte, tasse al 75%, autostrade carissime e fatiscenti, disorganizzazione perenne e immutabile. Questo mentre in Germania si può regolare l’orologio sugli arrivi degli autobus alla fermata, puntuali al secondo. Però peccato, ricordo quando ero ragazzo, Vittorio Ghidella faceva auto come la Thema Ferrari, la Uno, la Tipo. Fiat era il primo costruttore in Europa. Sembrava che l’Italia risollevasse finalmente la testa. Poi tutto finì improvvisamente, Ghidella fuori gioco, Fiat spedita verso il fallimento, l’Italia pure. Che brutta fine.

          • Chissà come mai ai bei tempi avevamo la bilancia commerciale in rosso e adesso siamo il secondo Paese esportatore d’Europa?

          • Mio figlio l’ha fatto. Scontento della situazione di sfruttamento in azienda tedesca a Berlino, scontento della mancanza di nuovi obiettivi e miglioramenti, lui con laurea in Interaction Design è tornato in Italia.

          • Decisione coraggiosa, dovrebbe scriverci su un libro, raccontando la vita qui e là, perché sono pochi quelli che fanno il viaggio a ritroso. Comunque: un grande in bocca al lupo al ragazzo.

          • Condivido ampiamente! l’Italia è da ritenersi paese africano, e noi Italiani pecore africane.

        • @Giuseppe: anche io ho fatto il percorso di ritorno verso l’Italia. Posso dire tranquillamente che la nostra capacità di adattamento e di trovare soluzioni non ha eguali.
          All’estero però sono anche stato valorizzato per i risultati portati e ho rivestito ruoli con responsabilità, offerti in base alle mie capacità.
          Al ritorno lo shock è legato al clientelismo e all’incapacita di certi raccomandati.
          Salta all’occhio per la demoralizzazione di chi ci lavora.
          Quindi no, l’Italia non è un paese da buttare, però dobbiamo smettere di inserire manager ” amici di” (anche in politica) e iniziare a mettere gente capace.

      • Beh, visti i rapporti burrascosi di Marchionne con il sindacato americano non c’è da stupirsi. Dopotutto FCA ha una storia di grandi annunci poi disattesi, in Italia avrebbero dovuto investire miliardi ma hanno investito molto meno del promesso. Inoltre il marchio Opel non ci avrebbe guadagnato dal matrimonio con Fiat, almeno all’epoca, perché i 2 marchi erano in sovrapposizione e insistevano sulle stessa fasce…

        • Era più una questione di passaporto (italiano) che di sovrapposizione di prodotti. Tant’è vero che alla fine se l’è comprata Peugeot-Citroen, che si sovrapponeva quanto la Fiat.

  15. Queste auto elettriche stanno creando un po’ troppi mal di pancia. Chissà perché? 😉

    Tra l’altro VW è un gigante dai piedi di argilla: è sistemica per la Germania e ha un debito elevatissimo.
    E mentre tutti guardavano la pagliuzza negli occhi della piccola Tesla nessuno si accorgeva delle travi conficcate negli occhi dei grandi players.

    • Come per tutti sta creando grossi problemi per il semplice fatto che i signori… Come tutti i costruttori classici hanno tirato la corda finché potevano evitando investimenti che avrebbero dovuto fare gradualmente in quasi un ventennio… Credendo di poter decidere loro i tempi come per gli ultimi 100 anni e quando hanno visto nascere tesla hanno saputo solo sbeffeggiarla… Risultato mostri del calibro di vw barcollando storditi dalla velocità del cambiamento e appesantiti per i debiti che devono affrontare tutto in una volta… Mercedes ha dovuto sacrificare lo sviluppo tecnologico che nei prossimi anni probabilmente deleghera in toto ad altri… Altri che potrebbero essere google.. Apple o la stessa tesla… Società che già oggi se volessero se li mangerebbe in un sol boccone… Insomma in un caso o nell altro sono spacciati

      • Le elettriche sono delle sedie elettriche ed espodono se le batterie si surriscaldano. Se in una auto a scoppio manche ilmliquido di raffreddamento si brucia la testa . nella?elettrica esplode la batteria e si incendia.. In caso di incidente o soccorritori non possononavicinarsi per non rimanere folgorati dati i 360 volt in DC, corrente continua, che sono come 720 volt in alternata. Non solo, chie e’ dentro puo’ rimaner folgorato sia che resta dentro che se tenta di uscire. Alonso l’ altro anno con la F1 ibrida si e’ beccato una scossa ed e’ rimasto quasi folgorato .

          • Purtroppo ha ragione ,ha omesso tra l’altro il rischio dell’acido contenuto nelle batterie e il fluido per raffreddarre le batterie.Nello schianto esce il fluido di raffreddamento batterie ti bagni e rimani folgorato.Non male!
            Il gas del sistema di raffreddamento R1234/R134 esce e si infiamma.

          • Di Alfonso che rimase sotto choc per una scarica è vero, non è una bufala.

        • Scisa, ma che mingh… hai scritto. L’elettrico, unitamente all’idrogeno saranno il futuro dell’automotive e non solo di quel settore.

        • Scusa…ma chi ti ha rifilato queste idee….dovresti documentarti bene prima di scrivere certe cose….per documentarti…intendo leggere dati tecnici scritti da tecnici…non da chi esprime liberamente i propri pareri appresi da altri che esprimono i propri pareri appresi da altri che esprimono i propri pareri…..o no?

          • I dati tecnici delle auto elettriche sono tutti falsi a cominciare dall’autonomia tanto quanto quelli dei consumi ed emissioni delle termiche. Quindi direi di lasciar stare i dati sulla carta. Lascerei perdere anche la diatriba sull’efficienza della mobilità eletrica. Tema molto controverso ancora senza certezze. Le vere differenze quelle che interessano noi utenti sono il costo nettamente a vantaggio delle termiche (infatti senza incentivi che paghiamo noi con le tasse, vendite di auto elettriche pari a zero ed anche con gli incentivi non è che sie ne vendano granché) e l’autonomia che è il più grosso limite per un utilizzo normale. Diciamo che Tesla e compagnia sono il gingillo con cui fare sfoggio del proprio status in centro al bar con gli amici. Per noi umani molto meglio auto termiche e se vuoi essere green vai a metano che spendi molto meno e vai dove vuoi.

          • Nulla di controverso: le minori emissioni delle auto elettriche sono un dato di fatto confermato da decine di lavori scientifici. Le autonomie non sono false: le abbiamo verificate noi in decine di test. Quindi non so di cosa lei stia parlando (probabilmente non lo sa nemmeno lei).

        • Bella quella dei 360 VDC uguali a 720 VAC…..me la segno perchè come barzelletta potrebbe anche fare ridere….torni a scuola che tra italiano ed elettrotecnica sommandole non arriva al 4.

          • L’elettrico non inquina, ma per produrlo, smaltirlo e riciclarlo?
            Il vero problema è l’uomo che non ha rispetto per sé stesso, gli altri e questo pianeta!

      • Sono pienamente d’accordo! Hai fatto lo specchio della situazione di cui i grandi media silenziosamente non danno notizia! 👏

    • Il gruppo VW ha 252,6 miliardi di Euro, di utile operativo….
      Ma ci credete davvero alle cavolate che scrivete?

      • Spiego meglio perché la questione è sostanziale: l’utile operativo di Nokia quando è uscito iPhone era enorme e dopo è rimasto elevato per qualche anno ancora. Solo che Nokia non aveva capito che il mercato stava cambiando ed ha pagato il prezzo più alto per non aver investito sulla nuova tecnologia. VW vende ancora tantissime auto ICE ma non può presentarsi impreparata alla resa dei conti, per farlo ha investito tantissimo a debito. Se il board frena questi investimenti il gruppo rischia di rimanere pinzato in una morsa micidiale, speriamo di no perché di mezzo ci sono tantissime persone che lavorano.

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