VW Group cresce, più degli altri marchi tedeschi

VW Group cresce più degli altri marchi tedeschi: nei primi 9 mesi del 2025 vendute 717.500 auto elettriche, +42% rispetto allo stesso periodo del 2024 (506.600).

VW Group cresce: nel 2025 vendite EV +42% a quota 717.500

VW Group cresce

La BMW è in leggero calo e nell’ultimo trimestre ha consegnato 102.864 full electric (-0,6% sul 2024). La Mercedes invece è cresciuta del 22%, ma partendo da una base piuttosto modesta. E così il gruppo tedesco in maggior salute resta Volkswagen, che ha raggiunto una quota di mercato del 27% in Europa. Ed è anche salita dall’8 all’11% a livello globale. Con la prospettiva di lanciare la sfida a Tesla negli anni a venire, quando debutterà la famiglia della Polo. La crescita è stata trascinata dall’Europa (+78%) e dagli Stati Uniti (+85%), con un forte calo invece in Cina (-43%). E crescono anche le vendite di ibride plug-in: 299.000 consegne in tutto il mondo, +55% rispetto ai primi 9 mesi 2024. Un successo trainato dalla nuova generazione di modelli in grado di garantire un’autonomia in elettrico di 120 km e oltre. 

La VW ID.4 resta la più venduta, in attesa della famiglia delle piccole

VW Group cresce
La VW ID.4 resta l’elettrica più venduta del gruppo, l’unica oltre le 100 mila consegne.

 

Il gruppo Volkswagen ha pubblicato anche la top ten dei modelli più venduti. Confermando che l’accoppiata di Suv ID.4-ID.5 resta la più venduta a quota 128.900 consegne. Segue l’altra VW, la ID.3, a quota 88.800. Buoni risultati anche per la due Audi, la Q4 e la Q6, al terzo e quarto posto. In particolare per la Q6, con 63.800 consegne a fronte di un prezzo non proprio popolare. Seguono le due Skoda, le Elroq e la Enyaq. Tutto sommato buono anche il risultato del Pulmino VW, l’ID.Buzz, a quota 42.900 a fine settembre, mentre ci sia spettava qualcosa in più dalla Porsche Macan, ferma a 36.300. Ma ora, come si diceva, tutta l’ attenzione è concentrata sul lancio della famiglia delle piccole in arrivo nel 2026. Dopo l’anteprima al Salone di Monaco del mese scorso.

 

Visualizza commenti (14)
  1. Si svegliassero a fare id.1 id.2… comunque visto che di BEV ne vendono non capisco la marcia indietro sul ban del 2035

  2. BMW & Mercedes stanno lanciando adesso la nuova gamma full electric pertanto è normale che tanti potenziali clienti (di posizionamento comunque un po’ superiore a VW, per questioni di “immagine”) stiamo aspettando ad acquistare puntando al prodotto nuovo che, specialmente ora nell’ era elettrica, comporta salti notevoli nell’ evoluzione… chi può spendere…ed attendere…lo fa’.

    Preoccupante piuttosto il crollo VW sul mercato cinese…segno che oramai i prodotti locali sono apprezzati (e l’ enorme concorrenza e dumping interno aiuta a vendere).

    Inutile trincerarsi in Europa dietro politiche protezionistiche e fuffa bio-fuels, come dimostrano da T&E sono persino peggiorativi per l’ ambiente e le disponibilità di risorse agrario-forestali (queste sì indispensabili ed insostituibili! ).

    Con il futuro lancio delle “piccole BEV” comunque qualche speranza in più la possiamo sognare… come nei soliti film catastrofistici… all’ ultimo qualcuno scopre che già avevamo la soluzione (con F.E.R. & accumuli T.T.) e basta solo impegnarsi di più…

  3. Mi sa tanto di autoimmatricolazioni delle migliaia di concessionarie di tutta Europa. Ne vorrei vedere di più in giro, invece in Europa, girando in po’, del gruppo VW vedo per lo più Tiguan, T-Roc, Golf, altro che ID4 o ID3, purtroppo.

    1. Beh, ovviamente la stragrandissima parte di quelle vendite riguardano l’Europa, dove le quote di mercato dei BEV sono parecchie volte superiori all’Italia.
      Qui da noi, se provi a guardarci, su 100 auto che passano si vede un BEV a metterla bene…

        1. Eh, mica sono così scemi!
          A Bruxelles firmano impegni su quasi tutto per continuare a prendere i miliardi del PNRR, poi in patria fanno tutto il contrario…

    2. Sebastiano Columbano

      Caro Fox, magari puoi confermare la mia impressione. Mi sembra nella svizzera italiana di vedere molto più VW elettriche negli ultimi 12 mesi. E questo weekend ero nelle zone di Berna ho visto diverse Elroq in giro (ma anche qui da noi a dire il vero).

  4. Ottima notizia che VW sia in buona salute e registri una crescita di vendite dei BEV del +42%.
    Però di adeguare I listini con qualche ribasso (al netto degli incentivi, purtroppo non per tutti) come fanno altre case, nemmeno a pensarci, vero? 😠

    1. Finché trovano degli allocchi che le comprano perché abbassare i prezzi? Tanto sulla Cina hanno ormai messo una bella pietra tombale

      1. Ma infatti…
        De resto, VW è membro dell’ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association), e il suo ex presidente Luca De Meo fu molto chiaro quando, intervistato da Quattroruote nel settembre 2023, alla domanda se i costruttori europei intendessero seguire Tesla e le case cinesi nella loro politica di progressivo abbassamento dei prezzi delle auto elettriche, rispose:
        «È un tema complesso, perché alla fine hai come la sensazione che tutto il sistema, compresi i media, ti stia spingendo ad abbassare i prezzi. Ma se i costi non si riducono di pari passo, o non hai la prospettiva di abbassarli in fretta, si rischia di creare le stesse condizioni che a un certo punto hanno portato tutti i costruttori europei a essere in difficoltà dal punto di vista economico. Volete un’industria così o volete un’industria che magari vende qualche macchina in meno, ma è sana? Quando sono arrivato alla Renault, la mia scelta l’ho fatta: la dimostrazione è che oggi guadagno come la Renault non ha mai guadagnato in 125 anni di storia, molto di più rispetto a quando facevo un milione di auto in più. Concorrenti tipo Tesla possono permettersi di aggredire i prezzi, ma io penso che dobbiamo essere coerenti con quello che abbiamo fatto negli ultimi tre anni. E non cadere nella trappola dei ribassi.»
        (fonte: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/09/04/luca_de_meo_intervista_monaco_.html)
        Mi permetto di chiosare che De Meo disse “…se i costi non si riducono di pari passo, o non hai la prospettiva di abbassarli in fretta, …”, ma la realtà è opposta: le case automobilistiche perseguono continuamente una riduzione dei costi, ma ciò non a beneficio dei prezzi di vendita, bensì a vantaggio degli utili dell’intera, pesante filiera costruttore + rete di vendita + rete di assistenza che si è consolidata nei decenni.
        È una tattica suicida, ma evidentemente ai CdA e ai loro azionisti maggiori va bene così, tanto non saranno loro a pagare il disastro.

        1. Però , da dipendente di una multinazionale che produce auto, mezzi movimento terra, mezzi agricoli e militari se voglio che il mio stipendio mensile aumenti ogni anno sono fondamentali due aspetti, andare in mercati low cost per i singoli componenti, mantenere o alzare il prezzo di vendita del bene finito in modo che l’EBITA sia sempre alto , che l’utile netto aumenti e che il bene finito duri meno in modo da far fatturare anche la divisione spareparts ; 2023 marginalità + 16% rispetto al 2022 con fatturato 850 mil euro, 2024 marginalità +11% rispetto al 23 con fatturat0 720 mil euro, 2025 marginalità +9% rispetto al 24 con fatturato 350 mil euro. A conti fatti data la forte riduzione dei costi industriali sui componenti quindi sul prodotto finito anche vendendo meno la marginalita e profitto netto è stata significativa ; profitto e marginalità ci pagano i premi risultato, aumentano lo stipendio e aumentano le risorse per ricerca e sviluppo, se abbassi i prezzi di vendita perdi su tutti gli altri paramentri

          1. Da fresco pensionato di una multinazionale leader nelle macchine per prodotti alimentari, ti dico invece che ho sempre visto gli azionisti incassare serenamente i loro dividendi mentre diverse volte a noi dipendenti veniva detto che i budget per aumenti di stipendio e ricerca e sviluppo erano “sterilizzati”.
            La realtà dell’industria è stata resa chiarissimamente da De Meo: lo scopo è generare profitti per il CdA e gli azionisti, sempre e comunque e anche vendendo meno. Il che ovviamente comporta di tagliare i costi di produzione (inclusi stipendi e ricerca e sviluppo) mentre si mantengono elevati i prezzi. E se tutti gli altri fanno così, come hanno sempre fatto, c’è trippa per tutti lorsignori… almeno finché dura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Arriverai a destinazione con l'auto elettrica? Te lo dice l'IA californiana

Articolo Successivo

Droni in volo libero sui campi, Amazon avanti su consegna pacchi

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!