Vorreste una ricarica a problemi zero? Aiutateci ad aiutarvi

Abbiamo scritto mille volte che la ricarica ideale per l’auto elettrica è quella fatta a casa. Perché conviene, è più comoda. è meno stressante per le batterie. Attrezzarsi per adottarla, però, richiede spesso notevoli sforzi. Soprattutto se la casa non è una villetta monofamiliare, ma un condominio in città. In questo caso bisogna fare lo slalom fra burocrazia, beghe condominiali e problemi contrattuali. E orientarsi non è facile.

Quello che vi chiediamo oggi, lettori proprietari di un’auto elettrica e lettori intenzionati ad acquistarla, è di Aiutarci ad Aiutarvi.

Ci siamo impegnati infatti a raccogliere dati e informazioni per realizzare un rapporto il più completo possibile sulle vostre abitudini e le vostre esigenze di ricarica. Lo elaborerà la società di ricerche economiche bolognese Nomisma per conto di Enel X, alla quale Vaielettrico offre la vetrina di un sito letto ogni settimana da decine di migliaia di automobilisti interessati alla rivoluzione elettrica.

A voi basterà cliccare sul link inserito qui e negli inserti collocati in apertura di pagina e in coda a tutti gli articoli, sull’area dedicata ai commenti. Entrerete in un questionario di 25 domande “chiuse“: compilarlo e inviarcelo vi porterà via meno di 5 minuti. A tutti gli iscritti alla nostra Newsletter il questionario sarà sottoposto anche attraverso una e-mail individuale. La preghiera è di compilarlo entro il 26 agosto, per poterlo elaborare in settembre.

I risultati saranno la base per avanzare  proposte migliorative del servizio che verranno poi sottoposte a decisori politici, associazioni e aziende.

Fin da ora un grazie in più a tutti voi che ci seguite con crescente interesse, portandoci in meno di due anni a diventare una punto di riferimento per tutto il mondo della mobilità elettrica.

Mauro Tedeschini, Massimo Degli Esposti, Andrea Prandi

 

Visualizza commenti (23)
  1. Enel X installa colonnine con i soldi della UE (cioè nostri) e si fa finanziare dalla BEI (ancora noi cittadini).
    Non paga, fa pagare € 0.45/kWh e +.Chiunque e’ capace di fare business like this. Persino Tesla (senza il ns finanziamento fa pagare meno della metà.
    Inoltre installa colonnine con display a dots (??), che sono scarti di magazzino e che è da anni che dovevano essere ritirate…. e poi senza copertura, con sole, non si legge nulla. La stessa Italtel che le esponeva al Mobile Congress di Barcelona nel 2016 diceva che erano patetiche e che sarebbero state sostituite.
    Non scrivono sulle colonnine le regole dell’EVquette, infatti degli utenti che non riescono a caricare (perché occupate da cafoni ignoranti) non gliene frega alcunché.
    Quando chiami l’assistenza per dire colonnina occupata da cafoni EV che la usano come parking personale rispondono stizziti.
    Se gli dici che sarebbe meglio se intervenissero con email, notifiche, ritiro tessera o altro, verso gli utenti che non rispettano gli altri, vieni mandato a quel paese da operatori maleducati e menefreghisti.
    Non sono capaci di fare una, dico una, fattura.
    La registrazione sulla app per le aziende è impossibile, salvo essere una corporation. Le aziende da 0-50 dipendenti per loro non esistono.
    Le stazione rapid (quando si riesce a trovarle) 2 volte su 3 non funzionano e anche se uno le trova sono collocate in posti impossibili e rendono il viaggio una fatica incredibile per uscire da autostrade e rientrare. Un bambino con un manuale elementare di logistica saprebbe fare meglio.
    Facciano pure il quesito per aiutarli …. guarda caso non hanno inserito una sola finestra per i commenti degli utenti, chissà perché… forse sono perfetti e non ne hanno bisogno.

  2. Anthony Ferrigno

    Colonnine
    1. sempre con cavo incorporato
    2. Con tettoia per la pioggia
    3. Di facile accesso

    1. Tettoia assolutamente necessaria.
      Anche il display dovrebbe essere al passo con i tempi.
      Il cavo meglio no, altrimenti uno dei due mondi (Type 1 or 2) non potrebbe ricaricare, e pochi che guidano Type 1 hanno adattatore per cavo Type 2.

    1. Enel X è di gran lunga il maggior operatore di ricarica in Italia e sta realizzando un programma di infrastrutturazione pubblica del valore di oltre 300 milioni di euro. Ci sembra naturale che voglia monitorare il mercato per capire le esigenze degli utenti e proporre eventualmente nuovi servizi. Soprattutto nel delicato settore della ricarica domestica. Ci sembra, addirittura, apprezzabile.

      1. il sondaggio sembra incentrato su un solo operatore e mi pare che concordiate quando scrivete che “sembra, addirittura, apprezzabile ” . Sembrerebbe anche più trasparente menzionare di chi si sta parlando, ad aiutare ad aiutarvi. ossia , forse, enel X, tramite Nomisma ?

        1. Gentile Nadia, a noi interessano tutte le iniziative che possono contribuire a facilitare la vita di un automobilista elettrico, indipendentemente da chi le prende. Sia Enel X, o Evbility (di cui abbiamo scritto più volte). In questo caso si tratta del primo tentativo di tracciare un identikit dell’utente su scala nazionale, delle sua abitudini di ricarica, della sue esigenze. I risultati serviranno a tutti. Cerchiamo di farne tutti tesoro.

      2. L’investimento è apprezzabile. Credo sarebbe altrettanto apprezzabile che menionaste il coinvolgimento di Enel X, in modo che il lettore del vostro articolo sappia chi deve aiutare tramite il sondaggio, considerato come dalla risposta sembra che almeno uno degli autori ne sia consapevole e d’accordo.

        1. Nessun problema a raccogliere il suo invito. Ma ripeto: tutto quello che scriviamo e tutte le iniziative che appoggiamo aiutano semplicemente lo sviluppo della mobilità elettrica. Ben vengano altre idee e altri investimenti.

      3. Lo sta realizzando con i ns soldi (non solo UE, ma anche BEI) facendo pagare l’elettricita’ una cifra almeno doppia di quello che sarebbe un costo equo. Sta installando delle colonnine (a parte le rapid … che funzionano malissimo) che sono scarti di magazzino, esattamente come la Olivetti negli anni 80 rifilava alle Poste Italiane stampanti ammuffite nei magazzini. Passano gli anni ma il modo di fare business delle società italiane di quel tipo non è cambiato.

        1. Signor Giovanni, alcune sue considerazioni non le condivido, altre, mi permetta, sono proprio sbagliate. Comincio da queste ultime: i finanziamenti Ue sono erogati sulla base di progetti transnazionali che non riguardano solo Enel X ma tutti gli operatori impegnati ad elettrificare le grandi direttrici di traffico europee. E coprono solo una piccola parte di impianti (poco più di un centinaio) su oltre 6 mila stazioni di ricarica già installate da Enel X. Saranno 12 mila entro il 2022, con un investimento di circa 300 milioni tutti a carico di Enel. Sappia che tutte le colonnine pubbliche installate sono in perdita: costano fra 2 mila e 30 mila euro ognuna e si ripagheranno, se va bene, fra una decina d’anni. Enel è una SPA, una società privata che opera con i suoi soldi. Dallo Stato, attraverso le tasse, non incassa un cent. Non è più monopolista e gran parte del suo business deriva da attività all’estero. Ha dimensioni 50 volte superiori al più grande dei suoi concorrenti nel settore delle ricariche: potrebbe offrire tariffe molto più basse (che comunque non coprirebbero i costi fino a quando ogni colonnina non sarà occupata in ricarica per almeno il 50% del tempo) senza pregiudicare i suoi bilanci, ma così facendo metterebbe fuori mercato tutti i suoi concorrenti. E questo non sarebbe un bene per noi utenti. Le colonnine della linea Juice non sono scarti di magazzino: sono prodotte da un’azienda lombarda d’eccellenza che recentemente ha perfino acquisito tutta la divisione inverter e fotovoltaico di ABB. Veniamo a quello che non condivido: la mia esperienza con l’App Enel X, con il servizio assistenza e con gli impianti di ricarica Quick e Fast non è stata come la sua. In linea di massima, cioè, non ho avuto problemi. Alcuni lettori ci segnalano inghippi specifici, ma lei è il primo che boccia il servizio in ogni suo aspetto. Forse è stato particolarmente sfortunato. Il questionario è “chiuso” come abbiamo spiegato nell’articolo. Tecnicamente significa che domande e risposte sono formulate in modo da poter essere sintetizzate in un dato statistico. Ma stiamo già valutando di procedere ad ulteriori approfondimenti che diano spazio anche a valutazioni qualitative. Come vede, però, prendiamo atto di tutte le sue osservazioni.

          1. Fatti:
            – oltre al finanziamento Europeo, l’Enel prende i soldi dalla BEI (Banca Europea Investimenti)
            – stazioni, se per lei è eccellenza installare display a puntini come una stampante ad aghi degli anni 70 … non so cosa dire
            – app: da nessuna parte Enel X dice come comportarsi alle stazioni. Chi usa veramente l’auto elettrica sa che il problema più importante alle stazioni e’ la sosta prolungata per molte ore di utenti cafoni; quando sollecitata l’Enel non solo fa nulla, ma non vuole fare nulla e si stizza se qualcuno le suggerisce di fare qualcosa
            – le colonnine non riportano una sola riga su come ci si deve comportare, cioè lasciare la stazione appena terminata la ricarica per lasciarla libera per altri utenti … Presumo che essendo costruita da azienda eccellente abbia scritto sicuramente il decalogo e che sia io a essere orbo
            – riporterò alla Italtel (che segue la parte telematica) che un display illeggibile con il sole e con caratteri degli anni 70 e’, nel 2019, l’eccellenza e che pertanto la loro opinione di 3 anni fa al più importante convegno di mobile del mondo era sbagliata. Il display non è patetico ma bensì eccellente
            – la Tesla fa pagare 25 c/kWh, in Svizzera si paga circa 35 c …. si vede che non sono delle aziende

            Consiglio un viaggio all’estero, dove i giornalisti (butto lì un nome a caso: BBC) fanno il lavoro di critica. Quello di passa veline non è contemplato nelle loro mansioni.
            Buon viaggio.

          2. Caro Giovanni, questo nostro sito ha molti limiti, ma ha un pregio: gode di una libertà assoluta. Chi scrive è stato anche licenziato dalla direzione di un importante quotidiano per avere scritto quel che riteneva giusto (mai sentito parlare del Monte dei Paschi di Siena?). E anche neo miei anni alla direzione di Quattroruote ho avuto molti scontri con grandi Case auto, sempre tenendo il punto. Per cui: la ringraziamo per la lezione di buon giornalismo, ma Le assicuro che in 40 anni di mestiere abbiamo imparato a difenderci da soli.

  3. Marco Dibilio

    Ora funziona ma ottengo questo messaggio dopo la prima risposta

    “Spiacente, le risposte hanno superato la quota stabilita per questa indagine.”

  4. Salve il link nel momento in cui scrivo non è fruibile. C è un messaggio di errore “questo invito è gia stato usato”.

          1. Francesco Caramia

            Riguardava il link nella pagina ma ho riprovato e ora funziona. Grazie.

  5. Seguendo il link sì ottiene il seguente errore:

    Questo invito è già stato usato.
    Spiacente, ma non si dispone dei permessi per accedere a questa indagine!
    Per favore contattare ‘Manuela Ravagnan’ (‘ravagnan@opinioni.net’) per ulteriore assistenza.
    For further information please contact :
    ravagnan@opinioni.net

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