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Von der Leyen: “Sull’auto tratto io”. Arrivano incentivi o il rinvio dopo il 2035?

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La presidente della Commissione UE, Ursula Von Der Leyen.

Ursula von der Leyen, presidente riconfermata della Commissione Ue, condurrà “personalmente” la trattative con il settore auto per “trovare soluzioni comuni e attuarle”. L’esponente della Cdu ha annunciato il suo ruolo di “regista” nel discorso con cui ha ottenuto la “fiducia” dal Parlamento. Ma saprà resistere alle richieste di alcuni paesi, tra cui l’Italia, che chiedono di rinviare la fine della produzione dei motori “inquinanti” a dopo il 2035?

Con una squadra di commissari Ue più debole della precedente, Ursula von der Leyen, avrà gioco facile nel recitare un ruolo di primissimo piano. E assumere su di sé la responsabilità delle partite più importanti. Così come ha fatto in questi mesi dopo le elezioni, spostando a destra l’asse della maggioranza.

Imbarcando Ecr, il partito dei Conservatori di cui fa parte anche Fratelli d’Italia. E assegnando a Raffaele Fitto la carica di vicepresidente esecutivo. Oltre a lasciare che Teresa Ribero, la commissaria spagnola socialista e paladina delle politiche ambientaliste, finisse sotto il fuoco incrociato della destra antieuropeista. Cui si sono aggiunti anche i Popolari, la formazione della stessa von der Leyen.

Crisi dell’auto: subito al tavolo della Competitività Ue

Il fatto che voglia interpretare un ruolo da assoluta protagonista è testimoniato dalla scelta di occuparsi “personalmente” degli incontri per l’automotive. A partire già da domani, con il primo consiglio sulla Competitività, dove terrà banco il tavolo sull’automotive.

Per il settore è assolutamente urgente trovare soluzioni alla crisi in Europa, stretta tra i prossimi dazi annunciati da Donald Trump e l’inarrestabile marcia dei veicoli elettrici cinesi ai vertici delle classifiche mondiali di vendita.  Se ne occuperà personalmente perché, come tedesca, riceve più di una sollecitazione della principale industria del suo Paese. Ma anche perché si tratta di “un settore molto importante con milioni di posti di lavoro che dipendono dall’industria automobilistica“.

prezzi volkswagen id

Verrà confermato lo stop alle vetture con motore benzina o diesel al 2035?

Se questa è la scelta della presidente von der Leyen sull’auto, la domanda che ora si fanno tutti gli osservatori non può che essere la seguente: verrà confermato lo stop alla produzione di autovetture con motore a benzina e diesel, prevista dal Bruxelles al 2035? Ricordiamo che si tratta di uno degli assi portanti del Green Deal europeo, nonché una richiesta esplicita di Socialisti e Verdi per la riconferma della Von der Leyen

Nel suo discorso a Strasburgo, la politica tedesca ha dato una prima risposta. Sul Green Deal – ha fatto intendere – la linea è tenere insieme decarbonizzazione e difesa della competitività dell’industria europea. “Resteremo nella rotta degli obiettivi del Green Deal e per aver successo in questo dobbiamo essere più agili e accompagnare meglio persone e imprese lungo il percorso“, ha affermato.

In realtà, le risposte arriveranno anche prima di quanto ci possa aspettare. Già domani i paesi membri si ritroveranno per un consiglio sulla Competitività, partendo dal documento redatto da Mario Draghi e il suo gruppo di esperti. Si parla di come rilanciare l’industria europea di fronte alle ultime sfide delle tecnologie hi-tech (intelligenza artificiale ma non solo), nonché della transizione energetica e della mobilità elettrica. Settori nei quali l’Europa sta arrancando di fronte ai successi delle imprese americane e cinesi.

“Anticipare la clausola di revisione prevista nel 2026”

Von Der Leyen si troverà davanti alle richieste avanzate dai Paesi che chiedono di “anticipare a inizio 2025 l’attivazione della clausola di revisione del regolamento europeo sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri, attualmente prevista per il 2026″. Sarà il ministro delle imprese italiano Adolfo Urso, secondo fonti governative, a presentare il documento (“non paper”) appoggiato anche da altri stati membri. Oltre all’Italia e alla Repubblica Ceca, hanno già aderito al non paper Austria, Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia.

Ma ci sono state anche le adesioni di Confindustria, Bdi e Medef, le associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia, che hanno sottoscritto un documento nel sesto forum trilaterale che si è svolto a Parigi venerdì scorso. Per la cronaca anche Confapi, insieme alle maggiori Associazioni europee delle Pmi industriali (Germania, Francia, Austria, Repubblica Ceca), ha sottoscritto un documento di supporto per la proposta italiana.

Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere con il non paper? Di fatto, riesaminare lo stop ai motori endotermici nel 2035. Termine e obiettivi – a detta dei Paesi proponenti – non sono in discussione, ma si ritengono “sostenibili e realisticamente raggiungibili solo attraverso una revisione tempestiva del regolamento“. I Paesi chiedono inoltre di anticipare anche la revisione degli standard di emissione dei veicoli pesanti, prevista al 2027.

dazi cina
Una vettura del marchio BYD

La Ue deve dare una risposta all’invasione di autovetture elettriche cinesi che stanno conquistando quote di mercato

Inoltre, al tavolo della Competitività si discuterà del principio di neutralità tecnologica, così come auspicato dal report presentato da Draghi, aprendo così la strada a una gamma più ampia di soluzioni per l’alimentazione a basse emissioni dei veicoli, compresi i motori a combustione interna alimentati in modo sostenibile, come il biometano.

Ma soprattutto i Paesi membri andranno a bussare a soldi, tra incentivi e aiuti per lo sviluppo tecnologico per tenere testa ai modelli cinesi che stanno conquistando sempre più quote di mercato. Nemmeno i dazi imposti da Bruxelles potrebbero fermare “l’invasione” delle case di Pechino.

Sul tavolo anche i primi obiettivi intermedi previsti, a partire dal 15% di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2025. Una clausola che porterebbe a pesanti sanzioni previste per le aziende non in regola, per una cifra complessiva tra i 15 e i 17 miliardi di euro nel 2025. Obiettivi che difficilmente verranno raggiunti con la crisi di vendita dell’auto elettrica, sostengono i Paesi che domani cercheranno in von der Leyen una sponda importante.

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43 COMMENTI

  1. Le prime mosse saranno 1) eliminare (o quantomeno non inasprire le multe per la CO2 ) e 2) dare un orizzonte più congruo per la transizione verso l’elettrico dando alle case automobilistiche il tempo necessario per progredire senza morire eliminando il 2035 ma introducendo un po’ alla volta incentivi/e disincentivi coadiuvati da un serio piano di infrastrutture ( il problema principale sono le grandi città con una marea di condomini senza garage), sono abbastanza sicuro che con la diffusione di infrastrutture e il miglioramento delle varie tecnologie il passaggio avverrà in modo naturale senza imposizione alcuna( solo una piccola spinta con la leva di incentivare /disincentivare), la mancata imposizione si tramuterà in una più facile accettazione del cambiamento, anzi probabilmente aumenterà il desiderio di possedere un auto elettrica ( sempre che le condizioni infrastrutturali siano adeguate).

  2. La sensazione che l’arroganza abbia sopravanzato l’incompetenza prende sempre più piede. Ai posteri l’ardua sentenza

  3. Sostengo la possibilità di introdurre un superbollo per le ICE. Basta incentivi, disincentiviamo. Il principio “chi inquina paga” è valido per le industrie a impatto ambientale, facciamolo anche per chi sparge non solo co2, ma pm10, 2,5, monossido d’azoto, monossido di carbonio. Superbollo moderato per le piccole, picchiare duro sui Suv, e via salendo con la cilindrata. L’effetto sarà che gradualmente le vendite si indirizzeranno verso le BEV.

  4. Non si va da nessuna parte se non si comincia, in maniera robusta, a parlare di punti di ricarica. Se nelle metropoli non si parte con largo anticipo con infrastrutture degne di questo nome non sarâ certo un incentivo, piccolo o grande che sua, a far comprare auto che poi diventa difficile o impossibile caricare.

  5. Con scelte puramente ideologiche han compromesso il settore dell’auto le cui perdite colossali in investimenti richiederanno anni per poter rientrare. Hanno pensato di poter imporre al mercato prodotti immaturi ed impopolari, solo la follia non porterà ad una proroga che comunque andrebbe proprio eliminata. Deve essere il mercato a premiare le tecnologie migliori e adeguate ai consumatori, non qualche leguleio invasato.

    • ho una Zoe da quasi 4 anni, 90mila km percorsi, città, extraurbano, autostrada, viaggi lunghi e viaggi brevi.

      la Zoe non è l’ultimo grido, peraltro.
      ma immatura e impopolare beh, anche no.

      d’accordo anche io che deve essere il mercato a premiare le tecnologie migliori, a due condizioni molto pragmatiche:
      1. i sussidi alle fossili vengano eliminati, tra 18 e 30 mld all’anno per le fossili alterano il mercato e drogano la scelta della tecnologia migliore. con la benzina a 3 euro forse uno cambia idea su cosa sia la tecnologia migliore
      2. alla prossima alluvione o danno da disastro meteo sia fatto assoluto divieto di lamentarsi e di chiedere ristoro di qualunque genere, ognuno per sé

      che ne dici?

      • Dico che sei il solito estremista ecoambientale. I carburanti contribuiscono in maniera fondamentale al gettito fiscale di questo paese altro che incentivi. Se i carburanti vengono accantonati, il gettito dovrà uscire dalle colonnine che già costano più della benzina. Sei contento della tua Zoe? Son felice per te, ottimo che tu possa scegliere l’auto che vuoi e che faccia al caso tuo. Permettimi di scegliere un prodotto che soddisfi i miei bisogni. Del resto il flop delleletrico deriva in primis dal fatto che la stragrande maggioranza dei consumatori non ritiene questa tecnologia ancora adatta ai suoi bisogni. Cosa centrino poi le alluvioni…

          • Scusate, ma credete veramente di convincere le persone ad acquistare le BEV dicendo che se non lo fanno arrivano le alluvioni. Mah. Vediamo che decide la VDL credo che sarà un compromesso al ribasso che scontenterà tutti.

          • @franky
            e dove avrei scritto che se non si comprano le BEV arrivano le alluvioni? dove? dove di grazia?
            e sarei io l’estremista?
            possibile che non vedi dove sta l’estremismo ideologico di chi rifiuta
            il discorso del cambiamento climatico
            il discorso dell’evoluzione tecnologica
            il discorso del cambiamento sic et simpliciter

            si deve cambiare? allora è un attentato e una imposizione della sinistra!

            ma falla finita, tu e tutti i Caravaggi di cui poco sopra!
            chi è veramente contento del vostro estremismo ideologico?
            chi vende petrolio!
            peraltro: vi paga per scrivere qui?

          • Franky e Caravaggio971 mettiamola così, vi siete posti la domanda sul perché i politici che ci rappresentano alla UE negli anni passati hanno deciso di intraprendere questa strada puntando su auto a zero emissioni, ma soprattutto che non usino gli idrocarburi fossili?
            A mio modesto parere i politici se avessero potuto rimandare l’avrebbero fatto volentieri, ma guarda caso non l’hanno fatto. Ora c’è una parte consistente dell’elettorato che non l’ha compreso e la politica potrebbe, come dite voi, fare un passo indietro lavandosi le mani (come Ponzio Pilato) delle possibili conseguenze che potrebbero esserci se blocchiamo questa transizione. Se non si raggiungeranno specifici obiettIvi in questi 5-10 anni non avremo solo un problema climatico, avremo problemi geopolitici ben più seri e ci esporremo a rischi energetici derivati ad un possibile crollo di disponibilità degli idrocarburi fossili. Non a caso le estrazioni di idrocarburi in questi ultimi anni sono sempre più complicata. Ma qui sembra proprio che dovremo sbatterci la testa. Guardate che i problemi di conflitti sociali con stati che si dissolvono è possibile far west sono dietro l’angolo. Poi altro che il diritto di scegliere l’auto che più mi piace.

          • Per quanto riguarda la Romagna, buona parte delle responsabilità è da attribuire ai lavori che la sinistra al governo regionale non ha fatto, perdendo anche una montagna di soldi già stanziati.

          • @MatteoM
            non sono romagnolo ma leggo anche commenti di romagnoli di contenuto differente dal tuo in altre piattaforme.

            Non è però questa la questione, cioè di chi sia la cola dei lavori non fatti.
            La questione è: per caso ha piovuto “leggermente tanto” di più? ma proprio proprio tanto di più? in termini di mm all’ora (che è un flusso), non di quantità complessiva.

            ecco: i dati dicono che ha piovuto PARECCHIO leggermente di più.

            è questo parecchio di più il problema, e non dipende dal governo della regione quale che sia il suo colore.
            se peggiorerà, e non c’è ragione di aspettarsi un miglioramento, potranno costruire dighe gigantesche, ma il problema permarrà.

            affrontiamo il problema, le cause, magari quindi?

        • @Caravaggio971
          sei tenero, nella furia di etichettarmi tiri fuori argomenti tanto veri quanto di una ingenuità disarmante!

          “..I carburanti contribuiscono in maniera fondamentale al gettito fiscale di questo paese altro che incentivi. Se i carburanti vengono accantonati, il gettito dovrà uscire dalle colonnine che già costano più della benzina…”
          quindi mi e ci stai dicendo che dovremmo continuare a usare le ICE per garantire il gettito fiscale, che altrimenti finirebbe sulle BEV.

          guarda ti do una notizia: se finisse sulle BEV e le ICE smettessero di sputazzare fuori CO2 con la conseguenza di ridurre le emissioni
          ti dirò
          a me va bene
          perchè PRAGMATICAMENTE
          preferisco pagare più tasse ed avere meno disastri ambientali:
          attento, non quelli di oggi, che sono disastri da aperitivo
          ma quelli futuri, 5 – 10 anni, che sono di portata, frequenza e forza molto molto più grandi!
          e le BEV che emettono nel loro ciclo di vita molta meno CO2 contribuiscono a lenire un po’ il problema.

          ma d’altro canto
          “…cosa “centrino” le alluvioni” come chiosa finale
          ti qualifica, e qualifica le tue argomentazioni.

          pur sapendo che un bel danno è già fatto e resta,
          se la situazione peggiora,
          è colpa di chi si oppone al cambiamento.

          sull’isola di Pasqua quando capirono lo scempio e il disastro compiuto distrussero i moai.
          noi ce la prenderemo con ENI e con tutti gli oppositori della riduzione delle emissioni?
          la distruzione dei moai non portò alla crescita di nessuna pianta nuova, e gli isolani videro finire la loro civiltà.
          la rabbia contro ENI e accoliti vari e stipendiati inclusi
          sarà il fuoco di un momento, inutile sfogo e preludio di tempi disastrosi.

          • Scusa, ma tu che nei sai degli alluvioni che arriveranno fra 5 o 10 anni? Hai forse viaggiato nel futuro?

          • @Massimo
            no, non viaggio nel futuro:
            studio.

            per questo,
            come chiunque studi la questione
            non so quali saranno i disastri ambientali futuri
            ma so purtroppo che saranno devastanti in numerosità, potenza e impatto.

            studiare è un privilegio, senza dover rendere conto a un padrone che ti paga per capire il contrario di quello che studi
            è un privilegio ancora più grande.
            magari pensaci

          • Sei il perfetto esempio di estremista ecologio. Io non sono affatto contrario alle elettriche, sono contrario alle imposizioni ideologiche che nei fatti hanno causato una crisi nel settore auto gigantesca.
            L’inquinamento causato dalle auto europee rappresenta una frazione minima dell’inquinamento globale trainato da Cina e India in primis con centrali a carbone etc etc.
            che produrre e smaltire batterie non inquini vien da sorridere.
            che solare e eolico abbiano mandato in recessione la germania è un fatto, che il pandino 1.3mjet sia responsabile di alluvioni e apocalissi è una cazzata che manco greta thunberg. Il resto sono le solite menate verdi.

        • Bob, a mio parere, se ad un elettore qualsiasi gli propone di morire lentamente adesso in nome di una ipotetica fine del mondo fra 30 anni, secondo te cosa ti risponderà?
          USA 24 docet. E fra qualche mese anche la Germania (anche se faranno la Grosskoalition la prima vittima sarà il Green Deal).

          • Questione mal posta. Se gli proponi qualche sacrificio oggi per non morire domani un elettore dotato di cervello come risponderà?

  6. Sono venuti al pettine i nodi derivanti dal fatto che la Commissione Europea si era illusa di ottenere la transizione verso la mobilità elettrica solo a suon di regolamenti, trascurando l’elemento dei costi. Invece la Cina ha abbondantemente incentivato da anni i produttori affinchè si orientassero sull’elettrico, ed anche gli UA, con l’IRA, hanno abbracciato questa strada, mettendo sul tavolo fior di denari. Nessuno sa fare le nozze con i fichi secchi, ma noi ci eravamo illusi di riuscirci. La transizione verso i BEV è inevitabile, anche solo per il fatto che il petrolio è destinato prima o poi a finire, ma va diretta da ingegneri e persone che ne sappiano di economia, non da avvocati buoni solo a scrivere leggi, regolamenti e direttive

    • “… ottenere la transizione verso la mobilità elettrica solo a suon di regolamenti…”
      stai scherzando vero?

      “… la Cina ha abbondantemente incentivato da anni i produttori affinchè si orientassero sull’elettrico…”
      stai scherzando id più vero? quella cinese è una economia pianificata, te la vedi qui da noi che per tre mesi di chiusura in casa la gente protestava per lesa maestà?
      e poi: a te va bene che le ICE siano iper tassate, come in Cina, vero? vero?

  7. Qualsiasi analisi sull’argomento in oggetto parte da un unico presupposto: la fonte di energia. La risposta più ovvia, che è anche l’unica, è “energia elettrica”. Il perché è presto detto:
    – è il solo tipo di energia che siamo in grado di produrre e in grande quantità (le fonti rinnovabili di oggi, eolico, fotovoltaico, idroelettrico, producono infatti elettricità!)
    – senza elettricità non si produce nulla, tantomeno i carburanti sintetici (bio o e-fuel che dir si voglia)!
    – l’elettricità è dappertutto (il problema delle ricariche è un falso problema: vedere i telefoni cellulari!)
    – la diatriba sulle batterie è un altro falso problema: basta fare ricerca (vedere di nuovo i telefoni cellulari)!
    Stabilito quanto sopra, l’obiettivo è il percorso sono evidenti:
    – Produzione e indipendenza energetica: realizzare centrali nucleari a FUSIONE (le rinnovabili di oggi non sostituiranno mai in tot gli idrocarburi!)
    – mobilità: la logica dice AUTO ELETTRICA (la prima auto elettrica in commercio in Italia è stata la FIAT ELETTRA nel 1991: era costosa, ma poi l’abbiamo messa in un cassetto e abbiamo “dormito sugli allori” e ora ci lamentiamo dei cinesi!)
    – costi: sia in termini umani che economici, il progresso, specie se necessario (i combustibili fossili finiranno!), ha sempre comportato dei costi, ma si possono affrontare con strategie adeguate e investimenti (certe filiere di produzione stanno diventando obsolete e il relativo “costo del lavoro” sempre più pesante!).

    • Pur favorevole all’elettrificazione, non sono d’accordo con alcuni punti. Non si può paragonare la batteria e la ricarica di un cellulare con i corrispondenti di un’automobile. Sono ordini di grandezza diversi con problemi diversi. La fusione nucleare, ad oggi, non si ha idea di quando potrà essere una realtà utilizzabile, ha senso continuare ad investirci a livello di ricerca ma non si può pianificare nulla legato ad essa.

    • Buongiorno Massimo,
      ogni tanto gioco per curiosità con dei fogli di calcolo per simulazioni dei mix 100% rinnovabili per l’Italia

      si fà, si fà, tutto rinnovabili, volendo anche in fretta, più facile di quanto si pensi sostituire tutti i fossili ( metano e petrolio) ora che fotovoltaico ed eolico hanno migliorato ancora la densità di potenza, usano meno spazio

  8. Visto l’andazzo bellicista per avere l’incentivo la vettura dovrà essere dotata di serie di mitragliatrice sul tetto.

  9. 2035 ,un termine congruo . spostando la data non si arrivera’ mai al dunque , anche la prossima proposta del 2040 non andra’ bene e via cosi .

    • Non vorrei essere pessimista ma ho imparato che in politica “rinvio” vuole dire spesso “cancellare”. E’ cosi da anni.

  10. Ma se invece di multe si dessero bonus proporzionali alle emissioni medie del venduto? Così da incentivare le case a vendere di più auto a emissioni zero o molto basse, anziché tagliare la produzione?
    E poi bisogna intervenire sui costi energetici. Forse la partita più importante si gioca su questo

    • -Ma se invece di multe si dessero bonus proporzionali alle emissioni medie del venduto?-

      Si chiama “rinforzo positivo”.
      Per addestrare i cani, ad esempi, funziona a meraviglia. 😉

  11. Io spero che la Pres Von der Leyen si renda conto della criticità della situazione.

    Serve un’IRA europea con cui concedere 7000€ di crediti fiscali a chi produce le BEV in EU. Stessa cosa per pannelli FV, batterie e pale eoliche.

    Qualunque altra soluzione sarebbe un errore enorme, c’è da spingere l’EU fuori dai combustibili fossili. Ne va la competitività dell’industria europea.

    • Concedere un credito d’imposta è come dare un incentivo. Il prezzo delle BEV non scenderebbe. Per me bisognerebbe agire sulla leva dell’IVA. Per auto con prezzo sotto i 25.000 € al netto di IVA si potrebbe applicare l’aliquota del 10%. Per importi a partire da questa cifra l’aliquota del 22%, oltre all’esenzione del bollo per i primi 5 anni. Cosa importante è non concedere incentivi alle auto termiche e ibride. Si potrebbe legare l’IVA ridotta oltre che sul prezzo anche alla CO2 emessa per produrre e traportare l’auto nella UE, un po’ come ha fatto la Francia e questo limiterebbe la diffusione di auto prodotte in stati non tanto attente agli obiettivi del green deal. Questo modo di agire richiederebbe meno risorse da parte dello Stato e ci sarebbe anche margine per la contrattazione tra venditori e clienti.

      • magari non sotto i 25000 ma sotto i 30000, altrimenti restano fuori anche le auto segmento B oltre che tutto il segmento C. Per fare un esempio attualmente la 500 o la 600 costano di listino circa 29.500+Iva, anche con l’IVA ridotta comunque quei prezzi rimangono spropositati.
        Per far ridurre drasticamente questi prezzi spropositati delle auto elettriche c’è solo comunque un modo, non comprarle, mantenere più possibile le nostre auto. Ma la transizione obbligatoria deve però essere confermata, anzi bisognerebbe fosse anticipata al 2030 rispetto al 2035, considerato poi che esiste inoltre la direttiva europea che prevede forti sanzioni alle case automobilistiche europee nel caso non rispettino la scadenza del 2030 con la riduzione del 55% delle emissioni rispetto a quelle attuali. Target ovviamente irraggiungibile se non soltanto producendo le auto elettriche, oppure con le auto ibride plug-in.
        Le case automobilistiche sono da anni a conoscenza dell’obbligatorietà della transizione, hanno avuto e hanno tuttora tutto il tempo per convertire le loro catene di produzione. Non ci sono alibi. Il progresso, in questo caso positivo per l’essere umano, non può essere fermato. Per quanto riguarda i lavoratori attuali, sicuramente qualcuno sarà di troppo nelle nuove catene di produzione. In molti in Italia abbiamo perso il posto di lavoro e cercato altrove, non vedo perchè i lavoratori delle aziende automobilistiche debbano avere tutte le tutele e protezioni possibili che gli altri lavoratori non hanno avuto. Il posto fisso esiste solo nel pubblico statale, purtroppo….
        Una volta convertite tutte le catene di produzione e presenti quindi solo quelle delle auto elettriche, allora i costi di produzione crolleranno, e non avranno anche qui più alibi per mantenere i prezzi stellari.

        • per l’iva, si potrebbe scontare a 10% i primi 25.000 euro del prezzo di listino (=sconto di 3000 euro), e lasciare piena l’iva sulla parte di prezzo eventualmente eccedente 25.000 euro

          in questo modo lo sconto Iva non supera mai i 3000e, e si applica anche alle vetture con prezzo più alto, ma in proporzione sarà massimo per le vetture più economiche

        • Guarda che un’auto di 24.999,99 con IVA al 22% arriva a 30.499,99€, mentre con aliquota al 10% avremo 27,499,99€. In pratica una segmento B ci sta tutta, come alcune C anche elettriche. Semplicemente è un modo per forzare la mano ai produttori che si troverebbero costretti a non esagerare con i listini. Visto che ad oggi con le regole passate hanno solo giocato al rialzo. Quando si creano degli incentivi è opportuno mettere dei paletti che riducono il più possibile le speculazioni. Se volessimo premiare le auto meno costose si potrebbe persino prevedere che alle auto sotto i 16.000 € (al netto dell’IVA) potrebbe essere applicata un’aliquota del 5%. Così i costruttori si spremerebbero le meningi per proporre BEV che rientrano in questi parametri e i consumatori spinti dalla convenienza andrebbero alla ricerca di questi prodotti. Poi come ha scritto qualcuno, eliminare gli incentivi (diretti/indiretti) agli idrocarburi fossili porterebbe ad un loro aumento che spingerebbe in molti a prendere in considerazione la mobilità elettrica. Alla fine il consumatore sceglie in base a cosa gli conviene e non per partito preso. In poche parole se le termiche diventassero troppe costose da comprare e gestire in molti chiuderebbero un occhio sull’autonomia delle elettriche se queste ultime iniziassero ad essere economicamente più convenienti.

      • Il punto NON è solo vendere auto elettriche. Il punto è portare in EU know-how e produttori con tecnologie che a noi servono (LFP per dirne una) e nel momento in cui una iD3 proS 77KWh, prodotta in EU costa 36000€, Model 3, non la vendi a 42000, allora devi spostare la produzione a Berlino per tornare ad essere competitivo.
        Ma non vendi nemmeno EX30, MG4, Dolphin. Se una Megane 60KWh parte da 31000€ perchè ha tutti componenti sono fatti in EU.

        Gli USA lo hanno fatto e hanno fatto partire tante realtà.
        La transizione e ergergetica NON è solo andare in elettrico è creare un circuito produco batterie perchè mi servono per auto e moto, ma anche per le case, gli uffici e le aziende.
        Sorgono realtà che si occupano di riciclo degli accumulatori.
        Gli aerogeneratori prodotti in EU da Vestas a Siemens-Gamesa diventano la prima scelta in EU.
        I pannelli costruiti a Catania diventano competitivi e li monteranno in tutta UE.

        Devi creare un giro (una filiera) di materie prime, di prima trasformazione, di assemblaggio, di recupero, distribuzione e manutenzione.

        Insomma lavoro per le prox due generazioni, il tutto facendo girare i soldi nel continente invece di bruciarli in gas e petrolio.

        Per questo serve un programma organico e di ampio respiro. Non l’incentivo per vendere auto elettriche.

        L’incentivo si trasformerà in sconto per altrimenti sfori le quote CO2 e allora paghi le multe.

        • Il problema del sistema produttivo europeo è che si basa sull’iniziativa privata, che com’è ben noto non procede ad investimenti se non si prevedono rientri. Ora il mercato in Europa non ha ingranato come dovrebbe e questo non fa partire la filiera e quindi i costi non possono scendere. Ora l’unico modo per spingere il mercato è quello di una decisione politica forte. Che obblighi il mercato a prendere una strada. Può sembrare fuori ogni logica, ma in determinati momenti storici è l’unica cosa che si può fare. Anche solo decidere che dal 2030 non si possono più vendere auto termiche (ovvero anticipare il BAN) e riportare i limiti della CO2 a 95 g/km sarebbe già sufficiente. In poche parole anticipare il BAN senza i limiti porterebbe già l’anno prossimo ad un cambio d’opinione dell’elettorato e dell’industria che risolverebbe quest’impasse. Oppure, si potrebbe proporre BAN anticipati per categorie d’auto, partendo dai segmenti di lusso a scendere.

    • Sarà un mix.
      Confermeranno gli obbiettivi, diminuiranno le sanzioni previste nel 2025, aumenteranno i contributi per chi produce bev in EU.
      Mi pare abbia anche parlato di “strategia comune”, non so in cosa si tradurrà, forse norme per creare infrastrutture, per gli incentivi. e non so che altro, comuni a tutti i paesi dell’Unione.

    • Mi rendo conto che scrivere questo su un sito che parla di EV ovviamente attira critiche :-). E lo accetto. Ma io mi chiedo se spendere 7000 € ad EV, o anche meno, sia il modo migliore di investire nella direzione di una REALE mobilità sostenibile.

      E’ un po’ come con i bonus per la casa: è facile dare soldi che la gente si mette in tasca, facendo contenti consumatori E produttori (anche se questo ha portato semplicemente a un’inflazione dei costi per tutti). Meno investire, programmare e “gestire”, soprattutto in un periodo di social, in cui qualsiasi scelta fai sei sottoposto a feroci critiche.

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