Vacilla il pioniere europeo del volo elettrico, la tedesca Volocopter. Il produttore di velivoli completamente elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL), ha presentato domanda di insolvenza presso il Landesgericht (tribunale statale) di Karlsruhe, in Germania.
Fondata nel 2011 a Bruchsal, in Germania, Volocopter aveva raccolto oltre 750 milioni di dollari da investitori di rango come Mercedes-Benz, Honeywell, Geely, Intel e Blackrock. L’estate scorsa aveva comunicato di aver concluso un ulteriore round di finanziamento, senza però specificare i nomi degli investitori e il totale del fondi incassati. «Nonostante i recenti intensi sforzi di raccolta fondi – afferma ora la società -, non è stato possibile trovare una soluzione praticabile per assicurare continuità alle operazioni senza far ricorso alle procedure di insolvenza».

Tutti ricordiamo i voli dimostrativi presso Aeroporti di Roma nel 2022 e, l’estate scorsa, il volo sulla Senna all’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi. Sull’onda del can can mediatico suscitato da questi spettacolari eventi il valore stimato dell’azienda aveva sfiorato i due miliardi di dollari. Tuttavia l’impiego commerciale, previsto per lo scorso anno, non è mai arrivato. Complici i ritardi nell’omologazione del velivolo.
Ma spera ancora di spiccare il volo entro il 2025
Nonostante la dichiarazione di insolvenza, Volocopter ha annunciato che non abbandonerà il campo. Entro quest’anno spera di concludere le procedure per ottenere la certificazione del suo taxi volante VoloCity eVTOL dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA). Una volta che il velivolo sarà certificato prevede di poter entrare nel mercato entro la fine del 2025.
Il CEO uscente dell’azienda, Dirk Hoke ha affermato che Volocopter è ben posizionata per avere successo nel mercato della mobilità urbana. «Siamo più avanti dei nostri concorrenti nei progressi tecnologici, nei test di volo e nella certificazione», ha affermato Hoke in una recente dichiarazione. «Questo ci rende un’azienda interessante in cui investire mentre ci organizziamo con una ristrutturazione interna».
Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg News, in novembre si era fatto avanti il gruppo cinese Geely con un’offerta di salvataggio che prevedeva di rilevare l’intero capitale dell’azienda per una cifra di circa 100 milioni. Ma l’offerta è stata ritenuta insufficiente dal management e dagli altri soci. La situazione è poi precipitata fino alla dichiarazione di insolvenza presentata.
Altri venti taxi volanti nel mondo sono pronti al decollo
Al momento sono una ventina nel mondo le aziende che stanno sviluppando eVtol. Una mezza dozzina di queste hanno già realizzato un velivolo dimostrativo che stanno sottoponendo ai test per ottenere l’omologazione dalle autorità di regolazione del volo e contano di avviare la commercializzazione entro l’anno.
Sempre in Germania opera Liljum che però recentemente ha chiesto, senza successo, un aiuto al governo tedesco. In America abbiamo ARCHER aviation, partecipata da Stellantis, e JOBY aviation partecipata TOYOTA. Più avanti di tutte è però la cinese EHang.
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Oltre alle aziende citate nell’articolo, c’è anche il costruttore brasiliano Embraer che sta sviluppando un eVTOL ed in questo progetto è coinvolta una realtà tutta italiana:
https://www.ilsole24ore.com/art/tecnologia-italiana-ase-i-taxi-volanti-elettrici-progettati-embraer-AFcuPBBD