Volkswagen vende più elettriche, ma il margine di guadagno con le auto a emissioni zero è giudicato modesto: solo il 4%. La dice lo stesso gruppo tedesco.

Problema: con le EV non ci sono i margini delle auto benzina-diesel
Dopo anni di vendite stentate, le elettriche del gruppo di Wolfsburg ora i compratori li trovano. Al punto che, nel totale dei primi 3 mesi del 2025, basta la solo marca di Wolfsburg per sopravanzare nettamente le vendite Tesla in Europa. Con un totale di 65.679 immatricolazioni (+157%) contro le 53.237 del brand di Elon Musk (-38%).
Ma al successo commerciale non fa riscontro un bilancio altrettanto positivo in termini di di guadagni. Far concorrenza a Tesla e al resto della truppa elettrica ha un costo: i prezzi non possono essere ritoccati verso l’alto e non ci sono i margini che fruttano le auto a benzina e a gasolio. “Ora un’auto su cinque vendute in Europa Occidentale è 100% elettrica, e i volumi BEV nel primo trimestre sono più che raddoppiati“, spiega Arno Antlitz, capo della finanza del gruppo VW. “Allo stesso tempo, il successo delle nostre vetture elettriche mette sotto pressione i risultati finanziari. Un margine operativo attorno al 4% mostra chiaramente che c’è ancora notevole quantità di lavoro da fare“.

Volkswagen vende più elettriche: ora è al 20% del totale, ma…
È significativo che nell’elenco fatto da Antlitz delle auto di maggior successo in questo primo scorcio di 2025 sia preponderante la presenza di modelli elettrici. Il top manager tedesco cita Volkswagen ID.7 Tourer, CUPRA Terramar, Škoda Elroq, Audi Q6 e-tron e Porsche 911, quindi con tre veicoli a batterie su cinque. E il successo di vendite delle elettriche è significativo anche a livello di gruppo, al di là della sola marca VW. Qui l’incremento è stato del 64%, arrivando al 20% del totale. Come dire che una vettura immatricolata su cinque è un’elettrica.
Ma a un gruppo così importante, con una forte pressione anche dal mercato borsistico, quel 4% di guadagno non basta Tanto più in una situazione ingarbugliata come quella creata da Donald Trump con i dazi. Dunque? La ricetta è sempre la stessa: tagliare i costi:” Proprio perché l’attuale contesto economico globale è così incerto, è ancora più importante concentrarsi sui fattori in nostro controllo”. spiega Antlitz. “Ciò significa combinare l’ampia gamma di prodotti con una struttura dei costi competitiva“.
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Sebastiano Columbano 1 Maggio 2025 at 20:30
Tre considerazioni da parte mia:
1. Il 20% di bev vendute consentirà a VW di non pagare multe. Non è questo un guadagno?
2. Quanti anni ci ha messo tesla prima di fare utili?
3. Con le economie di scala e con le esperienze maturate nel tempo (cfr punto sopra) calano i volumi di investimenti necessari per veicolo. Col tempo dovrebbero migliorare anche in redditività.
Al 4% di margine rischi di chiudere, dove lavoro (sempre legati all’automotive/movimento terra);malgrado le giornate di cigo ed un 20% vendite rispetto al 2023 abbiamo fatto il 12%di margine netto. Se cali la produzione il bene lo devi alzare di prezzo.
Ecco la realtà dei fatti che arriva. Un mese fa tutti a fare annunci in pompa magna, +180% di vendite di qua e di là e poi scopri che il gruppo a livello di conti è in difficoltà, specie con le auto elettriche. Volkswagen ha investito tanto ma il livello dei suoi prodotti non è ancora quello dei cinesi né di Tesla, ed è sotto gli occhi di tutti. Un fattore che ha pesato nella competitività è sicuramente il ritardo sugli avanzamenti software, ma anche il fatto di avere un numero elevato di modelli non aiuta a contenere i costi.
Perdonami Tesla fa 480mln di utile netto grazie ai certificati verdi ma SAREBBE un esempio.
Invece VAG fa 2,36 mld di utile netto ma “è in difficoltà coi conti”.
Sarà, ma ad occhio, qualcosa non torna in questa narrativa.
Credo che il problema sia il trend e i dubbi sulla sostenibilità del Gruppo con uno shift del mercato verso l’elettrico: è evidente che se non hanno redditività sui veicoli elettrici, ogni auto elettrica venduta al posto di una termica fa in fretta a diventare un segno meno. Il trend sarebbe negativo.
Spero sia uno scherzo. VAG, nel 2025 venderà almeno 8mln di auto termiche dal segmento value alle supercar incassando mld e mld di utili.
Se anche domani fermassi la produzione di MEB e PPE non succcederebbe nulla di grave. Inoltre le sue vendite nel 1Q 25 sono in aumento e le BEV sono il % circa del venduto globale, il 20% in EU (vende più di tesla in EUropa).
Sta arricchendo la sua gamma con full ibridi, PHEV e MEB sta vendendo MOLTO più del 25.
Tesla vende solo elettriche e solo due modelli. Basta guardare la trimestrale per capire che quando si sono accorti che le vendite crollavano hanno tagliato i prezzi e fatto offerte a tutto spiano,
Altrimenti come si spiega un -13% di vendite ed un -70% degli utili.
Vuoldire che hai venduto poco meno ma per farlo hai dovuto vendere a prezzi stracciati, talmente stracciati che se non era per i certificati verdi andavi in rosso.
Basta guardare Model 3 in Italia, venduta al prezzo di una Golf.
Per quanto potrà durare questa cosa? Altri tre mesi, poi dovranno portare su i listini e vendere a guadagno (ergo ancora più perdite di vendite).
Ma è VW quella messa male. tesla deve solo pregare che YU7, in Cina, non replica il successo della SU 7 altrimenti Model Y altro che sbancare di vendite.
La redditività di VW crescerà, con l’aumento delle vendite anche MEB arriverà ad economie di scala, inoltre affineranno i processi, non accantoneranno somme per le multe CO2 perché con le BEV in crescita non ne avranno bisogno (sempre che la legge resti).
La differenza, evidente, è che VAG è un gruppo diversificato che ha benzina, diesel, HEV, PHEV e BEV. Tesla vende DUE (di numero) auto e BEV.
Fra le due non mi pare ci sia confronto a chi “è messa meglio”.
Ripeto: vista in prospettiva Tesla non è messa così male come la si vuole descrivere. Il gruppo VW non è messo male ma deve fare molta attenzione, il rischio di diventare un gigante dai piedi d’argilla c’è.
Dopodiché mi arrendo, vediamo cosa ci aspetta nel futuro.
Non c’entrano niente le prospettive.
Ormai ha capito anche la borsa che la corsa di tesla è finita.
@ilariovs forse ti sfugge un dettaglio fondamentale. Utile di tesla è relazionato ad un fatturato totale ed ad una quantità di debito netto che non è minimamente paragonabile a VW. Stiamo parlando quasi di 10x.
Se fatturi 200mld e ne guadagni 4 sei messo non male,peggio.
Tesla ne fattura 25 di mld per guadagnare 1,6 al 2024. Per non parlare del confronto dei debiti..ribastico ad oggi fare elettriche significa fallire. Deve uscire qualche super innovazione dei processi aziendali..come lo è stato anni fa la globalizzazione e la delocazione.. che ovviamente sarà a carico della riduzione del personale (IA?, automazione? GigaPress?)
Ottima notizia l’aumento di vendite BEV, se anche guadagnano meno le case automobilistiche pazienza potranno mica sempre fare gli utili degli anni scorsi. Come dicevo i giorni scorsi anche ad Aprile Tesla in Europa è in estinzione.
Non è che tutto e subito poi ci vuole molto miglioramento tecnologico ed abbassamento dei prezzi che fare un’elettrice costa moooolto di meno.. a buon intenditore poche parole…
Facciamo un gioco..trovatemi case che ci guadagnano con l’elettrico (Tesla a parte).
Sono tutte in perdita. Avere un 4% lordo è già di per se un miracolo.
BYD ad esempio
In occidente?
BYD vende anche in occidente ed ha consegnato 4.3 milioni di veicoli nel 2024, ha venduto poco meno della metà del gruppo VW (9Milioni). Per il 2025 prevede di arrivare a 5.5 milioni, con il primo trimestre chiuso a +59.8%.
Ok ma rimangono solo Byd e Tesla.
Il resto del mondo EV è in perdita…non mi sembra un buon segno visto i prezzi alti.
Ovviamente intendevo dire produttore occidentale…
Una considerazione a latere, un brand e quindi CEO ed azionisti potrebbero anche guadagnare di più automatizzando tutto, ma se poi la gente non lavora non ha i soldi per comprare. Quindi la ricerca di guadagno deve essere un minimo sensata onde evitare ll crollo del sistema e la trasformazione in qualche distopia.
L’Isola dei Bicchieri Perfetti
Su un’isola remota chiamata Vetraria, gli abitanti vivevano plasmando bicchieri di vetro soffiato, ciascuno un’opera unica, decorata con colori vivaci e riflessi iridescenti. Ogni bicchiere raccontava una storia: il pescatore che lo aveva modellato, la madre che lo aveva dipinto, il mercante che lo aveva portato oltre il mare. Il lavoro era duro, e molti passavano giornate intere nelle fornaci, sognando di avere più tempo per dipingere, cantare o esplorare l’isola. Ma i bicchieri erano il cuore dell’economia: i turisti li compravano, i villaggi prosperavano, e Vetraria era conosciuta in tutto il mondo.
Un giorno, un inventore straniero approdò sull’isola con una macchina scintillante, alta come una palma. “Questa è la VetroMatica,” annunciò. “Produce migliaia di bicchieri al giorno, perfetti, senza difetti, a un costo irrisorio.” Gli isolani erano scettici, ma accettarono di provarla. La macchina ronzava, e in poche ore sfornò pile di bicchieri identici, lisci e brillanti, ma senza i motivi unici dei loro. I turisti, affascinati dal prezzo basso, smisero di comprare i bicchieri artigianali. Le fornaci si spensero, le botteghe chiusero, e molti persero il lavoro.
All’inizio, gli isolani protestarono. “Questa macchina ci ha rubato il nostro scopo!” gridava il vecchio soffiatore di vetro, mentre i giovani temevano un futuro senza senso. Ma poi accadde qualcosa di inaspettato. La VetroMatica non si limitò a produrre bicchieri: l’inventore la modificò per costruire case, intrecciare reti, persino cucinare. In poco tempo, l’isola aveva tutto ciò di cui aveva bisogno senza che nessuno dovesse lavorare. I robot, ora sparsi per Vetraria, si occupavano di ogni compito.
Gli isolani si trovarono di fronte a una scelta. Alcuni abbracciarono la libertà: un pescatore iniziò a scolpire statue di corallo, una tessitrice compose poesie, un mercante esplorò grotte dimenticate. Senza la necessità di lavorare per sopravvivere, molti scoprirono passioni che non sapevano di avere, vivendo vite più ricche, piene di creatività e avventura. Ma altri si sentirono persi. “Chi sono senza il mio lavoro?” si chiedeva la pittrice di bicchieri, fissando le sue mani inattive. Alcuni temevano che, senza fatica, la vita perdesse significato; altri si annoiavano, incapaci di trovare uno scopo senza la struttura del lavoro.
Una sera, gli isolani si riunirono sulla spiaggia, sotto un cielo stellato. La VetroMatica ronzava in lontananza, instancabile. “È giusto lasciare che le macchine facciano tutto?” chiese il capo del villaggio. “Ci hanno liberati, ma per cosa? Per inseguire i nostri sogni, o per vagare senza meta?” Un giovane rispose: “Forse dipende da noi. La macchina non decide chi siamo, lo facciamo noi.” Ma non tutti erano d’accordo, e la discussione si protrasse fino all’alba, senza una risposta definitiva.
Da allora, Vetraria divenne un luogo di contrasti: alcuni vivevano vite piene, realizzando aspirazioni che il lavoro aveva soffocato; altri cercavano nuovi scopi, incerti su cosa significasse essere umani in un mondo senza necessità. La VetroMatica continuava a produrre, silenziosa, mentre gli isolani si chiedevano: la libertà dal lavoro era una benedizione o una sfida?
analogia perfetta proprio.. 🤦♂️
dovresti fare il sindacalista e raccontare la storiella agli operai senza più lavoro (soldi): senti cosa ti dicono..
queste storielle sono, appunto, storielle: attinenza con la realtà zero.
vanno bene per chi non ha mai piegato la schiena col lavoro.
Allora: proprio oggi che è il primo di maggio…
Diciamo che io sia un dirigente sindacale: secondo lei sapendo che tra intelligenza artificiale e altre questioni tecnologiche che sarebbe lungo spiegare qui il mondo del lavoro sarà stravolto come una calzino nei prossimi anni, secondo lei dovrei raccontare la favoletta ai lavoratori che basterà scendere in piazza a manifestare oppure dovrei spiegare nel modo più chiaro e semplice possibile che la maggior parte dei mestieri che conosciamo oggi verranno totalmente rivoluzionati e che molti non esisteranno neppure più?
Sono certo che molti sindacalisti sceglieranno la via della menzogna, oppure neppure saranno in grado di capire che i tempi stanno cambiando in modo repentino, ma tant’è che forse è meglio cercare di capire cosa sta accadendo e come meglio prepararsi a cosa ci aspetta nei prossimi anni.
continuiamo pure a non capire (far finta di) il nesso di quanto scritto da howl..
e si che è di una semplicità disarmante..
rimanendo alla tua favola, i dipendenti che lavoravano duro tutto il giorno per lo stipendio, che fine fanno con l’avvento di vetromatica?
perché il “padrone” non continua a elargire loro un compenso per poetare, cantare o contare le stelle in cielo: o credi forse che il marchingegno sarà di tutti?🤦♂️🤣🤣
quindi, a meno che il re o la regina non li mantengano di sana pianta, diventeranno a breve dei poveracci che non pagheranno affitti o mutui, non avranno soldi per il sostentamento né per comprare i bicchieri a costo zero..
conseguenze? nelle favole non ho idea, ma so bene cosa accadrebbe nella realtà.
mai visto il socialismo livellare verso l’alto: tutti poveri a parte i capi. e NB, di solito sono tiranni..
Certo che il 4% coi costi che hanno le VW è veramente poco, per rendere le BEV “popolari” occorre tagliare i listini di ben altre %, inoltre se i cinesi installerano delle fabbriche in Europa, in modo da aggirare i dazi, sarà veramente dura competere per i marchi europei
Ad occhio hanno il 4% proprio perchè non le vendono a prezzo di listino. Immagino che sia per questo che ne vendono molte di piú quest’anno.
“Volkswagen vende più elettriche, ma il margine di guadagno con le auto a emissioni zero è giudicato modesto: solo il 4%. La dice lo stesso gruppo tedesco. ”
Ma anche no. Scritto così sembra che nella vendita delle BEV VW guadagni solo il 4%. Invece è molto peggio. Il 3.7% è il loro margine complessivo, includendo le vendite di auto di tutti i tipi. Con le BV sono assolutamente in perdita.
Cito: “Operating Profit: Operating profit fell 37% to €2.87 billion from €4.59 billion in Q1 2024, with an operating margin of 3.7% (down from 6.1%). This was significantly below market expectations of €3.48 billion and was impacted by special effects totaling €1.1 billion, including €0.6 billion in provisions for CO2 regulations in Europe. Excluding special effects, the operating margin was 4.6%.”
È abbastanza diverso, direi – vuol dire che in quelli che dovrebbero essere i prodotti di punta, che rappresentano il futuro della mobilità, sono presi malissimo!!
Tu chiamala se vuoi… disruption.