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Volkswagen: batterie in Canada e 122 miliardi (su 180) sull’elettrico

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Volkswagen farà in Canada, nello Stato dell’Ontario, la sua terza gigafactory di batterie. Si aggiungerà a quella tedesca di Salzgitter, già in funzione, e a quella di Valencia, in Spagna, presto in costruzione. L’ha confermato il presidente di Volkswagen Group Oliver Blume dutante la conferenza stampa annuale su dati di bilancio e piano industriale, affiancato dal direttore finanziario, Arno Antlitz. Lo stabilimento Nordamericano, ha però precisato, non è in alternativa a quello che secondo i piani sorgerà in un Paese dell’Est e agli altri tre previsti in Europa entro il 2030. 

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Olive Blume durante la conferenza stampa

Sulle termiche investimenti in calo dal 2025

Nelle nuove fabbriche di batterie della controllata PowerCo il gruppo tedesco investirà 15 miliardi di euro, creando 20 mila nuovi posti di lavoro e un fatturato annuo di 20 miliardi di euro. Coprirà quasi tutto il fabbisogno del gruppo, stimato al 2030 il 240 GWh di capacità.

Entro il 2027, ha detto Blume, Volkswagen Group invesirà in tutto 180 miliardi: per due terzi (il 68%) saranno destinati alle auto a batterie e alla digitalizzazione dell’intera gamma, con particolare riguardo alla Cina dove ha creato la società specializzata Cariad.

Dal 2025, però, la quota restante, destinata allo svuluppo dei veicoli termici, comincerà a ridursi in previsione dello stop definitivo che nella visione di VW sarà confermato per il 2035. Il vecchio piano industriale del predecessore Herbert Diess, ritenuto un grande fan dell’elettrico, pevedeva una sostanziale parità di risorse per le due tecnologie.

Volkswagen in America, non solo batterie

La nuova mega fabbrica Volkswagen in Nord America sorgerà a St. Thomas e coprirà  l’intera filiera delle batterie, partendo dalle celle. Uno dei “plus” nella scelta del sito canadese, ha spiegato Blume, è infatti un accordo con il governo di Ottawa per gli approvvigionamenti di materie prime, oltre che il basso costo dell’energia. Gli accordi commerciali fra Usa e Canada consentiranno poi di beneficiare delle agevolazioni previste dall’ Inflaction Reduction Act (IRA) dell’amministrazione americana.

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Il presidente di Volkswagen Oliver Blume presenta il nuovo brand Scout che produrrà pick up a batterie in America

In territorio statunitense, nel South Carolina, VW sta poi costruendo un impianto dalle dimensioni di 30 campi di calcio per il nuovo brand di pick up Scout. La strategia “americana” non deriva per Blume da un tentativo di delocalizzazione, ma dalla scelta di ampliare la penetrazione sul promettente mercato Usa, dove già sta ottenendo risultati lusinghieri con i suoi primi modelli elettrici.

Una strategia in 10 punti. Lamborghini in Borsa?i

Nel decalogo strategico del Gruppo altri pilastri sono l’espansione in Cina, lo sviluppo dell’elettrificazione in Europa (i veicoli a full electric hanno coperto il 7% delle vendite l’anno scorso, copriranno il 10% quest’anno e il 25% nel 2025), il rilascio di nuove piattaforme elettriche che potranno coprire ciascuna dieci modelli di 5 brand, la valorizzazione dei marchi premium come Porsche, Ducati e Lamborghini. Per quest’ultima non è esclusa una quotazione in Borsa, ma Blume non si è sbilanciato sui tempi.

L’andamento dei brand premium del gruppo Volkswagen

Al termine della sessione di domande e risposte Blume si è fatto una domanda e si è dato una risposta su un tema che non era emerso ma evidentemente gli stava molto a cuore: il ban alle termoche dal 2035.

2035: “Motori elettrici in futuro superiori ai termici”

«Il dibattito è altamente emotivo, ma la mobilità elettrica e gli e-fuels sono in rampa di lancio e questo non può essere negato» ha detto. E i motori elettrici «sono il futuro, non c’è discussione che siano superiori, nel futuro, anche vicino, ai motori termici».

Quanto agli e-fuels, Blume ha detto che possono avere «un ruolo un ruolo importante per i mezzi pesanti, gli aerei e la navigazione. E anche per gli 1,3 miliardi di veicoli che sono in circolazione con il motore termico e che continueranno a circolare per decenni».

Il colosso di Walfsburg, insomma, si allinea alla posizione del Governo tedesco.

Il direttore finanziario del gruppo Arno Antlitz

Gran parte della conferenza stampa si è concentrata sui già noti risultati finanziari 2022. Sia Blume sia Antlitz hanno sottolineato il «momento difficile» causa della carenza di semiconduttori, delle interruzioni nella catena logistica e delle interruzioni delle forniture in Cina. I ricavi complessivi sono tuttavia saliti dell’11,6% a 279,2 miliardi di euro. Le vendite in termini assoluti sono diminuite (8,263 milioni di auto vendute, il 7% in meno del 2021) ma meglio equipaggiati e con un migliore mix dei prezzi.

VW ID4 al top mondiale. E il 2023 sarà migliore

Le vendite Volkswagen di auto a batterie sono salite a 572.100 unità, il 26% in più rispetto al 2021 e hanno raggiunto il 7% del totale, confermandosi leader del settore in Europa. In Cina la crescita ha raggiunto addirittura il 68%.  E’ diminuito il margine di redditività sui segmenti di massa, ma è aumentato sui brand premium.

Per il 2023 i vertici di VW si dicono ottimisti: i colli di bottiglia negli approvvigionamenti dovrebbero risolversi e nuovi modelli significativi in arrivo nel 2023 «aggiungeranno ulteriore vento a favore e miglioreranno la posizione di mercato del Gruppo». Il portafoglio ordini dei veicoli BEV, infatti, rappresenta oggi ben il 16% del totale (1,8 milioni). I modelli più venduti a livello globale sono stati:
-VW ID.4/ID.5 193.200
-VW ID.3 76.600
-ŠKODA Enyaq iV (inclusa Coupé) 53.700

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ID4, il modello più venduto di Volkswagen fra quelli a batterie

Nel 2023 saranno presentati diversi nuovi modelli significativi per il Gruppo, tra cui le nuove ID.3, ID.7, ID. Buzz Long Wheel Base, CUPRA Tavascan e Audi Q8 e-tron. Con il lancio di questi nuovi modelli, il Gruppo mira a raggiungere una quota BEV di circa il 10% delle consegne totali nell’anno fiscale 2023.

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4 COMMENTI

  1. “Volkswagen farà in Canada, nello Stato dell’Ontario, la sua terza gigafactory di batterie […] Uno dei “plus” nella scelta del sito canadese, ha spiegato Blume, è infatti un accordo con il governo di Ottawa per gli approvvigionamenti di materie prime, oltre che il basso costo dell’energia.” No no, il nucleare non c’entra per niente … [ https://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_nucleare_di_Darlington ]

    Ah, già, poi ci sono le vendite in Cina. Ben +68%, un successo. Aahahahha. Allora, in Cina la VW deve svendere le sue ID a prezzi inferiori alle stesse elettriche cinesi. Cioè fa la cinese in Cina. Sapete quanto costa lì la ID.4 che da noi parte da 60k? Ebbene la ID.4 Crozz costa oggi 25000 euro a fronte di un taglio di “appena” il 19% del prezzo di listino, poche settimane dopo le dichiarazioni di Blume che aveva sostenuto che non avrebbe tagliato i listini e non sarebbe entrato nella guerra dei prezzi scatenata da Tesla. Blume in tedesco significa coerenza? Ma quante sono le elettriche vendute da VW in Cina? +68%, da altre parti dichiara +100% … sì, ma quantifichiamo, quante sono? 143100 in tutto (da altre parti dichiarano 155700). Numeri davvero bassi. E i dati di inizio anno non sono incoraggianti: mentre in tutta la Cina le auto elettriche si vendono come il pane, l’unico gruppo a non crescere è FAW-Volkswagen che nei primi 2 mesi dell’anno hanno venduto appena 9572 auto con un -8.3% rispetto alle 10442 dello stesso periodo dello scorso anno. Lo ripeto: l’unico brand a perdere quote nel primo bimestre 2023 in Cina.

    Volkswagen è un brand che non è presente a se stesso. E chissà come reagirà ora che la gallina dalle uova d’oro, ovvero noi europei gli unici disposti a pagare la ID4 a partire da 55000 euro, non sarà obbligata ad acquistare solo auto elettriche dal 2035.

    Daje VW, facce ride’

    • Enzo sei spietato, ma la tua analisi è corretta. La sindrome cinese di VW la porterà inevitabilmente al collasso.
      L’ipocrisia di dover produrre in Ontario che ha costi dell’energia elettrica gestibili solo grazie al nucleare ci fa capire come tutto il settore delle EV e delle batterie si sostenga su presupposti molto deboli. Staremo a vedere gli sviluppi. Non sono ottimista su VW, non lo ero su E-Tron ed ID ed ho avuto piena ragione. Ora in Germania si aggiunge lo scandalo delle EV rivendute all’estero e si capisce come lo stesso mercato fosse drogato e gonfiato dagli incentivi.

  2. L’Ontario si era offerto di “aiutare economicamente” VW nel caso avesse deciso di impiantare in quella provincia le sue attività produttive.
    Non mi sorprenderebbe venir a sapere che VW abbia accettato di buon grado il contributo e che le discussioni per le prossime facilities in Europa diventino una specie di asta al miglior offerente.

    • Non c’è proprio da sorprendersi per niente: sono 50 anni che la dislocazione e la rilocazione degli impianti produttivi è un’asta allo stato che offre di più…
      I politici – quindi tutti noi cittadini che i politici li eleggiamo – continuano a giochicchiare con i concetti di Stato, confini, sovranità e amenità simili, mentre l’economia gioca con tutti loro a chi offre di più… e li frega tutti, sempre, continuamente.

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