Viaggio in Cina, a Shenzhen, paradiso dell’elettrico dove la ricarica parte da 0,06 €/kWh. Il racconto è di Fabio Pressi, CEO di a2a E-Mobility e n.1 di Motus-E ed è visibile anche sul profilo LinkedIn dell’autore, già con commenti interessanti.
di Fabio Pressi
L‘esperienza a Shenzhen offre uno sguardo privilegiato sul futuro della mobilità urbana. Rivelando un ecosistema di trasporto elettrico integrato e pervasivo che va ben oltre la semplice sostituzione dei veicoli tradizionali. Questa metropoli di 17 milioni di abitanti si presenta come un laboratorio vivente per la mobilità “sostenibile” su larga scala.
Viaggio in Cina, a Shenzhen, un laboratorio da 17 milioni di abitanti
La prevalenza di veicoli elettrici, con il 73% del parco auto e la totalità del trasporto pubblico (16.000 tra autobus e taxi) a zero emissioni, testimonia una trasformazione radicale del tessuto urbano. Il sistema di targhe differenziate – verdi per i veicoli elettrici e blu per quelli endotermici – non è solo una scelta estetica, ma un potente strumento di policy che incentiva visibilmente l’adozione di tecnologie pulite. Avere una targa blu costa molto di più di una verde. Questo scenario è il risultato di un massiccio investimento da parte di numerosi brand domestici (e anche di Tesla), che hanno puntato in modo aggressivo sul settore della mobilità elettrica. Seguendo le direttive del governo cinese, che già nel 2009 aveva dichiarato questo settore come ‘strategico’. Molte delle auto che abbiamo osservato da vicino mostrano un’eccellente qualità costruttiva. Con un’innovazione particolarmente avanzata nell’automazione (già dotate di tecnologia per la guida autonoma). E, soprattutto, una grande attenzione a distinguersi attraverso nuovi servizi di comfort per i clienti. E anche a costi domestici contenuti.
Ovviamente, l’elevata competitività del mercato ha portato anche al fallimento di alcune di queste aziende locali, riflettendo rapidità e pressione di questa trasformazione. La rivoluzione elettrica è così estesa che ha coinvolto anche i mezzi a due ruote: motorini e biciclette tradizionali sono praticamente scomparsi, rimpiazzati da alternative completamente elettriche. Emblematico è inoltre il quasi totale declino dei marchi europei, che hanno perso rilevanti quote di mercato, persino nel segmento C, tradizionalmente più stabile. Il silenzio che pervade la città, nonostante l’intenso traffico, è forse l’aspetto più sorprendente. Offrendo un’anteprima tangibile dei benefici acustici della mobilità elettrica nelle aree urbane densamente popolate. La visita al centro di ricerca Huawei, con il suo campus di ben 12 ettari, che replica città europee, simboleggia l’ambizione e il desiderio di stupire che guidano l’innovazione tecnologica.
Il prezzo della ricarica cambia più volte durante la giornata, con il variare del costo dell’energia
Gli hub di ricarica, che abbiamo avuto modo di osservare da vicino, evidenziano l’importanza cruciale dell’infrastruttura nella transizione verso la mobilità elettrica. L’amministrazione di Shenzhen ha pianificato la realizzazione di 1.000 hub di ricarica, tutti ad alta potenza, di cui 300 già operativi. Non sono semplici stazioni di ricarica, ma nodi intelligenti dotati di impianti fotovoltaici e batterie di supporto. Inseriti in una rete urbana integrata per gestire flussi energetici bidirezionali e di ottimizzare l’uso della rete elettrica per ridurre i costi di approvvigionamento. I costi per la ricarica sono estremamente bassi, con variazioni a seconda delle fasce orarie, che vanno da 0,06 a 0,18 €/kWh. Variano significativamente durante la giornata a causa dell’alta variabilità del costo dell’energia. I bassi costi di ricarica e la tipologia dei veicoli elettrici cinesi progettati per la ricarica rapida, hanno fatto sì che la ricarica avvenga principalmente in corrente continua (DC). Sia ad alta che a bassa potenza.
Grande attenzione ai mezzi pesanti, con impennata nella produzione di batterie
Aggiungo quanto abbiamo osservato nel centro di test delle infrastrutture di Huawei, confermato anche dagli incontri con i responsabili dello sviluppo. Grande attenzione è rivolta anche ai mezzi pesanti, già disponibili sul mercato cinese, e questo lascia prevedere un’ulteriore impennata nella produzione di batterie. Accompagnato da un inevitabile abbassamento dei prezzi e da una capacità di ricarica ancora più rapida. Questa rapida trasformazione solleva questioni cruciali sul futuro della mobilità elettrica a livello globale. E si inserisce in un contesto italiano totalmente e consapevolmente ignaro di questa inevitabile evoluzione tecnologica. Ridurre tutto ciò a semplici slogan è una visione miope e controproducente. È necessario ripensare questo settore in un’ottica di innovazione e competizione globale, come evidenziato da Mario Draghi nel suo Report sulla competitività. È l’unico modo per consentire alle nostre industrie di interpretare e affrontare questi cambiamenti, garantendo risposte adeguate alle sfide future.
- La storia tragicomica del tipo che boccia l’elettrico perché “ci ho messo 3 ore per fare 27 km”/ Già oltre 160 mila visualizzazioni per il VIDEO di Paolo Mariano
Bravo Guido!
Ed io “ti seguo” rilanciando l’ appello.. a chi le grandi spese (Pompa Calore, Cappotto termico, BEV..) non può farlo… esortando a fare alcune cose possibili per (quasi) tutti tutti:
1) sito ARERA portale offerte x trovare subito un nuovo fornitore più economico sia per gas che energia elettrica… basta prendere le ultime bollette…capire o m³ gas e kW consumati nell’ ultimo anno..compilare i dati richiesti ..ed appare la lista di tutte le offerte in ordine di risparmio.
2} se possibile..abituarsi in inverno a Non stare in canottiera a 24 gradi.. con un maglioncino..anche 19/20 sono ottimi… E anche d’estate…meglio deumidificazione che raffreddamento a temperature polari…meno sbalzi…la salute ringrazia
3) ripeto il piano cottura ad induzione (che mia madre 85enne usa con grande soddisfazione -sua- e tranquillità e sicurezza -No rischi esplosione o scottature!). Usa quasi il 70% in meno di energia rispetto al gas…e d’estate Non scalda la cucina!
E poi ..ci mette molto meno tempo…
PS… Pentola a pressione! Anche un modello semplice… Sono sicurissime..si risparmia 50% di gas/energia elettrica/tempo!!
E poi… curare gli infissi (Senza spifferi!), tende “a taglio termico” per la notte (costan poco ) da mettere assieme a quelle leggere uso giorno (se non possibile..tendine al vetro..coi “bacchi estensibili”)…
E per tornare alle auto ..meno fretta ..e velocità codice… Si và vicino al WLTP 😉
Articolo interessante, ma lasciamo fuori il sistema Draghi, per favore. Abbiamo già dato e ancora stiamo dando.
“La prevalenza di veicoli elettrici, con il 73% del parco auto e la totalità del trasporto pubblico (16.000 tra autobus e taxi) a zero emissioni, testimonia una trasformazione radicale del tessuto urbano.”
Mi permetto di precisare: per quanto riguarda le auto (trasporto privato) la percentuale a Giugno di quest’anno a Shenzhen era di circa il 25% del parco auto circolante mentre si arriva al 77.4% sul venduto ragionando però in termini di nev, quindi non le auto elettriche bensì le auto elettriche più le plugin.
Tra l’altro Shenzhen è la casa di BYD e per questo adotta una politica molto nev-friendly, visto che circa la metà della produzione di BYD ad oggi sono plugin.
Il fatto che con un 25% di parco auto circolante costituito da auto elettriche e plugin è sufficiente a rendere la città silenziosa è la prova provata che l’estremismo non paga e che chi cerca il compromesso vince, anzi, vincono tutti. Ma voi avete scelto per 2 volte la Von Der Leyen e quindi da noi ci teniamo il caos.
Ho come il vago sospetto che la signora VDL non ti piaccia molto.
Ho chiesto a ChatGPT di aiutarmi a capire cosa intende la VDL quando parla della nuova apertura agli e-fuel visto che il ban del 2035 già ha spalancato tutte le porte possibili e immaginabili agli e-fuel e mi è crashato prima il browser e poi il pc. Non è che ho qualcosa contro la VDL, è che non riesco minimamente a comprendere la sua strategia, cosa voleva prima, cosa vuole adesso, è proprio un problema mio personale che non capisco le sue parole. Sarà che nella traduzione tedesco-italiano certe sfumature si perdono quindi sono io che chiedo a te: tu hai capito cos’è che vuole fare la VDL da quando, dal giorno della sua rielezione, continua a ripetere “e-fuel”?
Second me intende “visto che con le elettriche abbiamo perso il treno ci riproviamo con gli e-fuel” 🤦
un contentino alla Germania… con la “freccia a destra”…
VDL è stata abile (il contrario di sprovveduta o impreparata) come politica di centro-destra, a superare il periodo elettorale senza dover promettere alle ultra-destre petrolifere di togliere il futuro ban alle auto termiche.. come si dice, tanti nemici tanto onore 🙂
sul resto delle decisioni comunque non penso dipenda da una sola persona, che fa più che altro da parafulmine e da portavoce, ma dai compromessi tra le spinte ed esigenze politiche-economiche che arrivano agli enti europei, i primi a fare confusione sul percorso e cercare di giocare allo sfascio sono i vari partitini sovranisti, e anche i costruttori europei
Hai ben spiegato come funziona la “Politica” 😎
Le Plug in, in Cina sono principalmente delle EREV, ovvero auto elettriche che usano il motore termico solo ed esclusivamente come generatore di energia, quindi é corretto parlare di auto elettriche, senza dover dividere le 2 tipologie
Falso. Ci sono anche le EREV ma sono tantissime le Plugin, molte più delle EREV. Non a caso le più vendute sono quelle di BYD (i cui modelli svettano nella classifica dei più venduti) e BYD fa Plugin, non EREV. E ha iniziato a esportarli anche qui in Europa.
è la dimostrazione che l’industria europea deve preoccuparsi della sovrabbondante capacità produttiva di auto più arretrate e costose degli equivalenti modelli cinese…. Hai voglia a mettere dazi solo sulle elettriche !! ricordo “secoli fa” le stesse preoccupazioni per le auto giapponesi…. ed infatti Toyota da noi si è imposta bene (nonostante i piagnistei di FIAT).
Sentire ieri G.M. e Orsini … che pena !!
Tutto molto bello ma alla fine torniamo all’argomento principe, ovvero la strategia e i fondi da investire.
Da un lato abbiamo un Parlamento Europeo che di strategie ne ha poche e confuse, (attaccato per lo più a date, numeri e ad una burocrazia predominante) e con ipotetici investimenti, tutti da verificare, di un miliardo di Euro per i prossimi 10 anni.
Dall’altro abbiamo la solita Cina sempre più ricorsivamente presa ad esempio ma di cui non si menziona o si paragona gli investimenti e le strategie messe in campo per raggiungere questo risultato.
Come dire, guardate la Cina che brava ma sono pure 20 anni che pianifica e investe su questo. Non è che gli è caduta dal cielo, ma soprattutto ha seguito una chiara e definita linea ampiamente appoggiata da fondi governativi.
Ad oggi la Cina, seppur la percentuale maggiore arriva ancora da fonti fossili, ha raggiunto obbiettivi da fonti rinnovabili lodevoli, in primis con il solare e poi eolico e idro.
Non stiamo a giudicare nello specifico modalità e impatti per raggiungere questi obbiettivi, considerando anche gli oltre 9 milioni di chilometri di superficie della Cina, l’Unione Europea ne copre circa la metà ma la realtà è incontrovertibile, se non vi è una chiara e precisa pianificazione con il totale appoggio delle istituzioni governative le date rimangono inchiostro su un foglio o peggio non fanno altro che fare più danni.
La famosa Gigafactory di Termoli ha subito l’ennesima battuta di arresto tanto da far dirottare i fondi altrove dal nostro Governo per alta probabilità di non essere spesi.
Questo è l’esempio di come ci si muova in ordine sparso in Europa con una miope Von Der Leyen arroccata su una data che rischia di essere di morte più che di innovazione se non contornata da un piano serio e credibile che accompagni il processo di transizione.
L’imposizione delle emissioni zero per altro hanno preso in considerazione statistiche già vecchie per dedurre da queste le proiezioni future. Risultato, il mercato dell’elettrico in Europa non è decollato e le case che hanno investito stanno tornando indietro non riuscendo a rientrare con i profitti rispetto agli investimenti fatti e voluti da Bruxelles.
La Cina lo ha capito l’Europa no o peggio fa finta. La transizione non può essere una cosa privata, o la si gestisce come una questione di pubblica necessità oppure non ha senso parlarne. Nel principio la stessa Norvegia lo ha dimostrato, è stato il governo a pilotare, investire e gestire la transizione ne date ne ha lasciato in mano ad altri.
Prendiamo ad esempio i paesi per il risultato ma non per la strategia.
Tutto giusto, aggiungerei che gli obiettivi tendenzialmente ci sono e sono a lungo termine, il Carbon net zero al 2050,firmato da quasi tutti gli stati del Pianeta, che in Europa ha un passaggio cruciale, zero endotermici dal 2035… Zero caldaie che bruceranno fossili dal 2027. (Correggetemi se sbaglio).
Sempre in Eu .dal 2020 per iniziare a emettere meno CO2, multe ai parchi circolanti con emissioni maggiori di 95gCO2/Km.
Invece di investire su tutte le tecnologie possibili, ma in realtà le aziende che intendono vivere a lungo lo stanno facendo, insieme alle università, abbiamo una politica che si impunta perdendo tempo dicendo che la strada non è la migliore…sarebbe bello sentire invece proclami di nuove tecnologie applicabili che con ulteriori investimenti ci libereranno dai fossili, che riducono il costo dell’energia (per quanto difficile)
Oltretutto… Cina oltre il miliardo di abitanti, India Oltre il miliardo di Abitanti, Italia ca. 60milioni di abitanti… e pensiamo di essere influenti?
Se non ci uniamo tutti insieme e guardiamo più che avanti siamo fritti…
Beh, citycar elettriche che costano 8.000 €, prezzi alla colonnina più bassi dell’utenza domestica italiana, incentivi (non solo economici) statali continui…
Di che stiamo parlando? Se questo articolo è dimostrativo di quale strada sia quella giusta per fare una corretta transizione energetica, allora noi siamo su una strada completamente diversa.
Io sono tornato da pochi giorni dalla Corea del Sud.
Dalla precedente visita, solo 1 anno e mezzo fa, il numero di BEV è cresciuto tantissimo anche lì.
Signori, l’analisi è impietosa e corretta. Gli europei, arroccandosi nelle loro posizioni, stanno perdendo continuamente competitività.
O si danno una svegliata o arrancheranno.
Una volta il “mondo occidentale” era la punta tecnologica ed economica del pianeta;
a forza di “delegare” ad altri (Cina ed Asia in generale o paesi africani) la produzione di materie prime, semilavorati, componenti e prodotti finiti … abbiamo perso le capacità intrinseche (salvo alcuni rari casi) ad un livello tale che… leggendo questo bell’articolo (una frustata in faccia direi) che fa capire quanto siamo rimasti indietro (Norvegia a parte) e quanto dobbiamo recuperare… per qualche lettore è fantascienza…
Sicuramente lo scenario di Shenzhen ed altre ricchissime e tecnologicissime zone cinesi (così come la SiliconValley in USA) NON rappresentano la normalità… ma solo un eccezionale esempio di cosa sappiamo e possiamo già fare: NON è fantascienza ! è frutto di determinazione politica ed industriale.
I cinesi che vengono a far turismo nella vecchia Europa (ed hanno millenni di civiltà avanzatissima pure loro) forse sorridono a vedere in quale stato “medioevale” viviamo rispetto a loro…
Sicuramente per il governo cinese puntare su trasporti elettrici è stata una mera condizione di sopravvivenza:
– carenza di petrolio, carbone e gas sul loro territorio in proporzione alle necessità interne (e nonostante il basso livello medio di consumo… vista l’arretratezza di enormi zone di territorio con centinaia di milioni di persone che vivono in condizioni enormemente diverse dai loro connazionali delle zone ricche ed avanzate;
– condizioni ambientali a livelli pericolosi per la salute e la sopravvivenza; pensate se in una città da 17 milioni di abitanti tutti si spostassero con veicoli termici…magari in inverno… con riscaldamenti termici …. Dovevano per forza cambiare ! ne andava della stessa sopravvivenza… così come ne va della sopravvivenza di tutto il pianeta adeguarsi a nuove tecnologie meno impattanti sulle temperature e i livelli inquinanti.
– condizioni di supremazia commerciale acquisita: se noi occidentali siamo rimasti stupidamente indietro nella progettazione e produzione di veicoli molto migliori (nonostante li “abbiamo inventati”… nonostante Tesla ! ) hanno l’opportunità storica di avere un prodotto “automobile” migliore…
Chi può realisticamente pensare che “arroccarci” nelle nostre metodologie produttive di auto termiche ci salverà ??
Se sono stati capaci di produrre veicoli elettrici o elettrificati (li hanno anche termici puri, o range-extender o plug-in etc etc) molto più sofisticati dei nostri, più economici dei nostri… con prestazioni molto migliori dei nostri…. Neppure Porsche o Ferrari o Lamborghini possono restare a lungo “desiderabili” … se poi una XIAOMI o BYD ti svernicia in accelerazione…. costando pure poco ! (vabbè il “blasone” … ma allora TUTTI dovrebbero desiderare un Orologio di “haute horologerie” (ad es. Patek Philippe, Audemars Piguet, Vacheron Constantin etc etc)… mentre il “popolino” si accontenta di qualcosa che … segna l’ora…
Siamo seri ! siamo rimasti indietro… le nostre produzioni europee (tutte o quasi) dipendono da materie prime o componenti importate….
Dobbiamo fare accordi ! dobbiamo ri-equilibrare gli scambi su quello che è possibile.. e cercare eventualmente di continuare a produrre “a casa nostra” qualcosa su licenza..
Nessuno si salva da solo…
Damiano bel discorso, tutto vero, ma praticamente “che famo?”. Abbiamo un debito monstre, non abbiamo più una azienda aitomotive italiana, non abbiamo materie prime, abbiamo una burocrazia e una giustizia medievali, abbiamo un livello di istruzione tra gli ultimi in europa, stipendi da terzo mondo e una crescente fuga di cervelli (io stesso ho consigliato alle mie figlie di andarsene il pima possibile), abbiamo una evasione fiscale pima in tutta europa e lobby che ingessano tutto il sistema, abbiamo n sacco di infrazioni alle leggi comunitarie… sui partiti e sui politici stendo un velo pietoso …. sto cercando qualcosa di positivo ma al di la della pizza non mi sovviene nulla …. tu da cosa vorresti iniziare?
la pizza 🍕 è un buon punto di partenza: peccato non averla brevettata a livello internazionale e vivere di royalties come gli arabi col petrolio….
purtroppo Antonio il “quadro” è veramente pessimistico, perché (guerre in corso o potenziali a parte) siamo comunque arrivati ad un cambio epocale di equilibri internazionali (sia politico/militari che economici)… tra l’altro tutto ampiamente previsto e descritto molti anni fa ( nei libri che studiavo).
Dobbiamo prepararci a dei grandi cambiamenti (molti non in meglio purtroppo); visto che non si può “fermare il vento con le mani” è meglio cominciare ad “usare le mani” per darsi da fare… c’è da lavorare per recuperare il terreno perduto… e rincorrere chi oramai ci sta davanti.. finché ne abbiamo le forze .. sia economiche che capacità di studio.. (bene hai fatto a consigliare le figlie di essere preparate e disposte a spostarsi anche per lunghi periodi… te ne saranno grate).
Speriamo che qualche “politico” si svegli dal torpore delle chiacchiere.. e comincino a proporre linee di sviluppo concrete, non più collegate a sogni o ad un passato glorioso… così anche noi, quando chiamati, potremo scegliere magari una prospettiva realistica (anche se dolorosa) piuttosto che un’affabulazione piacevole ma irrealistica.. (ed oggi, in tv alla conferenza di Confindustria, ne ho sentite di “cose che voi umani…” 😨🤑)
Per rimanere in tema di Vaielettrico (auto, piano cottura, riscaldamento, isolamento, fotovoltaico): chi può (e sono tanti, ma proprio tanti, che possono hic et nunc), faccia.
Cioè non legga quello che scrive “La Verità”, non ascolti Porro, Salvini, non guardi il canale di Ingegneria Italia e si compri l’auto elettrica, metta il piano ad induzione, cambi la caldaia con una pompa di calore, dia disdetta del contatore a metano, isoli la casa… chi può farlo (ha i soldi), lo faccia.
Se un milione di persone in un anno danno disdetta del contatore del gas, è un segnale fortissimo. E in Italia un milione di famiglie che possono permetterselo ci sono eccome. Io lo farò il prossimo anno (sto guardando le pompe di calore).
ecco hai detto giusto ora magari un milione di persone sui 60 presenti in Italia (quelle più abbienti) potrebbero farlo, l’anno prossimo diventerebbero 600000 (il numero di abbienti resta uguale però devi levare quelli che già si sono convertiti al green) nel giro di 4 – 5 anni bbienti li hai fniti (i Italia i conti correnti fra i 15 e i 250000 euro son lo poco più del 21% di cui il 16% ti 15 e i 50000) e poi che fai? Speri che stato e/o Europa dia i soldi a tuttili atri per adeguarsi o credi c e banche diano fondi a alto rischio a gente con poche garanzie? Sempre che questi vogliano jndebitarasi per anni a favore della transazione green.
Scusa ma io sono a dir poco scettico su una simile visione.
antonio
se passano 5 anni e ogni anno hai un milione di disdette di contratti gas (impossibile, è un discorso teorico estremizzato, ma vale come concetto di fondo) succede che:
– chi fa caldaie a gas, non le fa più: si vendono solo pompe di calore che oggi costano molto di più di quello che valgono perchè se ne vendono POCHE.
– chi fa piani ad induzione vede centuplicare il venduto e i costi si abbassano
– la rete energetica è costretta a crescere perchè aumenta la richiesta, contemporaneamente si abbassa la domanda di gas da riscaldamento che può essere usata per produrre corrente, non dimentichiamo che usare il metano per riscaldare con un rendimento del 110% (caldaia a condensazione) oppure usare le centrali turbogas con rendimento del 55% (già al netto del dispacciamento) e pompa di calore con SCOP 2 è equivalente, solo che le PdC hanno SCOP 2 con 20 gradi sottozero e il 95% della popolazione manco scende sotto zero, per cui lo SCOP globale è probabilmente ben più di 3, significa risparmiare il 50% di gas per riscaldamento!! Per i piani ad induzione il rendimento è almeno triplo, ma i consumi globali non sono così determinanti, risparmi comunque la rete del gas che nelle nuove case non serve più e i tubi sono di ferro/rame che non devi produrre… altro risparmio di CO2.
– l’Italia è molto meno dipendente dal gas e i contratti che facciamo hanno un peso molto diverso: ora sanno che non possiamo farne a meno e dettano le regole, è oligopolio, immaginiamoci di avere bisogno, sempre per parlare con cifre a caso, della metà del gas attuale, lo farebbero pagare più o meno di adesso, sapendo che non ne siamo più così dipendenti? Legge di mercato dell’utilità marginale (e aumento della concorrenza, perchè oggi si ragiona a chilometri cubici e l’offerta è molto limitata come numero di paesi, se cambi unità di misura puoi rivolgerti anche ad altri fornitori minori)
– se ogni anno le BEV crescessero proporzionalmente al resto dell’Europa avremmo 150.000 BEV in più ogni anno, in 5 anni sarebbero già 750.000 circolanti e il tasso di occupazione delle colonnine sarebbe 5 volte più alto e magari comincerebbero anche a fare manutenzione, ad allacciarle, ad impedire che vengano usate come parcheggi etc. e quelli senza garage potrebbero anche pensare di trovarle libere a costi umani
Articolo interessantissimo, grazie 🙂
PS: la possibilità di pagare (ancora meno) la corrente con un costo che varia ora per ora (e conoscibile in anticipo con app e siti web), in alternativa a contratti più tradizionale, sembra ci sia già anche in Spagna
esempio:
https://selectra.es/energia/semaforo-selectra
E’ anche possibile utilizzare queste informazioni per automatizzare la wallbox di casa, in modo da avviare la carica solo quando l’elettricità costa meno di Tot, impostabile a piacere dall’utente. Ho un collega in Olanda che sfrutta questa opportunità, con un semplice modulo di Home Assistant.
sinceramente credo che questi paragoni con la realtà di punta cineseal di la della pura informaxione credo che lascino ol tempo che trovano, sarebbe come paragonare gli stipendi italiani con quelli del Lussemburgo e chiedersi fra quanti decenni/secoli ci arriveremo.
La realtà europea e sopratutto italiana è anni luce da queste realtà e aprire un libro dei sogni sperando che si avveri anche da noi in tempi non biblici è utopia.
Non e’ vero, mediamente un cinese guadagna molto meno di un italiano. E se in una città da 17 milioni di abitanti la maggioranza guida elettrico significa che si tratta di una cosa alla portata di tutti. Eliminando i dazi (concetto da 18o secolo) avremmo tante auto cinesi elettriche a basso costo in Europa, così i vari costruttori europei si sveglieranno. Nessuno fa una piega se tutti gli smartphone e i computer sono fatti in Cina (ma proprio tutti) mentre per le auto si scatena una guerra… dimenticando di tutte le case che per anni sono andate a produrre in Turchia, Serbia (FCA) Tunisia (PSA) e avanti così…
Attenzione che nelle megalopoli costo della vita e stipendi sono in gran parte allineati ai nostri (non prendo in considerazione la fascia bassa che fanno i pendolari dalle campagne che generalmente alloggiano nelle strutture di proprietà della ditta dove lavorano) ; per la parte auto va fatta una importante distinzione mentre l’Italia ha una percentuale di 700 auto circa per mille abitanti, la Cina ne ha circa 100 ma nelle megalopoli non troverete auto posteggiate a destra ed a manca come da noi perché o hai il posto dove metterla o non acquisti l’auto quindi con le dovute proporzioni avrai meno auto circolanti a Shenzhen che a Roma o Torino o Milano . Interessante il costo differenziato per fascia oraria nella ricarica alla stregua del costo energetico che pago a casa. Prezzo energetico in linea con i mix energetici locali ( da loro benzina la vale 0,9 €litro e loro come noi acquistano il petrolio); per esperienza diretta in città come quelle viaggi per la maggior parte con la metro , taxi e bus .
Ripeto, per me è un libro dei sogni, in quanti posti al mondo trovi prezzi di auto, ricariche e infrastrutture così? Dove esistono targhe differenziati a secondo che siano elettriche o endotermiche con severe restrizioni per quesre ultime … poi se uni vuole proprio crederci ok tutto è possibile anche vincere milioni spendendo 2 euro al superenalotto, io sono più pragmatico e guardo alla reatà dei fatti e i fatti dicono cose diverse sia dalle promesse/aspettative fatte 5 anni fa sia dalle prospettive che analisti e case costruttrici prevedono per i prossimi anni, poi come ho detto ognuno è libero di credere a quel che più gli piace.
Antonio Gobbo, tu scrivi
“io sono più pragmatico e guardo alla realtà dei fatti e i fatti dicono cose diverse sia dalle promesse/aspettative fatte 5 anni fa sia dalle prospettive che analisti e case costruttrici prevedono per i prossimi anni”
La realtà è che la capacità produttiva europea è tremendamente arretrata rispetto alle frontiere tecnologiche raggiunte in altri paesi (gigacast, AI, robotizzazione avanzata etc) , che i nostri costi sia energetici (per carenza F.E.R.) che lavorativi (per elevati livelli redditi e tutele lavoratori.. ); siamo troppo poco avanzati per riconquistare il cliente cinese/asiatico e troppo cari per quello africano/sudamericano; la capacità produttiva è oramai esuberante da anni (da prima che cominciassero a diffondersi le vetture elettriche) e quindi è ben chiaro che non ci potremo più permettere tutti quegli occupati nel settore automotive… come in tanti altri (elettrodomestici, tessile/abbigliamento/moda etc).
il “libro dei sogni” ti garantisco che è già un “registro degli incubi”.
il libro dei sogni sj riferiva alle % delle elettriche previste per questi anni, (previsioni ora riviste per il 2030 e anche li con beneficio di inventario) poi che le maestranza siano in eccesso ok però prevedere un piano “ambizioso”, assolutamente non pianificato, mettendo solo multe e paletti anche in neoassunto capisce che è una metodologia che non sta in piedi, da che mondo e mondo è il mercato che detta l’andamento del business e non viceversa, a Bruxelless purtroppo invece la commissione in un delirio di onnipotenza ha dettato nel 2019 delle regole senza lontanamente prevedere che potessero essere intoppi e non funzionare, non le ha modificate con l’arrivo del covid e neppure con lo scoppio della guerra in Ucraina, manco le 12 tavole erano tanto rigide e inflessibili … ora che il buon Timmerman fa altro, la patata è rimasta a Ursula che pur di avere la presidenza ha dovuto accettare i voti dei pochi verdi rimasti dopo le votazioni europee, e lei continua a tirar dritto nonostante che il rischio di schiantare la UE e i suoi lavoratori è ora molto alto.
Come dicevano i romani mala tempora currunt e in futuro temo che potrà esser solo peggio.
In effetti Antonio… neppure io mi aspetto nulla di buono…. specialmente a sentire proclami vari …
Siamo arrivati al “si salvi chi può…” (e da solo…) 😔
Il modello non è replicabile in toto per tante ragioni (una delle quali è la democrazia), sicuramente, però, nel 2009 erano messi esattamente come noi, in 15 anni hanno cambiato tutto.
Io sono stato a Shanghai l’ultima volta nel 2016 ed ero rimasto impressionato dai motorini elettrici che erano la stragrande maggioranza già all’ora, qui da noi non se ne vedeva ancora uno.
L’Europa non ha molta scelta: la Cina è il più grande mercato automobilistico al mondo e il 36% dei suoi veicoli venduti nel 2023 erano esclusivamente a batteria, cui si aggiunge un altro 15% di Plug-in. In pratica le auto a soli carburanti fossili (ibride comprese) erano già la minoranza, lo scorso anno. Quest’anno sarà peggio (per i fossili).
Se i produttori Europei e non (Toyota in primis) stanno a guardare alla finestra pensando che continuare a fare utili oggi tramite la vendita di segmenti D elettrici superlusso sia la soluzione, si scontreranno sul fatto che avranno completamente perso un terzo dell’intero mercato mondiale in Cina che però non è confinato a quella zona, sta già invadendo il resto del mondo, perdere un terzo del mercato significa perdere in competitività che già è complicata quando combatti con una potenza economica (e politica) come la Cina, l’India seguirà a ruota (ed è il paese più popoloso del mondo, ha superato la Cina).
E’ già tardi per uscirne indenni (parlo dei produttori di auto), possono solo limitare il danno e cercare di riconquistare il distacco che hanno favorito loro stessi stando seduti a guardare il panorama con il mojito in mano e pensando che “ma dove vuoi andare, tanto ti ripiglio, sono 100 anni che faccio auto e sono BMW/Audi/Mercedes/Volkswagen/Toyota/Honda/Chrysler/Ford, ti raggiungo quando voglio…”
Qualcuno scrisse “I carmaker storici stanno solo aspettando il momento giusto per partire”, a me pare che sia una strategia un pelino perdente, almeno in quote di mercato: ogni volta che si presenta un nuovo marchio sul mercato, una parte di vendite è dirottata e lo è PER SEMPRE, se quel marchio sopravvive.
BYD e Tesla 15 anni fa chi se li filava? Ma nel 2023 hanno venduto solo loro 5 milioni di auto, che sono pur sempre il 6% dell’intero venduto mondiale, che chiaramente è stato sottratto ai “carmaker storici”.
A me sembra un film già visto e se io fossi un operaio del settore automotive o che lavora in componenti meccanici nell’indotto, esclusa Ferrari/Lamborghini etc., mi guarderei intorno: detto con tanta amarezza. Poche decine di persone ai vertici aziendali saranno responsabili di tanti problemi di tante persone, schiaffi morali a parte con le convenzioni di acquisto.
Continuiamo a vivere e ragionare come fossimo rimasti al primo dopoguerra, “noi” col boom economico, “loro” poveri paesi in via di sviluppo. E’ ora di aggiornare le conoscenze ferme a 50 anni fa (consiglio la lettura di “factfulness” per accorgersi di come abbiamo una percezione datata e sbagliata del resto del mondo). Gli asiatici sono più di 4 miliardi, la maggioranza della popolazione mondiale, e sono al nostro stesso livello di evoluzione sociale. Noi siamo solo 500 milioni e abbiamo smesso di crescere, per molti settori siamo ormai un mercato marginale, e destinati a diventare periferia del mondo se non cambiamo innanzitutto questo atteggiamento spocchioso. Noi e gli statunitensi a seguire.
E’ facile sminuire ogni esempio virtuoso proveniente da un altro Paese col classico commento “eh ma la realtà italiana è diversa, non è paragonabile, quella cosa da noi non funziona”.
Ammettiamo fosse vero, l’alternativa di non copiare questi modelli quale sarebbe, esattamente?
copiare come? levare molte tutele sul lavoro? cercare in africa risorse che non abbiamo? dare defoult in modo da non restituire le migliaia di miliardi debito e insieme uscire dalla UE?.
Dire copiamo è facile, poi però risolvere i nodi che nessun governo di nessun colore è mai riuscito a risolvere è tutt’altra cosa.
L’ho chiesto io a te Antonio. Ok, quei modelli economici e di sviluppo non sono replicabili dai noi, quindi? Che si fa, continuamo a lagnarci e basta? Invitiamo tutti a scappare? E visto che ti preoccupi spesso del potere di spesa degli italiani, che fanno quelli che non possono scappare?
Senza fare piani giganteschi che non portano a niente, io punterei su due cose per iniziare :abbattimento della burocrazia e riduzione del costo energetico. Son cose di cui beneficiano tutti gli italiani, senza distinzioni. E da li si possono aprire nuovi scenari. Invece abbiamo i cretini al governo che puntano ad essere l’hub del gas (praticamente i distributori di una tecnologia che tutti vogliono dismettere, saremo i nuovi cubani) e per il resto perdono tempo su temi assolutamente non rilevanti, se non per fare ulteriori danni.
Luca, l snllimento della burocrazia sono decenni chevlo sento in programma da ogni tipi di governo ma ad oggi siamo ancora qui… sinceramente non saprei chi votare per vederlo attuato, riduzione dei costi energetici? ma non abbiamo avuto il record di energie rinnovabili? tu hai visto qualche riduzione dj prezzo?
E tutti gli altri problemi tipo stipendi e pensioni? o forse credi che dimezzando il costo dell’elettricità tutto partirebbe a razzo? la Spagna ha i prezzi metà dei nostri ma la %di BEV è di poco superiore alla nostra .. perchè? perchè i loro stipendi sono inferiori ai nostri. E così come la giustizia ..
sono deceni che se ne para ma ogni riforma è, se possibile, peggiore della precedente.
Insomma tu sarai ottimista … ik no dopo decenni di false promesse per i giovani purytoppo vedo solo un futuro con la valigia.
Guido, forse prima o poi anche da noi l’elettrico arriverà con % significative … la differenza fra di noi è la quantificazione del “poi” … per te è a tempi medio/brevi, per me è a tempo indeterminato (nel senso che non lo so valutare ma sicuramente non certo breve)
Intanto possiamo con 15 anni di ritardo se possiamo immediatamente. Vuoi aspettare altri 20 anni? Saremo 35 anni in ritardo
Non arrivi 35 anni in ritardo, un giorno ti svegli e scopri che chi ti vende il petrolio riduce la produzione e alza i prezzi. E il tempo perso non lo recuperi più.
In pratica finisce come col gas: per anni ti costa pochissimo e ci basi il tuo successo economico poi il prezzo schizza in alto e ti sei giocato la competitività delle tue industrie energivore. Col petrolio si pensa di fare lo stesso, vai di ibride perché costa meno rifornirle, intanto il gas lo stiamo pian piano eliminando dalla rete e col petrolio ci consegnamo nelle mani di chi ce lo vende.
Chissà come finirà!?
Mi va tutto bene ma c’è sempre quella dicotomia che loda i risultati della Cina ma evita di evidenziare come li ha raggiunti.
BYD era nato come produttore di Batterie, ora per senso logico fosse accaduto lo stesso in Europa senza nessun aiuto oggi BYD sarebbe un produttore di auto?
BYD è nata rilevando una casa automobilistica statale cinese la Qinchuan Automobile Company e da li ha usufruito ed usufruisce di sussidi e agevolazioni fiscali dello stato.
I finanziamenti statali e la produzione di batterie in casa sono un punto nodale della strategia di mercato cinese, se non capiamo questo ma pensiamo semplicemente all’inerzia dei marchi europei facciamo solo autolesionismo.
Rendiamoci conto che lo scorso Giugno Pechino ha offerto un piano di 72,3 miliardi di dollari in agevolazioni in quattro anni solo per le EV.
No dico avete idea di cosa parliamo, sono il corrispettivo di circa tre manovre economica dell’Italia destinate però in tutti i settori mentre li solo per le EV. E allora di cosa andiamo a blaterare?
Il governo cinese ha inondato con miliardi di dollari il comparto della mobilità elettrica per fare della Cina un riferimento mondiale, non ha fatto chiacchiere o burocrazia ha indicato chiaramente la strada e ha dato i mezzi per tracciarla.
In Europa gli aiuti di stato sono vietati, le case automobilistiche devono fare grossi investimenti per innovazioni e produzioni e le batterie elettriche, indispensabili per le BEV, sono fatte ancora per la maggioranza da produttori cinesi.
E’ come presentarsi con un accendino al cospetto di chi ha un lanciafiamme.
E anche Tesla, un tempo monopolista, sa subendo la politica aggressiva di Pechino tanto da dover fare continui cambi di rotta. Giusto per avere un’idea il Norges Bank Investment Management Norvegese fa parte degli azionisti di Tesla.
Ci si ferma molto alle apparenze ma non si vuole capire la montagna di soldi che il governo Cinese ha investito per raggiungere questo obbiettivo rispetto alla cialtroneria dell’UE e i pochi fondi messi in campo per fare la stessa cosa.
72 miliardi in 4 anni in Cina, sono 18 all’anno, e rapportando le popolazioni ( 1 a 23 ), sono 780 milioni all’anno in Italia
sono circa i soldi che l’italia a speso nel 2024 per incentivare le auto termiche
con un po’ di ritardo ma procederemo anche noi, nonostante crisi stipendi e governo attuale amicone di Eni
Sfatiamo questo mito del rapporto 1 a 23 come se tutta la popolazione della Cina si potesse permettere di comprare auto elettriche.
Per quanto se ne dica in Cina ci sono circa 90 milioni di indigenti, a questi devi aggiungere tutta una classe di giovani Cinesi che hanno stipendi da fame che gli bastano per vivere ma quasi risparmi nulli in banca.
Di certo non mi aspetto che la popolazione del Gansu o luoghi dove il reddito è di 3 euro al giorno stanno a pensare di viaggiare in elettrico.
Togliamoci dalla testa che questo benessere sociale made in China coinvolga tutti i circa 9.500.000 km² del suo territorio.
Quindi quei famosi 72 miliardi vanno suddivisi tra i poli industriali cinesi e non sono di certo 780 milioni all’anno.
Poli indstriali come Shanghai, Fujian, Jiangsu, Zhejiang, Anhui, Hubei, Jiangxi oppure Wuhan, Nanjing, Hangzhou, Chengdu, Guangzhou, Shenzhen, Shanghai e la stessa Pechino.
La Cina ha programmato ed investito per un chiaro obbiettivo, prendersi la sua fetta di mercato nel campo della mobilità elettrica. C’è molto più business che ideologia green in questo sia ben chiaro ne è tutto oro quello che luccica.
Il mio focus è sul fatto che senza investimenti garantiti e mirati ed una strategia chiara, come ha fatto la Cina, l’Europa non va da nessuna parte!
Omer: “Di certo non mi aspetto che la popolazione del Gansu o luoghi dove il reddito è di 3 euro al giorno stanno a pensare di viaggiare in elettrico.”
Quelli che citi sai benissimo anche tu che già ora viaggiano. E viaggiano spesso su scooter. E lo scooter elettrico è una manna per l’asia. Elimina inquinamento e dipendenza da idrocarburi.
Omer
Io credo che le scelte cinesi non abbiano proprio nulla di ecologico: sono pragmaticamente economiche. I costi per la sanità e la dipendenza da paesi terzi, questi erano i problemi.
Proprio perché è una scelta (della dittatura di governo!) non ideologica dovremmo adottarla noi smettendo di farne una questione di sinistra, destra, verde o fanatica: sano cinismo, logica, ovvia.
Guido.. secondo te “esclusa Ferrari/Lamborghini” ?
Intanto bisogna che escano indenni dalle ritorzioni per i dazi-auto…
Secondo me è solo questione di tempo farle diventare un oggetto da collezione, al pari delle statue o dei quadri…. belle da guardare… usare poco o nulla se vengono imposte limitazioni dal governo centrale…
Anche da noi in occidente sopravviveranno solo fino al punto-limite di uso degli idrocarburi (che sta arrivando sempre più velocemente) magari se riesce “l’operazione e-fuels” , un prodotto per ricchi…per lasciargli usare i loro amati veicoli da collezione, come l’alta orologeria svizzera .
Pensavo proprio agli e-fuel. Se hai una Lamborghini che ti costa in assicurazione 10.000€ all’anno, cosa ti interessa se paghi il carburante 5€ al litro o più? Avranno sempre un mercato, perchè gli ultraricchi esisteranno sempre, anzi, andiamo verso la diminuzione del cosiddetto ceto medio. I soldi attirano i soldi.
Si…ma immagino che gli e-fuels serviranno prevalentemente per grandi aeromobili (difficilmente saranno ad idrogeno.. più esplosivo) che non potranno essere elettrificati come quelli di piccola taglia (almeno in questo secolo).
Occorre comunque superare un certo fattore di scala per renderne conveniente la produzione.
Ovviamente mi auguro che questo carburante sintetico sia veramente “pulito” nella produzione e nell’ impiego..
Ma che disco rotto. Se paragoni con la Norvegia non va bene, se paragoni con la Cina non va bene.
Con chi paragoniamo? Va bene l’Antartide o i pinguini essendo solo bianchi e neri sono poco inclusivi?
O hanno stipendi più alti degli italiani anche loro visto che vestono sempre in smoking?
Importante precisare la targa verde indica i NEV (new energy vehicle), che includono BEV e PHEV.
differenziare le targhe è una ottima idea da replicare a livello europeo: mette in chiaro chi ha vetture idonee a certe concessioni (parcheggi agevolati, accesso ad aree a traffico ristretto) ; aiuto fondamentale anche per eventuali interventi di soccorritori (infermieri e VVFF in primis) in caso di incidenti, avendo una possibilità in più di capire chiaramente quali precauzioni e procedure adottare (anche una plug-in può essere pericolosa con presenza contemporanea di combustibile & batteria accumulo importante).
Mario Draghi è uno sfasciacarrozze che già si è venduto una volta mezza Italia!
Adesso ha alzato il tiro e vuole vendersi l’Europa intera!
Ciò detto, se vi piace tanto il “presepe”, perché non emigrate tutti a Shenzhen???
La realtà le brucia così tanto che può solo trasformarsi cattiveria! Il suo commento, a me, fa solo pena.
realtà cinese o realtà italiana? le due realtà viggiano su rette parallele ma moltooo distanti e non mi pare che ci siano in vista convergenze.
Che non ci siano in vista convergenze e’ quello che pensa lei ( e ho il massimo rispetto della sua opinione ) ma tra qualche tempo potremmo trovarci invasi anche da auto cinesi ( oltre tutto il resto) poi magari…nessuno le ha viste arrivare…e non posso che associarmi a quanto( sopra) affermato da Endyamar.
Tranquillo Rhino, il report è stato subito cestinato in europa e solo in italia lo hanno incensato. in europa tengono buona solo la parte in cui chiede più fondi per la guerra.