Caso Prosecco. Ambiente o paesaggio? Sempre più vince il secondo. Abbiamo già scritto del caso Sardegna, anche se spesso è una strategia diretta a tenere in vita gas, petrolio e carbone. Ora è il turno del Veneto. Nelle colline venete del Prosecco un viticoltore è stato costretto a smontare i pannelli dalla sua vigna. Preesistenti, ma senza autorizzazione, alla tutela Unesco che li vieta con legge regionale.
Ma il paesaggio a prosecco è così naturale?
Il nostro vino frizzante più conosciuto nel mondo, il volano di una crescita economica senza pari ha origine antiche come si legge nei siti specializzati che parlano di una tradizione millenaria, anche se lo sviluppo più forte è recente. Ma dal lato paesaggistico si parla senza remore di colonizzazione, vista la corsa recente verso questa coltura, e di una minaccia ambientale visto che si tratta di una monocoltura che porta ad un appiattimento paesaggistico.
Sono sorti pure i comitati No prosecco che denunciano: “Non è rimasto un solo ettaro libero“. Con le associazioni degli imprenditori agricoli si è arrivati pure alle carte bollate. Lo scontro oltre che sul paesaggio tocca pure i trattamenti fitosanitari e la perdita di biodiversità. Una lotta dentro e fuori i filari.
Insomma è chiaro: il prosecco ha modellato il territorio rurale e agricolo negli ultimi anni. Molto apprezzato e per sfruttare anche le ricadute turistiche i veneti hanno investito molte risorse sulla sua valorizzazione.
Il 7 luglio 2019, a Baku (Azerbaigian), il sito “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” è stato iscritto nella lista del patrimonio mondiale Unesco. Una scelta con evidenti ripercussioni sulle azioni ambientali come per esempio l’agrivoltaico.
Tempesta mediatica per i pannelli
La notizia è di forte interesse – oltre che politico e sociale di forte valenza economica – e per questo ha occupato un grande spazio nella prima pagina del quotidiano Il Gazzettino. Nella testata giornalistica veneta si racconta la storia di Gilberto Brustolin, imprenditore e proprietario dell’azienda vitivinicola Bottegan di Colbertaldo nel Comune di Vidor.
Il viticoltore è stato investito da una tempesta mediatica che lo ha messo sotto processo perché ha installato i pannelli fotovoltaici tra i suoi filari sulle colline tutelate dall’Unesco. L’impianto è stato smantellato nonostante sia precedente alla delibera regionale del luglio 2022, ma l’imprenditore non aveva chiesto le necessarie autorizzazioni.
Impianto smantellato dal vigneto
Gilberto Brustolin ha smantellato in tempi veloci l’impianto. “Non rimarrà alcun pannello” ha promesso e mantenuto l’imprenditore veneto. Ma al giornale ha pure sottolineato: “Comunque non sono mica l’unico ad avere i pannelli sulle Colline del Prosecco“. Lui – come scrive Il Gazzettino – ha “giocato d’anticipo evitando di incappare in sanzioni, o peggio“, ma Houston, abbiamo un problema.
Il Comune di Vidor ha infatti annunciato di voler andare in fondo ovvero di voler smantellare tutti gli impianti. Illuminanti le parole del presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Mario Pozza: “Quei pannelli sono un pugno in un occhio. È stato fatto un duro lavoro per trasformare la natura in bellezza architettonica grazie alle coltivazioni, ed è un patrimonio che non può essere deturpato“.
La conferma del concetto di “invenzione della tradizione” elaborato dagli storici Eric Hobsbawm e Terence Ranger. Ma davanti alle conseguenze dei cambiamenti climatici catastrofici non è il caso di fare qualche ragionamento? La questione è spinosa visto i forti interessi economici in campo, anzi in vigna.
Eppure i pannelli tutelano la vite
Va bene la tutela del paesaggio, ma se non si guardano gli effetti dei cambiamenti climatici si rischia di perdere proprio il bene che si vuole tutelare: i grappoli, la vite, il vino.
L’agrivoltaico in questo scenario non è solo una entrata aggiuntiva per l’imprenditore agricolo ma soprattutto una forma di tutela delle piante.
I pannelli posizionati a 2 metri da terra proteggono la vite dagli eventi estremi, riducendo gli effetti negativi della troppa pioggia e del troppo sole, garantiscono anche un risparmio dell’acqua e dei trattamenti chimici. E aumenta la resa in qualità e quantità.
In Francia ci sono numerosi esempi, l’azienda Sun’Agri da anni ha realizzato progetti di agrivoltaico sui vigneti con buoni risultati.
Storia italiana di agrivoltaico in Puglia
Un caso di studio interessante è la vigna agrivoltaica di comunità inaugurata in Puglia, a Gioia del Colle, a fine 2023. Un progetto che mette insieme produzione di vino biologico ed energia pulita e rinnovabili.
In numeri si tratta di un impianto da 1 megawatt su 6 ettari di terreno – in collaborazione con le università di Verona, di Bari e con il Centro di ricerca e sperimentazione e formazione in agricoltura Basile Caramia di Locorotondo – e come si vede in foto non mancano le pale eoliche vicine.
Il vigneto si estende su 4 ettari e mezzo di vite ombreggiate dai pannelli, a cui si somma un altro ettaro dove sono scoperte. Si fanno le comparazioni ed emerge che sotto l’impianto si crea un microclima che garantisce un suolo più umido. Dato importante in tempi di siccità imperante.
Giusto tutelare e difendere il paesaggio, ma l‘agrivoltaico non è solo produzione di energia pulita ma anche un modo sempre più testato per mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
Per più di mezza Europa il paesaggio “sublime”
è un acquedotto romano in mezzo alle colline ..
immaginatevi se avessero vinto i no-acquedotto ai tempi dell’antica Roma
addio ai paesaggi oggi
ma soprattutto addio acqua corrente nelle città e nelle campagne coltivate
oggi eolico e fotovoltaico portano elettricità a buon mercato
lo stesso benessere primario per tutti degli antichi acquedotti romani
e imho sono belli quanto gli acquedotti romani
anche se ogni 25 -30 anni bisognerà valutare se tenerli e aggiornarli o smantellarli e ripristinare tutto come prima
il pianeta ha la febbre
le rinnovabili costano meno del carbone
SE NON ORA ..
QUANDO ?
vale lo stesso discorso come per i molini a vento …
Parlo da agricoltore allevatore… purtroppo il vitigno “prosecco” (ma la vite si chiama Glera) originaria del Carso è molto sensibile alle malattie e nei areali veneti molto umidi si ammala spesso, quindi è uno dei vitigni più trattati con fitofarmaci. La soluzione? Non bevete Prosecco, ci sono altri spumanti meno impattanti sull’ambiente!
altri spumanti meno impattanti sull’ambiente?
quali?
Ho scritto che il prosecco è il più impattante, quindi tutti gli altri… spumanti italiani ovviamente! Aggiungo meglio se BIO dove si utilizza 1/7 dei trattamenti fitosamitari rispetto al convenzionale e con sostanze a basso o nullo impatto ambientale.
Vorrei tanto che la gente si informasse un pochino prima di parlare a vanvera di paesaggio:
I caratteri dell’ambito riconosciuto dall’UNESCO sono principalmente tre:
– la singolarità geologica delle cordonate a “doppio hogback” ;
– la lavorazione del pendio a ciglioni inerbiti (per trattenere il terreno);
– il paesaggio a mosaico (vigneto al sud bosco a nord);
A cui si aggiunge il sistema del patrimonio culturale di chiese, oratorio, castelli ed esempi di edilizia rurale da tutelare.
Con buona pace dei ciglioni (e del disciplinare) ci ritroviamo vigneti ovunque può passare una vendemmiatrice: fondovalle, al posterno, fra i capannoni e perfino in mezzo alle rotonde. Le cantine pubbliche e private si allargano fino a dimensioni mostruose scavando l’intera collina o allineando enormi e lucenti silos. I pendii sono spianati come trampolini da sci con filari a ritocchino, drenaggio sotterranei e cento per tenerli insieme. Abbiamo ancora migliaia di capannoni vuoti (in tutta la provincia) mentre spuntano grattacieli e centri commerciali. Tutti puntano sul turismo e convertono rustici in B&B stalle in agriturismo con il 60% di cubatura in premio..
Associazione UNESCO e Consorzio DOCG non hanno nessuna competenza e nessun mandato di tutelare il paesaggio: per quello ci sono Soprintendenza e comuni e soprattutto la Regione che deve ancora adempiere alla n.1 delle 14 raccomandazioni che l’UNESCO ha fatto nella dichiarazione di valore: completare il piano paesaggistico.
Dubito fortemente che quei 24 pannelli off grid rientrassero nel novero della Legge Regionale 17 del 2022 tanto invocata, poiché quella non pone divieto sull’area (ma un indicatore di non idoneità) e non si supplicava ai procedimenti in corso (figurati a quello già installato prima della legge).
Un gran can can sui giornali forse perché tra vignaioli han litigato e qualcuno ha fatto la spia. Poi tutto torna uguale.
E al prossimo sbancamento o alla prossima violazione del regolamento sui pesticidi Associazione UNESCO e Consorzio ripeteranno che non sta a loro vigilare, che fanno solo il coordinamento e la promozione.
Grazie Amedeo per il puntuale e informato intervento. Purtroppo abbiamo letto le prese di posizione del Comune e della Camera di Commercio di Treviso e Belluno che brandiscono il manganello per chiunque osi mettere in discussione il quadro attuale della situazione. Purtroppo tanta solerzia, non solo in questo ma in giro per l’Italia e per il mondo, si ritrova per alcune tipologie di inquinamento. Oggi il ministro Salvini ha definito mostruosità le pale eoliche e auspicato il nucleare quando ancora non abbiamo individuato un sito per lo stoccaggio delle scorie di 40 anni fa.
se si vuole spaccare capello sull’estetica, ci sono:
– pannelli ordinabili completamente neri, cioè anche la cornice in nero opaco
– pannelli vetro-vetro (bifacciali), scuri anche visti da dietro
– sostegni zincati ( color argento) o a esagerare in legno
L’aspetto più preoccupante è senza dubbio l’uso massiccio di prodotti fitosanitari a danno di chi abita nelle vicinanze oltre alla perdita di ogni forma di biodiversità, diversamente da un impianto fv che produce energia a emissioni zero e nel contempo puoi fare anche apicoltura
Ma i trattamenti e i concimi si fanno col petrolio mentre per produrre i pannelli solari di petrolio se ne usa molto poco mentre nell’arco della loro vita riducono drasticamente il consumo di gas.
Guarda caso dei primi non si lamenta nessuno mentre i secondi sono diventati un problema emergente: strani a volte i casi della vita.
esatto, le colline trevigiane sono considerate come area tra le più inquinate da prodotti fitosanitari usati senza remora alcuna e si perdono per due pannelli solari… ma dov’è quella roba patrimonio dell’unesco? ma il presidente della camera di commercio della zona ha messi in moto il cervello prima di sparare boiate?
la stessa legambiente ha soprannominato la zona come “le colline dei pesticidi”
praticamente rischi di ammalarti di meno vicino all’ilva che nel bel mezzo delle campagne venete
https://mattinopadova.gelocal.it/regione/2021/12/14/news/pesticidi-del-prosecco-e-pfas-nella-lista-onu-delle-emergenze-in-veneto-1.41028090#:~:text=Le%20colline%20del%20prosecco,archeologiche%E2%80%9D%20si%20legge%20nel%20dossier.
https://www.oggitreviso.it/colli-del-prosecco-si-spopolano-%E2%80%9Ctroppi-pesticidi-non-si-respira-ci-si-ammala%E2%80%9D-194850
https://www.ilcambiamento.it/articoli/l-unesco-premia-l-inquinamento-e-la-chimica-delle-colline-venete
https://www.ilcambiamento.it/articoli/l-unesco-premia-l-inquinamento-e-la-chimica-delle-colline-venete
Oltre i pannelli in nero, in agricoltura ci sarebbero anche i lavoratori. Quello non deturpa anzi fa molto comodo e quindi nessuno che dica mai nulla. Le irregolarità, al partito che governa, vanno benissimo ma solo quelle che decidono loro.
Beh la stupidità degli amministratori pubblici veneti è cosa risaputa, quando poi appartengono al noto partito che impera qui da 20 anni non c è da stupirsi di nulla. Sono quelli che persino si vantano di non avere colonnine di ricarica nel loro comune ( vedi Dolo) come se fossero loro la causa del inquinamento bestiale di questa regione..
confermo, ho incontrato un signore anziano di Dolo che era costretto a venire a Mira per ricaricare la sua twingo, aggiungo che ho fatto i miei complimenti in quanto a 82 anni ha comprato un’auto elettrica contro il parere di suo figlio …
Evviva chi a 82 anni ha ancora lo spirito di un bambino!
Anche mio suocero ha preso la Zoe ha 77 anni e ha pure fatto una sorta di video tutorial sulla ricarica https://youtu.be/Yc76Ay9yr8Y?si=O757KmTgU7i1wGDs
Grandeee … Ziu Pantaleo!!!
Questo dimostra che è solo una questione di mentalità e non di età
bravo .. Ziu Pantaleo!!!
I talebani non sono solo in Afghanistan.
Abitavo a 3km da li, ed ho cambiato casa perché avevo un vigneto dietro casa (in centro paese, Col San Martino).
Pensate che per fini turistici hanno perfino realizzato il “Cammino delle Colline del Prosecco”, 51km in mezzo ad un’aria tossica da inizio aprile fino a fine settembre.
Pesticidi e veleni vanno bene. Pannelli fotovoltaici no!
Il turismo naturalistico, culturale, rurale sta diventando più attento all’estetica – il paesaggio va naturalmente e fortemente tutelato – che ai problemi ambientali come l’inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua che non sempre non sono visibili ma producono un impatto violento sull’ecosistema
Molte colture (e mono colture) sono spesso devastanti per l’ ambiente e la bio diversità… Giustissimo… purtroppo Non evidente al grande pubblico.. quindi difficilmente contestabile.
Chi vi abita magari ne può talvolta pagare anche pesantemente le conseguenze in modo diretto, con danni alla salute e talvolta anche economici: ricordo una vecchia puntata di “Report” in cui una famiglia si era dovuta tutelare con un impianto aria condizionata a pressione (come negli ospedali.. vivendo “chiusi” per filtrare l’ aria inquinata da pesticidi per disinfestare vigne da prosecco ☣️🍷☠️).
Però…nel caso di questo impianto… ricordiamoci che Non è stato precedentemente autorizzato il montaggio.
Se si seguono le regole siamo tutelati … altrimenti non ci possiamo lamentare.
Per carità legge è legge, non si vuole difendere gli abusivi, anche quelli del fotovoltaico. L’articolo vuole solo aprire una riflessione sul tema paesaggio/ambiente. Si grida allo scandalo per un uccello colpito dalle pale quando le auto ne investono miliardi e mica si rinuncia alle quattro ruote, ci si indigna su qualche pala eolica e si tace sulla tossicità dell’aria e via proseguendo…
Infatti trovo giusto l’articolo… proprio perché la riflessione da fare è che anche molte pratiche agricole sono nemiche dell’ ambiente e della salute.
Occorrerebbe tanta onestà in più da parte di tutti gli Stakeholders, ed i vari ministeri sono i primi a dover pensare alla tutela dei più importanti interessi nazionali con grande visione del futuro e delle prossime generazioni.
Anche perché è troppo facile fare norme restrittive, mille carte, centinaia di regole, decine di permessi. Alla fine l’impianto non lo fai perché la trafila è così lunga che ti hanno fatto passare la voglia.
Insomma formalmente non sono vietati però te li rendono sconvenienti al punto che lasci perdere (con la filosofia zero sbatti fai sempre quello che vogliono “loro”).
In queste cose l’arte del politico nostrano è sopraffina: ti fanno fare quello che dicono loro e alla fine sei anche contento di farlo.
E conoscono molto bene i loro polli: Zerosbatti (TM)
fatto bene Paolo concordo
Che dire? Ci mancava soltanto il Prosecco intriso di petrolio.
Ce ne faremo una ragione, e non esiste soltanto il Prosecco.
l’abbinata “Prosecco/Petrolio” esiste già…. main sponsor di MotoGp
mentre in Formula1 … c’è sempre “Ferrari” sul podio 🤣🍾
Ferrari e podio sono ormai un ossimoro. 🙂
Quelle a 4 ruote .. qualche risultato ultimamente… C’è.. anche in Endurance…
Quello “col tappo e le bollicine” 🍾 c’è sempre 😂