Home Nautica Via all’area SECA: navi (quasi) a zero zolfo, ma i controlli?

Via all’area SECA: navi (quasi) a zero zolfo, ma i controlli?

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navi barche elettriche
E' molto impattante l'effetto dei fumi delle navi sull'aria

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Area SECA si parte. Dal 1 maggio nel Mediterraneo entrano in vigore le norme che impongono la riduzione del contenuto di zolfo nel carburante. Non si potrà superare lo 0,10%, una riduzione pari a cinque volte rispetto alla precedente normativa. Ma una quindicina di comitati e associazioni non sono convinti sui controlli e chiedono anche la riduzione degli ossidi di azoto. 

Fumi e inquinamento al porto di Genova

Regole valide in tutto il Mediterraneo: drastica riduzione dello zolfo nel carburante

Nell’Area Mediterranea di Controllo delle Emissioni di Zolfo (SECA – Sulphur Emission Control Area) bisogna rispettare le nuove norme che impongono alle navi di ridurre drasticamente, in tutto il Mediterraneo, le emissioni inquinanti.

Il contenuto di zolfo del carburante utilizzato dalle navi non potrà superare lo 0,10%. Si tratta di una riduzione pari a cinque volte rispetto alla precedente normativa.

«Le emissioni sono una minaccia per la salute di circa 250 milioni di persone, grazie alla SECA c’è una maggiore protezione delle persone e dell’ambiente. Si ha la prevenzione dell’acidificazione del mare e si stima che l’applicazione delle nuove norme comporterà la prevenzione di 1.100 morti premature e 2.300 casi di asma infantile ogni anno». Questo il commento di Facciamo respirare il Mediterraneo, la rete composta da una quindicina di associazioni e comitati che da anni denunciano  l’inquinamento da emissioni nocive del trasporto marittimo.

 

Nautica elettrica
Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria

Bene le norme su SECA, ma i controlli per farle applicare?

«La SECA è un enorme passo avanti. È dal 2016 – racconta Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’ariache con i comitati e le associazioni della rete Facciamo respirare il Mediterraneo, chiediamo ai ministri susseguitisi nel tempo che si incrementi l’organico delle capitanerie consentendo l’intensificazione dei controlli».

Oggi non mancano agili ed efficaci tecnologie di controllo come il monitoraggio dei fumi navali con i droni «la cui validità è da anni riconosciuta dalla Commissione Europea – conclude Gerometta -. Eppure nulla. Ogni richiesta è rimasta senza riscontro, a segnalare un inaccettabile disinteresse».

genova comitato
Una protesta del comitato No Fumi di Genova

Intervengono anche i rappresentanti dei comitati delle città portuali come Luca Ribechini, presidente dell’Associazione Livorno Porto Pulito APS, «si rischia di non produrre risultati concreti senza controlli rigorosi sulle emissioni e sulla conformità delle apparecchiature di bordo. Purtroppo i recenti fatti di cronaca giudiziaria (il sequestro cautelativo di tre navi della compagnia di navigazione Moby/Tirrenia/CIN. Ndr)  sembrano dimostrare che su questa strada c’è ancora molto da fare».

Approfondisce le questioni tecniche Enzo Tortello, presidente del Comitato Tutela Ambientale Genova Centro Ovest e di Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova, che sottolinea che la «La designazione del Mediterraneo Area SECA elimina l’ambiguità, che i vari accordi volontari si portavano dietro, tra motori primari e secondari (gruppi generatori) nonché la regola che il cambio combustibile dovesse essere eseguito entro due ore dall’attracco».

Nautica elettrica
Norme sempre più stringenti sulle emissioni nocive delle navi

Resta il problema della mancanza di divieto per gli ossidi di azoto, il tasso più alto in Italia

A differenza delle ECA (Emission Control Area) in vigore nel Mare del Nord e nel Mar Baltico e di quella di recente adottata nell’Atlantico, l’ECA del Mediterraneo non include la riduzione degli ossidi di azoto (NOx).

«È importante che i paesi del Mediterraneo facciano il passo successivo proponendo una integrazione della ECA che, colmando questa lacuna, armonizzi la regolamentazione in Europa proteggendo altresì le popolazione dalle emissioni navali di biossido di azoto che affliggono le città del Mediterraneo».

Le associazioni chiedono l’applicazione di questa misura ritenuta essenziale «in particolare in Italia le cui emissioni di ossidi di azoto provenienti dalla navigazione sono le più elevate in Europa e ammontano a quasi il 50% di tutte quelle europee».

sversamento petrolio
Uno dei tanti disastri provocati dal petrolio

Attenzione, la SECA non si trasformi in un danno per l’ecosistema marino e i controlli siano seri

Per ridurre la concentrazione di zolfo dallo 0,5% a 0,1%  si possono utilizzare carburanti più puliti di quelli attualmente in uso  o con metodi alternativi come gli scrubber (EGCS – Exhaust Gas Cleaning System) che  lavano i fumi del motore prima della fuoriuscita dai camini, rilasciando i residui tossici in mare.

Dalla padella alla brace. I comitati chiedono che «anche l’Italia bandisca al più presto questo mezzo alternativo e tossico di riduzione degli ossidi di zolfo Cittadini per l’aria insieme a numerose associazioni e ricercatori ha chiesto a dicembre 2024 al MASE – sino ad oggi senza ricevere risposta – di adoperarsi affinché l’utilizzo degli scrubber sia bandito al più presto anche nel nostro paese».

Riepiloghiamo: la SECA è utile per ridurre la quantità di zolfo nel carburante, ma rispetto al Nord Europa manca l’estensione agli ossidi di azoto. L’utilizzo degli scrubber potrebbe spostare il problema dall’aria all’acqua. E poi la questione dei controlli. Troppi ostacoli anche burocratici, secondo Facciamo Respirare il Mediterraneo, per poter mitigare il problema inquinamento.

LEGGI anche “Ammoniaca: il carburante quasi perfetto (automobili a parte)“e guarda il VIDEO con l’intervista al professor Alessandro Abbotto

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2 COMMENTI

  1. Corso di raffinazione, in fiaccola vanno gli incombusti volatili : etilene, GPL, propano (fiamma gialla-rossa) ammoniaca (fiamma bianca. Lo zolfo viene a battuto con ciclo catalitico in zolfo solido

  2. Lo zolfo se lo respirano tutti coloro che abitano intorno alle raffinerie (nel raggio di 30 km) in quanto i petroli sempre più di infima qualità ne contengono talmente tanto che quando l’impianto per la lavorazione dello zolfo (presente in ogni raffineria) è pieno lo mandano in torcia………………………per la gioia e la salute di tutti gli esseri viventi che abitano nei dintorni.

    Ma si sa, chi abita nei pressi delle raffinerie (che in italia sono tutte d’interesse nazionale) è classificato come popolazione marginale e quindi può essere sacrificato.

    E quando parli con i medici delle strutture in zona tutti fanno a gara a discolpare il petrolchimico (chissà come mai), appena vai oltre i 50km trovi medici che classificano quegli abitanti “cavie umane”.

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