Punto di svolta per Industria Italiana Autobus (IIA) che segna il via agli ordini per il primo bus elettrico italiano. L’ordine di 4 mezzi per il suo Citymood 12e è arrivato dall’Azienda Trasporti Veneto Orientale (ATVO). E’ il nostro primo passo – dice Antonio Liguori, Chairman e Ceo – nel promettente mercato della transizione verde.

Quattro Citymood12e per il Veneto
La sfida italiana sul mercato internazionale del trasporto pubblico sostenibile segna un passo avanti significativo. Industria Italiana Autobus (IIA): può celebrare il via agli ordini per il primo bus elettrico italiano, il Citymood 12e.
Il primo ordine di 4 mezzi, commissionato da ATVO (Azienda Trasporti Veneto Orientale), arriva ad appena tre mesi dalla presentazione del nuovo 12 metri avvenuta a Bologna in novembre. IIA punta in questo modo alla crescita industriale (garantire competitività al nostro Paese nel promettente mercato del trasporto pubblico elettrico o sostenibile) e occupazionale. Il lancio del Citymood 12e e del Citymood LNG a metano ha consentito la riassunzione, nei due stabilimenti di Bologna e Flumeri (in provincia di Avellino), di 100 dipendenti da tempo in cassa integrazione. Altre 200 assunzioni sono in programma.
Bus elettrici: +48% in Europa
Il via agli ordini per il primo bus elettrico italiano da parte dell’azienda di trasporto pubblico veneta rappresenta per IIA un punto di partenza e di arrivo. Di partenza, perché afferma un prodotto italiano su un mercato che, in Europa, ha visto una crescita del 48% tra 2020 e 2021. Lo scorso anno sono stati consegnati consegnati 3.282 bus elettrici, cifra che porta a 8.500 i mezzi di questo tipo circolanti nei Paesi europei.
Di arrivo, perché costituisce un concreto step di avanzamento nella strategia di rilancio avviata da IIA dopo l’acquisizione, nel 2015, della bolognese BredaMenarinibus e degli ex stabilimenti Irisbus di Flumeri. E’ a Bologna, nella sede della storica azienda reduce da anni di crisi, che vengono progettati i nuovi bus italiani. L’assemblaggio avviene invece nello stabilimento irpino. Fondata nel 2014 da Finmeccanica (oggi Leonardo) e gruppo Del Rosso, IIA ha beneficiato di un robusto sostegno statale nel 2019 ed è attualmente controllata da Leonardo, dalla turca Karsan, da Invitalia più una partnership privata.
“Sfida al mercato della transizione verde”
Il primo bus elettrico italiano è spinto da un sistema di propulsione elettrica Siemens supportato da batterie NMC della Akasol da 495 kWh. Il 12 metri garantisce zero emissioni anche con il funzionamento dell’aria condizionata e di tutti i sistemi ausiliari. Gli interni sono in materiale riciclabile al 100%.
«Confidiamo – dice Antonio Liguori, Chairman e Ceo di IIA – che questo sia solo il primo traguardo della nostra azienda sul mercato di questi nuovi prodotti. Vogliamo giocare un ruolo di primo piano sul mercato della transizione verde».

Anche Tper, l’azienda di trasporto locale di Bologna, Modena e Ferrara, punta infine sull’elettrico con un piano di investimenti da 190 milioni, cui mira anche IIA con i suoi Citymood, e l’obiettivo di convertire l’intera flotta in mezzi a zero emissioni entro il 2030.
È bello vedere cosa sanno produrre le aziende italiane, finalmente anche in Italia vediamo prodotti italiani, così oltre a fare girare la nostra economia diventa meno impattante per via delle distanze, diciamo che è quasi a km zero.
Che bella notizia!
L’altro giorno, sull’autobus appunto, riflettevo sull’impatto che avrebbero gli autobus se fossero elettrici. Secondo me potrebbero anche montare batterie di “seconda mano”, cioè quelle dismesse dalle auto perchè hanno perso troppa efficienza ma ancora utili per un mezzo che non ha problemi di spazio e che quindi potrebbe montarne più pacchi per compensare la scarsa efficienza. Sarebbe doppiamente importante per l’ambiente, non vedo l’ora di vederne uno anche nella mia città.
Per il riutiluzzo delle batterie delle automobili nei bus occorrerebbe una standardizzazione tra aziende produttrici su connettori e forme delle batterie, ad oggi mi pare una possibilitá remota, anche se usando le batterie di un singolo produttore di un singolo modello potrebbe essere fattibile, ma rischietebbe di essere una piccola nicchia di mercato.