Lavorare con l’alta tensione, questo è problema
Produrre una Taycan non è come lavorare a un modello tradizionale, come la 911 o a la Cayenne: “Costruire le strutture portanti, assemblare le varie parti insieme, dipingere i corpi finiti, tutto questo è lo stesso“, spiega Reimold. “È più un cambiamento evolutivo, con la sola grande differenza rispetto ad un’auto tradizionale che è il sistema elettrico ad essere ad alta tensione, per il quale i dipendenti devono essere preparati, spesso per diverse settimane. La batteria non è come un serbatoio di carburante, che può essere maneggiato in ogni momento. Non appena viene caricato il sistema, devono essere seguiti alcuni protocolli di sicurezza”.
C’è poi il forte richiamo del Gruppo Volkswagen, dopo il Dieselgate, a rendere sostenibile anche il processo produttivo: “Pensiamo costantemente a rendere i nostri processi più environmentally friendly. Abbiamo iniziato con il regenerative power e adesso stiamo cercando di rendere CO2 neutral la produzione della Taycan. Stiamo anche testando un rivestimento, per ricoprire i nostri edifici, che elimini gli ossidi di azoto nell’aria. La missione è una fabbrica ad impatto zero entro il 2025“.
A settembre via alla produzione, consegne nel 2020
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