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Vespa Elettrica, il ritorno al futuro

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“Oggi entriamo nel futuro. Non parlo solo del futuro di Piaggio, e non solo dei prossimi 50 anni della Vespa, ma penso al futuro del Pianeta e dell’umanità intera”.

Così il presidente del gruppo di Pontedera Roberto Colaninno ha voluto salutare l’arrivo dei primi due modelli Ev del celeberrimo scooter, presentati alla giornata inaugurale di Eicma a Milano. Due modelli per la Vespa Ev, uno full electric con una  novantina di chilometri di autonomia, un secondo, battezzato Elettrica X, ibrido range extension, con un piccolo motore termico da 100 cc che garantisce la ricarica automatica delle batterie fino ad aggiungere altri 100-150 chilometri di autonomia.

Ancora da definire il prezzo delle due versioni che saranno sul mercato a partire dai primi mesi dell’anno prossimo. Si era parlato di circa 3.500 euro, quindi in linea con i migliori modelli di scooter elettrici in commercio, ma gli uomini della Piaggio sottolineano che “il marchio Vespa ha un valore in sé che non può non essere riconosciuto”.

I due nuovi scooter sono stati progettati e sviluppati interamente in Italia e “italiana al 100 per cento è tutta la componentistica” ha sottolineato lo stesso Colaninno. Il progetto, ha aggiunto, è in evoluzione e i tecnici della casa italiana sono già al lavoro su nuove soluzioni tecnologiche che consentano di velocizzare i tempi di ricarica delle batterie attraverso il motore termico di supporto, che a quel punto entrerebbe in funzione solamente per tempi brevissimi.

LEGGI DI Più SU: Breve guida alla Vespa Elettrica

 

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8 COMMENTI

  1. Da fine agosto al 2 settembre grande evento di oltre 1090 vespa da tutta Europa in italia e il 2 settembre tutti dal Papa…

    . se esce prima me la compro e ci vado con quella al raduno!

    Forza elettrico!!!

  2. Appena sarà commercializzata la proverò e scriverò il mio commento…
    In passato ho seguito la vita di tutti i 2 ruote elettrici….si, Malaguti Ciack Elettrico, Peugeot El e sopratutto i mitici Atala Lepton, poi rinominati Oxigen . . . A Roma la autonomia massima non ha mai superato i 24 km . . . mentre ne promettevano oltre 50…..ovvero, come rendere INFEROCITI i Clienti più appassionati e innovativi.
    Poi arriva il Sindaco Verde Ciccio Rutelli e ne acquista 100 per incentivare la mobilità urbana della Città Eterna . . . Dove non era riuscito Nerone ci sono riusciti Rutelli e Veltroni…..
    Risultato : 100 scooter buttati in un parcheggio sotterraneo a Piazza dei Partigiani, alla stazione Ostiense, mai utilizzati, mai pubblicizzati, e diversi operatori strapagati inutilmente per anni per guardarli . . . È chiaro che con Amministratori Pubblici incompetenti la frittata è garantita.
    Poi sono arrivate le biciclette a noleggii del Sindaco Alemanno . . . Le trovate su Rai3 il mercoledì sera nella trasmissione Chi l’ha visto…..

    • E’ tutto vero. Proprio per questo, dopo tante promesse mancate, chi produce veicoli elettrici oggi (non solo auto) deve promettere poco e mantenere molto. Puntando sulla semplicità d’uso, perché un’automobile non deve complicarti la vita. Sono d’accordo con il capo del design Tesla quando dice che il suo obbiettivo è fare macchine ‘normali’, che non danno a chi le vede per strada l’idea di essere di fronte a uno strano oggetto, ma a qualcosa di famigliare, di cui ti puoi fidare.

  3. Sento molti vespisti dire che preferiscono l’ibrido range extender, onestamente non li capisco: se usi la Vespa in cittá, porti a spasso due motori invece di uno, con relativo peso…

    • Caro Gianni, il suo commento ci ha decisamente incuriosito e, approfittando della presenza in zona, a Bologna, abbiamo cercato di verificare la notizia. Ebbene sì, lei ha ragione. La Moto Malaguti mise in commercio il Ciak elettrico nel 2000, al prezzo di poco più di 3 milioni di vecchie lire. Rileggere oggi la descrizione di quel veicolo, i dati tecnici, e soprattutto i commenti dei (pochi) possessori a qualche anno di distanza, provoca quasi sgomento: sono passati meno di vent’anni, ma sembra di tornare indietro di un secolo. Resta comunque una bella storia tutta da raccontare _ e lo faremo prestissimo su Vaielettrico_ venata però di malinconia visto che la Malaguti, con tutto il suo bagaglio di creatività e ingegno, oggi non esiste più. Come lei, sono scomparse tante altre gloriose marche che fecero epoca nell’Italia del Dopoguerra che scopriva la motorizzazione di massa. Solo da queste parti c’erano un tempo Oscar College, Malanca, Cimatti, Franco Morini, Moto Morini, Italjet. Tutte uccise dall’invasione degli scooter asiatici. Speriamo che la rivoluzione tecnologia alle porte, intendo quella elettrica, non mieta altre vittime tre i pochi costruttori di moto italiani superstiti. La Vespa Elettrica che abbiamo appena visto all’Eicma sembra essere la migliore delle risposte.

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