Non bastano le normali tecniche di combattimento per imprimere una svolta ad emissioni zero nella laguna di Venezia, bisogna puntare alla comunità internazionale.
Pensiero e strategia della municipalità cittadina che è volata a Strasburgo, al Parlamento Europeo, per presentare, con l’eurodeputata Cecile Kyenge, la candidatura della città a Capitale Verde Europea del 2022.
Venezia laboratorio di emissioni zero
Trasformare una delle città più belle al mondo, allo stesso tempo più fragile, in un laboratorio di buone pratiche ambientale non è semplice. Non bastano gli sforzi dei veneziani, non basta un intervento governativo. Serve un impegno internazionale, visto che la città è Patrimonio dell’Umanità Unesco. Per capire la portata, diamo dei numeri: ogni giorno visitano, transitano, consumano (letteralmente) la città oltre 70mila turisti. Gli abitanti sono poco più di 53 mila. Chiara la sproporzione e l’incapacità di carico della città.
La candidatura a Capitale Verde Europea
In altri termini serve una mobilitazione forte. Per questo la proposta è internazionale: “Candidiamo Venezia a Capitale Verde Europea perché dobbiamo evitare con tutte le nostre forze che la città muoia sotto i colpi dell’inquinamento dell’aria, del dissesto idrogeologico della laguna, dello spopolamento della città, dell’impoverimento della
qualità della vita con i residenti soffocati dal turismo di massa“. Queste le parole dell’europarlamentare Cécile Kyenge (PD-S&D) insieme al presidente della Municipalità di Venezia, Giovanni Andrea Martini, nella conferenza stampa al Parlamento Europeo.
Investire sulla mobilità a emissioni zero

Va bene il contrasto al degrado, ma in termini positivi: le misure di protezione e di contenimento delle masse devono essere accompagnate ad investimenti. In questo caso, come ha sottolineato l’ex ministro, molte risorse devono essere dedicate alla mobilità. Parola di Cécile Kyenge: “Puntare sulla sua sostenibilità perché l’inquinamento atmosferico è un pericolo molto grave per la città ed i suoi abitanti“.
Fare come nella grandi capitali europee
Il messaggio è chiaro: nelle grandi metropoli europee si sta investendo tantissimo sulla qualità dell’aria per mitigare la violenza dell’inquinamento. A Venezia serve una scossa. “Il nostro impegno è partito dal basso è in linea con la proposta di risoluzione che voteremo proprio qui al Parlamento Europeo per un’Europa che protegge e vuole garantire aria pulita in tutta Europa. Partiamo da Venezia, ma qui già stiamo lavorando per tutta l’Europa“.
Si vuole accendere il faro internazionale su Venezia, ma si lavora sul campo raccogliendo dati e costruendo il dossier – del progetto hanno parlato Ida Ossi esperta di politiche comunitarie e l’urbanista Sergio Pascolo – con cui si vuole dare un’aria più pulita alla città.
Ci sarebbe anche il GPL nella nautica che è già pronto e sicuramente farebbe molto. Nell’acqua non andrebbero residui di scarico come benzene e particolato. La trasformazione dei motori 4 tempi è facile e conveniente e il distributore in laguna c’è già. Un peccato che sia stato abbandonato completamente il progetto a favore dell’elettrico. Questo ha permesso di non fare nessuno dei due progetti: elettrico e GPL, quando potevano camminare insieme. Motori a GPL per caricare le batterie del motore elettrico. Sappiamo che i tempi per andare solo elettrico per la nautica sono prematuri!