Venditori contro l’elettrico, ci risiamo: Matteo ci segnala l’ennesimo episodio di una concessionaria che sconsiglia vivamente di comprare EV, Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
“Ho chiesto dell’Alfa Junior EV, mi hanno subito dirottato sulle versioni termiche”
“So che l’argomento è già venuto fuori qualche tempo fa, ma la cosa continua a sorprendermi, soprattutto quando mi capita davanti. Già possessore di auto elettrica, sono andato con un amico (anche lui “elettrizzato”) in concessionaria Fiat a Padova, dove hanno anche Alfa Romeo. È stata una visita per curiosità. Nel chiedere qualche informazione al venditore riguardo la Junior elettrica, questi si è subito palesato a sfavore di questa versione. Proponendo rapidamente le versioni termiche o tuttalpiù ibride. So della difficoltà in Italia dell’elettrico. E mi domando: come si può pretendere che le vendite vadano anche solo discretamente bene quando i venditori partono subito in direzione opposta? Non dico che devono essere pro. Ma se un cliente chiede dell’elettrico, perché cercare di deviarlo in altre motorizzazioni senza quasi sentire ciò che spinge la persona verso quella motorizzazione? Secondo me le case auto dovrebbero fare un pò la ramanzina ai concessionari, per far sì che siano più imparziali e professionali. Chiedo un vostro parere. E complimenti per il vostro lavoro“. Matteo Agostini
Venditori contro l’elettrico? Ecco perché lo fanno
Risposta. I concessionari (non tutti) non amano l’elettrico. E si stanno dando da fare con le loro organizzazioni per premere sulla UE affinché rinvii il passaggio alla vendita di sole auto a emissioni zero. I motivi sono tanti: c’è chi si oppone perché le EV notoriamente hanno programmi di manutenzione molto più leggeri e quindi meno remunerativi per le reti di assistenza. C’è chi teme l’affermarsi del modello Tesla, con l’acquisto dell’auto on line e un pugno di negozi fisici deputati alla consegna dell’auto. E c’è anche chi è convinto che l’elettrico sia un prodotto acerbo, da sconsigliare ai clienti, e comunque ha un personale poco informato (e quindi scettico) sul tema. Il cerino, però, sta passando nelle mani dei costruttori, che già dal 2025 dovranno abbassare sensibilmente la media delle emissioni delle auto vendute. E, senza un apporto rilevante dell’elettrico (l’idrogeno per ora è una chimera), dovranno pagare a Bruxelles multe molto rilevanti.
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Ho una Tesla S, e ricaricando a casa e in ufficio perdo meno di 6 secondi al giorno per ricaricare (il tempo di collegare la spina e’ circa 3 secondi, e altri 3 secondi per staccarla).
In precedenza, con la mia Porsche, (che “caricavo” praticamente ogni giorno) perdevo minimo 5-10 minuti al giorno per “ricaricare” (ma anche 15-20 quando non avevo un distributore esattamente lungo il percorso del viaggio)- Diciamo in media 10 minuti.
6 secondi contro 600 secondi (dieci minuti), una differenza del 10.000% a favore dell’elettrico
Buongiorno, rispondendo alla testimonianza oggetto della lettera e ignorando commenti e risposte di chi teme di perdere tempo della propria vita a ricaricare un’auto elettrica ma lo impiega commentando qua sopra, senza obbligo né alcuna richiesta, posso dire che effettivamente nelle concessionarie auto non c’è questo grande entusiasmo nello sponsorizzare l’acquisto di una elettrica e onestamente credo sia soprattutto una scarsa informazione da parte dei rivenditori stessi. Nel mio caso, in seguito al mio approccio timido e disinformato all’elettrica devo dire che in verità fui incitato dal venditore ad approfondire l’argomento e non ascoltare la miriade di fake news che prosperano convinte nel web. Purtroppo però non seppe andare troppo oltre il mero funzionamento dell’auto e spiegare in concreto quelle che sono poi le problematiche dal punto di vista pratico che assillano chi non conosce l’utilizzo dell’elettrica. Aspetti che in seguito ho approfondito e sperimentato poi con soddisfazione da solo.
Quando sono andato a comprare la mia auto elettrica:
“Lei ha già avuto un’auto elettrica?”
“No, ma mi sono informato molto e sono sicuro che mi vada bene”
“Benissimo, allora andiamo a vedere l’auto.”
Cosa altrimenti succede:
“Lei ha già avuto un’auto elettrica?”
“No, e non so… ma per la ricarica come faccio? Ci sono gli incentivi? Si può caricare gratis all’IKEA?”
“Lei non può caricare a casa?”
“Ma devo caricarla ogni giorno? E quanto costa? Perché vedo che l’auto a benzina costa meno…”
“Forse nel suo caso è più adatta, sì. Andiamo a vedere quella a benzina.”
Lucamax, lei, poverino, è in evidente stato confusionale. Sorvolando sulle farneticazioni deliranti della prima parte del commento, sulla seconda parte deve chiaramente sapere e capire che i pochi minuti che si impiega per collegare l’auto alla colonnina + raggiungere il proprio domicilio (non avendo posto auto in cui ricaricare a casa) per fare le mille mila cose che qualsiasi persona fa a casa quotidianamente + andare a recuperare l’auto a ricarica terminata sono gli stessi minuti se non meno che si impiega a far rifornimento di carburante, pagamento incluso. Quindi lei non può e non deve parlare di tempo perso ma di tempo guadagnato grazie all’auto elettrica, di tempo INVESTITO per un nostro futuro migliore, grazie all’auto elettrica.
Buongiorno, lei è sicuro di quello che scrive? che collegare l’auto ad una colonnina pubblica + tornare al proprio domicilio + ritornare alla colonnina a carica conclusa e poi ritornare al proprio domicilio ci si impieghi lo stesso tempo che a fare rifornimento dal distributore?
Facciamo un esempio pratico: persona che acquista un’auto elettrica in una grande città. Va alla colonnina pubblica la sera quando torna da lavoro(colonnina in AC) la lascia e poi torna a casa a piedi facendosi quei 2/3 km in dipendenza da quanto è fortunato oppure aspetta l’autobus. Poi dopo le ore di ricarica in piena notte esce va a recuperare l’auto facendosi quei 2/3 km rigorosamente a piedi e di notte, la recupera e poi torna a casa sua dove non trova un parcheggio nemmeno a pagarlo oro(non so se ha presente i centri ed anche le periferie delle grandi città).
Bho secondo me la confusione regna sovrana anche qui.
Io abito in periferia ed ho la fortuna che vicino c’è un grande outlet dove ci sono un numero elevato di colonnine ionity ad alta velocità.
Persone che conoscono e sono entusiaste della loro BEV vanno li a ricaricare ma esclusivamente alle fast e aspettano lì tutto il tempo necessario per la ricarica che, ovviamente, non è paragonabile al tempo impiegato al distributore.
Caso limite il suo, comunque realistico, che non rispecchia ad ogni modo la mia situazione né quella di tanti utenti elettrici che conosco e della maggior parte di essi. Tenga presente poi che chi va a caricare appositamente alle Ionity o ai Supercharger ci va anche per risparmiare denaro. Consideri inoltre che quei 2/3 km diventano sempre meno più il tempo passa, ormai stanno installando colonnine un po’ ovunque. Ma la cosa più importante, di gran lunga, è che il piacere, la soddisfazione, l’appagamento, il godimento di guidare un’auto elettrica va ben oltre qualche piccola difficoltà da affrontare, il guadagno in salute e in sostenibilità è impagabile
Volpesalva, sinceramente io nell’auto elettrica ad oggi ci vedo solo un vantaggio, che poi è il più importante : ridurre il più possibile l’inquinamento atmosferico. È il punto focale della questione, anche solo per questo motivo merita di essere comprata, se si può. E lo dico come possessore di una bev. Per il resto trovo solo scuse che mi danno l’idea di arrampicate sugli specchi. Il piacere di guida, ma chissà cosa cambia… L’auto che guido è come la bev che possiedo.Mi avvicino, premo il tastino sulla maniglia e si aprono le porte. Premo il tasto start , metto in D e via, si va. In città il motore elettrico va per la maggiore, quando parte il termico neppure si sente, il rumore di rotolamento delle gomme e magari un po’ di musica lo coprono totalmente. Nessuno strappo, nessuna vibrazione, il dct fa il suo lavoro egregiamente, ed ho tutto gli adas come la bev. E anche quando lascio l’ acceleratore la frenata rigenerativa fa il suo bel lavoro. La storia della ricarica poi è in realtà è una scocciatura bella e buona, tralasciando quelli che come me fanno per il 90% il tragitto quotidiano casa lavoro di 40 km ( anche se io non ci vado in auto) e ricaricano casa magari con un impianto FV come il mio ( e non sono la maggioranza ) . Il fatto di dovere sempre pianificare tutto e perdere il tempo quando si ricarica alla colonnina perché di questo si tratta, chiamiamo le cose col loro nome: anche quando vado a fare la spesa ( ammesso che il quella zona ci sia una colonnina (dove andiamo solitamente solo il Conad la ha, Enel X , altri 5 supermercati no) io vado a fare la spesa e basta, ci vado se possibile in orario in cui non c’è affollamento perché per me fare la spesa è una necessità fisiologica indispensabile se vogliamo mangiare e quindi ci dedico meno tempo possibile, non sto a girare un’ora col carrello perché intanto carico l’auto Giusto oggi ho fatto benzina nella mia hev mentre tornavo dal lavoro ed ho voluto prestare attenzione particolare a cosa facevo: dopo avere percorso 857 km dallo scorso pieno al tappo lo ho rifatto oggi: 62,86 € precisi, tempo impiegato? Quando sono sceso erano le 12.21, passato la carta, fatto il pieno, chiuso il tappo e risalito in auto : erano le 12.24. Tre minuti secchi e per altri 850 km sono a posto. Non ho dovuto cercare nulla, mi sono fermato dove faccio benzina di solito mentre torno a casa, senza andarci apposta, sicuro di poterla fare senza intoppi ( ci sono 8 pompe) sicuro che nessuno ha occupato abusivamente nulla, sicuro di quanto spendo perché c’è un cartello luminoso enorme che vedo prima di entrare, niente app, niente card, solo la mia carta di credito che uso per tutto. Quindi, lunga vita alle bev ma dire che ad oggi la comodità di impiego è quella di un’auto a benzina per la mia esperienza non è vero.
La sua plug-in non è minimamente confrontabile con una EV, a partirà dall’autonomia in elettrico alla modalità di ricarica ( la sua non ha la presa CCS, vero? ).
Lei deve ricaricarla molto spesso per sfruttare la sola parte elettrica, una BEV per 40km al giorno la si ricarica una volta a settimana.
Magari ad una fast nel tempo di una spesa, oppure ad una HPC nel tempo di sosta bagno e caffè all’autogrill.
ma quando torna a prenderla in piena notte va aggiunto il tempo per vestirsi o va in pigiama? Se ha il cane inoltre e ne approfitta per portarlo a spasso in piena notte, potremmo togliere il tempo “cane” che dovrebbe usare in altri momenti della giornata? … il calcolo è molto complesso e dai mille risvolti.
Se ancora oggi uno scrive che mettendo di notte la macchina in carica ad una colonnina pubblica si deve alzare in piena notte per andarla a riprendere quando è carica….nella migliore delle ipotesi è totalmente disinformato ed avulso da quello di cui sta parlando, o seconda possibilià non capisce niente…o terza e più probabile è solo in malafede e continua a scrivere le solite stupidaggini di chi cerca di sparare m…a senza senso sulla elettrica…..(ma personalmente sono più a favore della seconda possibilità)
Giusto. Stop
Siamo della stessa idea, e aggiungo il motore a scoppio che funziona è quello senza serbatoio, quanto tempo “buttato” a riempirlo, millemila ore , millemilaore sono un sacco di giorni , a 24 ore al giorno (di un vero lavoratore, non i finti da 8 ore) cioè parecchi giorni di lavoro che per andare da qui a là uno butta, non si sa dove ma butta.
Bellissima, Daniele
Millemila ore?
Io che faccio 40mila km all’anno impiego suppergiù 5 minuti a settimana.
E se avessi una BEV, direi che non sono buttati, perché in quei 5 minuti vado in bagno!
Il tempo perso per ricaricare una BEV (a meno di farlo sempre e solo a casa) è un dato di fatto.
Poi, ci sono modi per cercare di recuperarlo, quel tempo (ed è intelligente farlo): mangiando, facendo la spesa, lavorando al pc portatile, facendo un power nap…
Ma quello che guida il tutto è la necessità di ricaricare, al quale si deve piegare il resto.
C’è chi ha la possibilità di farlo, e chi no.
Un po’ di empatia e comprensione verso le esigenze altri ci regalerebbe un mondo migliore, e respingerebbe meno persone che magari all’elettrico sarebbero anche interessate non fossero aggrediti ogni volta che esprimono qualche dubbio (fosse anche trito e ritrito), a tutto vantaggio del mondo di cui sopra, accelerando la NECESSARIA transizione energetica, a tutto vantaggio del mondo di cui sopra.
Io ho una Model Y e tranne per le ferie (20-25 min di SC) la carico mentre lavoro con il fotovoltaico, o dormo con l’energia della rete.
E quando si sta caricando non mi fermo li a guardarla.
In un anno ho fatto 25.000 km e 2 mesi dopo l’acquisto ho iniziato cercare di convincere mia moglie a mettere a riposo la stupenda Passat a metano ed acquistare pure la Model 3.
Ovviamente con batterie LFP.
Poi se devo dirla tutta, a furia di CO2 butteremo via i mobili alluvionati e pure il nostro caro tetto che ci verrà strappato via da qualche tromba d’aria.
E come sempre qualche innocente che si troverà nel posto sbagliato nel momento sbagliato perderà anche la vita.
Che dire: congratulazioni Sig. Lucamax.
p.s.: ed ovviamente presto o tardi arriverà il giorno in cui certi eventi non saranno più assicurabili.
Dai su, non ci crede nemmeno lei che l’auto elettrica salverà il mondo… perché se a città del Messico inquinano 10 volte più che a Milano, e il 95% della popolazione vive nei dintorni della soglia di povertà, di certo l’auto elettrica non sarà la loro priorità, il resto lo faranno le correnti atmosferiche.
Certo basterebbe convincere Cina, Brasile, India e qualche altro paese emergente a non industrializzarsi al tasso attuale….
In Cina si vendono molte auto elettriche, vero, ma sono circa due miliardi di persone, quante guidano e di che percentuale stiamo parlando?
E poi fabbriche, caldaie, trasporti aerei e marittimi? Li mandiamo a batteria? Perché, ad esempio, nei mille mila condomini italiani non tutti hanno disponibilità, o voglia, di mettere il fotovoltaico oppure, non è raro, non lo mettono solo perché il vicino gli sta antipatico.
Per me è giusto passare, prima o poi, allelettrico, ma non sarà certo una legge a sancirne il successo o meno, serve che sia il mercato a convincere tutti gli attori in causa.
Il mercato, LOL.
In un vero mercato il petrolio/benzina/diesel dovrebbe costare 1000 euro al litro (se basta) per compensare i danni che crea quando si brucia
il problema è che prima di capire che stavo leggendo un commento delirante ho perso secondi preziosi della mia vita e ne sto sprecando altri per rispondere, questi però sono a favore di chi dovesse per caso leggere i commenti partendo dal fondo incontrando prima il mio…
Salve sig.r Lucamax, la voglio ringraziare per il sorriso che mi ha regalato leggendo il suo commento specialmente in questa grigia giornata, veramente la ringrazio.
Le voglio scrivere questa cosa, spero lei la legga : proprio oggi, per motivi lavorativi, sono partito da dove abito con una Citroen C 3 1.2 benzina 82 cv del 2020 ed ho percorso 63 km per andare nel posto dove dovevo arrivare, consideri che 50 sono stati di autostrada, 110 km orari fissi di cruise control ed il computer di bordo ha indicato un consumo medio di 5,2 litri per 100 km ovvero una percorrenza di 19,2 km al litro.
Raggiunto il posto ho lasciato la vettura e sono salito poco dopo sulla medesima ma 1.5 a gasolio 100cv e ritornato, stesso identico percorso, stessa identica velocita’ ed il computer di bordo ha indicato un consumo di 4,1 litri per 100 km ovvero 24,4 km al litro.
Ora lei pensera’ : che cosa c’ entra tutto questo ?
Glielo spiego subito, nel tornare ho pensato a come sarebbe stato lo stesso tragitto con un’ auto elettrica, piu’ confortevole sicuramente, conscio del fatto che non avrei emesso sostanze inquinanti nel percorrere quel tragitto, non avrei mai dovuto cambiare marce e ho pensato anche a quanti kw/h avrei consumato, calcolando una media di 5 km ogni kw/h quindi circa 13 per 63 km di percorso.
Adesso che le sto scrivendo, se avessi messo a caricare l’ eventuale auto elettrica, una volta tornato, tramite presa domestica ( non wallbox ) avrei di certo recuperato quei km fatti, tutto questo mentre stavo lavorando quindi non buttando il mio tempo, prezioso come per ognuno di noi, nel cesso, me ne sarei tornato a casa ed eventualmente messo nuovamente sotto carica se ce ne fosse stato bisogno la vettura, il tutto mentre avrei cenato, guardato la tv e poi dormire per affrontare una nuova giornata lavorativa.
Adesso sta a lei rimanere sulla sua idea di ” buttare tempo nel cesso ” oppure no, a lei la scelta.
P.s. Ho pensato anche a livello di costo quale sarebbe stata la differenza, con la benzina ho speso 5,7 euro, con il gasolio 4,26 euro mentre in elettrico avrei speso 3,25 euro tramite ricarica domestica, pago 0,24 iva compresa a kw/h.
Provi ad immaginare sig.r Lucamax se tutti quelli come me che oggi hanno percorso 126 km fossero andati in elettrico piuttosto che con il termico, quante sostanze nocive in meno ci sarebbero state senza aver buttato il proprio tempo nel water ? Rendiamo giustizia anche al suo vero nome dai.
La saluto e grazie ancora per il sorriso.
È stato fin troppo generoso con la C3 nel confronto…. anche io faccio 63km ogni giorni per andare al lavoro e di kWh me ne bastano in media 9.5, contando anche le perdite durante la ricarica (quindi 2.3€). Ho una model 3 Long Range, che ha ll doppio dei cavalli delle due C3 messe assieme… ma a LucaMax mancherebbe il sound zoppicante del tre cilindri… e voi mettere il brivido di non sapere quando la cinghia a bagno d’olio ti abbandonerà?
Salve sig.r LucaBot, ho preso come esempio una vettura dello stesso segmento, tipo una Peugeot 208 che non ha la stessa efficienza di una Tesla, comunque ho voluto abbondare con i kw/h consumati.
poi @Lucamax ogni tanto andrà a fare la spesa…. penso…
quindi se ha percorrenze “normali” per oltre il 60% degli italiani (con max 60km / giorno ) potrebbe tranquillamente caricare al supermercato (oramai son quasi tutti con colonnine), magari usando persino i “bollini spesa” convertiti in “buoni-ricarica” (come faccio io da due anni), quindi nel tempo della sua spesa, con auto parcheggiata in ricarica) tornerebbe a casa con auto in grado di viaggiare tutta la settimana, ad un costo molto basso, anche se non lo può fare a casa…
Visto che risparmia tutto il costo del bollo e pure 2/3 dei costi manutenzione rispetto ad ICE , anche se ogni tanto fa un viaggio e ricarica a caro prezzo… ci può stare felice…
magari a @Lucamax conviene informarsi su un buon “usato” BEV (non occorre una gigantesca Tesla se non sa dove parcheggiare), che in questo periodo di diffuse paure e fake news potrà trovare in abbondanza …😉
Lucamax, resta con le tue idee. Io come altri continueremo a guidare le come hai definito auto a batterie. Auto che a me non costano tempo perso perché ricarico la notte quando sto dormendo.
… e intanto ieri ho visto per la prima volta “dal vivo” una Alfa Junior… a caricare alla presa del supermercato dove vado settimanalmente…. era senza scritte quindi non della concessionaria locale…
Junior è una macchina gradevole che merita di essere apprezzata, visto che offre spazi interni vicini alla ben più grande e costosa Tonale.. il cui prezzo minimo coincide con quello “massimo” della Junior BEV …
Quando si deve comprare una nuova vettura l’importante è essersi ben preparati prima, aver “studiato” le caratteristiche della vettura che ci interessa, valutato come si potrà effettivamente usare (se elettrica, ove poter ricaricare …a casa/lavoro/spesa etc) e poi …. andare a provarla (magari accompagnati dal venditore “negativo”🤣🤣); se la vettura ci piace, provare a fare una trattativa…altrimenti… cambiare concessionaria..
Mi scusi, ma cosa intende per “buttare via ore di vita”?
La devi piantare di chiamare Vai elettrico tu dovresti chiamare il sito e vai a batteria perché di elettrico un auto a batteria ha poco Nel senso che il problema non è elettrico ma è l’accumulo.
Ed infatti l’elettrico che funziona è quello che non ha la batteria che non ha l’accumulo quindi quando tu chiami un sito vai elettrico sta ingannando i tuoi lettori e in buona sostanza stai diffondendo delle falsità.
Perché non scrivi che per fare 100.000 km con la Tesla s bisogna buttare via almeno 120 ore della propria vita ?
120 ore sono 15 giorni a 8 ore al giorno cioè 15 giorni di lavoro che per fare 100.000 km uno butta nel cesso questa semplice verità tu non la scrivi.
Non le aggrada il nome che abbiamo scelto e quello che scriviamo? Non ci legga e non ci importuni. Se le costa troppo, provvederemo noi a buttarla dove merita: nel cestino.
Spero non banniate mai nessuno, specie quelli che sono contro l’elettrico usando fake news.
E’ una questione banale, l’elettrico e’ enormemente superiore al termico per semplice fisica (90% di efficienza, contro il 30% di efficienza del termico). Oltre all’ovvieta’ che bruciare fonti fossili (accumulatesi in milioni di anni) in poche centinaia di anni, non e’ sostenibile perche’ destabilizza il clima.
Il tempo e’ galantuomo e smascherera’ tutte queste fake news e l’ignoranza di tali utenti.
“E, senza un apporto rilevante dell’elettrico, dovranno pagare a Bruxelles multe molto rilevanti.” oppure tagliare la produzione di endotermiche (come già ventilato) con le relative conseguenze occupazionali così che l’auto elettrica diventerà l’ultimo dei pensieri della gente.
Eh si. Meglio produrre qualcosa che non si vende solo per matenere l’occupazione.
E gli occupati li paghi con i soldi di quello che non vendi. Soldi negativi.
Ricorda una certa finanza creativa….
Forse sei di un altro pianeta, ma ti faccio presente che quello che non si vende sono le elettriche. La tua è logica creativa.
Forse sei di un altro pianeta, ma ti faccio presente che le endotermiche non si potranno produrre e il mondo automotive sta migrando alla produzione di elettriche. Ci sono brand di sole elettriche e nazioni dove si vendono più elettriche.
La tua è logica creativa.
si, si venderanno in futuro, magari, forse, chissà…. per ora loro guadagnano sulla manutenzione e sui ricambi .. del diman non c’è certezza,!!!
@antonio gobbo
“… loro guadagnano sulla manutenzione e sui ricambi…”
che paghi tu.
e che paga anche Luca Max, e che per pagarli lavora ore e ore ed ore.
con la Zoe sto risparmiando quasi uno stipendio all’anno (e carico da fotovoltaico solo il 25%, il resto rete domestica), quindi con il termico lavorerei un mese in più.
Non si vendono in Italia…. ma se allarghi un po’ la visuale le cose sono un po’ diverse. Solo un filo eh…. controlla per esempio questo titolo alla borsa di NY… TSLA
intanto che ti balocchi con questi slogan, il mondo fuori fa avanti.. i dazi alla Cina li hanno messi sulle Ev mica sulle termiche e tamponeranno la situazione massimo 2 anni.. se i produttori europei non si danno una mossa a migliorare lùofferta sullì’elettrico, il socio petrolifero li porterà davvero a licenziare tutti
La consolazione se vogliamo è che tempo 2 o tre anni quel concessionario non ci sarà più, o come minimo sarà diventato un plurimarca, con altra gestione.
..ed il venditore cuocerà caldarroste… su un motore termico…
e chi sarà stato lasciato a casa lo manterremo noi connle nostre tasse …. non male come prospettiva futura.
Buona sera Antonio, quando il mondo cambia non è che puntando i piedi per cercare di fermare il cambiamento eviti i problemi. L’industria dell’automobile termica sono oramai 5 anni che ha fermato la crescita. Ci sono diversi articoli in cui è stato evidenziato che dal 2020 l’industria della componentistica ha perso occupazione a seguito di una diminuzione dei volumi di auto prodotte. Ora se non si capisce questo a breve avremo il deserto industriale, almeno in Italia nel settore automobilistico. Io sono un informatico e sono anni che mi scontro con cambi/evoluzioni di tecnologie. Se mi fossi fermato a quello appreso all’Università oggi sarei senza lavoro.
@antonio gobbo
seguendo la tua logica
allora meglio fare come oggi,
lavorare tutti di più
sia per mantenere i 30mln di euro all’anno di tavares
sia per mantenere gli operai a Mirafiori
sia per riparare i danni che il prodotto genera, con le emissioni:
le alluvioni e le esondazioni di questi giorni sono economia in difficoltà che qualcuno paga, SEMPRE, e prima o dopo e bene o male
un tot tocca a tutti,
non (solo) come tasse dello Stato,
ma soprattutto come economia reale incagliata:
il panettiere a Bologna che sta chiuso 10 giorni per pulire e sistemare i danni non guadagna e non compra la farina,
quindi d a qualche parte il molino non lavora,
quindi d a qualche altra parte il contadino vede il suo prodotto scendere di valore.
a me sembra evidente.
ma certo è più facile pensare solo a sopravvivere qui e ora nel mio piccolo fino a domani mattina e basta:
in tal senso meglio produrre termiche come si è sempre fatto,
il pensiero sistemico è difficile,
più facile non capire e non voler guardare.
ho paura che con l’oramai quasi inarrestabile cambiamento climatico
tutti i “posti di lavoro” persi nell’industria italiana ed europea dell’auto
andranno subito re-impiegati nel ripristino danni da catastrofi (inondazioni, frane. mareggiate) visto che il nostro “Bel Paese” è fragile al 98% del territorio….
A forza di non pensare ai danni da idrocarburi per 100 anni…. ci siamo garantiti i prossimi 100 anni di disastri da rimediare giorno per giorno.
Il Ciarino purtroppo é come l’IVA ricade sempre sull’utente finale cioè noi che avremo prezzi alti per le auto e per le ricariche
Equivale ad entrare in un negozio di cd e dischi musicali e chiedere un abbonamento a Spotify. Ti diranno che vinili e cd sono sicuramente meglio.
…oppure anche no
oppure si può anche pensare, una volta tanto,
che anche in questo Paese le cose cambiano e cambino in meglio…
non c’è sempre e solo don Rodrigo con i suoi bravi che bloccano tutto:
anche le farmacie erano un monopolio (per fare un esempio pratico)
poi è arrivato qualcuno che quel monopolio l’ha rotto (curiosamente della parte politica tanto vituperata che non tira spetteresti)
anche le ricariche telefoniche erano a prezzi folli (visti oggi), poi è arrivato qualcuno (Iliad) che ha fatto saltare il banco, sfruttando a fondo la legislazione europea
le cose cambiano e possono cambiare in meglio,
è solo la narrazione passatista che tiene tutti nel brodo caldo e stantio, dipingendolo come difesa dal babau e dai poteri forti, i quali ben volentieri tengono il fuoco basso sotto la pentola apparentemente aggratis…..