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Vendite auto in crisi: colpa dei prezzi, non solo dell’elettrico

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  1. Vendite auto in crisi: colpa dei prezzi eccessivi di tutte le motorizzazioni, più che dell’elettrico in particolare. È quanto sostiene Lino, un lettore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
Vendite auto in crisi
Vendite di auto in crisi in Europa, tutta colpa dell’elettrico? Sì, secondo quanto scrive il Corriere. Ma  forse è un po’ più complicato...

Vendite auto in crisi: “Listini esosi, vogliono guadagnarci troppo”

“Si sta dando la colpa della crisi dell’auto, in generale, alle sole auto elettriche tralasciando che la crisi è dovuta alle poche vendite, non alla mancanza di auto! Le auto termiche vengono ancora prodotte e commercializzate, come quelle elettriche,  eppure le vendite sono poche a causa dei loro prezzi eccessivi! La cosa è evidente se si guarda quando sono usciti gli incentivi esauriti in poco tempo! Quindi la colpa  non è della produzione o della tecnologia, ma del prezzo finale dell’auto. Prezzo molto spesso non giustificabile, se non con la voglia di guadagni spropositati da parte delle case automobilistiche. Se la gente avesse la possibilità, quindi salari più adeguati ai tempi, le auto andrebbero vendute anche a questi prezzi, oppure bisogna abbassare i listini delle auto. E’ una legge di mercato voluta da questo sistema capitalistico. Purtroppo questo viene volutamente ignorato dai politici, che dovrebbero controllare questi meccanismi e invece vanno a braccetto con i vari manager delle varie case automobilistiche. Lino Sgnaolin

Vendite auto in crisiTroppo facile dar la colpa solo alle EV

Risposta. In effetti i giornali sono stati un po’ sbrigativi nell’attribuire solo all’elettrico la responsabilità del tonfo del mercato europeo dell’auto in agosto. I dati parlano chiaro: il calo delle vendite è stato di 146 mila unità, a 753.482 immatricolazioni rispetto alla 899.881 dell’agosto 2023 (-16%). L’elettrico ha avuto un certo peso, con 71 mila auto vendute in meno, ma siamo comunque a meno della metà del calo complessivo. Eppure i grandi giornali, come il Corriere, non hanno avuto dubbi nell’attribuire tutta all’elettrico la responsabilità del passo falso. Nel confronto con il 2023, per le EV pesa la cancellazione degli incentivi in grandi mercati come Germania, Italia e anche Francia, dove si sono esauriti i fondi del leasing sociale. E si paga dazio. Ha ragione Lino, però, a dire che il malessere che va al di là dell’elettrico e riguarda l’auto in generale. I prezzi sono cresciuti troppo e chi vive di un normale stipendio è costretto a rivolgersi al mercato dell’usato, che non a caso continua a crescer mese dopo mese.

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25 COMMENTI

  1. L’esempio di Mario fa il punto della situazione, questo è il risultato delle politiche economiche poco lungimiranti, l’UE ha imposto alle case costruttrici determinati parametri nei quali dovevano rientrare le auto sia per la sicurezza che per l’ecologia.
    Il fine era giusto ma non si è tenuto conto che i costi sarebbero lievitati in modo non proporzionale agli stipendi con il risultato che chi ha un’auto ancora decente se la tiene fin che può, anche se è meno sicura e inquina di più..

  2. Ovviamente il quadro è complesso e ci sono 1000 variabili, tra le quali quelle citate nell’articolo e nei commenti.
    Resta comunque a mio parere una forte responsabilità dei produttori che in generale (non solo nell’automotive) preferiscono puntare al mercato più piccolo ma più redditizio del “lusso”: la 500e è fuori mercato, ma piuttosto che abbassare il prezzo preferiscono venderne meno a chi può, chiudere una fabbrica, mandare a casa un bel po’ di gente e così marinare ancor di più (tagli i costi e tieni il prezzo alto).
    E’ la stessa mancanza di etica che c’è sempre stata nel preferire a schiacciare le arance piuttosto che immettere sul mercato e abbassare il valore… Chissenefrega se al supermercato compri delle schifezze a 3.50/kg o non le compri più perché non puoi permettertelo.
    Ma si vede in tutti i settori e da anni ormai… Posso fare una cosa fatta bene che durerà anni, no ti viene chiesta la pezza a più basso costo per marinare di più nel trimestre corrente… Non importa se questo genera costi extra e manutenzione continua negli anni a venire, tanto il management incasserà la sua buona uscita e cambierà azienda lasciando i buchi nei pantaloni altrui.
    Abbiamo perso completamente l’etica e ne paghiamo le conseguenze (la fregatura è che chi l’ha persa ci guadagna e gli altri restano inguaiati).

  3. La risposta a questa domanda è nota: ci sono stati una serie di fattori che hanno portato a un aumento dei prezzi ma il principale sono stati gli investimenti per passare all’ elettrico in tempi record, hanno speso gigantesche montagne di soldi. Per recuperare quei soldi hanno aumentato i listini.

    È vero che si sono vendute meno auto ma è anche vero che percentualmente le elettriche sono crollate e hanno perso quota. Per capire il dramma, immaginate se i costruttori si fossero indebitati fino al collo per le auto a metano che poi quasi nessuno compra.

    Se guardate i margini su ogni modello, nonostante l’ aumento dei listini i margini si sono assottigliati.

    Signori ma se VW ha appena dato a Rivian 5 miliardi per il suo software … Pensate che li ha pagati coi soldi del Monopoli? Questo è quello che ha fatto l’ elettrificazione imposta ai costruttori, ha scassato tutti i conti …

    • Tutto vero, ma non hai verificato i margini per gli investitori, sia in termini percentuali che in termini assoluti. Quanto hanno guadagnato? Quanto meno del precedente esercizio? Io penso che al giorno d’oggi si voglia “estrarre” troppi soldi dalle aziende, poco importa agli investitori se le aziende chiudono tanto loro l’esercizio successivo posso o investire altrove, l’importante è guadagnare. Gli investimenti dovrebbero pesare sugli investitori , in prima battuta, poi sui clienti. Al giorno d’oggi non è così!

      • Beh se le azioni crollano, gli investitori (gli azionisti) ci rimettono. VW ha deciso di tagliare i costi di ricerca (oltre i due terzi per l’elettrico) per il periodo 2023 – 2027 da 180 miliardi a 160 miliardi. Hai idea di che margini enormi devono applicare ad ogni veicolo per arrivare a fare 180/160 miliardi in 5 anni? Considera che la manovra finanziaria che l’Italia fa ogni anno mediamente sono circa 28 miliardi, quindi VW ogni anno di investimento sta spendendo più della finanziaria dell’Italia.

        In un mercato così delicato poi arriva la decisione dell’UE e tutto crolla, solo VW sta pensando a 15000 o forse 30000 licenziamenti in Germania. Poi la VW chiede di fermarsi qui e non fare altri danni, la UE mette i dazi alla Cina mentre la VW la supplica di non farlo. Follia, totale follia.

        • Dunque, io non ho studiato economia e non capisco niente di finanza ma…. A me pare che in questa situazione dove tutti tirano l’acqua al proprio mulino gli unici che la prendono in quel ….
          sono i clienti. Se così fosse basterebbe non comprare niente per 6 mesi e vedi che risate !!!
          Non bastano facciamo un anno, vedi che poi i prezzi li fanno scendere!!!

  4. Non ci sono solo i prezzi alti ma anche l’imposizione di acquisti con finanziamento obbligatorio (TAEG spesso al limite dell’usura) per poi aspettare 6 mesi o più l’auto. Se i produttori fossero realmente a mal partito e intenzionati a vendere, limerebbero i prezzi, accetterebbero, benedicendolo, il pagamento in contanti e non obbligando ad astruse formule ( anticipo+rate+maxirata finale con scappellamento a destra) e avrebbero piazzali tali da garantire, se non la pronta consegna, almeno tempi decenti. Probabilmente, dopo aver privilegiato i dividendi agli azionisti rispetto agli investimenti negli ultimi 10/15 anni, stanno ormai finendo di trasferire i capitali dall’automotive ad altro, vedi Elkann e soci, lasciando in braghe di tela chi ha lavorato per loro.

  5. Nel 1970 si poteva andare a lavorare con una 500 fiat del valore di 8 stipendi da operai.Oggi la proporzione è cambiata notevolmente.
    Nel 1970 si andava al lavoro per mettere su casa e famiglia. Oggi a causa del lavoro mancante vicino casa e comunque mancando per molti il tempo indeterminato si vive alla giornata. A causa della pubblicità per auto che non ti puoi permettere, se lavori pensi a divertirti e ordini auto che poi non puoi pagare. Perché ti devi fare altri debiti per la casa, e se non hai una famiglia media da spostare per le vacanze a che ti serve l’auto a debiti ?
    Insomma se vogliamo vendere e comprare le auto dobbiamo ricreare la necessità, il bisogno di possederla, oltre lo status.
    Ricordatelo ai nostri ….
    Raf.

  6. Margini, margini, margini. Frequento le aziende e ormai è l’unica parola che si sente menzionare dai proprietari. Loro devono guadagnare di più, non si accontentano più. E ci sono, in pratica, due modi per aumentare i margini: ridurre i costi e ormai si fa leva solo sui costi del personale, quindi tieni bassi gli stipendi e riduci il numero di persone, secondo aumenti i prezzi di vendita, a quelle persone a cui hai “ridotto” gli stipendi. Questa è la lungimiranza a cui siamo di fronte.

  7. Sono d’accordo con il sig. Lino, ma aggiungo una cosa: quella dell’auto è una visione macroscopica di quello che nel mondo occidentale sta accadendo un po’ a tutti i grossi mercati. E sono straconvinto che la colpa vada ricercata un po’ oltre e un po’ indietro nel tempo.
    Dagli inizi degli anni 2000 almeno, siamo diventati schiavi di quella brutta bestia chiamata FINANZA SPECULATIVA. Se prima si imprendeva con in testa la prosperità anche dell’indotto, ora la concentrazione delle imprese è prima di tutto al mercato finanziario, che da solo è in grado di ribaltare le sorti di qualunque marchio, anche se va bene. E’ normale tutto ciò? Io credo di no.
    E quindi se prima la “sostenibilità” della produzione di un’auto veniva calcolata sui costi, alla materia prima alla pubblicità, ora la componente finanziaria di un modello potrebbe passare dalla vendita dello stesso con margini elevatissimi e prezzi alti per poter distribuire i profitti, alla vendita sottocosto per mostrare al mercato dei “numeri”.
    Credo che sia necessario staccare completamente le dinamiche speculative dalla vita reale o di questo passo ci avviteremo sempre di più, finendo per sprofondare in una pericolosissima crisi senza tante vie di uscita.
    Noi occidentali abbiamo perso l’ETICA fondamentalmente. Guardate Xiaomi: si sono dati da anni regole ben precise sul margine massimo da applicare ai loro prodotti. Piano piano, con calma, stanno diventando uno dei brand più diffusi al mondo e sono convinto che lo vedremo crescere sempre di più.
    Urge un ridimensionamento, tornare ad imprendere. Con pazienza e un po’ di sudore, si può prosperare lo stesso. I soldi facili sono SEMPRE il demonio.

  8. I prezzi alti? Beh che vi aspettavate?
    Tutte le risorse sono state dirottate sull’elettrico che non si vende. E allora si!
    Se anche il termico è caro è colpa di questa scellerata decisione senza riflettere sulle conseguenze economiche e industriali!

    Io vorrei sapere questi politicanti cosa hanno al posto del cervello! Vogliono basare tutto su una politica Green e poi ci vogliono catapultare in una guerra nucleare permettendo a Kiev di usare i le nostre armi da difesa in territorio russo! Mah!…….

    • Guarda che la guerra di cui parli è figlia della stessa madre dell’aumento dei prezzi delle auto termiche ed elettriche, la finanziarizzazione del mondo accidentale, informazione gratuita.

      • interessante! Credevo fosse frutto delle manie di grandezza e del desiderio di revanscismo di un oligarchia criminal dittatoriale.. Ma forse mi sbaglio, la Russia è un caposaldo dell’Occidente..
        Che poi il prezzo delle auto termiche dipenda dalle BEV..

  9. I prezzi sono aumentati anche perchè da luglio sono entrati in vigore regolamenti europei che impongono ADAS, cybersecurity e altre facezie che hanno imposto una riprogettazione di molte gamme – pressochè la totalità delle gamme ‘basse’.
    Se a questo si aggiunge che da anni si rinfacciava ai costruttori generalisti il margine ridotto delle vetture utilitarie, si ha una spiegazone semplice e razionale della scomparsa di ogni tipo di vettura economica. Si badi bene: non (solo) per semplice ingordigia dei costruttori, se i contenuti di TUTTE le auto devono essere quelli che fino a ieri erano riservati alla fascia premium, cosa avremmo dovuto aspettarci?

    • I prezzi sono aumentati dal 2020 perché i costruttori stanno girando le multe sulla CO2 direttamente agli acquirenti. Vuoi un auto termica poco efficiente e che emette più CO2 di quella previste dalle norme? Se sì, paghi la multa. È il meccanismo di disincentivazione previsto. Se ci fate caso i costruttori europei fino ad ora hanno puntato su MHEV e PHEV. Dato che queste ultime permettono di avere un rapporto di circa 7 termiche vendute sono compensate da una PHEV. il problema è che in mercati come l’Italia le PHEV ex FCA avevano un rapporto di vendita 1 PHEV su 35 termiche. In pratica multa assicurata e quindi prezzi aumentati. Per chi se lo chiede quali PHEV aveva FCA la risposta è semplice, tutte le Jeep 4xe.

    • Le “facezie” servono a salvare la nostra pelle e contenere i danni di un troppo alto numero di distratti e di incapaci alla guida.
      Detto questo, ci sono quelle dinamiche che si chiamano “economie di scala”. Un sistema come ADAS è fatto da sensori (chip e camerine) che costano pochissimo e da un software prodotto una volta e personalizzato per modello.
      Quando hai venduto anche solo qualche centinaio di auto, sei già rientrato dell’investimento ed inizi a straguadagnare.
      Allora ti mostro questa cosa: il presso base della Golf 6 era di 16.000€, quello base dell’attuale, la 8, è di 26.000€. Sei davvero convinto che le “facezie” incidano su un unico modello per 10k? La risposta te la do io: no. Eppure le auto sono quasi identiche a prima, non è stata fatta una evoluzione tale da portare un aumento così sconsiderato.
      Le dinamiche sono ben altre e vanno oltre le politiche europee, che se fossero davvero state insostenibili, avrebbero provocato una levata di scudi da parte dei produttori, che magari fanno un po’ di melina (serve sempre, non solo nel calcio) ma poi, come con l’elettrico, saltano sul carro ed iniziano a macinare guadagni, magari andando in giro a raccontare favelle…

      • Casualmente lavoro nell’automotive, ed ho la assoluta certezza che il tuo ragionamento sia lo stesso fatto dai politici. L’idea che si trattasse di appiccicare un sensorino da due lire e scrivere un software pressochè universale può essere accettato da un cittadino qualsiasi, ma che lo abbiano dato per scontato i regolatori no – loro NON DEVONO essere ignoranti! L’implementazione di questi sistemi è assolutamente dedicato e specifico modello per modello, il loro funzionamento coinvolge TUTTE le centraline veicolari e richiede una mole di adeguamenti e sviluppo enorme.
        Piccolo esempio: la 500 è morta perchè non adeguabile (ad un costo sostenibile).
        Che possano salvarci dai distratti e dagli incapaci.. a farlo sarà solo eventualmente la guida autonoma di 5 livello.
        Per altro non sono solo gli ADAS a essere stati imposti, la cibersecurity è un altro elemento invisibile ma di impatto immane e la sicurezza passiva comporta una progettazione ed una realizzazione ben diversa da quella di un veicolo di piú di tre lustri fa.

        • Sono d’accordo con te, ma torno al mio esempio di Golf: credi che 10k di sovrapprezzo in così pochi anni siano davvero giustificati? Io quando parlo di economie di scala non mi riferisco al cross modello (anche se pure io ho lavorato per anni in un’azienda del settore e volendo si può fare pure quello), ma all’interno dello stesso modello.
          Se dividi il costo di “impianto” per il numero di modelli che ritieni di vendere (ed è un calcolo più che fattibile), sicuramente i costi si riducono.
          Voglio dire, non stiamo parlando di pelle vera da mettere sui sedili e applicare agli interni che ti ci vuole mezzo animale, ma di sensori e processori che prodotti in serie diventano davvero un costo minimo rispetto ad altre componenti. Certo, ammetto che aumentano il costo, ma di percentuali umane, non dell’80%.
          Se tutto il tuo ragionamento funzionasse, ci troveremmo in una situazione di insostenibilità produttiva e ciò, frignate di qualche produttore a parte, non sta accadendo.
          Un ultimo esempio su tutti: DACIA produce ottime auto con tutta la componentistica richiesta dalla normativa, vendendo un casino di auto e facendolo a prezzi onesti. Ci sono auto sul mercato che rispetto ad una Duster attuale hanno solo delle plastiche un po’ più morbide in più, ma che magari costano 20k di più. Questo non è affatto normale e si giustifica solo (ho inserito un altro commento in merito a questo post) con l’esigenza di alcune case di rispondere alla finanza.

  10. Trovare negli stipendi troppo bassi la ragione principale del calo del venduto europeo non credo che sia corretto, gli stipendi medi europei, nei mercati importanti, sono ben più alti di quelli italiani eppure il calo è generalizzato. Può essere che un offerta drogata dagli incentivi abbia permesso di evadere la domanda europea di chi poteva cambiare l’auto ed ora rimane solo la domanda residua di chi non ha potuto usare gli incentivi per svariate ragioni, compresa naturalmente anche quella economica?

    • Non credo proprio, Roberto.
      Fosse come da suo ragionamento, sarebbe troppo grossa la coincidenza: in Germania il tracollo di vendite è iniziato con la chiusura degli incentivi, in Francia idem, in Italia è servito un incentivo forte (dai 6.000 ai 13.750 €) affinché gli acquirenti di elettriche finissero i fondi in pochissime ore, per poi tornare immediatamente a vendite zero.

      In più aggiungiamo che sempre in Italia i fondi per le PHEV e per le altre motorizzazioni sono avanzati e sono ancora attivi, ma praticamente nessuno li usa: le PHEV hanno un incentivo molto alto (praticamente come le elettriche: dai 6.000 ai 13.750 €), ma hanno un prezzo davvero importante, spesso più alto delle equivalenti elettriche.

      Le altre motorizzazioni invece godono di incentivi che a questa tornata sono molto bassi, dai 1.500 ai 3.000 €.

      Mettendo insieme tutto questo, io traggo la conclusione che il potenziale cliente diventa acquirente solo quando ha uno “sconto” molto forte sul prezzo a listino, e che questo prezzo comunque a monte non deve essere troppo esagerato.

      E quindi, secondo me la ragione economica è quella primaria.

      A prescindere dallo stipendio, e anzi io lo trovo un buon segnale: mi pare che non solo chi prende 1.000 €/mese, ma anche chi ne prende 5.000 stia iniziando a dare il giusto valore al denaro (ed è giusto così: non è che se io fossi sfondato d’oro, allora non batterei ciglio se mi venisse offerta una Sandero a 30.000 €, no? Per quella cifra mi aspetterei che mi venisse offerto qualcosa di molto meglio!).

      Quindi ripeto: un buon segnale.
      Spero che i costruttori, soprattutto europei, lo colgano, per smettere di speculare con margini assurdi.

  11. Con l’arrivo in massa di costruttori extra-europei (cinesi, indiani, vietnamiti, thailandesi) che portano via grandi quote di mercato ai costruttori storici
    la capacità produttiva europea ed italiana è oramai da anni sovradimensionata e, conseguentemente, troppo costosa per il livello medio dei budget clienti.

    Andrà drasticamente ridotta la capacità produttiva, diminuito il numero di stabilimenti, di modelli in produzione, e ovviamente (purtroppo) di operai e dipendenti ed indotto collegato in vario modo.

    Altri costruttori (Tesla in primis, cinesi “a ruota”) stanno introducendo tecniche innovative per l’assemblaggio rapido ed economico dei veicoli: gigacast, robot sempre più sofisticati e controllati da I.A. in ogni fase del processo; ciò è possibile principalmente con le vetture elettriche vista la gran parte di componenti senza collegamenti meccanici ma solo cablaggi (ed anche wireless), quindi le vetture elettriche a breve diventeranno (come da tempo veniva pronosticato) più economiche delle controparti termiche… una volta che saremo al livello stabile di evoluzione delle batterie (manca pochi anni direi… Ci saranno sempre innovazioni, ma introdotte con passaggi più lenti… anche perché si dovranno accorpare anche i produttori di batterie, non solo le case produttrici (e le migliori start-up, come Xiaomi ad esempio).

    I nostri governanti europei ed italiani si dovranno affrettare parecchio a trovar fondi di sostegno ai settori colpiti ed aiutare gli imprenditori a crearsi nuovi “terreni di investimento” industriale, artigianale… supportati da centri studi.
    Non sarà semplice nè veloce… anzi

    (ps. se uno avesse seguito nei 30 anni Quark e le raccomandazioni di Piero Angela….)

    • Nel frattempo che i prezzi tornino normali io….aspetto!!! Ho due auto in casa un po’ vecchiotte ma con pochi km ( una del 2003 con 55000 km e una del 2008 con 85000km ) posso aspettare con le mie percorrenze tranquillamente 10 anni ma volendo anche 15 anni senza problemi. Senza contare che nel frattempo mi ritirerò dal lavoro e quindi le userò ancora meno…. chissà magari una ev con liquidazione? Bah…forse è meglio 10 viaggi nel mondo!!! Un saluto con affetto e rispetto!

      • In effetti…la situazione è ottimale…e lascia tutte le opzioni aperte per il futuro 👍😁
        Buon …”ritiro” e buoni viaggi (sempre in gran bel modo per arricchirsi.. di esperienze 😉)
        Contraccambio i saluti 👋

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