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Veicoli pesanti e transizione ecologica: costruttori pronti

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il Volvo raggiunge un'autonomia da 300 km

I costruttori di veicoli industriali pesanti aderenti all’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) approvano il percorso di transizione ecologica delineato dalla Commissione europea il 14 febbraio scorso.

I nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, rispetto ai livelli del 2019, per i veicoli industriali sono:
-emissioni ridotte del 45% a partire dal 2030;
-taglio del 65% a partire dal 2035;
-emissioni ridotte del 90% a partire dal 2040.

L’Unrae: “La strada è tracciata, accettiamo la sfida”

Per il Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, Paolo A. Starace, «la strada è già stata tracciata» e le Case  «sono pronte alla sfida e consapevoli che il nostro settore debba contribuire, come tutti gli altri, a ridurre le emissioni climalteranti».

Tutti i Costruttori di veicoli industriali, aggiunge, «hanno già da tempo abbracciato la transizione ecologica e hanno sostenuto negli anni ingenti investimenti per lo sviluppo di veicoli sempre più rispettosi dell’ambiente e sicuri».

Le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti di nuova immatricolazione sono sottoposte a rigide misurazioni a livello europeo e, qualora non venga rispettato l’obiettivo già in vigore della riduzione del 15% entro il 2025 (rispetto ai valori emessi nel 2019), la Commissione imporrà ingenti sanzioni in capo alle Case costruttrici, pari a 4.250 €/gCO2/tKm per le emissioni di CO2 in eccesso.

Ok l’elettrico, ma serve un mix di soluzioni

L’UNRAE ritiene però che gli obiettivi di abbattimento delle emissioni potranno
essere raggiunti mediante un mix di soluzioni tecnologiche, tra cui le motorizzazioni elettriche, a idrogeno e l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici Euro 6/VI in circolazione.

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Il camion eActros di Mercedes. i primi esemplari stanno uscendo dalla fabbrica in questi giorni

«Già oggi i Costruttori producono e consegnano veicoli industriali elettrici con autonomia di oltre 500 km» fa notare Starace. «Esistono poi anche soluzioni ecologicamente valide per continuare a sfruttare i motori endotermici di ultima generazione». Per esempio«i biocarburanti, tra cui il biodiesel HVO, che riducono le emissioni di CO2 fino al 95% rispetto al gasolio tradizionale». Oppure soluzioni «già in stato avanzato di sperimentazione a emissioni zero come l’impiego di idrogeno sui motori a combustione».

Un errore strategico investire sull’ Euro 7

I costruttori ritengono quindi «errore strategico l’abbandono della tecnologia del motore endotermico di ultima generazione Euro 6/VI». Richiedere ulteriori invsestimenti a favore delle motorizzazioni Euro 7 costringerebbe infatti i Costruttori «a investire in una tecnologia che sarà nel prossimo futuro in gran parte rimpiazzata, distraendo risorse ingenti dallo sviluppo delle altre soluzioni».

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Stazione di servizio e camion ad idrogeno secondo Nikola Motor

Infrastrutture e incentivi per i veicoli pesanti green

Il primo obiettivo intermedio dovrebbe essere invece «svecchiare il parco circolante italiano, che conta un’età media di 14,3 anni, con il 54,6% dei veicoli ante Euro V».

Infine l’Unrae si rivolge al governo. Chiede infatti che l’adozione di veicoli pesanti a zero emissioni in Italia «sia  opportunamente sostenuta da infrastrutture di ricarica e distributive idonee e da incentivi adeguatamente parametrati».

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2 COMMENTI

  1. Idrogeno a combustione? Una colossale castroneria! Già tanto se si arriva a un fuel cell sostenibile. Un ICE a H2 è la chimera nella chimera, ci sono una quantità di ostacoli tecnici enorme e il risultato è comunque meno efficiente di una cella a combustibile.

    • Si, pensano di farlo perchè costa meno. Sanno che è meno efficiente e pure a emissioni “quasi” zero a causa dell’olio lubrificante.
      Personalmente non credo nell’idrogeno in generale a causa dei costi di produzione e della bassa efficienza delle fuel cell.
      Lo sviluppo delle batterie è troppo più veloce e arriveranno anche sui camion

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