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Valentina: per fragole e ortaggi a emissioni zero

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valentina
La macchina agricola elettrica Valentina
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Fragole e quasi tutti gli ortaggi si raccolgono a emissioni zero con Valentina. E’ la macchina agevolatrice elettrica nata sette anni fa dal saper fare di un’azienda storica della motor valley emiliana: l’Officina Meccanica Vallisi. Specializzata dal 1969 nella produzione di telai per motocicli e l’automotive.

Valentina sta nei campi fino a 12 ore

macchina agricola elettrica
Le macchine agricole elettriche Valentina prodotte nel bolognese

I dati più importanti di Valentina vengono spiegati a Vaielettrico.it da Daniela Vallisi che, con il fratello Daniele nella sede di Lippo di Calderara a pochi chilometri da Bologna, gestisce l’azienda di famiglia. “Circa sette anni fa abbiamo scelto di produrre questa macchina elettrica che è stata ben accolta dai nostri clienti. L’autonomia va da 10 a 12 ore e permette di organizzarsi anche in due turni di lavoro“. Sul fronte delle applicazioni la titolare illustra il ventaglio di opportunità: “Siamo partiti con gli asparagi ma va bene per quasi tutti gli ortaggi: zucchine, insalata, pomodori, carciofi a basso fusto ed erbe infestanti. La frutta è troppa alta, ma va bene per la raccolta delle fragole“.

Motori da 1200 Watt e velocità massima da 15 km/h

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i due modelli di Valentina

Per quanto riguarda la propulsione cambia a seconda del modello di Valentina. Vediamo le specifiche tecniche fornite dall’azienda: “Il FGA posteriore con 2 ruote indipendenti  azionate da 2 motoriduttori movimentati da 2 motori asincroni trifase e potenza di 1200 Watt per una coppia di 420 Nm cadauno. Il modello FGZ con trasmissione posteriore tramite due motoriduttori che trasmettono il moto alle due ruote per mezzo di catene ed erogano una coppia motrice di 700 Nm per ruota“. La velocità massima arriva a 15 Km/h.

Video: la raccolta dei carciofi

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Le batterie sono al piombo

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Valentina rappresenta la svolta elettrica di un’azienda storica del settore automotive

Per quanto riguarda gli accumulatori si tratta di “4 batterie al piombo tubolari ad acido libero da 6 Volt 260 Ampere collegate in serie”. Abbiamo chiesto alla titolare come mai questa scelta e non il litio: “Abbiamo valutato che fosse la più idonea per le nostre macchine“. Daniela Vallisi  ci tiene a sottolineare il bollino europeo ovvero “la conformità alla Direttiva 2014/30/UE  che fornisce una tranquillità antinfortunistica all’imprenditore e ai propri collaboratori“.

Il mercato è soprattutto italiano, cosi i nostri ortaggi respirano

Dove si vende Valentina? “Anche all’estero, ma per il 90%  del nostro mercato è italiano. C’è tanto da fare qui da noi”. E si lavora tanto per la raccolta dell’asparago ad Altedo (uno dei paesi più conosciuti per questo ortaggio), ma anche con tanti altri produttori e varietà di ortaggi diversi.

“Ma sono ancora  tanti che hanno ancora i motori a scoppio  nei campi“. Un problema e un tema che purtroppo ancora non è stato fissato nella nostra agenda agricola. Eppure nei prodotti di eccellenza  dove il consumatore è molto attento,  per questo i nostri concorrenti francesi e californiani collaborano anche con le aziende di macchine agricole per fare andare sui campi i motori elettrici. Ma ci lavorano anche i turchi e i cinesi.

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3 COMMENTI

  1. Ortaggi ad emissioni zero? E la centrale a carbone che sposta le vostre emissioni da un’altra parte del mondo non conta nulla? Bravi ecologisti de noantri, che guardano solo il proprio orto senza accorgersi che ogni giorno si stringe di più

    • Gentile Luca pensi a quanto poco interessano le sue due righe di morale qualunquista e benaltrista ai polmoni di chi respira veleno per otto o nove ore. A questo ritmo è facile prendersi un tumore ai polmoni. E chi paga i danni? Insomma caro Luca facciamo la distinzione tra emissioni locali e globali.

      Poi detto questo l’elettricità un’azienda o una famiglia se la può produrre in casa, il petrolio no (si estrae, si lavora, si trasforma, si raffina, si consegna…).
      Ci sono fornitori che vendono sono energia da rinnovabili, ma anche utilizzando energia prodotta dal carbone (l’ipotesi più estrema) il maggior rendimento del motore elettrico permette di ridurre e di abbattere le emissioni.
      Ultimo punto ma fondamentale: i gas di scarico sono a zero ovvero le emissioni locali non esistono ovvero chi lavora sulla macchina o vicino non respira veleno che a lungo andare provoca anche la morte tramite il tumore ai polmoni. Infine si riduce sensibilmente il rumore e questo è bene per la salute dei lavoratori. Senza contare le minori vibrazioni, la migliore stabilità del motore elettrico e nessun sversamento di idrocarburi sul terreno.

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