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In Francia con l’e-Berlingo. Più che vacanza, uno stress-test

vacanza stress-test

Una vacanza che si è trasformata in uno stress-test. C’è voluto perfino il soccorso del carro attrezzi per spingere fino alla colonnina l’e-Berlingo di Giorgio, rimasto a secco su un’autostrada francese. Ma lui l’ha presa con filosofia: la vacanza in auto elettrica, scrive, va vissuta come un’avventura. Questa è l’undicesima puntata della serie “Ricarica in vacanza”: in basso i link alle puntate precedenti. Chi volesse raccontare il suo viaggio, può inviare testo e foto a info@vaielettrico.it .

                                                 Di Giorgio Giordana

Ai tanti report di vacanzieri elettrici aggiungo anche il mio, 4 adulti in giro per la Francia con 3800 km fatti in 15gg, concentrando il racconto della vacanza sulla parte auto/ricariche: un vero stress-test per me.

Promossa con riserva l’auto

L’e-Berlingo (acquistata a giugno) è ottima per abitabilità, comfort, spazio e piacere di guida. Con soli 50kw nominali di batteria ed un’ aerodinamica da “cassonetto”  è però molto limitata come autonomia in autostrada. Ricarica comunque velocemente alle colonnine fast, sempre oltre gli 80- 90kw/h,(nominali 100kw/h)  in 20 minuti è pronta per ripartire.

Con 4 adulti + abbondanti bagagli in autostrada bisogna programmare una sosta ogni 150-180km (senza quasi mai superare i 110Km/h) mentre su statale e velocità max di 80km/h (limite in Francia) si può prevedere ricariche ogni 250-280km.

Se anche in Francia le colonnine sono occupate abusivamente, sono guaste o disattive la vacanza si trasforma in uno stress-test

Rimandati i punti di ricarica

Abbiamo trovato spesso nelle località più affollate gli stalli occupati, alcune volte anche da veicoli endotermici o da ibride non collegate però alla colonnina. Ottima l’idea di un elettroviaggiatore francese che munito di appositi adesivi (spero difficili da togliere) ha tappezzato parabrezza e specchi laterali dell’auto del maleducato di turno.

Di mio ho pensato di modificare un disco orario da mettere sul cruscotto per annunciare agli altri utenti l’ora prevista in cui libererò lo stallo. Comodo se diventa un’accortezza diffusa.

Circuiti di ricarica bocciati. E restiamo a piedi

Oltre alla tessera Nextcharge, per il viaggio in Francia ho fatto anche la tessera Freshmile, molto diffusa e capillare, anche se raramente in corrente continua. Quindi il Berlingo ricarica solo a 11Kw/h.

Disastro il 19 agosto, dove avevamo programmato metà del viaggio di ritorno Brest-Torino di 1.300km e il circuito Freshmile era bloccato in tutta la Bretagna del sud. Inutili le telefonate ai numeri dell’assistenza, gli operatori non potevano risolvere, il netwok era down e basta. Il circuito Nextcarge ci ha fatti andare invece ad una colonnina ancora da inaugurare, avvolta nel cellophane, ad una guasta ed a una funzionante, ma interna al piazzale di un concessionario Nissan chiuso, quindi irraggiungibile (segnata come pubblica 7/24 sull’app. come foto) Risultato: carro attrezzi ed albergo fuori programma alle 2.00 di notte.

APP e navigatore bocciati

Per programmare le ricariche ci siamo affidati alle app Freshmile, Nextcharge, Google maps e al navigatore dell’auto. Troppe imprecisioni, colonnine inesistenti, ancora da inaugurare, altre segnate da 50kw erano in realtà da 20kw in corrente alternata, quindi con tempi di ricarica non sostenibili durante un viaggio.

I punti di ricarica non si possono costruire o riparare in 5 minuti, i maleducati che bloccano lo stallo ci saranno sempre, avere però una applicazione che in tempo reale ti informa con precisione e puntualità sarebbe risolutiva.

Per gli operatori dei circuiti di ricarica: se per tutta una giornata nessuno si collega alla vostra colonnina e non è guasta, sarà che qualche furbacchione ha trovato un parcheggio gratuito?  Segnalatela come inattiva fino a verifica!

Guidatore (io) bocciato

Sono partito da neofita dell’elettrico, solo 3.000 km fatti da giugno ad agosto. La vacanza è diventata uno stress-test.

Ho imparato a mie spese a non pensare di essere più furbo del computer di bordo nella stima dei km residui, perchè è vero che per dieci volte si fanno 25km più del previsto, ma l’undicesima, sarà per il vento contro, sarà per la pioggia, ma la colonnina rimane a 1400 metri quando la macchina si ferma.

Carroattrezzi, promosso con lode

Ottimo il sistema degli addetti alle autostrade in Francia: ti spingono l’auto con un furgone dotato di un cuscino in gomma sul paraurti anteriore fino alla agognata colonnina, il tutto in pochi minuti e nessun danno alla carrozzeria.

Si può viaggiare in elettrico in vacanza con un’auto poco adatta ai lunghi viaggi come l’e-Berlingo se si è pronti all’imprevisto, non ci sono bambini o anziani che patiscono i fuori orario e se la deviazione verso il paesino a 30 km per trovare una ricarica veloce è vissuta come un’avventura e non come una scocciatura.

Mi sono convinto che un’auto elettrica adatta a tutti gli usi oggi deve avere almeno 400km nel ciclo WLTP e supportare la ricarica veloce ad almeno 100kw/h, meglio se di più.

E per finire: le note positive

Note positive? Molte, ed irrinunciabili. Chiacchierare a bassa voce come neanche su una endotermica superlusso, parcheggiare allo stallo in centro paese mentre tutto intorno non c’è un parcheggio, riprendere la macchina già fresca perchè si può accendere l’aria condizionata da remoto.

Ma sopra a tutto c’è la convinzione di avere fatto una scelta nella giusta direzione per la salvaguardia dell’ambiente, tutti i contrattempi passano in secondo piano (in ferie).

— Le puntate precedenti: qui In Provenza la vacanza perfetta; qui In Francia con la Tesla; qui le colonnine “imprigionate”; qui le disavventure con una Leaf64 kWh; qui Umbria-Capo Rizzuto in Volkswagen ID.4 (foto); qui in Francia con la Zoe; qui Stefano e le troppe colonnine fuori uso; qui: trovare la ricarica è una caccia al tesoro; qui: un principiante elettrico da Roma alla Sicilia; qui: la Slovenia in Kona EV: 1.600 km con zero patemi.

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