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USA contro Cina: guerra sulle auto elettriche?

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Una vera e propria guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina sull’auto elettrica potrebbe essere alle porte, mentre Pechino insegue il suo obbiettivo di sviluppo della mobilità sostenibile.

Il governo cinese ha scommesso forte sulla produzione di “veicoli a nuove energie” (NEV) sia per gli indubbi benefici all’ecosistema ambientale sia per gli strabilianti progressi scientifici e industriali che spera di raggiungere in questo campo. Il Paese è già diventato il mercato trainante dell’auto, con vendite totali che sfiorano i 24 milioni di esemplari fra sportive e utilitarie, e a dirlo non è solo il Pechino, ma anche Bloomberg.

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Le vendite dei veicoli elettrici, all’interno della cui categoria vanno a inserirsi anche le ibride e le elettriche con celle a combustibile, hanno toccato le 507.000 unità nel 2016 secondo quanto riportato dalla China Association of Automobile Manufacturers (CAAM). Quest’anno, a settembre, erano già stati venduti 23 milioni di veicoli con un aumento del 4% rispetto all’anno passato; ma tra queste, i veicoli “ecologici” hanno fatto la parte del leone, con un aumento addirittura del 37%, sempre secondo il CAAM. Questa crescita è figlia di una serie di politiche portate avanti direttamente dal governo tramite incentivi all’acquisto, sgravi fiscali e sussidi tanto ai privati quanto alle aziende produttrici. Il 28 settembre il governo ha scosso tutto il mercato dichiarando che nuove politiche sarebbero presto entrate in vigore per stimolare un’ulteriore crescita del 10% per i veicoli Nev, aggiungendo di aspettarsi una crescita del 20% entro il 2020. In sostanza i produttori di automobili dovranno fare in modo che le vendite di veicoli elettrici rappresentino almeno il 10% del totale entro il 2020, pena multe salatissime. In cifre significherebbe un mercato di 2,5 milioni di vetture elettriche solo in Cina, contro il milione circa vendute quest’anno in tutto il mondo.

Addio ai combustibili fossili

Le nuove regole annunciate dal ministro dei Trasporti e della Ricerca Informatica Xin Guobin hanno evidenziato anche che il Partito Comunista Cinese ha l’intenzione di abbandonare per sempre i veicoli a combustibile fossile. “Queste misure muteranno profondamente l’approccio delle nostre case produttrici” ha detto Xin. Questo ha convinto i competitor stranieri (quelli americani su tutti) ad accelerare lo sviluppo tecnologico sull’elettrico per evitare  che l’industria cinese acquisisca una leadership globale sul settore. Qualche giorno fa, l’amministratore delegato di General Motors, Mary Barra, ha detto che i produttori americani di auto elettriche contano di offrire 10 nuovi modelli destinati alla vendita sul mercato cinese entro il 2020 e 20 modelli entro il 2023. Altri produttori esteri ne seguiranno certamente l’esempio.

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La Cina conta invece di allearsi a Francia e Regno Unito per quanto riguarda la messa al bando dei veicoli tradizionali entro il 2040. Ma tutto questo suona come una sfida ai costruttori stranieri e rischia di scatenare una vera e propria guerra commerciale, combattuta con dazi e tasse d’importazione altissime. Gli esperti affermano però che la spettacolare crescita della Cina sui veicoli EV non sarebbe stata possibile senza lo scambio di tecnologia avvenuto negli anni ’80 proprio con quei Paesi (USA su tutti) che oggi rischiano di vedersi superati in produzione e costo finale al consumatore senza speranza di competizione.

Il rischio di conflitto

In uno studio del National Bureau of Asian Research (NBR), l’analista Marika Heller, che per l’agenzia di consulenza Crumpton Group si occupa di Cina, ha sostenuto che “nei mesi scorsi l’amministrazione Trump ha guardato con crescente preoccupazione allo sforzo del governo cinese per far diventare la Cina il motore trainante della produzione dei veicoli elettrici”. E se l’amministrazione Usa ostacolerà le politiche cinesi “Pechino prenderà di certo provvedimenti per proteggere ciò che rappresenta un’industria strategicamente importante per lei”. Insomma: entrambe le parti stanno affilando le armi e si preparano alla battaglia. La recente visita di Trump a Pechino, nonostante l’accoglienza “imperiale” e i 250 miliardi di dollari di accordi commerciali messi nero su bianco, non ha sciolto i nodi legati al mercato auto e infatti i comunicati ufficiali diffusi al termine della visita non contengono nessun accenno alla questione auto. Lo stato dell’arte è questo: i costruttori americani vorrebbero accedere liberamente all’immenso mercato dell’auto elettrica cinese, mantenendo però saldamente in mano la tecnologia più avanzata. I cinesi, attraverso le nuove regole del piano Made in China 2025, cercano invece di acquisire e fare proprie tutte le competenze elettriche più avanzate, per arrivare, un domani, saturato il mercato interno, ad esportare i propri veicoli in tutto il mondo.

CONTINUA CON: USA contro Cina: guerra sulle auto elettriche?/2 La risposta di Trump

 

 

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