Urso riuscirà a farci perdere anche Stellantis? Le dichiarazioni del ministro nel giorno dell’annuncio dei bonus 2024 ha parecchio irritato Carlos Tavares. Con il rischio di farci perdere anche quel po’ di produzione automotive che ci resta.
Urso riuscirà…? Qui non ha il coltello dalla parte del manico
Il problema del ministro delle Imprese e del made in Italy è che parla di questi temi con lo stesso linguaggio che si usa nel nostro dibattito politico. Sempre alzando i toni con spavalderia.
Il fatto è che, parlando con i grandi gruppi dell’automotive, questo modo di trattare non funziona, per un semplice motivo: il coltello è dalla parte del manico delle imprese. Sì, perché sono corteggiate da tutti i Paesi, europei e non, affinché aprano o trasferiscano fabbriche in loco. E tutti offrono le condizioni più vantaggiose per portare a casa nuovi posti di lavoro. Spesso ci riescono: l’Ungheria di Orban si è appena aggiudicata la nuova fabbrica della cinese BYD, la Serbia la produzione della Fiat 500.
Per non parlare di Germania e Spagna, sempre gettonatissime. Da noi non viene nessuno e anzi, a quanto pare, facciamo di tutto per irritare chi c’è già, a cominciare appunto dal colosso che ha raccolto l’eredità delle tante fabbriche ex Fiat.
Tavares: “Noi francesi? L’Italia cerca solo dei capri espiatori…”
Che cosa aveva detto Tavares (intervista a Bloomberg) di fronte all’atteggiamento sempre piuttosto aggressivo di Urso e della stessa premier Giorgia Meloni? “L’Italia dovrebbe fare di più per tutelare i posti di lavoro nel settore auto invece di cercare capri espiatori. Si cerca di evitare di assumersi la responsabilità del fatto che, se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio le fabbriche italiane. Se non si vuole che i veicoli elettrici facciano progressi, basta interrompere i sussidi. È ovvio che il governo italiano lo stia facendo“.
Parole dette prima che il ministro annunciasse i nuovi incentivi, senza specificarne la data di entra in vigore. Ma Tavares ha replicato anche a Giorgia Meloni, che avevo descritto come un’azienda puramente francese: “Non sono sempre d’accordo con il governo francese. Stellantis non e’ nelle mani del governo francese“.
Parigi possiede una quota del 6,1% in Stellantis ed è presente nel consiglio d’amministrazione, l’Italia non ha quote né consiglieri. Ma questo non significa che l’azienda prenda ordini dalla Francia, assicura il top manager.
Il ministro: “Li abbiamo aiutati sull’Euro 7 e alzato gli incentivi…”
Che cosa replica Urso? Non arretra, rilancia: “Ci avevano chiesto un impegno in Europa sull’Euro 7 e quell’impegno l’abbiamo mantenuto. Ci hanno chiesto un piano incentivi significativo e straordinario, l’abbiamo mantenuto. Se il problema è ‘fate come fa la Francia’, la differenza tra noi e loro è che loro sono nel capitale azionario: allora fateci una richiesta. Nei diversi incontri che ho avuto con Tavares ed Elkann mi è stata posta una richiesta esplicita, che l’Italia si facesse parte attiva e protagonista in Europa per cambiare in maniera radicale il regolamento Euro 7. Abbiamo raggiunto quell’obiettivo. Se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba fare come la Francia che recentemente ha aumentato i diritti di voto in Stellantis, ce lo chiedano. L’ha fatto la Francia per far valere le ragioni dei cittadini francesi all’interno di questa multinazionale, ne possiamo ragionare“.
Ma a irritare il n.1 di Stellantis c’è anche il fatto che Urso continua a parlare di un altro costruttore disposto a investire in Italia, senza mai scoprire le sue carte.
Urso riuscirà…? Una disputa che non porta bene alle fabbriche italiane
Il vaso di coccio tra questi due vasi di ferro potrebbero essere proprio le fabbriche italiane di Stellantis. Il timore è che l’azienda usi questo atteggiamento del governo per cancellare o contenere gli investimenti necessari a rilanciare i nostri stabilimenti.
Secondo i metalmeccanici Uilm, per esempio, le urgenze sono tante. C’è l’individuazione di una nuova vettura per Mirafiori in sostituzione della gamma Maserati che sta uscendo di produzione. C’è la conferma dei 5 modelli a Melfi. E c’è un intervento sulla joint venture ACC, che si è impegnata a realizzare una Gigafactory a Termoli con fondi pubblici, “ma ciò nonostante si rifiuta di offrire garanzie occupazionali“.
Ma i sindacati segnalano anche che “la situazione più drammatica è quella delle aziende dell’indotto. A partire dal distretto industriale di Melfi, dalla Lear di Torino e da vertenze drammatiche erediate dal passato come Termini Imerese e Industria italiana Autobus“. Val la pena di scherzare col fuoco, con una situazione del genere? Magari dando a Stellantis l’alibi per chiudere altri impianti e andare altrove con governi più compiacenti?
- E la concorrenza (elettrica) cinese fa sempre più paura: guarda il VIDEO-TEST della BYD Seal U.
Stellantis ormai è cotta. Avete voluto insistere con l’auto a combustione tirando i politici come Salvini per la giacchetta e adesso ne pagate le conseguenze. Questa classe politica vi sta già scaricando.
anno scorso lamentela continua per la mancanza di incentivi: #hastatosalviniursogovernoladroepusilannime
quest’anno orgia di incentivi, ma urso qui urso là blablabla #hastatosalviniursogovernoladroepusilannime
direi che è ora di decidersi.. 🤷♂️
risposte in libertà ai vari commenti:
c’è pure gente convinta che si deve “portare a casa” italiani detenuti altrove.. (bulgaria?) 🤮
si, facciamo solo turismo (ma alla principato di monaco) e agricoltura: tutte le varie gigafactory, iperfactory e factory vadano dove vogliono, unico imperativo sindacati al seguito. 👋
siamo green ma vigliacco che senta qualcuno che sulla sua auto monti le gomme “ricoperte” (molto utilizzate in germania anche sulle premium alta gamma, ad esempio).. è un riciclaggio questo che non piace ai nostri professoroni: solo il litio ci salva dalla scomparsa. 😇
” se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio le fabbriche italiane”: dispiace dirlo, ma ci troviamo di fronte ad un ricatto bello e buono. La produzione di BEV in Italia, ad oggi, è limitata (500e oltre alla serie Folgore Maserati, in fase di avvio) ed utilizza batterie prodotte all’estero (la batteria è il “cuore” di un BEV, come valore, non certo paragonabile alla componentistica di vario tipo che esce da dagli stabilimenti di tanti produttori italiani) e quindi non si capisce perchè la ridotta vendita, sempre in Italia, dei medesimi metta a rischio le fabbriche. Del resto, se applicassimo lo stesso ragionamento, dovrebbero essere a rischio anche gli stabilimenti Stellantis in Spagna e Polonia, dove le vendite di BEV non sono molto dissimili, ma dove la medesima investe ed aumenta la produzione, anche di auto con marchi italiani (Lancia Ypsilon, Alfa Romeo Milano, Jeep Avenger, Fiat 600). In realtà Tavares continua l’opera di liquidazione dei siti produttivi italiani, già così ben iniziata dal precedente management ex FCA. Certo, l’Italia è un paese poco attrattivo per gli investimenti, ma le colpe non si possono dare al povero Urso, che si trova a gestire una situazione che si trascina dagli anni ’90 del XX secolo
forse la frase sugli incentifi era riferita alla fase di produzione, in Usa e talora anche in Paesi europei, la produzione di Bev è incentivata, per attirare stabilimenti
sussidi per l’acquisto.
danno entrambi, in america ad es. mi pare sino a 1/3 dei costi di produzione delle batterie è sovvenzionato con sgravi fiscali ai produttori
durante il covid una dozzina di fabbriche di batterie che dovevano aprire in europa si sono spostate al volo in Usa, ci abbiamo smenato 1-2 anni di ritardi in europa
non dico anche noi di dare 1/3, siamo in barche di tela, ma se i conti dicono che sono investimenti che rendono già in indotto e lavoro, e poi in beni “strategici”, perchè non pensarci?
invece da noi incentivi sugli aquisti, e pure pazzarelli, hanno modifificato la ripartizione, il grosso dei fondi andrà alle auto termiche nuove e poco a Bev (e Phev).. che pataccari se lo fanno.. temevo che finiva cosi..
oppure è il modo di scusarsi con stellantis dopo che li hanno attaccati in tv.. che macchiette
tavares docet: status dares incentives all’acquistum bev.
no parlatem di inentivarem gigafactory.
molto chiara che non si presta a interpretazioni:
” se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio le fabbriche italiane”.
“se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio le fabbriche italiane”. Le segnalo che la frase di Tavares, riportata nell’articolo, è molto chiara e fa espressamente riferimento all’acquisto di veicoli elettrici
Ad ogni modo Urso non ha responsabilità se non quella di essere arrivato per ultimo,dopo governi e ministri incapaci,dal titolo c’è un po’ di faziosità come attribuire all’attuale ministro/governo il problema che affligge stellantis da anni..non ho parole
non seguo abbastanza la politica, ma restando su fatti recenti mi pare che stanno facendo in negativo la loro parte, ad es. mi vengono in mente:
– non aver trattato nel merito condizioni vs garanzie per mantenere gli stabilimenti residui al sud italia, anche per opposizione ideologica alle bev
(ne aveva parlato già Presa diretta, puntata “La scossa elettrica”)
– sfan*****e Stellantis in TV, per fare polemica contro i giornali del gruppo Gedis, colpevoli di aver criticato il governo
Bhe pero il green deal mi pare non lo abbia scelto Tavares.
Il messaggio è chiaro: avete voluto l’auto elettrica, al mercato non interessa, se volete continuare su questa strada metteteci i soldi…messaggio chiaro per le prossime elezioni europee
Chiave di lettura magari parziale, ma tutt’altro che “discutibile”. Quantomeno a priori.
Sorvolando sull'”avete voluto il green deal”, sul problema che dell’inquinamento che dopo 7 norme Euro non ha ancora visto una soluzione, che presto o tardi il problema delle emissioni di CO2 diventerà un’emergenza ancora più cogente, che il petrolio a buon mercato ha i giorni contati e che solo in apparenza il mercato non vuole l’auto elettrica, molto più banalmente il mercato non vuole l’auto elettrica a tutti i costi e i produttori propongono soltanto auto a prezzi da premium.
Il fatto è che Musk e i cinesi c’hanno visto lungo e ai produttori recalcitranti non rimarrà altro che adeguarsi velocemente o essere spazzati via nel giro di una decina di anni.
Viene da chiedersi: a che gioco sta giocando Tavares? In effetti lui rischia poco, si prenderà anni di stipendi da CEO, una bella buonuscita e i cavoli saranno dei lavoratori che rimarranno a piedi.
Però è da respingere l’accusa al green deal: il problema non è il green deal ma un’industria che sta diventando utile come i produttori di tastiere all’epoca degli smartphone.
Immagino che volesse rispondere all’amico Franco. 😉
L’accusa al green deal è il punto centrale, senza non esisterebbero i problemi industriali che stiamo vedendo. Sarò più chiaro, senza prospettive di imposizioni nessuno si sarebbe sognato di adottare una tecnologia meno performante e più costosa.
In compenso però la Cina ringrazia avendo a disposizione l’intera catena di approvvigionamento e costo dell’energia (proveniente da carbone) ridicoli rispetto ai nostri.
Per concludere, la politica del poveri ma felici è difficile da far digerire, vedremo alle prossime elezioni europee chi avrà ragione.
“tecnologia meno performante e più costosa”: ti riferisci all’elettrico? meno performante l’elettrico? puoi specificare meglio?
“la Cina ringrazia”: la Cina vent’anni fa era un paese in via di sviluppo o appena di più. la Cina 20 anni fa ha guardato avanti, molto avanti, a partire dalle sue risorse (tante). oggi vince. noi 20 anni fa avevamo da discutere di rivoluzioni liberali, giudici comunisti, olgettine e cammelli libici a Roma.
oggi raccogliamo i frutti.pensa un po’ tu quali frutti raccoglieremo domani.
Buongiorno Mario, per performante chiaramente non si intende lo 0-100 che interessa solo a quattro informatici babbei, si intende nel senso più ampio del termine: economico, pratico, di utilizzo, di produzione, ecc
Purtroppo i frutti che raccoglieremo saranno quelli del green deal, quelli radical chic da ztl, quelli che credono che l’industria sia brutta e cattiva e per questo “meglio le start up che sviluppano app”
Di quale industria parli?
Non di quella Italiana presumo, perchè se di questa si tratta forse ti dovresti chiedere perchè con tanto ben di dio siamo nelle condizioni attuali, con teconologia medio bassa (salve le dovute eccezioni), produzione scarsa, orari di lavoro ben oltre i nostri competitor, stipendi fermi da 30 anni… ed altre cosucce.
Se per meno performante si intende quanto erano meno performanti gli smarphone quando è uscito l’iPhone allora ci sta. Il problema è che se ci spingiamo avanti di dieci anni la tecnologia di gran lunga meno performante sarà la ICE, sia dal punto di vista economico che di prestazione pura.
Il problema dell’imposizione è che gli incumbent si stavano chiudendo a riccio sui motori a combustione e rischiavano un secondo round simile a quello del dieselgate, che però sarebbe stato letale. Tra dieci anni i discorsi sull’elettrico meno performante che si fanno oggi sembreranno ridicoli come oggi leggere gli articoli che prevedevano che Nokia avrebbe fermato Apple.
Per dirla meglio: quelli come Tavares stanno cercando di rimandare mentre Tesla e BYD stanno accelerando.
Come ho già detto, tra cinque o massimo dieci anni la decimazione del mercato ICE sarà evidente e potremo anche già contare i vinti e vincitori.
Io mi occupo di aerei e in particolare di sviluppi a lungo termine (ma non R&D) e chi come me ha l’occhio allenato sui trend vede già adesso cosa sta per capitare al settore, cioè per capirci meglio, se non accadesse l’avvicendamento da ICE a BEV, ecco questo sarebbe l’anomalia anziché la normalità.
-per performante chiaramente non si intende lo 0-100 che interessa solo a quattro informatici babbei-
Gioco, set, incontro, torneo. 😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
Per il resto non sono troppo d’accordo con lei ma questa mi ha rovesciato. 😂😂😂😂😂
una auto termica è più comoda da rifornire, ma non è più efficente se ci si ricorda di includere nel conto il carburante, il petrolio è importato a caro prezzo, poi viene raffinato, e infine in buona parte sprecato nel motore
questo già senza conteggiare le “esternalità”, Co2, polveri sottili, calcoli di impatto LCA, che per alcune persone corte di prospettiva sono “roba ideologica”
è uno sperco e spregio di risorse che era sostenibile decenni fa, ora siamo in troppi, non possiamo avere tutti (in pianura padana oppure nel mondo) delle stufe su ruote
“l’auto elettrica…al mercato non interessa…”
anche al bambino di 4 anni interessano le caramella che nonna e zio danno di nascosto a mamma, poi però viene il trapano dal dentista
@Franco
Potrebbe anche essere:
avete bisogno dell’auto elettrica (global warming)? Noi la mettiamo a prezzi impossibili così se non la pagano i cittadini la pagano gli Stati (cioè i cittadini).
Risulta a qualcuno che questi “signorini” facciano la fame e rischino di finire sotto i ponti?
Comunque fare la voce grossa contro un governo che non ha fatto altro che avvantaggiarti è una farsa bella e buona a cui i ministro aderisce con piacere.
“avete voluto” abbiamo dovuto volere, è diverso. Non è stata una scelta dell’Europa, è una scelta (più o meno – Exxon, Shell – inconsapevole) che ha fatto l’umanità intera nei precedenti 50 anni. E ora madre natura ha inviato la notifica di sfratto.
Ogni attività economica, in regime di libero mercato, di basa su trade-off costi benefici. Nulla di complicato, valuto il beneficio a fronte di un costo.
Ovviamente lasciando fuori ogni stupida ideologia (che storicamente hanno sempre portato a catastrofi) dalle valutazione…molto semplice costi economici vs. benefici economici. Nulla di diverso da quello che ognuno di noi fa quotidianamente.
Questo non è più libero mercato: l’ethernit era un ottimo isolante, facilmente lavorabile, economico, spero siamo tutti d’accordo sul fatto che non si poteva continuare ad usarlo nonostante la premessa. Bruciare fossili non ce lo possiamo più permettere. Si può ampiamente discutere sui modi di abbandonarli e con cosa sostituirli ma non è discutibile la tempistica con cui farlo perché chi detta le regole non è il mercato e ha un potere di veto indiscutibile e trasversale.
Guido, forse stai parlando di corda in casa dell’ impiccato.
Giro la ruota:
https://www.innovhub-ssi.it/kdocs/2030983/04_-_del_manso_-_panoramica_norme_tecniche.pdf
Guido sono contento che siamo arrivati al vostro punto, diciamolo bene: il settore auto non deve più essere in condizioni di libero mercato (proponiamo una nazionalizzazione).
Dubito che ne conosca le conseguenze, ma comunque direi che possiamo mettere una pietra tombale su ogni ulteriore commento.
Perché parla al plurale? Sente le voci?
“Nazionalizzazione”? È questo che ha capito? Ecco la differenza tra leggere e comprendere.
“possiamo mettere una pietra tombale” non mi illudo.
Provo a non utilizzare allusioni o plurali riferiti a tutte le persone che la pensano come lei (scusi non volevo essere troppo complicato), cito dal suo commento: “questo non è più libero mercato”, lascio a lei definire il contrario di libero mercato che lei auspica.
Franco
chi voleva capire ha capito. Io non auspico, è madre natura che pretende, quegli sfigati dell’IPCC l’hanno capito, Franco evidentemente è un outlier superb partes e pensa in deroga.
le valutazioni sui trade-off sono state fatte, definirle “studide” o “ideologiche” secondo me indica poca comprensione o malafede
conviene che ci spostiamo sulle auto elettriche, ad esempio perché nel conto vanno messi:
– danni ambientali futuri Co2
– i costi sanitari
e ragioni più terra-terra e più facili da contabilizzare:
– banalmente il risparmio in minori importazione di petrolio
– costi socio-industriali: i brand che non si adeguano iniziando un po’ alla volta da oggi, anche dietro allo stimolo della scadenza futura, verrebberò travolti tra qualche anno chiudendo le fabbriche, come i fabbricanti di carrozze
per i costruttori è un’occasione come un’altra per vendere auto, ICE o BEV è sempre lavoro
tra l’altro le previsioni, ma anche Tesla e Byd nella pratica, indicano che le BEV stanno diventando più efficenti delle ICE anche da produrre, non solo per quanto riguarda l’energia per alimentarne
per me chi “rogna” pesantemente, senza poterlo fare in modo trasparente ma invece cercando scuse e spargendo ideologie e retorica dell’odio è chi vende petrolio o gestisce raffinerie
e anche partiti di in cerca con l’inganno di visibilità per le elezioni, non avendo argomenti migliori in “positivo” da giocarsi, ma questi vanno e vengono, e cambiano temi bersaglio di continuo
per me la faccenda enorme è che si è iniato a importare e usare meno petrolio, è questo lo stravolgimento che genera più “resistenza”, non i costruttori auto
Guardi ovviamente ognuno la può pensare come vuole, i fatti incontrovertibili ci dicono che vi é una quota di mercato globale del 16% a valle di investimenti miliardari da parte delle case e da parte dei governi.
Mi spiace ma economicamente non risulta sostenibile, non esiste business al mondo che abbia investito così tanto per avere così poca quota di mercato.
Come dicevo, poveri ma felici non è un concetto che gradiamo, più a est forse ma non qui.
7000 miliardi di sussidi ai carburanti fossili nel 2022,
4500 miliardi (?) nel 2023
più il costo pagato per comprarli,
più il costo dei danni dovuti al cambiamento climatico
in confronto le Bev, pur care ancora, contando tutto vengono quasi a gratis
il petrolio che resta nei giacimenti lo conserverei ai nipoti per fare ancora la plastica (magari migliorata, che dopo 50 anni si può degradare)
le raffinerie chissà, sono aree industriali, possono riconverirsi ad altri usi, basta volerlo, magari dal 2035 faranno reformning di carburante per gli aerei dall’idrogeno-verde
Non tutti però mettono il profitto al primo posto, almeno non in ogni cosa.
Provi a fare una scelta giusta a discapito del bilancio economico, forse proverà un piacere inedito
Lei ha ragione, il settore auto per fortuna pero è uno di quelli che mira al profitto, non auspicherei una nazionalizzazione (a perdere) del settore
Grazie Franco ma lei ha più ragione di me.
A me basterebbe un superbollo sulle emissioni di qualsiasi generatore a combustibile fossile.
E glielo dice uno che paga F24 vari, ma da appassionato lo trovo sensato.
Vuoi più potenza? Paghi
Vuoi essere libero di inquinare? Paghi (libertà da limitare ma almeno questo)
Buonasera, mi permetto di dissentire: l’inquinamento non è prostituibile. Non tutti i concetti sono monetizzabili. Inoltre una persona ricchissima potrebbe inquinare tantissimo. Anche no.
@Marco imho l’impatto zero è una chimera e vivere senza alcun addebito dell’attività antropica è utopia.
Sarebbe giusto quello che dice, purtroppo alla gente non importa, se non ad una piccola minoranza.
Da qui il disincentivo di cui scrivevo sopra perché la leva economica tira più di un carro di buoi
Corretto sig. Fares, la leva economica è, per fortuna, quella che ha creato un benessere mai visto prima nella storia umana.
Pensi che ci ha anche dato molto tempo a disposizione per pensare a delle bellissime utopie, senza sviluppo economico le assicuro che non saremmo qui a fare della filosofia
“L’auto elettrica al mercato non interessa”
Ma che hai fumato? Il fatto che la Model Y sia stata l’auto più venduta al mondo battendo Camry e Rav4 (da sempre in testa alle vendite mondiali) come lo spiegheresti allora? “I poteri forti”? “L’Europa brutta e cattiva”? “Non cielo dikono!!111!1!1!!!”?
Maurizio, intuisco dal commento che lei è del settore, per curiosità, di che cosa si occupa?
Io? Ecco la classica domanda di chi rigira il discorso sapendo di aver detto castronerie.
Comunque io so leggere e comprendere sia l’italiano che l’inglese. Qualcun altro mi sa di no.
Evito di perdere tempo e consiglio a Vaielettrico di evitare di approvare un certo tipo di commenti. Per certe cose c’è il bar dello sport/stazione/oratorio.
Si lei, forse sa leggere ma sulla comprensione del testo ancora dobbiamo lavorarci, non si sbilanci con l’inglese, parta dall’italiano.
Allora ci dica, di che cosa si occupa lei che forse leggere
“parta dall’italiano” seguito da un “lei che forse leggere”.
Io la chiudo qui va, non voglio arrivare a certi livelli. Stia bene eh
Ok Maurizio 👍
Il motto di casa Agnelli: privatizzare gli utili e socializzare le perdite.
E portare soldi e aziende all’estero.
Da anni distruggono l’industria italiana, chiedono tagli di prezzo del 40% ai fornitori e voi date la colpa al Governo?
Incredibile…
beh,
sembra che il Governo in carica,
con le sue azioni e i suoi intendimenti,
stia riuscendo perfettamente a mantenere la linea dei precedenti
se ci si lamenta dei precedenti per quel motivo,
ci si lamenta anche di questo.
che però…beh, erano “Pronti!”…
tu avessi una azienda di quelle dimensioni
la terresti in Italia?
non giustifico Agnelli che hanno responsabilità morali giganti,
però condivido il disprezzo per la barbarie industriale ed economica degli ultimi 30 anni fatti di “rivoluzioni liberali” che ci hanno devastato e basta
Beh dai Mario, di certo gli Agnelli non hanno mai sofferto per le liberalizzaizoni perchè in Italia si faceva comunque secondo il loro volere, come infatti ha scritto sopra il tuo omonimo: “utili privati e perdite socializzate”.
il made in Italy per l’automotive ,imho, non esiste praticamente più
la Spagna oramai produce il triplo delle auto che fa l’Italia
però ..
esiste la componentistica di qualità
forse sarebbe il caso di far rinascere l’ARTIGIANATO italiano ..
ci servirebbe un TUV alla tedesca per semplificare ,retrofit EV
e modifiche in genere
in Korea , il Valore dell’aftermarket è equiparabile a quello delle vendite auto
Mi pare che FIAT ed/o Sellantis che sia abbia già avuto abbastanza: ok salvare le produzioni ma non ci possiamo permettere di farlo a tutti i costi. Diaoci al turismo ed alla cultura e saremo sempre vivi ed in vantaggio: e lo dice un automobilaro incallito!
Tutti a fare i pastori e i camerieri 🙂 Leonardo Da Vinci a lavare i piatti, Galileo Galilei come guida turistica, Rita Levi Montalcini a lavare i pavimenti e Margherita Hack come animatrice del villaggio. Vendiamo pure la Ferrari, la Piaggio e l’Aprilia ai cinesi e buonanotte.
Come dicevano i saggi antichi (cinesi): “se non puoi battere un nemico, alleati con lui!”.
E come dice un proverbio (nazionale): “dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io!”, e la ex Fiat non era forse un’azienda nazionale e “amica”? Ma non siamo mai stati trattati “alla pari” e gli Agnelli e poi gli AD hanno sempre riproposto lo stesso ricatto della serrata e dei licenziamenti, esattamente come fanno ora. Non è forse meglio fare “patti chiari e amicizia lunga” con lo straniero?
bene benissimo!
e allora perché come ministro del turismo hanno messo la Santanchè?
così, per sapere…
e poi: sicuri sicuri che trasformare l’Italia in un immesso parco giochi sia una idea lungimirante?
-sicuri sicuri che trasformare l’Italia in un immesso parco giochi sia una idea lungimirante?-
Concordo.
Senza mancare di rispetto a nessuno, mi raccomando, ma si farebbe sostanzialmente la fine dell’Egitto o volendo anche della Grecia. Magari un filo meglio, ci mancherebbe, ma concettualmente non troppo distante.
No non va bene, non si vive di solo turismo, cultura, divertimento, ristorazione e servizi.
Purtroppo 20/30 anni fa c’era chi lo pensava ed ha permesso ai nostri impreditori di disinvestire e giocare al gioco della speculazione e della riduzione dei costi (degli stipendi).
problema Stellantis nn può esser risolto da…dichiarazioni di voto o con attacchi frontali ad esponenti governativi (nella specie On. Urso, ma altri a rotazioni sono stati fatti bersaglio di aspre critiche). Crisi del gruppo (almeno dei brand italiani) risale a vecchie logiche ed a scelte…disastrose del gruppo Fiat (eutanasia di Lancia per tutte), nonché a perdurante miopia su prox politiche industriali europee ed internazionali su più vasta scala. Diciamo le cose come stanno….
Articolo da: Piove… Governo ladro. I sindacati poi, almeno quelli delle mie parti, sono i primi a NON comprare auto prodotte in Italia. Tutti con Seat, Opel, Mazda, Bmw, Vw, Audi e persino Jaguar o Land Rover: Per non parlare di quelli che scrivono ad es.: La 500L è (era) prodotta in Serbia e la fiat non produce più in Italia (senza contare che magari motore, cambio, frizione e tanti pezzi sono fatti in Italia) per cui tanto vale comprare una Kia o chi per lei… Come se i tedeschi non comprassero più Vw perchè magari molte auto sono prodotte in Ungheria, Spagna o….
Non voto né Urso né soci e né sono tentato ma Urso ha ragione da vendere. Dietro richiesta di Stellantis il cdx sta sostenendo l’insostenibile, dietro richiesta di Stellantis il cdx ha ingoiato il rospo e sostenuto l’elettrico con gli incentivi più generosi della storia di questa galassia (e non è una battuta) e dopo tutto questo Stellantis se ne esce dicendo che gli stabilimenti italiani sono a rischio. Non è un rapporto leale: se vieni da me e mi chiedi 2 piaceri e te li faccio entrambi e son pure belli grossi poi non mi rompi le scatole e continui il ricattino che ne vuoi andare (anzi: lo dici mentre lo fai, perché la fuga dall’Italia continua) pur in totale assenza di pretesti?
Se domani Stellantis se ne va, volendo difendere questa scelta, quale colpa scriveremo di Urso? Che non ha lucidato le scarpe di Tavares con la lingua? Quale sarebbe la colpa del ministro? Quella che ho osato dire a Tavares di non andarsene perché tutto quello che Tavares ha chiesto fino al giorno prima è stato puntualmente eseguito senza neanche fiatare?
Qui siamo davanti alla lettera di Benigni e Troisi a Savonarola: https://www.youtube.com/watch?v=LXrmgHD3N9o “con la nostra testa sotto i tuoi piedi e ti puoi anche muovere”
Un po’ d’orgoglio quando? La Francia ha aumentato le tasse sul gasolio, noi no. Eppure tutti gli investimenti sono concentrati lì. La Francia applica incentivi sull’elettrico generosi come i nostri? No, eppure neanche mezza parola di Tavares contro i francesi.
E in tutto questo ci manca pure che è colpa di Urso. La verità è che sono mesi che Tavares sta cercando la scusa per “addebitarci il divorzio”. Anche l’argomentazione del bonus incentivo è farlocca perché non credo che in Serbia si vendano più 500e di quanto se ne vendono qui da noi e magari non ci sono neanche incentivi veri sull’elettrico, eppure se n’è andato lì. La scusa di andare nel paese dove si vendono di più le elettriche non tiene, altrimenti anziché andarsene in Serbia doveva andarsene in Norvegia.
Balle, balle, balle. Ma non siamo stupidi e non ci crediamo. Voglio proprio vedere quante auto in più venderà Fiat nel mondo quando non potrà più dire “made in Italy”. Altro che Fiat: dovrebbe chiamarsi Fsak, “Fabbrica Serva Automobili Kragujevac”
Seriamente vogliamo dare la colpa al ministro per le scelte di Stellantis?
Stellantis ha deciso di andaresene sin dall’inizio della sua nascita e lo sappiamo bene TUTTI, questo è solo un minacciare e mettere le mani avanti in modo iprocrita perché qualsiasi cosa farà il governo loro chiuderanno.
per le scelte del passato…no.
per quelle del presente, beh, sì.
Ma dai, è esclusiva volontà di Stellantis. Guarda gli incentivi che ha varato il governo, sono i più alti della storia che io ricordi.
Stellantis produce auto indegne per quanto riguarda i marchi italiani, per questo questo non vende, e lo fa perché si è presa gli asset (specialmente quelli sulle auto di grandi dimensioni) per poi salutare.
Nessuno si è accorto che stellantis nel 2023 ha prodotto più auto in Italia che in Francia? In Francia si, e si lamentano dell’eccessiva italianizzazione di stellantis. Nel mentre la Spagna si prende le auto piccole (lancia opel peugeot ) alla faccia di Italia e Francia.
Tra Urso che tracheggia e Tavares che fa il gioco delle tre carte non so sinceramente chi sia il peggiore
Tra Urso e Tavares vince Musk, un altro pianeta. La corte ha detto che i soldi regalati dal cda hanno danneggiato gli stakeholder e ora lui potrebbe trasferire l’azienda dal Delaware (che è già considerato come Monaco in Europa …) in un altro stato. Siamo alla follia totale, questi prenditori fanno il bello e il cattivo tempo e i fessacchiotti a dare la colpa a politici, sindacati o giudici …
uno lavora per l’interesse privato,
l’altro per l’interesse pubblico.
direi che a me basta questo per rispondere al tuo dubbio
Stellantis ha già deciso da un pezzo di abbandonare l’Italia e lo sta già facendo. La “italianità” del marchio è solo ormai una strategia di marketing per infinocchiare gli acquirenti nostrani però hanno saputo conservare l’atteggiamento vittimistico per racimolare soldi. Le auto glie le paghiamo due volte; come cittadini italiani e poi come clienti.
Sempre a chiedere soldi e minacciare licenziamenti e cassa integrazione questi (im)prenditori, ma quand’è che rispettano gli impegni presi a fronte delle innumerevoli agevolazioni (prestiti etc) ricevute? MAI!
..quando gli accordi sono legalmente vincolanti
e quando trovi di fronte uomini e ministri determinati a farli rispettare.
quindi aspettiamo anche stavolta
il prossimo giro, direi.
Io gli chiederei i soldi che il governo gli ha dato con tutti gli interessi🤣🤣🤣….magari si potesse fare 😩
Povero Urso, per accontentare i costruttori di auto è costretto a scontentare il petrolieri.
eh, già!
“boschi di braccia tese” pronte a mollare schiaffoni!
(non me ne voglia Battisti, che adoro)
I petrolieri ti fanno pagare il loro prodotto, i produttori di auto fanno pagare il loro prodotto a chi lo acquista e ulteriori soldi ( con gli incentivi ) a tutti gli altri