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Urso all’Europa: “Cambiare sulle auto elettriche”. Ma per ora sono slogan…

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Urso Europa

Il ministro Adolfo Urso ha chiesto all’Europa l’anticipo della revisione del Green Deal al 2025. In pratica, il governo italiano conferma che porterà al tavolo della nuova Commissione la modifica delle regole per la transizione energetica, a partire dall’obbligo del passaggio al motore a zero emissioni nel 2035. La richiesta verrà avanzata al Consiglio Ue sulla competitività di mercoledì prossimo 

Il punto principale del discorso che Urso ha tenuto ieri al ministero delle Imprese, riguarda l’auto elettrica. La frenata sulle vendite degli ultimi mesi, secondo il ministro obbliga “a prendere decisioni e non possiamo aspettare due anni per dare il via alla revisione delle regole come previsto”.

urso europa

Il ministro Urso chiederà all’Europa “neutralità tecnologica” per l’automotive ma non solo

Intanto ha fatto capire che se Bruxelles insisterà sulla strada di vietare le vendite dei motori tradizionali al 2035, serviranno fondi aggiuntivi. “Lo dobbiamo fare mettendo in campo le risorse necessarie“, nell’automotive e non solo, ha sottolineato il ministro citando gli 800 miliardi di euro di risorse pubbliche e private l’anno nei prossimi 10 anni indicati dal rapporto Draghi.

Ma in cosa potrebbero consistere le revisioni? Urso ha parlato soprattutto per slogan, entrando poco nei particolari. Tranne in qualche caso: proporrà per l’auto la neutralità tecnologica. “Se il biocombustibile o altre forme di energia raggiungono lo stesso obiettivo” di decarbonizzazione usiamole“.

Per poi aggiungere: “Se lasciamo nell’incertezza imprese e consumatori nei prossimi due anni, aspettando la revisione, le imprese non sanno dove investire e anche i cittadini non sanno cosa comprare”. Tanti concetti ma poca concretezza, come si vede se non la richiesta di anticipare la revisione.

costruttori auto europei“Bisogna tenere conto anche della transizione geopolitica”. Cosa significa?

Un esempio di cosa intendiamo con slogan? Ecco uno stralcio dell’intervento del ministro: ‘Noi crediamo che sia assolutamente importante rivedere il percorso industriale europeo tenendo conto che la transizione verde e la transizione digitale devono tenere conto della transizione geopolitica“.

E in cosa consiste? “Pensiamo che sia assolutamente necessario realizzare una nuova industrializzazione dell’Europa basata sul rafforzamento della competitività, sulla tutela dei livelli occupazionali e sulla autonomia strategica che dobbiamo garantire al nostro continente“.

E ancora: Abbiamo bisogno di un’Europa che sgravi, che semplifichi, che riduca gli oneri normativi e burocratici, di un’Europa che abbia una visione pragmatica” e “c’è bisogno di uno shock di semplificazione, c’è bisogno di un Made in Europe che significa principio di preferenza europea

In poche parole, bisognerà attendere il Consiglio europeo per capire cosa accadrà. Ma soprattutto quanto conta la posizione italiana.

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43 COMMENTI

  1. Urso bocciato, bocciatissimo. Sta gestendo gli incentivi in maniera disastrosa, litiga con Tavares (pessimo anche lui) per il nome delle auto o per una bandierina, ora se ne esce con una proposta che non ha nessun nesso causale con la crisi dell’auto. Mai sentito parlare di progetti industriali. In questo momento l’Europa dell’auto dovrebbe fare sistema, ha ragione De Meo, per contrastare l’assalto dei cinesi, ma per superare i campanilismi la politica potrebbe svolgere un ruolo importante. Oggi, subito. Perchè nel 2035 saremo tutti morti (le Case intendo..) se non cambia qualcosa.

    • sottoscrivo … senza un grande progetto di accorpamento dei marchi in Europa non arriverà la forza finanziaria e produttiva necessaria a mantenere il polo europeo dell’automotive … in mano agli europei…

      purtroppo ci son pure da considerare troppi stabilimenti in essere: se il mercato europeo si riduce al 30% rispetto agli anni migliori, anche le linee produttive si dovranno adeguare.
      Il tema “occupazione” ovviamente è molto pesante: se però si incentivassero anche nuovi progetti (ad esempio nuovi investimenti su eolico – in aggiunta a Vestas, Siemens etc – con ovvio coinvolgimento di acciaierie europee ) forse un po’ di occupazione (oltre che incremento alle F.E.R. ) si potrebbe ottenere…

      Nel breve-medio periodo non sarà affatto facile…

  2. E intanto qualcuno si compra addirittura le navi per consegnare le auto… Ma va sono una manica di scaldasedie e basta sta gente.

  3. Secondo il mio punto di vista non sono questi fantomatici due anni che mettono in crisi il mercato per incertezza, il problema di fondo è da qui al 2035 continuare a produrre auto inquinanti, e investire in progetti poco applicabili ( esempio mezzi di trasporto ad idrogeno ) e i bio carburanti, che comunque sappiamo tutti che non sono a emissione zero, quindi si dovredde con decisione unanime di tutti i produttori in questi due anni, fare il passo e decidere che dal 2027 non sarenno più prodotte auto inquinanti , tanto la crisi che tutti imputano alle BEV in realtà è sulle ICE e sul mercato, per via dei rincari continui

    • Pienamente d’accordo, ma sono fiducioso in Tesla e Byd, in primis, che diano il colpo di grazia all’industria e le faccia capire “o tutto elettrico subito, oppure venderete termico qualche anno fino ad estinguervi”.

    • Si, sono d’accordo.
      Io farei da gennaio 2025, almeno per dargli il tempo di smaltire lo stock.
      Al massimo dal 1° marzo 2025.
      Contestualmente inserirei un superbollo molto elevato sulle vetture termiche attualmente in circolazione per spingere i consumatori ad acquistare una BEV entro e non oltre il 31/12/2025.
      Ogni giorno di attesa è una pugnalata al nostro pianeta.

      • Un’idea come la tua però è una pugnalata alle persone con stipendio da operaio a scendere. Insomma salviamo il pianeta ma perché possano goderne solo dalla classe media a salire.

      • Il pianeta se ne f*tte dell’inquinamento, durerà lo stesso qualche altro miliardo di anni. siamo noi sopra a patirne le conseguenze.

        Ma meno male che non sei tu a prendere le decisioni!

        • Forse non era chiaro che il mio era un messaggio appena appena ironico?!?
          Scusate se non era chiarissimo…colpa mia:-)

      • “io farei”, “inserirei”, ma chi fa e inserisce non è il re per grazia divina, è eletto. e nessuno eleggerebbe mai chi proponesse di aumentare le tasse (superbollo) al 98% della popolazione, non credi? suvvia, un po’ di pragmatismo

        • Forse non era chiaro che il mio era un messaggio appena appena ironico?!?
          Scusate se non era chiarissimo…colpa mia:-)

  4. Questo signore non si rende conto della sua inadeguatezza e ai danni che farà al nostro tessuto industriale. Ancora aspettiamo il milione di auto prodotte in italia e le 4, 5 (mi sembra che si era arrivati a 8) case automobilistiche pronte a impiantare uno stabilimento. Ora sull’ex Ilva di Taranto abbiamo 10-12 forse 20 manifestazioni di interesse. Chiacchiere, solo e sempre chiacchiere.

  5. Da appassionato di auto sono e rimango molto critico riguardo all’auto elettrica e alle sue caratteristiche. Tuttavia è stato stabilito un percorso e il tempo è stato dato. Non sono d’accordo con questi tentativi di modifica. A questo punto bisognerebbe rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro seriamente.
    Finanza e capitalismo invece mostrano tutta un’altra faccia e intenzioni…schifo.

      • non sono stato chiaro ..
        Licenzia e aumenta la produzione di batterie
        licenzia e aumenta la produzione di auto
        licenzie e aumenta la produzione di frigoriferi,lavatrici,tv

        non licenziare equivale a chiudere ,posti di lavoro zero
        è la nuova economia bellezza
        anche se dovesse tornare qualche produzione dalla Cina ..
        sarà fortemente automatizzata altrimenti non sta sul mercato
        servono altri settori, nuovi, dove assumere

    • forse a te non è chiaro che la produzione europea di automobili è in crisi già da anni
      anche togliendo (con la bacchetta magica 🧙‍♂️) le auto elettriche, le produzioni cinesi ed asiatiche ci faranno fallire o esportare le rimanenti produzioni all’estero.
      con un minimo minimo studio della storia anche recente lo avresti già visto nelle produzioni di elettrodomestici da cucina e tv, PC e Telefonia mobile, etc etc … tutte ex specializzazioni italiane ed europee… ora eseguite in oriente (o ancora qui da noi… ma sotto gruppi cinesi).
      continua pure a sghignazzare… se non hai capito.

    • forse quello lo dovranno fissare il nuovo presidente USA e Xi e qualche altro leader indiano o brasiliano… per quello che conta l’Europa sia che si realizzi o meno il green deal a livello globle cambierà poco o nulla.

      • cambierà eccome
        posti di lavoro e bollette ridotte
        forse vi è sfuggito che da un paio di anni produrre elettricità con le rinnovabili ..
        costa meno che con li carbone ,
        l’Italia è un’altra storia, partita per prima , rischia di arrivare con più di un decennio di ritardo ..
        se tutto va male e cadrà il governo entro un anno ..
        e la politica italiana TUTTA farà un bagno di umiltà , guardando quello che hanno fatto Portogallo e Spagna negli ultimi lustri ..
        se tutto andrà peggio gli anni saranno almeno 20

        l’orgoglione italico
        Galeazzo Musolesi
        e la sua arma segreten per restare sui mercati internazionali ;
        l’orticellen di gerrah

      • siamo comunque un mercato importante sia per USA che Cina…. dobbiamo intanto dare l’esempio (anche perché chi più investe in F.E.R. & decarbonizzazione…. vincerà la “partita economica” in futuro).

      • Paragone che torna sempre utile…
        Due o tre suoi vicini di casa sono degli zozzoni e la loro puzza arriva un po’ anche a casa sua, quindi diventa uno zozzone anche lei, tanto è inutile essere diversi.
        Geniale.

  6. A me viene il sangue agli occhi.
    In Italia produciamo 24 modelli di auto.
    Di questi soltanto 1 e’ elettrico.
    Dovremmo andare alla grande se l’auto elettrica fosse il problema come dici Urso (ieri diceva: industria automobilistica al collasso, il green deal ha fallito). Se non produciamo elettriche ma quasi solo termiche allora noi in Italia dovremmo viaggiare bene a livello industriale. Invece no: tutti gli stabilimenti sono in cassa integrazione anche brutta. Perché la crisi e’ dell’auto non dell’auto elettrica

    • Le venderebbero eccome le 23 ICE, la gente non le compra non perché aspetta l’elettrico a basso prezzo, ma perché i costruttori hanno raddoppiato i prezzi delle ICE nel giro di 15 anni, è questa la follia! Se qualcuno producesse ancora la Punto a 10k€, la comprerebbero in massa come con la Panda e la Y…

  7. “Se lasciamo nell’incertezza imprese e consumatori nei prossimi due anni”
    Da quale pulpito…. senza vergogna

    • Assolutamente d’accordo non so chi fra istituzioni italine e istituzioni europee sia quello che le soara più grosse.

  8. Nella gara tra toninelli e urso é veramente difficile chi passerà alla storia come simbolo del disastro italia. Diciamo che urso ha il vantaggio di essere ancora ministro e potrà fare danni seri a tutti noi e al sistema paese per ancora qualche anno..

    • io credo che Toninelli sia stato molto sottovalutato come ministro
      credo che se è stato rifatto un ponte a Genova in tre anni
      e soprattutto non hanno affidato la ricostruzione ad autostrade , responsabile del crollo e dei morti , sia solo merito suo
      dai a Cesare quello che è di Cesare

    • Mi deve spiegare a differenza di D’Urso che danni ha provocato l’ex ministro Toninelli aldilà delle falsità sul suo conto delle tanto amate TV berlusconiane? D’Urso ha dimostrato chiaramente di essere il classico coltellino svizzero in mano a confindustria itaglia! Un danno per la società civile, indubbiamente!

  9. Mamma mia…

    “…se Bruxelles insisterà sulla strada di vietare le vendire dei motori tradizionali al 2035…”
    Non è un virgolettato, ma confido che rispecchi abbastanza fedelmente le sue parole per ribadire che la UE non ha affatto vietato la vendita di “motori tradizionali” dal 2035: ha vietato la messa in vendita di auto che emettano una quantità di CO2 superiore a zero. E per questo si è ammesso tra le possibili soluzioni il cosiddetto e-fuel – sennò col piffero che la Germania approvava la norma.
    Ma a Urso sta a cuore (e a portafoglio…) “il biocombustibile”, cioè i biocarburanti in cui si è incaponita ENI…

    “Se lasciamo nell’incertezza imprese e consumatori nei prossimi due anni, aspettando la revisione, le imprese non sanno dove investire e anche i cittadini non sanno cosa comprare”
    Questo è un virgolettato, quindi del ministro, ed è un capolavoro di rovesciamento della realtà!
    Le norme ci sono, sono chiare, sono state discusse a tutti i livelli per almeno 15 anni prima di approvarle nel 2023, e danno all’industria automobilistica europea ancora 11 anni di tempo per sviluppare auto ad emissioni di CO2 pari a zero – l’anno scorso erano 12 anni, ma se ne sono già mangiato uno in piagnistei e minacce…
    È l’industria automobilistica europea che, abituata a decenni di immobilismo tecnologico, di progressiva riduzione fino quasi a zero degli investimenti in ricerca, e di pensiero monomaniaco verso il profitto, anche a costo di vendere meno auto (parola di De Meo: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/09/04/luca_de_meo_intervista_monaco_.html), neghittosamente non hanno alcuna intenzione di bruciarsi lucrosi profitti e dividendi investendo in ricerca e sviluppo di base e ricerca industriale.

    Io confido con tutto il cuore che la UE tenga la barra dritta di fronte a Ursi di qualunque origine.

    • Non voglio entrare nel merito di ciò che dice o non dice un politico però mi sento di fare un ragionamento finanziario
      ” hannon11 anni di tempo per innovare”
      Forse non è chiaro che in questo momento manca il flusso di cassa per questo stanno arrivando al pettine i nodi
      Se tu non hai un costante aumento delle vendite ( avendo anche una certa redittivita) a tra 11 anni non ci arriva più nessuno
      Stesso discorso vale per i punti di ricarica
      Se il fornitore non ha redditività, perché chi oggi è chi domani avrà le prime bev ( diciamo il primo milione) caricherà prevalentemente a casa e quindi il ritorno avverrà, forse, tra alcuni anni, quale interesse ha ad investire ulteriormente? Io stesso ho azioni di eni e enel
      Perché dovrei tenerle se questi mandano a picco il ltitolo con investimenti in perdita?
      Semplificate sempre troppo le cose usando troppo la pancia e poco la camera
      In ultimo ripeto, nessun governo guarderà la perdita di posti di lavoro senza battere cilio

      • Sono perfettamente d’accordo, purtroppo spesso si sentono discorsi giustissimi che però prescindono dalla realta dei fatti sia economici che politici. ad oggi sia le industrie che i politici guardano alle scadenze dei prossimi quarter o delle prossime elezioni rispettivamente, sperare che si “sacrifichino” per un obiettivo a 10 anni è purtroppo pura utopia

      • Ivan.s, anche lei semplifica troppo le cose e evidentemente non ha neanche letto l’intervista a De Meo che ho linkato.
        Le riassumo io la parte-chiave, perché smentisce quanto lei afferma: De Meo rivendica di aver aumentato gli utili di Renault a livelli mai raggiunti prima, pur vendendo molte meno auto di qualche anno fa.
        A loro non interessa vendere sempre più auto: a loro interessa fare sempre maggiori profitti, anche vendendo meno auto perché tanto innalzano i listini (veda https://www.ilsole24ore.com/art/prezzi-auto-come-sono-aumentati-20-anni-e-pandemia-una-utilitaria-servono-quasi-8-stipendi-AFPo7IM).
        Quindi, se davvero “manca il flusso di cassa” come dice lei, è perché qualcuno ci sta speculando sopra, non perché le case stentino sugli utili.

        Il discorso delle colonnine è un altro eccellente esempio di cattivo sviluppo e di ancor peggiore gestione “all’italiana”:
        • decine di migliaia di colonnine installate in fretta e furia
        • con all’epoca una sproporzione enorme fra numero di colonnine e numero di auto elettriche circolanti
        • senza seguire alcun criterio di effettiva necessità di una colonnina in quello specifico luogo
        • in luoghi spessissimo improbabili indicati da Comuni insipienti e indifferenti
        • da parte di due colossi a controllo statale (uno dei quali un gigante del settore petrolifero…) cui venne semplicemente ordinato di farlo dalla politica di allora – altrettanto insipiente dei Comuni, ma ben attenta a non farsi scappare i bandi europei in materia.
        Tutto il contrario rispetto alla logica corretta di seguire lo sviluppo della mobilità elettrica adeguando man mano il numero di colonnine al parco circolante e alle effettive necessità di ricarica.
        Per entrambi i colossi, il business della ricarica rappresenta comunque una frazione infinitesimale del loro business globale, quindi, anche se in perdita, stia pure tranquillo che le sue azioni sono al sicuro… almeno per un altro po’.
        Molto più lungimirante invece FreeToX, società di Autostrade per l’Italia (ASPI), la quale, attesa la maturazione della necessità di avere stazioni di ricarica ultrarapida lungo la rete autostradale e comunque sfruttando bandi europei, negli ultimi due anni ha dotato ormai quasi tutte le aree di servizio della rete autostrade di ASPI di tali stazioni, permettendo a chi viaggia su lunghe distanze di ricaricare mentre si prende le necessarie pause dalla guida. Se vuole acquistare delle azioni, forse ASPI e FreeToX sono ancora meglio.

        Infine, riguardo alla perdita di posti di lavoro, riesce a capire che è proprio l’atteggiamento di chiusura delle case europee di fronte al nuovo che avanza la principale minaccia all’occupazione?
        Si (ri)veda la puntata di “Presa Diretta” del 23/10/2023 intitolata “La Scossa Elettrica” per capire come stanno davvero le cose (https://www.raiplay.it/video/2023/10/La-scossa-elettrica—Presa-Diretta—Puntata-del-09102023-a0ea5d78-4a2d-41d6-9d89-35e54f82d619.html).

        • Guardi che non stiamo dicendo cose molto diverse, sulle colonnine convengo ma di fatto oggi per ubicazione e costi sono valide solo per chi le usa saltuariamente e quindi de facto sono poco attraenti per i fornitori
          Sui posti di lavoro non ho bisogno di sentire scienziati mi fido di più degli studi nostri interni ( di un’azienda leader mondiale , in più di un settore molto parente) su De Meo mi limito con il ricordarle che è uno di quelli che sta chiedendo lo slittamento, forse le cose non vanno così bene, e magari a loro va bene produrre meno con uguale guadagno ( nel medio periodo sarà un bagno di sangue) ma agli stati dove ci sono gli impianti magari un po meno

          • Ho una Renault, elettrica.. Ed e’ una gran macchina di…. emme.
            Assemblata male, verniciata peggio con problemi meccanici e un software che fa piu’ schifo della macchina (grazie grande A.)
            Costo, 39k a listino.
            Che falliscano.

          • Problemi software può essere.
            Problemi meccanici di che tipo?
            Assemblaggi e vernice salvo dei chiari difetti di fabbrica sul suo esemplare direi che bastava prima una prova dell’auto e una bella controllata di com’era fatta prima dell’acquisto

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