I nuovi prototipi di auto e moto elettriche li abbiamo visti in pista, all’autodromo di Imola. Ma all’evento c’era anche la nuova barca che in questi giorni è protagonista del Monaco Energy Boat Challenge. Sono le creazioni di studenti e docenti dell’Università di Bologna.
Sul futuro elettrico 300 studenti al lavoro
UniBo Motorsport e UniBoAT (per la nautica) sono le due sigle che raccolgono 300 studenti che contribuiscono a mettere in pista e in acqua bolidi silenziosi e senza gas di scarico nocivi. Nella terrazza dell’Autodromo di Imola sono stati presentati i nuovi prototipi per la stagione in corso. Si è alzato il velo sull’auto elettrica con il numero 199 e la moto elettrica con il numero 88 per celebrare l’anno di fondazione dell’Alma Mater. E’ stata presentata anche la barca del progetto UniBoat.
L’aspetto interessante di questo progetto è il coinvolgimento attivo degli studenti che magari perdono qualche esame ma guadagnano esperienza e contatti diretti con le aziende. Sono ben 130 quelle che sostengono il motorsport elettrico universitario e spesso hanno assunto questi talenti.
Pronti a dar battaglia in mare e in pista
La barca di Uniboat è in gara in questi giorni a Monaco con qualche novità rispetto all’anno scorso quando dominò il podio. La stagione dell’auto elettrica studentesca – siamo al secondo prototipo mentre il primo è sceso in pista per la prima volta lo scorso anno – prende il via il 12 luglio nell’autodromo di Varano de’ Melegari a Parma per proseguire fino a fine agosto con il Red Bull Ring in Austria e un evento sponsorizzato da Rimac a Zagabria in Croazia.
Gabriele Cernicchi, team leader di UniBo Motorsport, sintetizza i dati tecnici principali dell’auto: “Il pacco batteria vede ogni singola saldatura o incollaggio effettuati da noi in officina, si ha il raffreddamento con un liquido più sicuro dell’ acqua. Il 90% dei veicoli è raffreddato ad aria quindi possiamo parlare di una innovazione tecnologica. I motori, uno per ruota, erogano 35 kW di picco e forniscono 244 Nm alla singola ruota, la batteria ha una capacità di 7,5 kWh ed è stata progettata per la prova di Endurance: 22 km totali suddivisi in 11 più 11 con cambio pilota“.
La moto elettrica che vola sopra i 200 km/h
Nelle due ruote siamo al terzo prototipo. Ripercorre la storia sempre Gabriele Cernicchi: “Il primo risale al 2018, il secondo al 2021 e ad ottobre ci ripresentiamo ad Aragòn nella categoria MotoStudent Electric, dove il vincolo di tensione del pacco batteria è a 126 V. Anche quest’ultimo viene prodotto da noi con una capacità da circa 6,5 kWh tagliato per i sei giri del circuito di Aragón. A gas aperto per circa 35 km. Il motore, vincolato dalla competizione per tutti i team, ha una potenza di picco di 48 kW dai 42 precedenti”.
Chiara la filosofia della scelta propulsiva: “Sbilanciata sulla potenza per affrontare una gara dove non andiamo a risparmio. L’autonomia potrebbe essere doppia, ma non ha senso in questo contesto dove la velocità media sul circuito è di 135 km/h“.
Velocità massima? “Nel 2021 era di 206 km/h, quest’anno cercheremo di superarli, ma solo la pista potrà confermarlo. Nel 2018 abbiamo esordito e siamo stati giudicati come miglior team emergente e terzi in overall. Nel 2021 si è vinta la competizione e nel 2023 c’è bisogno di una riconferma“.
Main partner Ducati, Lamborghini e altre 130 aziende
Il professor Nicolò Cavina tecnicamente è il Faculty Advisor del Team ma in sostanza il Deus ex machina di questa storia avvincente e ricca di soddisfazioni. A iniziare dall’alta partecipazione degli studenti. “Sono circa 270 per UniBo Motorsport e una trentina lavorano su Uniboat. Un altro progetto che stiamo portando avanti è una vettura autonoma che stiamo realizzando in scala 1:10 e che partecipa già a competizioni internazionali per portarla poi in una scala più vicina al veicolo reale“.
Ben 130 aziende coinvolte, un gran numero? “Con gradi diversi di supporto, vicinanza e collaborazione. Abbiamo dei main partner e non sono degli sponsor, sono altra cosa perchè ci affiancano davvero come Ducati per la moto elettrica e Lamborghini per l’auto, poi circa 130 aziende che formano una rete e ci permettono di competere a livello internazionale e al massimo livello. In questo progetto vedono la possibilità di entrare in contatto con studenti che diventeranno ingegneri e che potranno entrare in quelle aziende. Si ottiene anche visibilità per il loro lavoro su tecnologia, ricerca e prodotti ed entrano in una rete di contatti che permette di instaurare relazioni con clienti e fornitori. Conta molto il territorio, la fortuna di essere nati qui“. Nella Motor Valley.
La Regione vuole finanziare i team delle università regionali
All’autodromo era presente Vincenzo Colla, assessore regionale allo Sviluppo e green economy, che ha parlato di un possibile intervento della Regione per sostenere i team motorsport delle università regionali. Mancano i dettagli, ma il rappresentante della giunta Bonaccini ha detto: “Ci stiamo lavorando“. Bene per il professor Cavina: “L’assessore è convinto del valore del progetto e non si ragiona in un’ottica di beneficienza, di far del bene ma come un investimento per tutto il sistema emiliano-romagnolo“. Plauso anche dal Ceo di Ducati Claudio Domenicali, “E’ importante che la Regione voglia supportare queste attività”, che loda il sistema scolastico: “Da noi tutti gli ingegneri sono italiani”.
Si perde un esame, si conquista una competenza
Il team leader Gabriele Cernicchi spiega la filosofia di questo impegno lato studenti. “Si tratta di un esperienza unica che spesso non viene percepita nel suo valore. Viene considerata una perdita di tempo rispetto al percorso universitario”. E infatti: “Si possono perdere più esami. Io, per esempio, ho messo in pausa il mio ultimo anno di magistrale ma ne vale la pena. Ci si confronta sulla gestione di un team e di una squadra corse che porta tre prototipi in pista a livello internazionale, ci si interfaccia con le aziende e le istituzioni, si capisce l’importanza delle scadenze. L’università italiana ancora non riesce a valorizzare queste esperienze come in Germania dove si registra maggiore integrazione con le aziende e il territorio“.
Anche se a Bologna qualcosa si muove come dimostra la presenza all’Autodromo di Imola del Rettore Giovanni Molari di Pier Luigi Santi, Ambassador della squadra, Claudio Domenicali (CEO Ducati), Maurizio Reggiani (VP Motorsport Automobili Lamborghini), Gian Carlo Minardi e Marco Panieri.