Unica (o quasi): solo 10 esemplari per l’hypercar da 1,8 milioni di euro

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Si chiamerà Unica, anche se, letteralmente, unica non sarà. Sarà però l’unica autovettura elettrica, e forse l’unica in generale, ad avere un certificato di morte ancora prima di averne uno di nascita.

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Unica sì, ma il proprietario potrà farsi una copia

Gli inventori di questa mirabolante Hypercar elettrica da 1.600 cavalli, infatti, hanno già deciso che al decimo esemplare venduto la produzione cesserà. Quindi vivrà grosso modo 3 anni,  considerando che dal capannone di EV Motion – questo il costruttore di Unica – a Vigarano Mainarda (Ferrara) non ne usciranno più di 3 esemplari all’anno. Al prezzo orientativo di 1,8 milioni di euro ciascuno. Gli acquirenti avranno però in mano tutti i disegni, il software  e le matematiche per riprodurre ogni componente e addirittura farsene ricostruire una nuova tutta intera il giorno in cui l’originale andasse distrutto o ne  volessero un’esatta copia. L’unica condizione è che nessuna delle repliche esca mai dal garage di chi l’ha acquistata.

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Non per questo EV Motion chiuderà i battenti al decimo esemplare di Unica uscito dai cancelli. Ne sfornerà una nuova, un nuovo modello riprogettato partendo dalla carta bianca.

L’ultima arrivata nella Electric Motor Valley

Siamo nel bel mezzo della Motor Valley d’Italia, nel triangolo Bologna-Modena-Ferrara dove già possiamo contare su Ferrari, Maserati, Ducati, Lamborghini, Pagani.  A Modena troverà casa Estrema Automobili con la sua “Fulminea” e ancora fra Modena e Bologna la joint venture Silk-Faw costruirà il mega stabilimento da cui usciranno le supersportive ibride serie S con il marcho Hongqi. Di tutt’altro tipo è però e il business plan ideato da Marco Scapoli.

Marco Scapoli
Marco Scapoli

Scapoli è l’imprenditore bolognese che ha fondato Ev Motion e che abbiamo già incontrato in un’altra impresa visionaria, Ev Station, dopo che da qualche anno ormai organizza nel bolognese l’evento Ev Show dedicato all’auto elettrica. Nell’avventura di EV Motion lo accompagna il progettista, l’ingegner  Cristian Testoni, e il designer Vittorio Serpetti.

Unica cerca un partner per debuttare nel 2023

Ad oggi il progetto è definito al 97%. Quindi i rendering che pubblichiamo corrispondono fedelmente alla macchina che vedrà la luce, come “mulatto” alla fine di quest’anno. E, forse, il primo cliente nel 2023-2024.  I tempi dipenderanno però dalle trattative in corso con potenziali partner: Scapoli & soci hanno già investito gran parte del budget nella progettazione e nell’allestimento dell’officina. Per avviare la produzione di Unica, seppur sartoriale, avranno bisogno di una significativa iniezione di capitale. Almeno 4 milioni di euro, stima Marco Scapoli.

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Il telaio scatolato in magnesio e carbonio

Ma veniamo alle caratteristiche tecniche. Poco da dire sul power train, a parte la pesantissima cavalleria (1.600 cv). Ev Motion ne adotterà uno già pronto (potrebbe essere anche quello di Tesla). Però lo gestirà con un’ elettronica proprietaria brevettata. L’altra  esclusiva sarà il telaio scatolato a nido d’ape Honeycombe in magnesio rivestito da una pelle in carbonio.  Peserà il 15% in meno di ogni altro telaio (e sappiamo quanto il peso sia critico nelle prestazioni di un’auto 100% elettrica). Avrà il 70% in meno di vibrazioni e una straordinaria resistena alla torsione. Ovviamente, assicura Scapoli «gli interni saranno qualcosa di eccezionale e l’handling di guida sarà al top assoluto».  Che sia bellissima non c’è alcun dubbio.

Visualizza commenti (7)
  1. Gran bella competizione tutta italiana in ingegneria e sfida ai nuovi mercati. C’è bisogno di nuova linfa nello stivale, una ventata di gioventù che solo i piccoli costruttori sartoriali portano in dote e questa è pure elettrica. Per chi è stufo delle banali auto-bar tipo Lamborghini, Ferrari o Pagani fatte in plastica e stampino, emozionanti come un dito nel naso, queste piccole pesti rappresentano una bella boccata di ossigeno. Buona fortuna!

  2. Il limite di questi costruttori (lo dico, a scanso di equivoci, sia per le elettriche che per le auto a benzina) è che nessuno garantisce l’ “affidabilità” del progetto, inteso in tutti i sensi. Non basta infatti che una hypercar non si rompa, ma serve anche che la sua dinamica sia efficace (la storia delle auto è piena di auto veloci solo sulla carta ma che poi in pista si fanno sbeffeggiare da utilitarie pepate o comunque da berline molto meno costose). E non parlo solo del Nurburgring.

    Faccio un esempio. Jeremy Clarkson, conduttore di Top Gear e sicuramente uno esperto in fatto di auto (è anche un discreto manico, pur non essendo un pilota) provò per la trasmissione una Mercedes AMG, se ne innamorò e la comprò. Salvo poi pentirsene perché nella vita reale, fuori dal circuitino di Top Gear, l’auto era troppo rigida nelle sospensioni. Poi provò la Ford GT40, guidandola anche su strada. La acquistò, ma l’auto gli dette una serie infinita di noie all’elettronica per cui anche quello fu un acquisto sbagliato. Per questo è difficile trovare il giusto equilibrio tra affidabilità (sempre più elettronica e meno meccanico) ed equilibrio del progetto nell’uso di tutti i giorni, in tutte le condizioni.

    Le Ferrari, pur essendo gravate da un bel ricarico che la casa del cavallino applica sui suoi modelli, sono, a detta di tutti, un equilibrio perfetto tra prestazioni ed uso stradale del veicolo, consentendo sempre (ed è qui la difficoltà) di poter sfruttare al massimo i cavalli dell’auto in totale sicurezza. Altre ipercar (penso alle Mustang, ad esempio …) non fanno altro che collezionare video di proprietari che le sfasciano già durante il primo giorno di acquisto: basta un po’ di bagnato o un controllo di trazione che non interviene in modo tempestivo che l’auto diventa ingovernabile e finisce contro il primo palo. Le Ferrari, pur essendo competitive, garantiscono agli acquirenti di riuscire a domare quella potenza pur senza avere la patente di pilota.

    Un’auto da 1600 cv è semplicemente esagerata: estremamente improbabile che un facoltoso acquirente riesca a governarla, a meno che non sia un pilota di F1. Ricordate il mostruoso incidente di Richard Hammond con la Rimac da 2,3 milioni di dollari? La Rimac aveva “appena” 1088 cv e Hammond è certamente un ottimo pilota e quando fece l’incidente non stava guidando col coltello tra i denti, stava testando l’auto dopo aver concluso un giro: finì in ospedale e l’auto distrutta.

    Non serve un’auto da 5000 cv: serve un’auto sempre controllabile ed equilibrata, qualunque sia la potenza disponibile. Come una Ferrari, o, in misura minore, una 911 (di quelle recenti, non i modelli del secolo scorso), una McLaren o una Lamborghini (non tutti tutti i modelli però).

  3. Fatemi capire; se ho bisogno di un ricambio devo farmelo? Poi che senso ha fare una copia x non poterla usare ? Secondo me invece di costruire queste stonz…. Che costruissero una auto elettrica economica , seria però, non la dacia

    1. Forse mi sono spiegato male. Chi acquista Unica può riprodursela, ammesso che desideri averne due, ma non può rivenderla. Quanto al resto, beh non credo che sia compito di un piccolo costruttore produrre veicoli di massa. E trovo inadeguato il suo giudizio nei confronti di un’auto che nessuno la obbliga a comprare.

        1. Inadeguato (e sono stato buono) è il termne con cui ha liquidato gli sforzi progettuali, creativi ed economici di persone che stanno realizzando Unica senza chiedere nulla nè a lei, nè a me, nè allo Stato.

  4. Difficile trovare un aggettivo che renda in pieno le sensazioni visive che un tale capolavoro di ingegno suscita…

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