Home Scenari Stop all’auto elettrica: nemmeno l’Ungheria appoggia le richieste di Urso

Stop all’auto elettrica: nemmeno l’Ungheria appoggia le richieste di Urso

52
aspen institute

Nemmeno l’Ungheria di Viktor Orban appoggia la richiesta italiana di anticipare al 2025 la revisione dello stop all’auto con motore termico. Un portavoce del governo magiaro ha fatto sapere che la proposta avanzata dal ministro Urso “non è all’ordine del giorno del Consiglio europeo”

Il governo Meloni non avrà vita facile in Europa. Protestare contro le politiche di Bruxelles dall’Italia è un conto. Magari appoggiando le richieste di Confindustria. Ma quando si varcano le Alpi, trovare appoggi e consensi è tutta un’altra musica.

La presidenza ungherese della Ue ha fatto sapere che l’anticipo ai primi mesi del 2025 della possibile revisione dello stop alla produzione di auto a benzina e diesel a partire dal 2035 non è all’ordine del giorno della riunione dei ministri responsabili dell’industria.

La richiesta di anticipo è stata avanzata l’altro giorno dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, che ha parlato davanti a una platea si industriali e sindacati della filiera automotive. Urso la presenterà a Bruxelles, ma tutto fa pensare che avrà anche poco o nessun ascolto.

Il motivo? “Nessuno lo ha chiesto“, ha fatto sapere un’alta funzionaria coinvolta nella preparazione della riunione del Consiglio Ue dedicato alla competitività europea, come ha riferito l’agenzia Radiocor. Non una bella notizia

dazi cina
Stella Li, Executive Vice President BYD.

L’Ungheria voterà contro la richiesta di dazi contro l’importazione di auto elettriche cinesi

La stessa fonte ha aggiunto che “nessun paese ha posto la questione del rinvio della scadenza del 2035: è importante che l’industria abbia certezza legale e attualmente la legge europea prevede una clausola di revisione nel 2026, revisione che potremo fare quando ci si avvicinerà a quella scadenza”.

Anche perché l’Ungheria – che sulla carta sarebbe uno dei più preziosi alleati della premier Meloni per non restare isolata in Europa – ha ben altro obiettivo in testa. “L’Ungheria si oppone ai dazi Ue sulle auto elettriche“, ha dichiarato il Ministro degli Esteri Péter Szijjßrtó dopo l’incontro con l’omologo cinese Wang Yi a New York.

Il ministro ungherese ha sottolineato che la Ue dovrebbe collaborare con la Cina, non definendo le tariffe proposte sui veicoli elettrici cinesi una “cattiva idea“. Sottolineando la stretta collaborazione tra le case automobilistiche europee e quelle cinesi. E i marchi cinesi sono leader nell’auto elettrica.

– Iscriviti alla Newsletter e al nostro canale YouTube –

Apri commenti

52 COMMENTI

  1. Tante belle parole per far capire al cittadino UE che viene sempre all’ultimo posto nella lista delle priorità!

  2. Urso, poco fa, APS (e letto su IlSole24Ore): ‘Domani chiederemo ai governi e alla Commissione europea di anticipare la clausola di riesame prevista nel 2026 ai primi mesi dell’anno prossimo e di anticipare le decisioni al secondo trimestre 2025. A quel punto avremo due strade: la prima e’ la strada maestra di confermare l’obiettivo del 2035 ma decidendo altresi’ di realizzare le condizioni necessarie per raggiungerlo; la seconda strada e’ posticipare il passaggio all’elettrico. Noi preferiamo la prima strada rendendo sostenibile l’obiettivo del 2035 pero’ deve finire il teatrino delle finzioni altrimenti saremo di fronte a un dramma, con gli operai che manifesteranno a Bruxelles come hanno fatto gli agricoltori, l’industria dell’auto europea finira’ nel burrone’

    Anche qui si conferma la mia ipotesi che si va verso una strada di facciata che “conferma” il ban del 2035 ma con degli aggiustamenti volti a superare le … “finzioni” … E quindi di che si tratterà? Apertura alle plugin? E-fuel allungata con la benzina normale o con i biocarburanti? Quali sono queste finzioni di cui parla Urso?

    • sono Urso e il governo che fanno dichiarazioni di facciata ideologiche, per far vedere al socio ENI che quando non possono aiutarlo ulteriormente, perché monitorati dall’Europa, almeno ci hanno provato, anche in questo frangente

      poi per fortuna c’è l’Europa, e persino l’Ungheria ha più sale in zucca dei nostri amministratori, che è tutto dire, e si torna a fare sul serio; già le multe sulla Co2 stanno sortendo buoni effetti, arrivano BEV più piccole e vendibili

      se poi l’Europa potesse obbligare il nostro governo anche a non rifare incentivi che per paradosso bloccano le vendite, e a rimettere in carreggiata i prezzi fatti aumentare a comando a primavera 2023 alle colonnine, abbiamo risolto, e il ban in Italia lo possiamo modificare cosi sarai contento

      aspetta cosa hai capito, intendo che in Italia potremmo metterlo già al 2032 🙂

  3. “Mi sa che in Ungheria la politica ha più cervello (o forse meno regalie) di quella italiana.”
    “L’unico popolo che sta facendo brutte figure è quello italiano”
    “Quando anche l’Ungheria di Orban respinge un’idea dell’Italia meloniana, diventa palese quanto siamo messi male”.
    Potrei continuare su questi toni, attingendo da altri post su altri topic…ma mi fermo.

    Una delle cose più spregevoli e destabili è l’apostolato dell’anti-italianità professato da certi “italiani”.

    Gente che, senza alcun rispetto per la propria Storia, dimentica che quando nella Magna Grecia, 2500 anni fa, i nostri avi discutevano di filosofia e matematica, i popoli del resto dell’Europa cominciavano sì e no ad incidere qualche graffito sulle pareti delle loro caverne.
    Gente che, senza la minima dignità, accetta lezioni di vita e di comportamento dagli altri a capo chino, denigrando in ogni modo e in ogni dove il proprio Paese e le proprie Istituzioni democraticamente elette.
    Gente che si vergogna di sé stessa e che invece è la vergogna dell’Italia.

    • signor De Zan
      anche io mi sento orgogliosamente italiano .. ma non per questo posso accettare comportamenti sbagliati nei toni e nei significati e soprattutto giustificare scelte errate e programmazioni (o mancate programmazioni) di ciò che si sapeva da oltre 40 anni che sarebbe successo nel mondo, sia i previsti aggravamenti del clima, gli spostamenti delle produzioni con ampio uso manod’opera verso i paesi emergenti, il calo demografico e pure il calo dei redditi in assenza di migliori politiche re-distributive e fiscali.

      Appellarsi poi alla “nostra” grandezza di millenni fa poi… fa molta tristezza !

      Ricordiamoci pure che la “grandezza” dell’impero romano (non in senso estensivo…) era -guarda caso !- frutto dell’integrazione profonda con tanti popoli con culture, religioni, sistemi economici diversi; la “diversità” creava ricchezza culturale (anche lei cita filosofia e matematica…) ma anche economica con scambi in tutto il mondo conosciuto… segno che l’ “apertura” verso altri popoli ed altre nazioni fa progredire …. tutto il contrario di quel che sta accadendo negli ultimi decenni … accentuato in particolare dagli attuali politici .

      Manca proprio il senso della Storia nella visione politica…

    • -Gente che, senza alcun rispetto per la propria Storia, dimentica che quando nella Magna Grecia, 2500 anni fa, i nostri avi discutevano di filosofia e matematica, i popoli del resto dell’Europa cominciavano sì e no ad incidere qualche graffito sulle pareti delle loro caverne.-

      Appunto, gente che andava nuda a caccia di marmotte quando noi già s’accoltellava un Giulio Cesare

    • Io consiglio sempre a questa “gente” di accomodarsi alla porta. Il mondo è grande, sicuramente troveranno un luogo più consono al loro modo di vedere le cose

    • Il vecchio trucco di appellare come “antitaliano” chi semplicemente critica l’operato di un governo. Non funziona più.

      • sdegnarsi per chiedere di reprimere le critiche a scelte del governo pessime e dannose per noi, che saremmo il popolo

        praticamente è una variante di chiagnefottismo, come lo chiami a volte 🙂

    • Più che altro, l’Ungheria non ha già chiuso un accordo con BYD (se ben ricordo) per farle aprire una fabbrica da loro, al contrario delle ursiane ‘sparate’ inconcludenti?
      Mi pare un ottimo motivo per dire all’Italia di attaccarsi al… tram.

  4. prima di pensare all’elettrico bisognerebbe pensare dove trovare la corrente per ricaricare le batterie e la maniera di trasportarla: noi non abbiamo la minima idea di come produrla e la nostra rete è totalmente incapace di trasportarla. In più allo stato attuale non esistono proposte serie per il trasporto merci medio o pesante. Lo sviluppo dell’elettrico comunque non sarebbe buttato se associato all’idea dell’ibrido con generatore termico di corrente o range extender (soluzione che sta sempre prendendo più piede)

    • Ho letto che per produrre un litro di carburante tradizionale (benzina o gasolio) la catena di produzione, dall’estrazione al distributore di carburante, richiede almeno 2.5-3.0 kWh di elettricità. Occorre poi aggiungere i combustibili fossili per il trasporto di benzina e gasolio (autobotti dalle raffinerie alle aree di servizio). Se questa energia elettrica che viene già oggi venisse utilizzata da un’auto elettrica, questa potrebbe percorrere almeno 15 km.

    • Diego… fatti qualche ricerca su siti “seri” su quanto sta avvenendo anche in Italia (in sordina..per chi non segue) in merito al rinforzo e rinnovamento delle reti (TERNA) con nuove dorsali di collegamento Sud-Nord ..ove stanno realizzando campi eolici on/off shore e FV …
      Siamo partiti molto (troppo) in ritardo…ma siamo partiti pure noi… al di là dei proclami di certi politici..e ministri ..

    • Ancora con ‘sta storia che manca la corrente!

      Ma se non sappiamo dove metterla!

      Diego, per favore, scendi dalla piattaforma petrolifera e parliamone qui sulla terra con calma.

  5. Non c’è bisogno di una revisione politica a livello europeo la revisione l ha già fatta il popolo che sta facendo fallire le case auto non comprando i bidoni imposti dalla politica . Per ora il futuro pare chiaro non può essere elettrico perché mancano le infrastrutture e manca il personale per ripararle queste auto ….possono andare bene forse per il 30% degli europei gente di elite visto i prezzi non di sicuro per chi guadagna 1500 euro al mese….

    • Che scelte avrebbe fatto il popolo scusami? L’unico popolo che sta facendo brutte figure è quello italiano, perché per il resto si parla del +20% annuo globale, del +9% nei soli stati uniti su base annuale, l’Europa è l’unica in flessione ma comunque con un +4% e l’unica che se la sta vedendo brutta è VW perché ha alzato i suoi listini in modo lineare dal 2006 ad oggi, perdendo quote di mercato di anno in anno.

      Nessuno impone niente, leggiti la direttiva prima di scrivere fesserie.

      Le infrastrutture e il personale mancano solo in Italia perché si preferisce dare soldi a confindustria & Co piuttosto che formare gente da qualificare su determinati settori.

      In Italia seguendo il tuo ragionamento nessuno dovrebbe comprare auto, visti i vostri stipendi da fame, non è colpa dei produttori, ma vostra 🙂

      • Ci sono già molti meccanici no marca che stanno facendo corsi di aggiornamento per poter lavorare sulle EV , ovviamente non.a.mio.cugino, ma c’è la volontà di progredire di aggiornarsi, mi sembra di vedere i vecchi commercialisti o le vecchie banche che lavoravano tutto sul cartaceo, ora sono on-line ma gli operatori del settore si sono aggiornati non sono rimasti a casa , stessa cosa per le industrie dove il CNC e la robotica è entrata con forza , ovviamente il manovale si è dovuto aggiornare le nuove figure professionali sono arrivate , nessuno può fossiilizarsi con li propio orticello, perché prima o poi non produrrà più nulla.

  6. Con idee condivisibili o meno all’estero i politici lavorano fondamentalmente per il vantaggio del proprio Paese.
    In Italia?

  7. Boh, io ci andrei con i piedi di piombo quando si parla dell’Ungheria.
    Probabilmente c’è qualcosa sotto.

    Potrebbe essere ad esempio che se googlo “ungheria auto elettriche notizie” mi escono svariati risultati che dicono che BYD costruirà la prima fabbrica in europa in Ungheria per aggirare le sanzioni?
    Potrebbe essere (anche) per questo che quando Xi Jinping ha fatto visita al nostro continente ha incontrato solo Orbàn e altri 2 leader?

    Ma è solo un’ipotesi

      • ciao Alexander… niente di strano .. non c’è qualcosa sotto….
        ci sono solo tanti programmi di espansione in Europa da parte di molti costruttori cinesi, che giustamente si sono programmati stabilimenti nei paesi meno “ostili” politicamente, a costi di produzione tra i più bassi nel territorio europeo (tra energia e m.opera).

        Occorre vedere se pure Pechino valuterà il rischio di esportare tecnologie fondamentali sviluppate in 15 anni; ieri leggevo del progetto americano di vietare Software A.I. e Guida Autonoma negli USA per evitare pericolose “mappature del territorio” (risibile, visti gli attuali livelli dei satelliti spia), più probabile degli utilizzatori ed usi dei nuovi veicoli “intelligenti” e del correlato rischio di poterli utilizzare come “bombe vaganti” ( Israele ha già svelato l’uso distorto di piccoli dispositivi con batterie come i Teledrin – cercapersone e walkie-talkie … replicabile su qualunque oggetto connesso e con batterie – a parte la “carica esplosiva” aggiunta, ovviamente !).

        Se mai arriveremo a fine conflitto Russia Ucraina occorre ricordare che la prima già dispone di numerosi stabilimenti ex case occidentali (Stellantis, VW e Renault p.es.) che son state sottratte in risposta alle sanzioni; una volta che saranno utilizzabili anche per il mercato occidentale (magari con l’aiuto dei “soci” cinesi), saranno un ulteriore grande bacino costruttivo a costi molto concorrenziali….

  8. Quando anche l’Ungheria di Orban respinge un’idea dell’Italia meloniana, diventa palese quanto siamo messi male.

    • In Ungheria è in costruzione il primo degli stabilimenti BYD previsti.
      Impossibile che siano proprio loro a proporre folli ritorni su veicoli superati da altre tecnologie.
      Non sapremo fino all’ ultimo se saranno tutte “fabbriche cacciavite” e quale mix modelli (tra BEV, full-hybrid etc) saranno prodotti o assemblati, però oramai gli investimenti sono partiti anni fa…e chiunque propone di fermarli va sonoramente fischiato… non merita l’ incarico che occupa.

      Il primo passo è attendere il risultato delle trattative (visibili o segrete) tra Cina ed Europa (ed eventuali interventi WTO); poi sarà possibile capire il futuro ruolo degli stabilimenti europei.
      Intanto occorre essere coscienti che, data la situazione di crisi planetaria (dovuta agli anni di pandemia prima ed i conflitti in corso, con ampio calo dei commerci globali e dei redditi distribuiti) la nostra capacità produttiva è ampiamente sovrabbondante e in gran parte dei casi sovraprezzo rispetto alle economie emergenti asiatiche (Cina, India, Thailandia & Vietnam) che possono facilmente sostituirci in gran parte dei mercati…non solo di export ..ma pure interni .

      Occorre sbrigarsi ad investire in nuovi progetti e prodotti (non solo auto) approfittando delle nostre competenze, della creatività, delle residue catene produttive nei nostri distretti.
      E .. in primis.. buttarsi a capofitto nella generazione F.E.R. per abbassare quanto possibile la voce di spesa più pesante per industria e famiglie.

      • Aggiungo che ovviamente Stellantis si è sfilata dalla richiesta perché sta partendo il progetto parallelo di distribuzione veicoli Leapmotors (oltre 40 concessionarie in Spagna! Guarda caso …) che ovviamente faranno scendere non poco la quota emissioni 2025 se si posizionerà bene una vettura piccola ed economica ma funzionale come la T03 .. i 18k € di listino annunciato sono un bel biglietto da visita… Certo che occorrerà vedere le quote delle concorrenti “interne ed autoctone” eC3, Grande Panda & Pandino, oltre alle concorrenti VW/Skoda/Cupra (e … Renault?)

      • Damiano, sta confermando ulteriormente quanto ho scritto: siamo messi davvero molto male rispetto pure all’Ungheria.

        Che in Ungheria stanno costruendo per produrre pure auto di nuova tecnologia, qua in Italia invece no (è anzi stiamo pure perdendo tutta la produzione di quella vecchia).

  9. Robert Habeck è un politico tedesco, dal 2018 presidente del partito ambientalista Alleanza 90/I Verdi, attualmente ricopre gli incarichi di vicecancelliere e ministro dell’Economia nel governo tedesco: ha detto, testuali parole, di essere “felice di appoggiare la richiesta dell’Italia”, ovvero di anticipare la revisione già ai primi del 2025. Voglio dire, se lo dice il leader dei verdi siamo pur certi che il 100% dei politici tedeschi è per una review. Urso sarà stato talmente bischero da non riuscire a farsi calendarizzare la proposta nell’odg di domani per cui potrebbe passare ancora un po’ di tempo ma è innegabile che questa attesa sta logorando le aziende che hanno bisogno di sapere cosa intende fare la UE e la Von Der Leyen quando ha aperto agli e-fuel. Tra l’altro sempre tra qualche ora si dovrebbe decidere sui dazi alla Cina e i 2 temi sono certamente correlati, quindi questa lentezza della UE nel decidere e il tenore delle decisioni prese ad oggi ci ha portato dove siamo.

    Ora che il meccanismo si è inceppato è un vero caos: indietro non si può tornare o almeno non del tutto perché gli investimenti per l’elettrico sono già stati fatti e non si possono bruciare quei soldi; tutte le aziende sono in forte sofferenza per colpa dei tempi rapidi della transizione e cercano soluzioni differenti: VW non vuole i dazi, altri potrebbero volerli ma non lo dicono ai media e preferiscono tacere; per molti CEO occorre ripensare il ban del 2035 ma Tavares dice di no; e il giorno dopo aver detto di no Stellantis comunica che è alla ricerca di un nuovo ceo (Imparato?); nel frattempo incombe la supermulta per sforamento del tetto della co2 che finirebbe per accelerare la crisi delle aziende che già stanno chiudendo gli stabilimenti e licenziando gli operai.

    • Habaeck ha poi aggiunto “Non ho detto di essere a favore di un allentamento dei requisiti. Lo stop alle endotermiche nel 2035 è essenziale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e non va messo in discussione”.
      Come vedi, non si parla proprio di cancellare il Ban al 2035 come vorrebbe Urso, ma di trovare i modi per sostenere la filiera. Il che, probabilmente, significa aiuti alle case auto o ai cittadini (incentivi).
      Non si è inceppato proprio nulla

      • Come ho già avuto modo di dire, l’Europa deve trovare una soluzione che salva capra e cavoli, ovvero che salva a lei la faccia ma che dia una nuova prospettiva ai costruttori. Questo può essere fatto solo con un alleggerimento della norma sugli e-fuel. Se nel 2035 saranno consentiti e-fuel diluiti con benzina normale allora significa che le auto a benzin… ops, a e-fuel + benzina potranno continuare a essere vendute senza problemi e questo diventa il segnale per i costruttori che possono continuare il business as usual. Nella sostanza quello che chiede Urso (l’Italia preme anche per i biocarburanti ma e-fuel + benzina è la stessa cosa e funziona uguale) e anche quello che dice Habaeck, ovvero salviamo la faccia, non abbiamo levato ufficialmente il ban ma è chiaro che se consenti un e-fuel al costo della benzina il motore a pistoni è salvo. Dopotutto se ci pensi che senso ha avuto prevedere il salvataggio dell’e-fuel se è un carburante per ricchi? Per consentire ai vari milionari europei di continuare a circolare con i V8 Ferrari?

        E ovviamente va superato il problema delle quote.

        Che poi, detto tra di noi, nel 2035 l’elettrico sarà talmente evoluto che tutto questo NON SERVE A NULLA, si venderanno quasi esclusivamente auto elettriche e plugin (come in Cina) anche senza ban, ma serve oggi ai produttori per essere liberi di seguire gli umori del mercato come meglio credono e in base a ciò che hanno in casa e ai consumatori per smettere di odiare l’elettrico: il ban ha creato un odio verso l’elettrico che non è più una normale tecnologia che posso scegliere ma è una imposizione politica dall’alto, la politica non ha mai imposto gli smartphone, l’avesse fatto sarebbe scoppiato il panico sul controllo a distanza, etc.

        • Enzo .. i “salvifici” e-fuels sono ancora ben lontano da essere prodotti a costi accettabili per i NON proprietari di Porsche e Ferrari…

          Se non trovano rapidamente processi a bassissimo costo (e bassissime emissioni) per produrre gli e-fuels
          trovo difficile pensare che saranno adottati da utenti con vetture normali, ad uso familiare o aziendale.
          Già ora nei segmenti C-D-E le alternative BEV sono spesso più convenienti …in rapporto al costo carburante da idrocarburi…
          Se alzi il costo del rifornimento…la fascia di utenti che potrebbe passare a BEV aumenterebbe parecchio, anche perché entro altri 2 o 3 anni arriveranno ulteriori progressi sulle batterie (meno costose e con più densità=autonomia) e pure la crescita rete rifornimento HPC (più facile trovare ove rifornire…e …un po’ di concorrenza??).

          In Italia poi ci stiamo fissando su bio-carburanti (assurdi se da campi coltivati ad ok, insufficienti se da frazione umida rifiuti o scarti agricoli) con la convenzione in corso delle raffinerie (in partenza la 2ª quella di ENI a Stagno -Livorno- dopo lo stabilimento pilota ).

          E comunque…la capacità produttiva europea è fortemente sovrabbondante….a chi potremmo vendere auto ad e-fuels?
          Gli USA sicuramente non ci apriranno le porte… Asia ed Africa… impensabile…

          • se apri il sito della efuel alliance vedi come intendono partire. Ovvero con una benzina normale che, negli anni, contiene una quota sempre maggiore di efuel. Quindi inutile dire che gli efuel costano o non sono disponibili se ne servirà una parte minima per il 2035 e poi, solo anni dopo, via via a crescere.

          • Ok grazie Enzo…
            però è prevedibile un crescente costo al litro (salvo grandi miglioramenti produttivi) perché gli idrocarburi-base tendenzialmente aumenteranno di prezzo (a minori quantità richieste OPEC+ ha sempre diminuito i barili estratti)..
            E le quote inquinanti emessi (salvo miracoli tecnologici imprevisti sui nuovi motori termici) non è destinata a calare molto rapidamente…
            Da qui al 2035…le future commissioni europee…ne avranno da discutere…

          • E poi pensa che meraviglia il conteggio della CO2. Mi pare l’ennesimo cavallo di Troia, anche se sono convinto che non riusciranno mai a starci dentro con i costi. Forse puntano a dei sussidi.

          • Intanto stanno preparando nuovi satellitari Co2M per misurare Senza dubbio la CO2 emessa da attività umane .. poi abbiamo MethaneSat…
            Appena avremo i nuovi dati scientifici… Ci sarà ben poco da giocherellare con piani di riduzione inquinamento e clima-alteranti…

          • https://www.efuel-alliance.eu/efuels/costs-outlook

            Sì ma è anche vero che la benzina si trova a competere con l’elettrico il cui costo di ricarica è destinato a diminuire. Sparare prezzi alti è spararsi sui piedi … vedremo … In Italia se la benzina dovesse superare la soglia psicologica dei 2 euro / litro vedi se poi le persone non si svegliano e non passano all’elettrico … o comunque passerebbero a un ibrido molto evoluto per compensare l’aumento … ad ogni modo devono stare molto attenti a come se la giocano perché le preferenze del mercato sono volubili e basta poco e il vento cambia … ieri ho visto un benzinaio con il diesel a 1.55 e la benzina a 1.65 … questi qui un po’ la strizza ce l’hanno …

          • Boh..i prezzi spot di qualche distributore… son come rondini solitarie.. non fanno primavera.

            Mentre il costo dell’ energia elettrica è destinato a scendere (nel mondo ..in Italia…accise governativie permettendo) per l’ apporto F.E.R..crescente e magari l’auspicabile separazione dal.costo gas etc
            Gli idrocarburi avranno un costoso canto del cigno..
            Diluirli progressivamente con e-fuels non migliorerà né il costo né l’efficacia..

            La “strizza” ai Signori del Petrolio non prende…investono altrove i loro fantastiliardi …per i benzinai (gestori distributori) occorre che abbiano sempre più attività diverse dal profitto sui litri erogati (già risibile) ma sui servizi all’ automobilista…

        • Mi sembra di capire che tu saresti disposto a spendere 5/10€ litro solo per sentire il rombo, purtroppo emissione zero non implica bruciare carburante o bio sono inquinanti a volte peggio dei carburanti tradizionali, quindi eviterei questi argomenti insensati, l’Italia come politica fa acqua da tutte le parti non riesce a dare un programma a lungo termine, per il semplice fatto che guarda il proprio mandato e del resto chi se ne frega, l’industria con una politica ci merda non sa cosa fare , ossia pochi hanno già intrapreso la strada , altri sono in attesa e troppi sono legati al passato e non vogliono fare nulla, il problema che se non facciamo noi lo farà qualcuno altro,e noi oggi siamo messi così , tra qualche decennio l’eccellenza italiana sarà tutta al estero,qui non ci sarà nessuno per cui si potrà lavorare.

    • Enzo il governo italiano sta mischiando più cose insieme a mio avviso.
      La mancata certezza a livello europeo a mio avviso non c’è. Se il BAN è per il 2035 allora abbiamo la certezza che potranno essere prodotte auto elettriche o termiche con carburanti a pareggio di emissioni CO2 (ovvero riassorbito in fase di produzione). Il problema attuale sono semplicemente le maggiori multe che il 90% dei costruttori dovrà pagare dal 2025 visto che non hanno a listino auto termiche che rispettano o si avvicinano di molto si nuovi valori e allo stesso tempo non hanno convinto i consumatori con le loro proposte elettriche. Questo ha fatto sì che molto velocemente le multe sono state rigirate ai clienti (aumento dei listini), i clienti hanno rallentato il ricambio delle loro auto un po’ per i prezzi delle termiche ed un po’ in attesa di modelli elettrici che dovrebbero avere prezzo e prestazioni di un certo livello, il tutto a portato alla conseguente contrazione delle vendite. Poi c’è anche un rallentamento dell’economia in alcune aree europee.
      Quindi a mio avviso il tutto si risolverà in una semplice rimodulazione degli euro da sborsare per ogni grammo di CO2 che supererà la soglia che forse (e dico forse) potrebbe far abbassare leggermente i prezzi delle termiche. Per ora il 2035 per il BAN e i nuovi limiti di CO2 non possono essere toccati per quel principio di certezza chiesto dal ministro che deve avere la politica europea. Sono le lobby contrarie ed attendiste che vorrebbero far saltare il tutto a dire che siamo in un periodi di incertezza politica quando invece è un loro desiderio di non impegnarsi a seguire gli obiettivi normati dalla ue.

      • Secondo me le 2 cose si tengono: da un lato, come scrivi tu, occorre evitare le multe rivedendo le quote di co2 e aggiustando i numeri per farli tornare, dall’altro occorre modificare qualcosa perché le case sono in crisi non solo e non tanto per gli aumenti dei listini delle termiche ma soprattutto perché l’elettrico non sfonda. C’è una frenata a livello globale, c’è stata una corsa all’acquisto da parte degli entusiasti e dei possessori di box auto con wallbox, poi il nulla. Anche in Cina presto si arriverà ad una frenata, solo che la stessa viene mascherata dall’aumento delle plugin e i cinesi da sempre parlano solo di nev (bev + plugin) e non di bev. In Cina ci sono stati già i primi fallimenti clamorosi e adesso anche BAIC dei 3 stabilimenti in cui produce auto elettriche ne sta chiudendo 2: qualcosa vorrà dire.

        Risolvere SOLO il problema delle quote significa essere ciechi, non far nulla e spostare l’elefante nel corridoio 2 passi più indietro ma il problema dell’elefante nel corridoio c’è, l’hai creato tu Europa e ora tocca a te trovare una soluzione. Altrimenti domani mattina chiude tutto e la principale industria europea, quella che fa il pil, va a ramengo: non so se la UE e la Germania in particolare se lo può permettere.

        Perché l’alternativa di chi dice che va tutto bene qual è? La pubblicità progresso in televisione contro le fake news della propaganda delle lobby del petrolio? Siamo seri? Gli incentiva a vita (che poi gli incentivi sono i soldi dei contribuenti quindi se li prendi da lì e li ridai a loro alla fine comunque è come se l’auto la pagassero a prezzo pieno)? Davvero non vogliono fare nulla e accusare le aziende di non impegnarsi abbastanza dopo i miliardi di euro che stanno iniettando per seguire i desiderata non del mercato ma della politica?

        Perché è questo il problema: se un’azienda va dietro al mercato allora produce e vende, se va dietro alla politica ma contro il mercato allora produce e chi glieli compra quei prodotti? La politica?

    • “… le aziende che hanno bisogno di sapere cosa intende fare la UE e la Von Der Leyen quando ha aperto agli e-fuel.”

      Scusami, Enzo, ma gli è-fuel sono già contemplati come unico carburante “carbon neutral” nel regolamento dello scorso anno che bandisce la messa in vendita dal 2035 di veicoli con emissioni di CO2 superiori a zero. Altrimenti quel regolamento la Germania non lo avrebbe firmato.

      La timidissimissima parvenza di accenno di apertura fatta da Von der Leyen riguardava i biocarburanti, tanto cari all’Italia (= ENI).

      • /// La timidissimissima parvenza di accenno di apertura fatta da Von der Leyen riguardava i biocarburanti, tanto cari all’Italia (= ENI). ///

        No, ti sbagli, ricontrolla le fonti. Non ha detto “biocarburanti”, ha detto efuel. Quindi a cosa si riferiva? Quale sarebbe questa novità che ha in testa la VDL se agli efuel è già tutto concesso e hanno le porte aperte? Questa è la domanda … Se poi si confonde tra efuel e biocarburanti e non sa neanche la differenza è altro discorso, ma non credo … Ha detto specificatamente efuel … quindi? Tu che pensi, a cosa si riferisce?

Rispondi