Home Nautica Una Venezia a emissioni zero. La lunga battaglia di Piero Tosi

Una Venezia a emissioni zero. La lunga battaglia di Piero Tosi

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Venezia è una delle città più inquinate d’Italia a causa dal traffico: quello delle auto, ma soprattutto quello delle barche. Serve la conversione elettrica, una battaglia che l’imprenditore e navigatore Piero Tosi porta avanti da decenni. Con qualche piccolo successo, ma la guerra è tutta da vincere come ci racconta.

A Venezia le auto sono una rarità, ma abbondano le polveri sottili. I veleni che non vengono sputati nell’aria dal (limitato) traffico automobilistico, arrivano da quello acqueo che rendono la città lagunare tra le più inquinate in Italia. Basta leggere i recenti dati di Legambiente. Fanno danno ai polmoni le grandi navi mercantili e quelle da crociera dove, vista la stazza, la conversione elettrica  è complicata e lontana nel tempo. Diverso il discorso per la circolazione locale con i vaporetti e altre piccole barche che possono navigare via elettrico. Negli ultimi anni non sono mancate le sperimentazioni come il battello Scossa o altri progetti, ma c’è tanto da fare.

Serve una mobilitazione per preservare l’aria, l’acqua e limitare l’inquinamento acustico della Serenissima. Ne è convinto Piero Tosi, uno dei pionieri della navigazione elettrica in Italia. Un uomo di mare, molte miglia sulle spalle comprese diverse traversate oceaniche e grandi conoscenze tecniche sul tema. Un ‘autorità del settore: il Comune lo ha nominato “Ambasciatore di Venezia alla mobilità nautica sostenibile”, un altro riconoscimento prestigioso gli è stato consegnato da Assonautica, più un’altra miriade di encomi per il suo impegno, lungo una vita, a favore della conversione dei motori marini a scoppio in elettrici. “Un guerra. Sono 25 anni che pesto la testa, spesso inutilmente. Vanno bene i premi,le targhe, i diplomi, i riconoscimenti  ma ho fatto tutto con i miei soldi. Eppure a Venezia, ma non solo, il 99% dei motori naviga  a scoppio perché manca l’educazione e gli investimenti. Ma si può fare”. Un’altra mobilità è possibile.

Vive a Venezia, ma il giro d’Italia è in elettrico

Veneto e veneziano, ma cittadino dei mari del mondo. Piero Tosi ha fatto conoscere le potenzialità della mobilità sostenibile in tutto il Mediterraneo. “Con IMES, una barca lunga 11 metri e larga 2,40,  abbiamo circumnavigato l’Italia due volte, nel 2005 e 2010, fino ad arrivare in Grecia. Un periplo che ha toccato 52 porti e ha attirato l’attenzione anche della Regina Elisabetta“. Missione compiuta, l’elettrico fa navigare e funziona: “oggi la tecnologica ha fatto  passi da gigante, i motori rendono di più e consumano di meno mentre le batterie sono più leggere, più piccole, più economiche. La nostra non è mai stata un’illusione”.

Non solo sogni quelli di Tosi che ha coltivato la sua passione già da bambino:  “iniziata ben 65 anni fa in quinta elementare, per la promozione comprai un motorino elettrico che adattai, ma non avevo fatto i conti con la durata delle batterie“. Il giovane Tosi però non si scoraggiò “grazie al grande aiuto di mio padre, motorista all’azienda dei trasporti pubblici di Venezia, trasformavo e adattavo alle mie esigenze motori a 12/24 volt che recuperavo, per esempio, dalle lavatrici. Sviluppavo dei prototipi,  ho lavorato anche  su barche elettriche americane”.

Il curriculum di Tosi è ricchissimo grazie all’invenzione di idro pulitrici e di barche per la raccolta dei rifiuti dalle secche, la progettazione e la realizzazione di imbarcazioni elettriche. Poi con la sua ditta Laguna Trasporti, è  responsabile anche  del corriere Dhl,   usa sia i pulmini elettrici sia una flotta che fa largo uso dell’elettrico.

La barca elettrica con cui Tosi ha circumnavigato tutte le coste italiane

 

Vaporetti elettrici

Venezia vista la sua notorietà potrebbe diventare un laboratorio mondiale per la mobilità elettrica. A iniziare dal trasporto pubblico. Tosi ne è convinto: “ci sono tutte le condizioni per la conversione dei vaporetti,  hanno un tetto enorme che potrebbe essere utilizzato per l’installazione dei pannelli solari, è necessario infrastrutturare anche i pontili che hanno abbastanza spazio a disposizione. Se le batterie non sono sufficienti si potrebbe abbinare un motore elettro diesel per ricaricarle quando si ha necessità. Questi motori inquinano e consumano poco e producono tanta energia, sono come dei gruppi elettrogeni“.

Una barca a tripla alimentazione

Il “visionario” Tosi in realtà è pragmatico, sta lontano dall’integralismo. “Tra circa un mese presenterò alla città la nuova barca che naviga con tre differenti alimentazioni” che permettono di utilizzare il sistema più adeguato rispetto al contesto dove si naviga “all’interno della città in elettrico, quando ci si muove in periferia a GPL e metano e per lunghe traversate entra in funzione  il diesel euro 6″.  Una struttura modulare. Siamo in una fase di transizione e bisogna adeguarsi alle capacità tecnologiche attuali.

Questo il messaggio di Tosi che sprona di continuo l’amministrazione comunale: “devono utilizzare i fondi europei. La conversione si può fare anche se ci vorranno due generazioni, rispetto al settore delle auto dove si è più avanti e si vede già  qualcosa. Io sono solo contro tutti mentre i politici che hanno gli strumenti dovrebbero reclamizzare, promuovere, valorizzare questa tecnologia. A partire da quella italiana”.


Il sostegno di una famiglia di navigatori

Tosi può contare nella sua battaglia può contare  sulla sua famiglia: il nipote Ivan è un perito elettrotecnico che ha brevettato un taxi elettrico, il figlio  Luca  è un velista che ha partecipato alla mitica Mini Transat (regata in solitario dalla Francia in Brasile), fa parte del team di Giovanni Soldini e ha pure un’esperienza in un film, naturalmente dedicato alla navigazione: Le origini di Moby Dick diretto dal regista Ronald Howard, il mitico Richie Cunningham di Happy Days. Infine la figlia Alessandra che con la Coooperativa Sestante si occupa anche di escursioni in barca. Naturalmente elettriche.

 

CONTINUA CON: Una Scossa di vaporetto

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