Si chiama “Hesla” ed è un kit di conversione testato dalla Holthausen Group che consentirebbe ad una Tesla di essere alimentata ad idrogeno per ricavarne maggiore autonomia. Un progetto all’avanguardia o una semplice utopia?
In tempi in cui temi come la mobilità sostenibile, le zero emissioni, l’ambiente, tendono ad essere sempre più al centro dei dibattiti nel settore automotive, ci si imbatte spesso in notizie di contesto che, anche se il più delle volte servono solo a suscitare clamore, danno comunque un’idea di quanto il mondo a quattro ruote sia in continuo movimento e cavalchi l’onda del momento.
L’ultima news arriva direttamente dall’Olanda ed è destinata a far discutere: la Holthausen Group, società che opera nelle forniture di gas, ha rivelato di aver acquistato una Tesla Model S usata e di averla convertita a fuel cell alimentate da idrogeno, allo scopo di aumentare l’autonomia.
Secondo quanto riferito, la normale batteria è stata sostituita da celle a combustibile e serbatoi per l’idrogeno. Allo stesso tempo è stato hackerato il software per permettere al sistema di riconoscere la nuova fonte di alimentazione. Di fatto non sono intervenute altre modifiche, perché le celle ricavano elettricità dal combustibile, alimentando il motore elettrico come in una normale vettura a batteria.
Utopia o semplice operazione di marketing? La risposta la darà il mercato, perché gli olandesi intendono farci un business, preparando il kit di conversione, chiamato “Hesla”, per la vendita: con ‘appena’ 50.000 euro, l’acquirente può portare la propria Tesla ad avere 1000 km di autonomia, di fatto raddoppiandola.
Secondo Stefan Holthausen, a capo dell’azienda, il progetto è valido perché “sono pervenute già molte richieste, dal mercato interno e dall’estero”.
AVANGUARDIA O PURA ‘ERESIA’ ?
Tempi e modalità dello ‘scoop’ sono giusti: la scelta di rendere protagonista una Tesla non è certo un caso, dal momento che parliamo dell’auto elettrica più famosa, così come l’utilizzo della tecnologia ad idrogeno sulle automobili è un evergreen di cui si continua a parlare e crea sempre dibattito.
Ci si chiede magari perché imbastire un progetto del genere su di un’auto elettrica che di fatto ha già un’ottima autonomia, se lo scopo è proprio quello di aumentarne le capacità?
Dopotutto, l’efficacia dell’utilizzo delle celle a combustibile su un veicolo elettrico è tutto da verificare, soprattutto in quanto a resa finale dell’auto stessa, anche perché l’idrogeno va comunque prodotto, distribuito e immagazzinato. Certo, i vantaggi immediati ci sono: il tempo di rifornimento più veloce e, potenzialmente, l’aumento dell’autonomia che renderebbe così più lunghi gli intervalli tra i vari rabbocchi.
Forse vale la pena spendere 50.000 euro per questo, o forse no. Sicuramente la Holthausen, che lavora nel settore dei combustibili fossili ed è un fornitore di gas, come altre aziende sta guardando molto avanti, magari cercando una soluzione per quando le proprie stazioni di benzina diventeranno obsolete.
Convertirle in distributori di idrogeno sembra essere la via più breve.
Tesla è un’ato elettrica a BATTERIA, una Hesla è un’auto ELETTRICA pure lei, ma invece della batteria utilizza una cella a combustibile (+ una batteria, ma piccola).
Quindi tutte e due sono auto elettriche.
Il disegno è un po’ aleatorio e fuorviante.
Una Tesla può ricevere la sua energia mica solo dal sole ed in prossimità del punto di punto di generazione dell’elettricità “green”, ma da una centrale nucleare, da una centrale a carbone, a metano, … così come la produzione di idrogeno può avvenire nel punto di rifornimento stesso.
Sempre di veicoli elettrici stiamo parlando, o forse invece di vaielettrico.it siamo su vaiabatteria.it 🙂