Una elettrica senza ricarica a casa? Anche a Milano si può fare, e a buoni prezzi, ma a patto di organizzarsi per bene, ci scrive Franco, un lettore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
Una elettrica senza ricarica a casa / Nella mia zona ho 6 o 7 colonnine disponibili…

La spesa? Con il mio pacchetto casa-auto oscilla tra 0,28 e 0,33/kWh
“Forse sono stato fortunato. Ma ad oggi, viste le mie necessità e grazie ad una certa pianificazione orientata a sfruttare le ore notturne o i momenti di inutilizzo a prescindere dalla percentuale residua di della batteria, non mi è ancora capitato di avere problemi. E ho sempre caricato agevolmente presso la colonnina più vicina. In merito ai costi, ho aderito ad un’offerta che unisce alla normale fornitura per la casa un pacchetto di kWh per la ricarica. Ad un prezzo che, a conti fatti (sempre nel mio caso si intende), mi permette di rifornire la mia vettura ad un prezzo per kWh che oscilla tra gli 0,28 e 0,33 euro. Quindi affatto male, considerando i recenti aumenti. Naturalmente questo è il mio caso e non mi aspetto possa rappresentare un modello applicabile a tutti. Ma quello che vorrei trasmettere è che, dopo essersi informati adeguatamente, ciascuno deve fare i conti sulla propria situazione specifica. E non limitarsi alle esperienze (positive o negative) di altri“. Franco Bose

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Ciao, scusami, anche io sono di Milano, mi piacerebbe capire come pianifichi la ricarica notturna.
Mi spiego meglio, in tutte le colonnine della mia zona, si può sostare massimo per 90 o 120 minuti, in alcuni casi la regola non si applica dalle 23 alle 7.
Quindi immagino che o la si parcheggia alle 21, con disco orario impostato che copre i 120 minuti fino alle 23, ma poi alle 7 del mattino bisogna rimuoverla (cercando un altro posteggio se non si aveva bisogno dell’auto), oppure posteggiarla alle 23 con disco orario impostato alle 7 per poterla lasciare fino alle 9…giusto?
Ecco, diciamo che si può anche fare…però così tutti i giorni della vita, Sabato e Domenica inclusi, non mi potete dire che sia comodo e che non ci renda schiavi dell’auto…
Infine anche a casa mia entro 800 metri ci sono 6 colonnine (12 posti quindi)….12…contro le centinaia di macchine parcheggiate in strada durante la notte…se la diffusione fosse diciamo oltre il 5% di quelli senza box, avremmo già ora problemi per la ricarica notturna…
Cerchiamo di ragionare.
-Caso a: lei ogni giorno percorre 200-300 km in auto, quindi ogni sera deve fare il pieno. Si collega alla colonnina in AC rientrando a casa, alle 19-20 di sera e la ricarica durerà per almeno 4-5 ore. Superate le 23 lei potrà lasciare l’auto in sosta fino alle 7 del mattino successivo e avrà ancora 1 ora a disposizione per rimuovere l’auto: se lo farà entro le 8 per recarsi nuovamente al lavoro pagherà solo i kWh incamerati.
-Caso b: la sua percorrenza media giornaliera è di 50-60 km. Potrà ricaricare due-tre volte a settimana con le modalità sopra indicate e tutti gli altri giorni avrà solo il problema di trovare un posto in strada, cosa che a Milano è spesso più problematico che trovare una colonnina libera. Oppure potrà effettuare rabbocchi di due o tre ore tra un utilizzo e l’altro dell’automobile.
Quando la diffusione delle auto elettriche sarà superiore, e sicuramente lo sarà nei prossimi anni, il numero di colonnine crescerà in proporzione. Gli operatori della ricarica non aspettano altro. Oggi il loro problema è quello opposto: le colonnine restano inattive per il 98% del tempo e i costi di installazione non si ripagano mai.
Massimo, mi spiace contraddirla ma non funziona così. Il limite dei 90 o 120 minuti si applica indipendentemente dall’auto in carica o meno. Quindi, se la collego alle 19, alle 21 dovrò comunque scendere di casa e rimuovere la vettura…oppure fare il furbo e “girare” il disco orario per poter restare fino alle 23 (e quindi fino alle 7). Ma alle 7 dovrò comunque rimuovere l’auto…per questo chiedevo al lettore come si comporta…in ogni caso visti i tempi per installazione e attivazione delle colonnine, dubito che in tempi brevi sarebbero in grado di ampliare le risorse disponibili se il mercato dovesse impegnarsi…
Non dico panzane, caro Danilo: ricarico dalle colonnine A2A, a Milano, almeno tre notti al mese.
I tempi di installazione delle colonnine? Stanno aumentando al ritmo di 10.000 all’anno. Dicembre 2020: 19.324; dicembre 2021: 26.024; dicembre 2022: 36.772; ottobre 2023: 47.228. Più 400 mila wallbox private installate nel 2023. Secondo lei è questo il problema delle auto elettriche?
Massimo, non la sto accusando di mentire, lungi da me. Ma le assicuro che il cartello esposto che può vedere ad esempio anche con streetview
https://maps.app.goo.gl/sUbRgnCYEXnBg2GB8 dice quanto sostengo. Dalle 7 alle 23 obbligo del disco orario. Ho chiesto anche ad una pattuglia della locale, che mi ha confermato quanto dico, 90 minuti, indipendentemente dallo stato di carica o meno del veicolo. E le colonnine stanno si crescendo, ma converrà con me che, ad oggi, se fossimo più del 5% del totale, sarebbe inimmaginabile caricare alle colonnine di notte…
Il cartello riguarda una stazione di ricarica fast in corrente continua. Io mi riferisco alle colonnine di ricarica quick in corrente alternata da 22 kW, tra l’altro molto più capillari. Se fossimo più del 5% le colonnine sarebbero molto più numerose. A2A sta lanciando a Milano le stazioni City Plug con 7 punti di ricarica ciascuna, pensate proprio per la ricarica notturna City Plug di A2A: ecco perchè sarà il Santo Graal della ricarica
Massimo, non vorrei insistere, ma se bisogna fare informazione, deve essere corretta. Anche le AC hanno il disco orario: https://maps.app.goo.gl/mBUoda4GgtK8xvuMA
https://maps.app.goo.gl/VJFUyBqNwiTsLbgN7
Quindi, davvero, ricarica di notte senza infrangere le regole, allo stato attuale, non è possibile, oppure lo è con sbattimenti non indifferenti. Per questo ci tenevo a capire come il lettore che ha scritto la lettera facesse…
Ma santa miseria, ha letto il cartello? C’è scritto “Disco orario dalle 7 alle 23”. Quindi dalle 23 alle 7, più un’ora di margine, può lasciare l’auto collegata alla colonnina. Dove sarebbe lo sbattimento?
È inutile adirarsi, lo sbattimento mi sembra evidente. Se arrivo da lavoro alle 18.30 o alle 19, posso lasciare la vettura fino alle 20.30 o alle 21. Quindi a questo punto dovrei scendere di casa nuovamente per spostare il disco orario, oppure per cambiare di posto l’auto. E se l’auto riporta il disco orario delle 21 della sera prima, questo copre fino alle 23, quindi alle 7 (non alle 8, non c’entra nulla l’ora in cui a2a non mi addebita costi di parcheggio) devo rimuovere la vettura. Se per lei è accettabile, tutte le sere o fossero anche 3 volte a settimana fare queste operazioni per caricare la vettura, è ok. Onestamente per me non lo è. Quando arrivo a casa già si fa fatica a parcheggiare, l’ultima cosa che vorrei è di dover parcheggiare, tornare dopo 2 ore, girare il disco, riscendere al mattino presto e cercare un altro parcheggio (oppure andare in ufficio alle 7.30 quando invece inizio alle 9)…tutto qui…e ribadisco, ringrazio per le sue risposte Massimo, ma mi sarebbe piaciuto averle da chi, come scrive, pare faccia queste operazioni quotidianamente (o quasi)…
Non mi “adiro”, ma comincio a scocciarmi. Le ho già detto che ricarico a Milano almeno 3-4 notti al mese, e sono le uniche volte che riesco a sistemare l’auto senza perdere mezz’ora in cerca di un parcheggio. Ora i casi sono due. O non ci crede, quindi mi ritiene un bugiardo, oppure dalla sua poltrona in pantofole pretende di saperne di più di chi ha esperienza diretta. Inutile continuare a risponderle nel merito.
Massimo, con questo chiudo anche io. Non le sto dando del bugiardo, non ho dubbi che si possa tranquillamente parcheggiare alle 18, fregarsene della regola delle 2 ore e andare a riprendere l’auto alle 8 del mattino, carica al 100% senza aver pagato niente più di quanto consumato e senza fatica nel cercare parcheggio. Ma per onestà, bisognerebbe dire che non si potrebbe fare perché si è a rischio multa dalle 20 alle 23 e dalle 7 alle 8(che poi sono certo a Milano nessuno sarà multato). Se vogliamo stare alle regole ed essere intransigenti, invece, la realtà è un po’ più scomoda di come la si presenta, tutto qui…Saluti ( e pace)…
Mai fatto nulla che non fosse pienamente legale, quindi nessun rischio di multa. Non so lei, ma certo io non vado a letto alle 18 (23 meno due fa 21, orario più ragionevole) e tuttavia alle 8 di mattino sono sempre in attività. Come il 90% degli italiani, immagino.
Indipendentemente da quando vai a dormire, a me pare che tu abbia dato un’informazione errata nel primo messaggio, dicendo “si collega alle 19-20” e può rimuovere entro le 8 del mattino dopo. Collegandosi alle 19, in regime di disco orario, è coperto fino alle 21 (ben prima delle 23 in cui il regime disco orario termina). Oppure, oltre che a Danilo, qualcosa sfugge anche a me.
Ha ragione. Pur ricaricando spesso a Milano, di notte, non avevo mai memorizzato la tempistica del disco orario: di solito alla sera esco…
Io guido in elettrico da metà 2021 e non ho mai avuto ricarica domestica. Da febbraio 2022 ho comprato la 208 ed ho percorso oltre 40.000 km. Per dire che non è che mi muove proprio poco
Ho capito male ricarica notturna in strada lasci la macchina tutta notte attaccata alla colonnina?
Ma noooo swapping…
Trovandomi parzialmente nella situazione espressa dal lettore, non posso che sottoscrivere quanto da lui enunciato. La ricarica domestica è comodissima e in diversi casi imprescindibile ma per chi vive nelle grandi città e ha colonnine pubbliche a tiro, la ricarica su strada è un’opzione tranquillamente percorribile. Si risparmia? Nel mio caso, affidandomi agli abbonamenti, sí e parecchio.
anche io possiedo un’auto elettrica da 2 anni e i conti che descire il nostro amico non tornano..se carichi a casa nelle ore notturne paghi circa 0.38 a kw … mentre se vai alle colonnine ,(e ti organizzi con pacchetti assurdi ) spendi minimo 0.50 a kw… non vedo il motivo di sostenere un elettrico che non funziona assolutamente cosi come è fatto!!!
Buon dì Amedeo,
il costo a casa dipende dal contratto che uno ha.
Ad esempio il mio costo medio è stato di 0,27€/kWh (compreso accise e IVA).
Penso sia un pacchetto che ha fatto, come dice, tipo quello di A2A, che, in effetti, ha quelle cifre, ad esagerare.
Comunque, elettriche ne ho due e…. No, l’elettrico non e’ per tutti.
Ma nemmeno il diesel…..se, ad esempio fai pochi km.
In questo caso, meglio mille volte una elettrica. Ricordiamoci, poi, che i primi km a freddo, buttano in aria tutto, fino a che non si scaldano il catalizzatore e filtri vari….
Ognuno faccia la propria scelta, sperando di non essere in una situazione alla “SAW”, per chi lo conosce….
“se carichi a casa nelle ore notturne paghi circa 0.38” ma anche no, salvo che si sia deciso di pagare di più.
In questo momento (2 gennaio) lei può sottoscrivere un abbonamento 100% rinnovabili a prezzo fisso con IREN a 0,16 centesimi kWh monorario, a 0,14 con Dolomiti Energia e 0,17 con Engie (faccio notare che non ho scritto PeppaPigenergia ma sono fornitori nazionali), il prezzo finale onnicomprensivo diventa inferiore ai 30 centesimi e ho fatto la condizione PEGGIORE: monoraria , 100% rinnovabili e prezzo bloccato. Se invece vuole la bioraria e non rinnovabili e variabile da PUN, ne trova a bizzeffe che fanno PUN x 1,1 + 2 centesimi (tradotto per il mese di gennaio: 13 centesimi).
“non vedo il motivo di sostenere un elettrico che non funziona” non funziona perchè non solo non lo si sostiene ma lo si osteggia proprio, non invertiamo causa ed effetto per piacere!
Perchè HERA (fornitore locale di Modena) mi deve fare pagare il kWh in casa al contatore 25 centesimi (prezzo finito compreso tasse, dispacciamento etc.) e in una colonnina AC da 7kW (esattamente quella che posso avere a casa io) 72 centesimi? Risposta: perchè se va in Roaming (e vanno in roaming con Enel-X e Plenitude) Enel-X, principale produttore nazionale di energia elettrica che ne produce un terzo da rinnovabili e quindi non soggetto a fluttuazioni PUN, gliela fa pagare ben più di 25 centesimi. I due principali produttori di corrente elettrica italiani, entrambi con azionista il Tesoro e quindi l’attuale governo, entrambi con dirigenti nominati dal governo, osteggiano indirettamente la mobilità elettrica praticando una tariffa FUORI MERCATO che costringe TUTTI quelli che sono in roaming con loro (peccato che siano i due principali nazionali!) a stare necessariamente FUORI MERCATO.
Concordo, un elettrico così non funziona! E si vede… aspettiamo in dati UNRAE per vantarci del nostro primato negativo.
Complimenti! Lei deve essere laureato in economia domestica 😉.
L’autore della lettera ha probabilmente la tariffa a2a Easy moving, se ha davvero un’auto elettrica la consiglio anche a lei…
Mi sembra che nella lettera sia chiaramente specificato che è stato scelto un contratto luce-casa (immagino A2A) che propone in abbinamento una tariffa di ricarica alle colonnine più conveniente.
Caro Amedeo tu paghi quella cifra…e non significa che vale anche x gli altri. Io ho un costo medio di 0,1575€/kWh…con un solo pannello fotovoltaico…con l’arrivo dell’auto elettrica ho trovato un contratto luce particolare ed indicato alla sua ricarica…
Sono scelte personali che non giudico. Personalmente non avrei mai comprato una ev senza avere la ricarica a casa, non avrei minimamente voglia di pianificare la vita nelle ore notturne. Lo so che dopo 40 anni di auto ICE le abitudini sono dure da cambiare , però vorrei non aggiungere nuovi fastidi a quelli che già la vita ci regala tutti i giorni
Sa come pianifico le ore notturne? Sette ore di buon sonno mentre l’auto è parcheggiata in strada. Di solito cerco un posto libero (e non è facile). Fortunatamente qualche volta devo ricaricarla e faccio decisamente prima.
Buongiorno, credo di averlo già scritto. La colonnina più vicina dista 5 km da casa mia. Se non avessi la possibilità di caricare a casa cosa dovrei pianificare? Quando finisco di lavorare organizzare un’oretta di sosta forzata in un ameno parcheggio alle 7 di sera nel mese di gennaio ? Oppure lasciare l’auto là, farmi venire a recuperare e poi tornare a prenderla? Perché non volere capire che tutte le persone non hanno la stessa situazione di vita? Ok, ci sono tanti che avrebbero la possibilità di avere una bev e non l’acquistano per motivi loro che non sta a me giudicare. Però tante persone non si trovano in condizioni di gestire una bev, semplicemente ci sono posti dove le colonnine non esistono e l’abitazione non ha né garage né posto auto privato, non è così difficile capire che avere una bev è impossibile ( per ora). Quando non si avranno più ICE in giro, forse fra 20 anni le amministrazioni e magari gli ex distributori di benzina avranno approntato una rete di ricarica capillare, le batterie si ricaricheranno in 15 minuti, il tempo di un caffè al bar, l’autonomia sarà sufficiente per non essere costretto a caricare ogni giorno, come adesso non andiamo ogni giorno a mettere benzina. Ci arriveremo sicuramente, attualmente resto convinto che la bev non è per tutti.
Ci dica dove e quando abbiamo scritto che oggi le BEV sono per tutti. Lei sta commentando la testimonianza di un lettore di Milano che ci racconta la situazione sua e dei suoi concittadini. Cioè di circa due milioni di milanesi. Ha qualcosa da aggiungere nel merito?
Correttamente il lettore ha scritto che ognuno deve fare i conti con la propria situazione specifica. Ma a quanto pare questa affermazione a tanti che scrivono qui non piace, ovvero chiunque potrebbe comprarsi la bev, chi non lo fa è perché non vuole farlo. Tutto qui.
Non è così. Tanti che scrivono qui dentro, e anche noi per la verità, pensano che se ognuno facesse i conti giusti con la propria situazione specifica, la transizione elettrica in Italia potrebbe e dovrebbe essere molto più veloce. Un terzo degli italiani dispone di un posto auto privato e alcuni milioni di italiani risiedono in centri urbani già ben dotati di una rete di ricarica pubblica. Quanti automobilisti, quindi, sarebbero già pronti a passare all’elettrico senza particolari problemi? Secondo noi alcuni milioni. Eppure le immatricolazioni quest’anno non supereranno le 70.000 unità (4% circa del mercato) e il parco circolante elettrico in Italia non raggiunge quota 250.000. Restiamo inspiegabilmente una anomalia in Europa.
Poi capita che molte persone percorrano decine di Kilometri per fare il pieno presso il distributore più economico o per rifornirsi di GPL…..
Ma questa non è schiavitù 🙂
Direi non proprio molte….
Tanto lo sappiamo che tu sei uno di quelli che se trova il distributore che fa 10cent in meno al litro si sorbisce anche 20 min. di fila. E poi gli schiavi sono quelli che attaccano un cavo e vanno a farsi gli affari loro.
“Ma ad oggi, viste le mie necessità e grazie ad una certa pianificazione orientata a sfruttare le ore notturne…..”
La nuova schiavitù…..al servizio di un’auto elettrica!
Mah….
La nuova schiavitù sarà avere auto anfibie e garage al primo piano per le inondazioni, sarà avere condizionatori da 30.000 btu a split, sarà avere imposte in grado di resistere a palle da tennis di ghiaccio, pagare 100€ di RCA e 2000€ di eventi atmosferici, sciare in gennaio sul monte bianco perché in febbraio si è già sciolta la neve, sarà non potere andare al mare perché devono disfare la litoranea perché la spiaggia non c’è più, squali nel Mediterraneo, insetti tropicali, la migrazione da chi scappa da siccità o inondazioni…. E(h) carissimo, si tratta solo di farci l’abitudine, poi si imparerà anche a sopravvivere al nuovo che avanza, ammesso che avanzi qualcosa, la nostra generazione ormai si è mangiata tutto …
La nostra generazione continua a costruire sempre più armi ultimamente anche con il contributo dell’intelligenza artificiale ( che potenzialmente è già un’arma di per se) e sopratutto contribuisce sempre più attivamente a fate in modo di utilizzarne a più non posso
Se proprio bisogna avere timori o immaginare futuri poco rassicuranti , credo che le priorità sia meglio cambino
PS le nostre generazioni anno mangiato( non tutti) le nuove sono apatiche ( non tutti) un po di “estinzione magari non guasterebbe
guido, mi sarei aspettato di meglio da te che una sfilza di luoghi comuni..
ricordi, qualche decennio fa, la pubblicità dove vendevano (con tanto di animazione) case in collina dicendo che i mari si sarebbero alzati e di conseguenza queste sarebbero state a 2 passi se non proprio sulla spiaggia? ecco, adesso farebbero furore.. 🤣
è irreale quanto affermato da E(nergumeno)?
non devi, se possibile, creargli il perfetto ecosistema (soldi)?
se quanto sopra non è possibile, non devi barcamenarti con piani A B C e conseguente perdita di tempo?
sei disposto a lasciare la tua tesla con sentinella a un quarto d’ora da casa tutta la notte?
tutto questo non è essere schiavi dell’auto?
poi che a te (e altri) stia bene e lo fate più che volentieri per X ragioni non cambia il concetto: chi è al servizio di chi (cosa).
secondo me, ovviamente
No, quella pubblicità non la ricordo: hanno solo sbagliato i tempi, per il resto, succederà….
“è irreale quanto affermato da E(nergumeno)?” no, ma è molto parziale: riguarda le persone che OGGI e CONSAPEVOLMENTE decidono di acquistare una BEV pur non avendo ricarica casalinga. Sarebbe un bel disagio se fosse ancora così tra 10 anni. Con la piccola premessa della MOTIVAZIONE: non è per sfizio o per piacere che si devono abbandonare le BEV, su questo siamo d’accordo? Chi ha speso migliaia di euro (anche centinaia di migliaia di euro) per togliere l’ethernit dalla propria casa (io, per esempio, avevo le canne fumarie installate nel 1950 che erano in ethernit) lo ha fatto con piacere? Ci sono cose che prescindono dalla volontà.
Creare l’ecosistema? Sbagli portone: citofonare Governo Italiano, grazie. E prima di citofonare, crea l’ecosistema di consensi: se il popolino che ragiona con la pancia non vuole le BEV perchè ascolta il GREG e il PORRO della situazione, perchè il Salvino Melonato dovrebbe ascoltare quattro gretini?
Io che appartengo alla categoria di quelli che ha incrementato di uno il numero di BEV senza alcun disagio ma solo vantaggi (me lo posso permettere, ho il garage, FV, non uso la macchina per lavoro) ho fatto la mia parte consistente nel prenderla anzichè prendere un’altra ICE: perchè a me una macchina serviva. E quelli contro cui io punto il dito sono quelli, e sono tantissimi, che pur essendo nelle mie condizioni NON LO FANNO per le note ragioni che non staremo qui a raccontare. E se non si inizia, non si arriverà mai a mettere la ricarica nei lampioni, se in tutta Italia ci sono meno BEV circolanti di quante ne siano state vendute in Francia in un singolo anno.
“Hanno solo sbagliato i tempi” però mi ricorda la differenza tra una diagnosi di tumore al pancreas che mi dà tre mesi di vita e una di diabete che me ne concede 30 anni. Non è proprio uguale… anche da un pdv delle politiche necessarie/auspicabili. Perché se mancano “tre mesi”, allora voglio tutte le risorse (e nel mondo, non nella UE!) destinate li. Se sono “30 anni” (le virgolette le metto per il mutatis mutandis) allora posso capire che l’India, ad esempio, abbia la priorità di fare uscire dalla povertà il suo miliardo abbondante di cittadini prima di preoccuparsi se sparisce qualche atollo qualche km a sud-est delle sue coste. Perdonate il cinismo di inizio anno.
buonasera Guido, approvo quello che dice, effettivamente ci sono molte persone che potrebbero passare ad una bev senza troppi patemi ma non lo fanno. Leggo nuovamente il discorso delle colonnine ai lampioni: ecco, proprio stamattina ho parcheggiato a fianco ad una squadra di tecnici che stava facendo manutenzione al quadro elettrico dell’illuminazione pubblica: riconosco un vecchio amico compagno di scuola e quindi mi sono fermato a fare due chiacchiere, ovviamente la domanda era mirata; volevo un’informazione, ho letto che all’estero stanno installando colonnine collegate ai lampioni stradali, lo faremo anche qui da noi? Risposta, una sonora risata… qui ci sono cavi da 6 mmq interrati da 30 anni che partono dal quadro elettrico ed alimentano una linea di illuminazione lunga 1 km, impossibile pensare di mettere anche una sola presa da 3 kW. Buona serata
Impossibile sostituire un cavo? Mi viene da ridere.
Ilario
Se davvero sono cavi vecchi di 30 anni lunghi 1 km, allora ogni linea alimentaVA lampade ai vapori di sodio LPS da 180W di potenza o, peggio, lampade agli ioduri metallici che consumavano molto di più, oggi sostituite con lampade a LED da 50W molto direzionali. A parte che le lampade al sodio hanno anche il trasformatore che se è vecchio spreca un ulteriore 20% di energia ma ignoriamolo. Ogni 6 lampioni si risparmia 1kW di potenza, con gli stessi cavi. Ogni 18 lampioni posso avere un punto di ricarica da 3kW di potenza con lo stesso identico impatto sui cavi che avevo in precedenza, senza cambiare cavi.
A parte che sostituire i cavi lo si fa agganciando il nuovo al vecchio e tirando. Qualcuno sarà insostituibile perchè inchiodato da qualche parte, ma tutti? Non credibile.
@ Massimo: a lei viene sempre da ridere su tutto, meglio così. Se si fosse mai occupato di impiantistica sarebbe forse in grado di determinare la portata in regime di funzionamento continuo di un cavo interrato, a quel punto scoprirebbe che per portare tutti quei kW in modo continuativo servirebbero cavi con sezione enorme, a meno che non fare una distribuzione in MT e poi dotare ogni colonnina di una propria cabina MT / BT. Perché per la legge di Ohm per aumentare la potenza o alzo la corrente o alzo la tensione. Se alzo la corrente, come in questo caso devo aumentare la sezione dei cavi, altrimenti alzo la tensione ma devo aumentare l’isolamento del cavo e poi mi serve un trasformatore riduttore. E per l’uso specifico bisognerebbe considerare un coefficiente di contemporaneità con tutte le prese col massimo carico in funzione contemporaneamente perché potrebbe anche succedere che tutte siano impegnate da auto in carica. Non è detto che i cavi attuali siano posati in cavidotti idonei allo sfilaggio, e che dopo 40 anni che sono messi sotto terra si possano sostituire con facilità. In ogni caso servirebbe anche una nuova linea per l’illuminazione pubblica a meno che non si vogliano abilitare le colonnine solo di notte a lampioni accesi. Tutti questi costi chi li sosterrebbe ? I comuni che sono alla canna del gas, che non hanno neppure i soldi per tappare i buchi nell’asfalto? Ci ricordiamo di essere in Italia?
Non sono un elettrotecnico, ma un automobilista elettrico. E anche un giornalista che è solito informarsi dalle fonti giuste. Quindi non parlo a vanvera. Piuttosto lei, Ilaro, sa cos’ è la ricarica notturna? Ha capito che 2 kW sono più che sufficienti per una decina di wallbox lungo tutta la linea? Sa che i Comuni hanno appena ricevuto 550 milioni di finanziamenti per efficientare la rete di illuminazione pubblica (10 milioni di punti luce)? Legga qui: La ricarica “democratica” in strada: nei lampioni si può fare
@ Guido. Io riporto quello che mi riferisce chi in quel campo ci lavora. A mio avviso sarebbe più efficiente ed economico passare una nuova linea elettrica, magari aerea in alto vicino alla testa del lampione come ho visto fare in una zona qui vicino. Anche perché utilizzando la linea vecchia, a parte la pochissima disponibilità di corrente, cosa facciamo, abilitiamo le colonnine solo di notte oppure lasciamo la linea sempre in tensione e mettiamo un interruttore crepuscolare ad ogni lampione? Alla fine dei conti quanto costa l’operazione? Mettendo poi wallbox stagne ed antivandalo che ricaricano a 2 kW (??) in quanti anni si rientra dalla spesa sostenuta? Ma veramente buttare via i soldi ( che non abbiamo) in questo modo pensate sia cosa giusta? A questo punto sarebbe meglio spingere sulla ricarica ad alta potenza, se tutte le auto la avessero si potrebbe pensare di creare stazioni di servizio con molteplici punti di ricarica per esempio a 120 kW dove ci vado, collego l’auto e la lascio 15 minuti intanto magari se c’è un bar mi prendo un caffè e poi vado via con i miei 25 kWh incamerati che nella colonnina dal lampione avrebbero richiesto 12 ore di sosta. Una sorta di stazione di servizio per la corrente, molto più organizzata ed efficiente dove ci sia un punto di ristoro che mi permetta di bere qualcosa, di non stare al freddo ed avere una toilette, magari sfogliare un giornale…
“Ma veramente buttare via i soldi ” non si parla mica di dare la ricarica gratis…
Io mi chiedo una cosa: se chi mi vende la corrente a prezzo PUN + 1 centesimo + 10€ mensili di costi di dispacciamento e contatore ci guadagna anche se io gli consumo 10kWh al mese, perchè se ho una BEV e gli consumo almeno 200kWh al mese non può farmi pagare PUN + 20 centesimi rimanendo ultracompetitivo e ripagandosi il suo investimento…? Come fa Tesla a guadagnarci (perchè la sua divisione Supercharger NON E’ IN PERDITA) nonostante ogni suo Supercharger costi centinaia di migliaia di euro più affitto del terreno e nei momenti duri ti faceva la tariffa che era addirittura inferiore a quella casalinga??? Oggi ti prende 10 centesimi più di quello che costa a casa a molte persone, ma parliamo di HPC!!! Mica 3 kW in AC! Come fanno, loro?
Io dico che si tratta di VOLONTA’: i comuni non vogliono investire, non agevolano i lavori, ad Enel-X frega niente, anzi… le multiutility se ne disinteressano, nessuno ci crede, in Italia, siamo sempre lì. E finchè nessuno ci crederà, non se ne esce, è un circolo vizioso.
Esistono anche altre schiavitù.
Ad esempio quella della speranza.
Speranza che… ad ammalarsi è finire all’ospedale o peggio siano altri;
Speranza che… un’alluvione si porti via casa ed auto altrui;
Speranza che… di aver sempre abbastanza soldi per comprarsi l’ultima bottiglia di acqua disponibile;
…. prosegua pure a piacimento.
E’ l’inizio di una nuova religione.