Al lago di Varese si deve navigare in elettrico. Bene, ma serve una colonnina per ricaricare le barche. La notizia a Vaielettrico arriva da un’associazione locale che intende promuovere le visite all’isola Virginia. Un sito naturalistico ed archeologico di forte attrattiva. Non si pretende l’installazione della colonnina a spese del pubblico, ma un’autorizzazione.
Il portavoce di questa domanda di navigazione a emissioni zero è Santo Cassani. Una vita, ha 84 anni ben portati, a promuovere una gestione ecologica del lago con l’associazione Sarisc di Oltrona al Lago, che presiede. Basta fare una ricerca su Google per far emergere le battaglie su scarichi fognari e altre forme di inquinamento che interessano il lago: “Dal 1964 mi batto per la sua depurazione“. Scontato, quindi, l’interesse per la navigazione elettrica. Intenzione lodevole, ma le autorità comunali che possono intervenire non rispondono. Questa l’accusa di Santo.
Al Lago di Varese una colonnina per le barche elettriche

L’ambientalista del lago lo ha scritto nero su bianco: “Il problema della navigazione elettrica sul Lago di Varese è fondamentale, come associazione è da tempo che abbiamo richiesto alle autorità comunali a cui competono, purtroppo senza avere risposta, l’autorizzazione alla posa, a nostre spese, di colonnine per la ricarica elettrica come quella già posta sul pontile di Cazzago“.
Al telefono ci spiega che sono otto mesi che sta seguendo la pratica: “Ho impiegato i primi quattro per capire a qualche ufficio indirizzare la richiesta e da altri quattro sto aspettando una risposta“. Tempi lunghissimi che non ci stupiscono, anche se per il Coronavirus è comprensibile qualche ritardo.
Contatti con Repower
Secondo la versione di Santo, chiederemo poi riscontro all’amministrazione comunale, serve solo l’autorizzazione: “Ho avuto contatti con Repower che hanno già esperienza di stazioni di ricarica per le barche e quindi non sono previsti costi per il pubblico. La mia idea con l’associazione è di acquistare uno scafo che permetta il trasporto di circa dieci persone e spinto da un motore italiano e varesino della Mitek“.
Il riferimento è al marchio di Giovanni Parise, l’imprenditore della mobilità elettrica di Cazzago dove proprio con Santo e un’altro imprenditore hanno installato una colonnina per le barche elettriche. Una storia che Vaielettrico.it ha raccontato (leggi qui).
Un’isola a emissioni zero
L’iniziativa di convertire in elettrico il trasporto verso sito naturalistico è interessante . Consigliamo di consultare il sito Internet dedicato all’Isola (qui) dove si scoprono le bellezze naturali e le attrattive storico archeologiche. Una location che merita le emissioni zero.
LEGGI ANCHE: A Venezia si riparte con la topetta elettrica