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Una BMW i3 usata? E l’autonomia della e-Up? Vediamo…

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Rispondiamo ai dubbi due lettori: uno chiede della BMW i3 (usata), l'altro della Volkswagen e-Up.

Una BMW i3 usata a 15 mila euro: ne val la pena? Lo chiede Marco. Un altro lettore, Carlo, chiede lumi sull’autonomia della sua VW e-Up. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

Una BMWUna BMW i3 usata? “Costa 14 mila euro…”

“Premesso che sono già un utilizzatore di auto a metano monofuel e quindi sono abituato a “ricaricare” ogni 300 km circa. La mia domanda è la seguente: in vendita ci sono numerose BMW i3 usate che ritengo ad un prezzo generalmente accettabile (circa 15.000 euro per autovetture che hanno percorso circa 50.000,00 km). Le ritenete affidabili? Che cautele dovrei usare? Preciso che per me sarebbe, in questo momento un investimento notevole, ed è solo l’alternativa ad un’altra auto a metano usata a prezzi decisamente inferiori. Marco Del Barba.

una BMW
Una delle offerte di BMW i3 usate disponibili su Autoscout 24.

Una BMW con 50 mila km? Serve un check delle batterie

Risposta. La prima cosa da verificare è lo stato di salute delle batterie, controllo da esigere per evitare brutte sorprese. Esistono strumenti di diagnosi precisi: ne dispongono le concessionarie, ma sono in vendita anche ai privatiEffettivamente sui siti di auto usate (tipo Autoscout 24, qui il link) si trovano centinaia di BMW i3 del 2014-2015 a prezzi di circa 15 mila euro. E anche meno. Ma si tratta ancora della versione con batteria da 22 kWh, con un’autonomia piuttosto contenuta già in origine, meno di 200 km. Se nel frattempo lo stato di salute delle celle si è in parte deteriorato, erodendo il range, si arriva a valori ancora più modesti. Soprattutto d’inverno, quando l’efficienza delle batterie delle auto elettriche cala in maniera considerevole. Di fatto si tratta di macchine da usare in città o poco più. Per il resto la BMW i3 non ha mai dato problemi di affidabilità: è ben fatta e divertente da guidare.

una BMW“Non capisco l’autonomia della mia e-Up”

Ho acquistato da circa un mese una Volkswagen e-Up, utilizzo ogni giorno/notte la carica domestica del contatore di casa da 3 Kw, con presa CEI. L’auto generalmente la metto in carica la notte e normalmente a tarda mattinata la barra di carica posta vicino all’innesto del caricatore è sempre spenta. Ovviamente la sera, appena inserisco lo spinotto di ricarica, la barra verde si accende. Il problema è il seguente: ho notato che ogni giorno il valore dell’autonomia aveva un valore diverso. Ovvero oscilla dal valore di 160 km al valore max di 260 kmCome mai l’auto  non viene caricata ogni giorno al valore massimo? Ovvero 260 km?Come mai quando ho ritirato l’auto dal concessionario aveva autonomia di 300 km? Da cosa dipende?“. Carlo.

una BMWNon a caso si parla di “indovinometro”…

Risposta. Come abbiamo spiegato più volte, l’autonomia indicata sul display è solo un valore indicativo (non a caso si parla scherzosamente di “indovinometro”). Il computer di bordo la calcola proiettando i consumi dei precedenti km sulla quantità di energia residua. Se Lei ha viaggiato in autostrada ai 130 (con un elevato consumo di kWh per km), le darà un range residuo limitato, in proporzione alla percentuale di batteria rimasta. Se invece ha guidato in città, a bassa velocità e facendo spesso uso della frenata rigenerativa, riporterà un valore molto più elevato. Sulle prime si rimane stupiti dall’entità delle oscillazioni (in questi mesi pesa, in negativo, anche il freddo). Poi ci si abitua e si impara a prendere l’indovinometro, peraltro utilissimo, per quello che vale. Ma sulle prime si resta disorientati. Tanto più che quando si ritira l’auto troviamo sul display un valore (nel suo caso 300 km) che raramente si raggiunge di nuovo. Il motivo? L’autonomia è tarata di fabbrica sul risultato del test di omologazione, che si svolge in condizioni migliori di quel che trovi nella vita reale.
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30 COMMENTI

  1. Premetto , di elettricità non me ne intendo però vorrei chiede a qualche intenditore se fosse possibile avere a bordo un generatore di corrente per fare eventualmente una ricarica rapida .
    Quanti kw dovrebbero servire ?

    • Non credo si possa parlare di ricarica rapida con un generatore a bordo. Un generatore che produce 8-9 KW di Potenza a benzina peserebbe un centinaio di kg. E occuperebbe tutta la capacitá di carico dell’auto. Tanto vale allora andare direttamente a benzina.

    • Non so se è un’opzione ancora disponibile ma almeno inizialmente c’era la versione con range extender, per l’appunto un generatore sotto forma di motore da 650 cm3 e 34 CV. Per eventuali generatori da portare a bordo lascio la parola agli esperti 😉

  2. Non discuto le qualitá della BMW i3 ma secondo me un punto debole potrebbero essere le riparazioni della carrozzeria in carbonio (abbinata ad un telaio in alluminio). Non so se è un lavoro alla portata di tutti i carrozzieri. Se non altro, stando a un articolo che ho letto, i costi delle riparazioni sono simili a quelli sulle carrozzerie “normali”.

  3. Per il lettore Marco: forse meglio cercare sempre una i3 del 2014/15 ma con range extender così anche le batteria ha perso un pò di autonomia non deve preoccuparsi tanto.
    Per qualche migliaio di euro in più credo ne valga la pena. L’ho provata anni fa in pista ad Arese e ne conservo un ottimo ricordo. Potente, trazione posteriore ed una frenata rigenerativa energica.

  4. Verrebbe da dire allora, che le auto elettriche sono più convenienti, e con meno problemi se si abita in paesi caldi.

    • Abito in Norvegia, di auto elettriche in casa ne abbiamo 2 ma di problemi zero. Nella tua equazione c’è qualcosa che non torna.

      • Secondo me LuckyExplorer vuole dire che il clima caldo è adatto ai veicoli elettrici perchè migliora l’autonomia rispetto al clima freddo. Sono d’accordo ma è anche vero che in certi casi il clima caldo puó anche favorire il surriscaldamento delle batterie.

  5. Vado un po’ off-topic, perché l’idea mi è venuta adesso (in realtà dovrei dire “la provocazione”), ma tant’è, la condivido lo stesso.

    Sappiamo che le ricariche veloci, il clima, la guida sportiva e certi comportamenti “usurano” le batterie più velocemente, col rischio che a distanza di anni il loro consumo/degrado risulti eccessivo. Fin qui, nulla di nuovo. Mi son chiesto: la “diversa attenzione” che l’auto elettrica richiede ai suoi proprietari, quanto usura i neuroni di questi ultimi? Mi riferisco, ovviamente, a chi non può ricaricare a casa o a lavoro.

    Così ho provato ad immaginare un essere umano che ad ogni singolo spostamento deve programmare lo stesso usando navigatori + app di varia natura; a quello che sceglie le palestre e i supermercati in base alla disponibilità di colonnine di ricarica e quindi parcheggia sempre negli stessi stalli; a quello che accompagna volentieri la moglie al negozio di Intimissimi in Corso Roma ma guai se la moglie gli chiede di andare al negozio di Piazza Umberto I perché lì non ci sono le colonnine dove ricaricare; a quello che quando esce di casa, perennemente in ritardo, deve aggiungere 3 minuti in più di calcolo prima di raggiungere destinazione perché quando arriva deve aprire il bagagliaio, srotolare il filo, collegarlo alla colonnina, aprire l’app sul telefono, fare il segno della croce, avviare la sosta, impostare la sveglia per ricordarsi di andare a levare l’auto a sosta terminata; a quello che quando va a casa dall’amico gli chiede se può prestargli il caricabatterie perché il suo cellulare si sta scaricando e senza è un uomo finito, non può più gestire le ricariche; a quello che quando gli si accende una spia di un guasto sul cruscotto bestemmia molto più forte di quando la spia gli si accendeva sull’auto a benzina; a quello che quando andava in autostrada, prima, gli sembrava di essere su un frecciarossa 1000 e ora gli sembra di essere su un regionale; a quello che si è scordato di preriscaldare l’auto d’inverno prima di salirci; a quello che quando ha freddo è indeciso se accendere il clima o se riscaldare i sedili.

    Alla fine, dopo 10 anni, forse la batteria dell’auto rende ancora al 70%. Ma i neuroni come sono messi?

    • Enzo ma non è che hai anche tu un’auto elettrica e non ce lo vuoi dire? Perché da tutto sto discorso io ho capito solo una cosa: che i tuoi neuroni hanno qualcosa che non va…😁

    • Sicuramente meglio di come si potrebbe credere perché un cervello tenuto in allenamento invecchia di meno di quello inattivo.

      • Pensa se andassimo tutti a piedi, i benefici per il fisico … si svuoterebbero gli ospedali 😀 😀 😀

    • Ok, ok, assolutamente convincente! La vendo finchè sono in tempo!!
      (a Roma, tra l’altro, leggo che la situazione colonnine pubbliche è disastrosa… )

    • Rispondo scientificamente alla sua “provocazione”.

      Tizio guida per 10 anni un’auto elettrica con tutti i problemi che indichi. Risultato: il suo cervello, tenuto costantemente in esercizio, funziona ancora egregiamente.

      Caio guida per 10 anni un diesel o benzina. Né respira costantemente i gas di scarico. Dopo 10 anni gli diagnosticano un principio di Alzheimer da esposizione ad agenti inquinanti nocivi.

      Incidentalmente, mio parte è morto proprio per quel motivo.

      PS. Provocazione tra virgolette a segnare che trattasi, più scientificamente, di boiata assoluta.

      • Mi scusi, intanto potrebbe evitare di offendere le persone so perché non la pensano come lei. E si abitui ad accettare le opinioni altrui. Peraltro il suo commento è privo di logica.

      • Che modello di auto guida Caio che ha il tubo di scappamento interno all’abitacolo? Ad ogni modo sull’associazione tra ossidi di ferro ed Alzheimer esiste un unico studio preliminare dell’università di Lancaster che, a detta degli stessi ricercatori, merita un approfondimento [ https://www.centroalzheimer.org/livelli-di-ferro-cerebrale-e-declino-cognitivo-nella-malattia-di-alzheimer/ ]. Detto ciò, tenderei ad escludere che in zone del pianeta non inquinate l’Alzheimer non esista … ho fatto una ricerca veloce, la nazione meno inquinata del mondo è l’Australia che ha un’incidenza dell’Alzheimer pari a quella italiana (circa l’1% della popolazione, dato che va corretto considerando che l’Italia ha una maggiore longevità).

        Non vorrei entrare in argomenti medici, ma personalmente credo che una dieta mima digiuno (o proprio 24 ore di digiuno consecutivo almeno una volta a settimana – qualcuno dice 48) sia ad oggi la migliore arma di prevenzione contro l’insorgere di questa patologia. Normalmente do poco peso a queste cose, ma visto che sul concetto di autofagia Yoshinori Ohsumi ci ha vinto il Nobel per la medicina nel 2016, magari forse ha ragione lui …

        Le auguro tutto il meglio per suo padre e le sono vicino, mio padre ha il Parkinson in stato avanzato (che poi è molto simile all’Alzheimer e alle altre forme di demenza).

    • Condivido il tutto, analisi coerente. L’EV è una grande tecnologia senza alcun supporto gestionale. Punto. Allo stato attuale è impraticabile per la maggioranza degli automobilisti.

      • La mia era solo una provocazione, quando sento decantare il confort superiore di un’auto elettrica mi sembra se ne trascurino alcuni aspetti negativi proprio relativi al confort. Ad ogni modo non c’è da generalizzare: chi può ricaricare a casa o a lavoro (l’ho scritto in premessa), chi fa pochi km ogni giorno e chi possiede una Tesla se la gode la vita, ha un’auto fantastica sotto tutti i punti di vista, tecnologica, viaggia usando la rete dei supercharger e se anche dovesse consumare di più non gli importa più di tanto. I piccoli compromessi sono davvero poca cosa per lui (ne esistono anche per lui, per carità, come andare in vacanza con l’auto elettrica, ma li considererei accettabili tutto sommato). Chi non può ricaricare a casa o a lavoro, chi ha un’autonomia limitata, chi deve affrontare lunghi viaggi senza una Tesla secondo me fa una vita peggiore …

  6. Mi permetto di aggiungere, come proprietario di e-up, che Carlo dovrebbe citare/paragonare la percentuale di ricarica.
    Oltre tutte le altre variabili è l’unico dato certo da citare.
    Buona vita a tutti I proprietari di ev.

  7. Ho la E UP da circa 1 anno.. ritirata il 14 Gennaio 2021 e posso confermare di aver letto anch’io, dopo il pieno, autonomia ESTIVA indicata a 320 ma percorsi 300 con 15 km indicati residui (che con 32kw di batteria son circa 10kw x 100 km) così come ho letto autonomia INVERNALE indicata a 280 km con percorrenze intorno ai 250 km.. Ovviamente la chimica della batteria che a livello di capacità risente della temperatura esterna prossima allo zero unita al maggior consumo di utenze tipo riscaldamento..clima.. funzione antiappanamento cristallo anteriore non facilitano la vita degli utenti di auto elettriche. Purtroppo è il vero limite ..ma con una buona organizzazione delle ricariche e utilizzo più attento ad esempio utilizzando la resistenza elettrica sui sedili anziché il riscaldamento e partendo con auto carica già riscaldata un pò migliora.. tutto dipende dell’effettivo percorso giornaliero.. certo che la guida almeno in città ti ripaga alla grande con tutti i vantaggi di un auto relativamente leggera dotata di coppia di tutto rispetto e relativi vantaggi nell’uso in ztl e parcheggi gratuiti.

  8. Redazione, una preghiera: continuate, giustamente, a dire che le elettriche soffrono il freddo, ma sarebbe più corretto dire che soffrono il freddo QUASI tutte.
    https://hd2.tudocdn.net/1012913?w=1000&fit=clip

    Manca Volkswagen perchè è un grafico fatto da telemetria di macchine USA, immagino che la piattaforma ID.x sia una via di mezzo tra le generiche elettriche e Tesla.

  9. x la redazione : ho provato a vedere anche 320 Km (skoda citigo e IV) equivalente e-up, ritorno da un viaggio in montagna con consumo di 4 kWh/100km e ricaricata al 100% .

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