Un viaggio “elettrizzante”: l’Odissea da Pescara a Mestre con una 500e

odissea pescara mestre

Un viaggio in auto elettrica che diventa un’Odissea nel tragitto fra Pescara e Mestre. Certo, riconosce Stefano che ce lo racconta, la Fiat 500e utilizzata è una city car non adatta ai lunghi viaggi in autostrada. Ma se questo è il futuro che ci aspetta… Inviate domande e osservazioni a info@vaielettrico.it.

punto interrogativoLeggo costantemente i vostri contenuti, ma NON sono un sostenitore dell’elettrico. Diciamo che sto alla finestra a guardare, non senza scetticismo.

Sono un macinatore di chilometri, abituato ai miei veicoli termici con cui percorrono circa 50.000 km all’anno. Per i lunghi spostamenti di lavoro, quando non devo portarmi appresso niente di ingombrante o pesante, preferisco treni e aerei. Tuttavia, da qualche anno, ho una curiosità e un desiderio di sperimentazione che mi spingono a noleggiare esclusivamente auto elettriche una volta a destinazione.

Ho provato un po’ di tutto: da vetture di alta gamma come Polestar, Tesla, Jeep e BMW, a utilitarie come la Zoe, la Mokka o la Nuova Alfa Romeo, sempre per tragitti brevi, con qualche rara eccezione imprevista.

Una di queste eccezioni si è presentata la settimana del 21 maggio. Venerdì 23 maggio, ero a Pescara e avevo appena riconsegnato una 500e Cabrio con il 100% di carica. Purtroppo, a causa di uno sciopero dei treni, sono stato costretto a tornare all’autonoleggio AVIS e riprendere la stessa auto per raggiungere la stazione di Venezia-Mestre, dove il noleggio, ovvero punto di consegna, si trova proprio di fronte alla stazione, nel parcheggio in cui avevo la mia auto.

odissea pescara mestre
La Fiat 500e Cabrio con la quale il nostro Stefano ha vissuto l’Odissea del suo viaggio da Pescara a Mestre

La partenza e la “fuga” dell’autonomia

Sono partito da Pescara centrale alle 14:45, forse le 15:00. Appena imboccata l’autostrada e impostato il cruise control a 130 km/h, ho assistito a un’agghiacciante discesa dell’autonomia prevista della mia 500e: da 240 km a 130 km in un attimo! Ho dovuto ridurre drasticamente la velocità, trovando un precario equilibrio a 95 km/h, in scia agli autocarri. Mi sono rassegnato e ho acceso un po’ di musica.

L’ansia però saliva, soprattutto per capire dove ricaricare. A differenza di auto come Tesla Model Y o BMW iX che mostrano le colonnine sul navigatore, la 500e in questione no. L’app “ENI” non indicava colonnine in autostrada, così sono entrato in un autogrill a caso vicino ad Ancona, con circa 65 km di autonomia residua. Ci sono voluti 30 minuti solo per scaricare, capire e configurare l’app ENEL-X.

Le tappe di ricarica: un’odissea nel tempo

La prima ricarica mi ha portato al 97% in un’ora e venticinque minuti, con un consumo di 26,64 kWh e un costo di 25,5 €. Alla fine della ricarica l’icona della batteria sul cruscotto aveva un poco rassicurante colore arancione, ho ipotizzato che la batteria fosse calda, dopo pochi chilometri è tornata verde.

Sono quindi ripartito “felice”, per così dire, e qualche autogrill dopo è arrivata la seconda tappa. Mi sembra fosse dalle parti di Ferrara, ho caricato solo l’85%, che, secondo l’autonomia stimata sul cruscotto, mi avrebbe garantito un margine di 20 km rispetto all’arrivo. Per ragioni che ignoro – forse voi esperti ne saprete di più – pur avendo ricaricato una percentuale inferiore partendo da circa 30 km di autonomia residua, ha caricato 27,43 kWh, ma in soli 30 minuti circa.

L’ansia finale e l’arrivo al limite

Alle 20:50 sono ripartito alla volta di Mestre, con rinnovato (e ingiustificato) entusiasmo. Ma le sorprese non erano finite. Lo svincolo di Padova per l’immissione sulla A4 era chiuso! Sudore freddo e ansia a mille. Ho dovuto uscire a Padova Est, fare un bel giro per invertire la rotta e rientrare sempre a Padova Est. Ansia, ancora ansia.

Mi sono piazzato a 60 km/h, stupendomi di quante poche persone mi suonassero o mi rivolgessero improperi. Sono arrivato al parcheggio di Mestre con l’auto che lungo la strada inviava messaggi del tipo: “limitazione velocità, spegnimento servizi non essenziali” e via dicendo. Erano accesi solo il cruscotto e i fari. Climatizzatore e radio spenti, l’effetto era di una “candela che si spegne”.
All’arrivo al parcheggio SABA, quasi alle 23, dovevo salire al sesto piano. Mi sono detto: “Lascio dove arriva”. E invece SONO ARRIVATO AL SESTO PIANO! La batteria segnava 3% con icona rossa, e l’autonomia stimata era a 0 km da 3 km prima del parcheggio.

Questo è davvero il progresso?

Allego la foto del cruscotto come testimonianza. E mi chiedo, e vi chiedo: è davvero

questo il progresso che ci attende?

 Sono perfettamente consapevole che auto diverse hanno prestazioni diverse. Quando mi è capitato di fare un lungo tragitto con la Polestar 3 o la BMW iX, l’esperienza è stata molto diversa. Ma allora, siamo condannati a doverci permettere una macchina di quel livello o a doverci muovere solo nei paraggi di casa?

Dopo essere sceso dalla 500e, sono salito sul Fiat Scudo Panorama della ditta. Ha 450.000 km sulle spalle, ma offre poco più di 1000 km di autonomia in autostrada a 130 km/h, con un pieno di 78 litri di gasolio, e mi è costato 25.000 € nel 2012. A marzo sono andato da Pordenone a Pescara senza tappe in cinque ore e mezza, con la cinquecento ne ho impiegato poco meno di OTTO per fare Pescara Mestre. Mi sarebbe servita un’altra ora abbondante più la terza ricarica per arrivare a Pordenone. Due differenze abissali che fanno riflettere. Stefano Lucchese

L’inesperienza gioca sempre brutti scherzi

Risposta- Grazie per il racconto, Stefano, certamente onesto anche se qualche dettaglio in più (dimensioni della batteria del modello, percentuali di carica, potenza delle colonnine alle quali ha ricaricato, consumi medi di ogni tratta in rapporto alla velocità) ci avrebbero permesso di capire meglio quello che le è successo nel viaggio da Odissea fra Pescara e Mestre.

Ma in estrema sintesi ci permettiamo di dirle che l’inesperienza gioca sempre brutti scherzi. Il nostro primo viaggio in auto elettrica da Verona a Bologna, nel 2017, con una VW e-UP, ci costò un’odissea peggiore della sua, terminata a notte fonda dopo dieci-ore-dieci di peripezie e improperi. Ma potrei citarle anche viaggi di cinque sei ore, verso Trento o Cortina, con una Fiat 500L termica. Erano gli anni 70, i self service non esistevano e di notte quasi tutti i distributori erano chiusi…Demerito delle auto? In parte sì. Ma io ho sempre preferito cercare di capire dove avessi sbagliato.

L’esperienza non si acquisisce guidando un’auto noleggiata per qualche ora, per brevi tratti o all’interno della comfort zone dell’autonomia dichiarata nel traffico urbano. Si trova, per così dire,  “sulla strada”, incappando in disavventure come la sua e traendone insegnamento.

Ma ci sono gli strumenti per prevenire gli “incidenti di percorso”

Le faccio un esempio. Se avesse scaricato l’App di navigazione gratuita ABRP (A Better Ruote Planner) avrebbe saputo in anticipo dove ricaricare sul suo percorso e per quanto tempo.

Nel dettaglio:  all’uscita del casello di Osimo, poco prima di Ancona, portando la batteria dal 19 all’87% in 31 minuti; alla stazione di servizio Bevano Est in 21 muniti riportando la batteria al 72%; all’uscita di Ferrara Nord in 24 minuti per portare la batteria dal 14 al 75%. E sarebbe arrivato a destinazione con un residuo del 15% in un totale di 6 ore e 24 minuti, così suddivisi: 4 ore e 52 minuti di viaggio (523 km totali alla media di circa 115 km/h) e 1 ora e

17 minuti di soste in ricarica.

PS: La nostra App di Plenitude on the Road (Eni), correttamente settata, indica una mezza dozzina di stazioni di ricarica ad alta velocità sul quel percorso autostradale (più altre in prossimità dei caselli), tutte interoperabili con l’App stessa. L’App di Enel X mette anche a disposizione uno strumento di navigazione e ricerca simile a quello di ABRP.

  • LEGGI anche “La ricarica in Italia? Non è affatto male, secondo VW” e guarda il VIDEO di Luca Palestini

Visualizza commenti (42)
  1. Partirei dalla frase: “Appena imboccata l’autostrada e impostato il cruise control a 130 km/h, ho assistito a un’agghiacciante discesa dell’autonomia prevista della mia 500e”. Praticamente ciò che sarebbe successo se avesse utilizzato una 500 termica (magari sarebbe stato meno evidente, ma sarebbe accaduta la stessa cosa). Quindi non è tanto l’inadeguiatezza dell’auto (negli anni ’60 si facevano mille chilometri con auto che avevano molta meno autonomia: tipo la vecchia 500), ma è l’ansia da ricarica che fa scrivere articoli così ed è tipica di chi non ha il mezzo elettrico. Punto.

  2. Ecco, sono esattamente articoli come questo che mi tengono lontano dal mondo EV: sarei perfettamente in grado di gestire un oggetto del genere (“esisto” da 57 anni e sta roba l’ho vista nascere e la gestisco tutti i giorni), ma l’idea di essere non solo costretto a dipendere dal mezzo che uso, ma persino sentirmi magari dire che non sono sveglio (o succube) abbastanza e che quindi quasi quasi mi merito ciò che mi capita, è veramente il colmo.
    I mezzi di trasporto servono per andare da A a B: li acquisti, li mantieni il minimo che serve, sali, accendi, vai, arrivi, spegni, scendi. PUNTO.
    Se volessi “divertirmi” a fare altro, o mettermi alla prova con perizie, pazienza, sfide e pianificazioni di rebus e puzzle, acquisterei altro, ma non chiamatelo “mezzo di trasporto” per cortesia, perché non lo è.

    1. La risposta all’articolo non offende nessuno. Spiega perchè quel viaggio è diventato un’Odissea, mentre qualsiasi automobilista elettrico minimamente informato l’avrebbe portato a termine senza alcun patema. Si tolga i paraocchi del pregiudizio e forse imparerà qualcosa.

    2. “I mezzi di trasporto servono per andare da A a B: li acquisti, li mantieni il minimo che serve, sali, accendi, vai, arrivi, spegni, scendi. PUNTO.”

      Esattamente quello che facciamo io e mia moglie con le nostre auto elettriche da più di tre anni, ed in questo periodo la troviamo anche già raffrescata….

  3. Da possessore di un’auto elettrica (Kona 64 kWh), credo che, tra gli errori commessi dal lettore, ci siano anche alcuni spunti su cui vale la pena riflettere.
    Mi riferisco in particolare alla frase: “Sono perfettamente consapevole che auto diverse hanno prestazioni diverse. […] Ma allora, siamo condannati a doverci permettere una macchina di quel livello o a doverci muovere solo nei paraggi di casa?”
    Ha centrato il punto. Non tutti possono permettersi un’auto da 40.000 euro, ma non è giusto che chi non può permettersela sia condannato a impiegare un’ora e mezza in più per un viaggio che, a 130 km/h, richiederebbe appena quattro ore e mezza.

    1. Finalmente qualcuno che mette le cose come stanno. Sembra essere un tabù. Senza contare che perché l’elettrico sia veramente conveniente occorre anche un impianto fotovoltaico. Che aggiunge costi.

        1. Beh carissimo, costruisca lei per me l’impianto fotovoltaico sul tetto del mio palazzo. Ah, me lo paghi pure.
          La stimo tantissimo ma spesso risponde senza valutare l’impatto di quello che dice. Personalmente avrei già un impianto FV sopra casa mia ma non mi è concesso farlo. E nella mia situazione sta chissà quanta gente. Io sono un Italiano che sa valutare il ritorno di un investimento. Ma l’investimento non posso farlo.
          Ma poi questo parlare male sempre degli italiani da un pulpito, francamente è un po’ fastidioso.
          Ho già lo scooter elettrico e faccio 4000 km all’anno. Faccia lei

  4. Io vedo che si continua a parlare quasi esclusivamente di tragitti autostradali e ricariche alle colonnine HPC quando poi nella realtà il 73% degli italiani percorrono meno di 40km il giorno, quindi evidentemente percorrono pochissima autostrada.
    Invece di continuare a provare a “convincere” che le soste alle HPC sono veloci e trovarsi di fronte a chi tira fuori il solito “diesel che fa 1000 km” (che per qualcuno rimane ancora oggi la soluzione ideale), perché non concentrarsi su quella larga fetta di popolazione che già da subito potrebbe adottare una BEV senza nessun cambiamento nelle sue abitudini e avere quasi esclusivamente vantaggi?

    1. Stefano Lucchese

      Perché secondo le attuali regole, quella stretta fascia che invece si smazza mille km a settimana tipo me, dovrebbe non disporre di un diesel. Questo secondo me, con la tecnologia e le condizioni attuali, è inopportuno

      1. Io ho una 500e da circa 3 anni, faccio mediamente 40.000 km/anno; per mia fortuna riesco a stare dentro all’autonomia del mezzo (200-280 km secondo la stagione, stile guida frizzante e percorsi) nel 98% dei casi… Ora ha 140.000 km e posso dire che è fattibile, a maggior ragione con BEV con autonomia maggiore e carica DC più veloce (es. EV6 LR usata a circa 30-35.000€)… Oltretutto preciso che non ho fotovoltaico a casa, ma ho la trifase con 10 kW impegnati; con tariffa a prezzo bloccato tutt’ora mi costa circa 3-3,2€/100km se la usassi con parsimonia sarei sui 2€/100km

  5. Quindi un utente che vuole passare all’ elettrico non può semplicemente salire in auto accendere e partire come chiunque farebbe con una auto normale a benzina/diesel/gpl/metano, ma deve mettere in conto problemi, scocciature, ansie “da prestazione” come normale amministrazione e portarsi un buon libro in auto visto il tempo che dovrà perdere ad aspettare le ricariche.
    Dai costi di ricarica, poi, per i km percorsi non vedo neanche la tanto famigerata convenienza che vorrebbero pubblicizzare: l’ auto elettrica conviene solo a chi ha il fotovoltaico a casa e se la ricarica da se. Ho visto in alcuni alberghi costi di 10 / 15 € ad ora per attaccarle alla colonnina.
    Non è l’auto ad adattarsi all’uso dell’ utente, ma l’utente che deve letteralmente sottostare a tutti i problemi, limitazioni, pianificazioni in anticipo, ecc… ecc…, il tutto a un costo enormemente superiore. Dovrà rivedere le proprie abitudini e routine dopo mesi e mesi di “apprendimento” da errori, problemi, rimanere appiedato (perchè di sicuro succederà), false autonomie dichiarate che sbatteranno contro la realtà dei fatti il tutto per potersi fregiare del bollino green (ma la corrente che si usa per ricaricare le auto come viene prodotta? I materiali altamente inquinanti nonchè tutta la distruzione del territorio per scavare le terre rare o per realizzare immensi parchi solari in barba ai terreni agricoli non sono inclusi nel pacchetto di quanto sia “green” l’ auto elettrica?).
    L’ ultima beffa, poi, di un utente TESLA che si è accorto alla riconsegna dell’ auto che gli hanno fatto pagare più di 200 € per il costo RIMBORSO CARBURANTE.
    C’è e ci sarà sicuramente chi si trova bene e, magari, per l’uso sporadico cittadino per piccoli tragitti, ma non puoi obbligare tutti ad adottare le auto elettriche per come sono ora. Io la vedo come una tecnologia di transizione, sperimentale e di passaggio, ma non con il potenziale di diventare di massa e preponderante.
    Per me è un no: non la comprerei (a meno di prezzi veramente stracciati) anche se ammetto che la curiosità di provarla c’è (ma la potrei soddisfare recandomi in qualche concessionario o noleggiarla.

    1. Ecco, la noleggi per una settimana e si accorgerà di quante idee sbagliate ha in testa. Però è evidente che non si può partire dallo zero assoluto. Del resto dia in mano un’auto termica a un aborigeno dell’Amazzonia e non capirà nemmeno a cosa serve.

      1. marcovers777

        Noto con dispiacere che chi non può permettersi per svariati motivi l’auto elettrica viene considerato un ignorante e bullizzato su questo sito

    2. franco zappa

      si informi , ne ha dette un sacco e tutti luoghi comuni e comunque nessuno di gravita’ pari all’estrazione del petrolio appunto dell’estrazione , la lavorazione , la distribuzione e per ultimo l’inquinamento da petrolio che mi dice ? sia onesto e si informi, non risponda di getto come ha fatto ! ho fatto lo stesso percorso e alla fine ho capito dove sbagliavo . i miei auguri , spero di poterla sentire ancora qui su vaielettrico con una mutata esperienza .

  6. Domanda 1: ma nelle volte precedenti, quando hai usato auto di altro livello,con cosa avevi ricaricato se non avevi nessuna app?
    Domanda 2: hai paragonato con scudo panorama diesel,altra categoria,avresti dovuto paragonare la 500e con un piaggio porter o rascal , con un serbatoio da 25 litri e, ti assicuro, che 1000 km con un pieno non li facevi?
    Con la mia Volkswagen Id4 sono arrivato tante volte in zona rossa al 5% o meno, ma non mi ha mai tagliato nessun servizio…

    1. la 500E ha la “modalità Sherpa” (max economia) che taglia gli assorbimenti a bordo e le prestazioni…. però non ricordo se si attiva in automatico ad un certo SOC .. o va inserita …
      Anche con la mia e-tech ho solo sfiorato il 15% e l’auto non è passata da sola alla modalità Economy (tanto più che sono io eventualmente a rallentare di -4/5kmh e aumentare l’autonomia all’arrivo

      1. La modalità Sherpa limita a 80 km/h la velocità, toglie A/C o riscaldamento e limita la potenza del motore a circa 54 kW… Ma se vai alla stessa velocità e disabiliti le stesse cose pur essendo in “Normal” che non è la one pedal consumi uguale se non meno sapendo usare il veleggio approssimato che offre in tale modalità (sul manuale lo chiamano “ecoasting”); esperienza di oltre 3 anni in merito. La 500e sotto al 4% spegne A/C etc etc, limita la potenza erogata e la velocità a 80 km/h (che può essere usata premendo a fondo l’acceleratore “kick down”); solo all’1% limita ulteriormente la velocità, potenza erogata e disabilita il kick down… Non ricordo di preciso perchè solo 1 volta sono arrivato allo 0% e ho percorso con lo 0% circa 2-3 km.

    2. Con Model 3 al 3% non succede niente… e chi si è divertito ad arrivare a 0% (raggiunto il quale hai circa 20 km di percorrenza ulteriore con tutto disattivato) non ha subito alcuna limitazione (in potenza, sì, non riesce più ad erogare 200kW, considerando che per fare i 100 km/h ne servono una 20na, non mi sembra un gran problema, se sei a zero…)

    3. Stefano Lucchese

      Risposta 1: ho l’app aziendale enilive (non plenitude) e contavo di ricaricare in un autogrill eni. Salvo che negli autogrill gestiti da eni, le colonnine sono comunque enel x, e serve un’altra app.
      Normalmente ricarico nell’hotel (a costi non sempre ragionevoli) o nelle colonnine convenzionate con il noleggio, che generalmente fornisce con le chiavi una o più tessere contactless per abilitare la ricarica con l’uno o l’altro distributore.
      Al nord, diciamo dalla germania a salire, non mi è mai capitato di aver bisogno di una app. Infilo il connettore, avvicino il contactless e carico. È così anche ad una stazione di ricarica all’aeroporto caselle.

      Risposta 2: la panda fa più di 500 km col pieno, e non serve che parta col pieno, perché la rabbocco ovunque in pochi secondi ad un costo che credo sia non superiore a quello che ho pagato. Che comunque non è il problema, non mi lamento della tariffa ma della cosa più preziosa che ho: il mio tempo.

  7. Posso comprendere la sfortuna e la mancanza di programmazione del viaggio, cosa che con le BEV è essenziale ed è uno dei punti dolenti che fa storcere il naso a molti. Ma dire che una volta si viaggiava in 500 con un bicilindrico o con una 127 senza condizionatore su e giù per l’Italia è una forte inesattezza. A quel tempo non era esistito nulla di più comodo. Oggi confrontiamo la complessità del BEV con le ICE oggettivamente più alla portata di tutti…ancora le BEV non sono comparabili quanto a praticità d’uso e costi, alle ICE. E le vendite lo dimostrano. Ma saranno tutti gli italiani stupidi o di fondo il problema c’è?
    Io sostengo fortemente l’elettrico sia chiaro, ma la strada da fare è moltissima. E non siamo all’alba della mobilità privata, abbiamo uno storico di almeno 70 anni che la gente conosce bene e con cui fa confronti

  8. Ma chi è questo? Il fratello di MasterPilot? Un pioniere dell’innovazione che va allo sbaraglio senza un minimo di studio/preparazione?
    Non hai studiato, ti sei fatto bocciare al primo esame ed entra in crisi che forse meglio tornare al liceo perché l’università non va bene?
    Cambi metodo di studio, e riparti perché molti altri riescono a laurearsi in 5 anni quindi il problema sei tu e non l’università. Darwin diceva “non è il più forte a sopravvivere ma chi si adatta meglio alle mutevoli condizioni dell’ambiente”

  9. La mia domanda è: è verosimile che un lettore abbia scritto una lettera del genere illustrando in sequenza tutto quello che non si fa durante un viaggio? Non avere un navigatore, non sapere dove sono i charger, andare a 90 in autostrada, ricaricare fino al 97percento e non chiedersi come mai la ricarica è lenta. Cioè, davvero. O siamo di fronte ad un caso di analfabetismo funzionale con smanie di protagonismo oppure questa lettera è l ennesimo operazione fango sulle elettriche. Solo che questa volta il fango più che sul auto va sul guidatore..

    1. Verosimile e comprensibile per un principiante. Potrei raccontarle di un mio amico che al suo primo viaggio sulla sua nuova BYD Atto 3 avrebbe fatto la fine del lettore in questione se non mi avesse telefonato una mezza dozzina di volte…

    2. ciao @giorgio
      tieni presente che (a parte dover far tutto come imprevisto…) doveva riconsegnare l’auto a noleggio carica al 100% (secondo me le elettriche dovrebbero essere consegnate e restituite attorno al 50-60% così già in partenza anche il cliente meno esperto deve far pratica per iniziare il viaggio e ci mette meno tempo quando lo deve terminare… metti che è in aeroporto e l’aereo è in partenza a breve… mica può attendere i tempi di ricarica massima!)

      1. Sarà parente di masterpilot allora. Non sa niente di come si guida una ev, fa disastri e poi se ne vanta dando colpa all’auto..

        1. vabbè @giorgio…
          ci ha fornito qualche spunto di riflessione…
          Rispondiamo ad 1 per educarne 100 😉

  10. Essendo possessore di 500e da 3 anni, con 154 mila Km alle spalle, versione batteria 42 Kwh, posso dire la mia. L’autonomia in autostrada, a 130 Km/h, è effettivamente vicina ai 150 Km, quindi partendo con il 100% o poco meno, va fatta poi una sosta ogni 100/120 km, ormai con le fast abbastanza diffuse in autostrada o le Tesla appena fuori, si riesce bene a pianificare. L’errore più evidente fatto da Stefano .. è stato ricaricare fino al 97% nelle fast .. non si fa mai, perchè la carica va molto veloce (con velocità decrescenti) fino all’80% circa, poi la potenza decresce in maniera sempre più vistosa, tanto che per fare gli ultimi 20% occorre circa il triplo di quello che occorre per andare dal 10 all’80%. Quindi in sintesi: fermata ogni circa 100/120 Km, ricarica 25 minuti circa per tornare circa all’85%. In questo modo anche i viaggi lunghi, con una normale ma adeguata pianificazione, diventano un pò meno difficili. Chiaro che per i viaggi lunghi, è preferibile auto con batteria da almeno 55/60 Kwh. Ps: per chi dà del mediocre alla 500e .. evidente non l’ha mai guidata ne vista, la mia versione (la Prima) non ha assolutamente nulla da invidiare alla Tesla (guidate anch’esse in tutte le versioni), eccetto ovviamente per dimensioni e per autonomia. Confort e adas sono assolutamente al Top e per quanto nella mia esperienza, affidabilità assoluta e costi manutenzione pari quasi allo zero (50 euro medi a tagliando, non si è mai rotto nulla di nulla, neanche una lampadina ….)

    1. Condivido in toto. Anche io 500e Icon 42 kWh cerchi 17” e 141.000 km con circa 3 anni. La 500e fino all’85% carica a circa 40-42 kW alle fast, poi taglia netto a circa 11 kW; come ben dici ha sbagliato a gestire la ricarica fast che doveva avvenire tra il 5/10% (nelle fasi iniziali se la temp batteria lo permette si ha il picco di potenza dichiarato a 85 kW) fino al 85% max, andare oltre è solo una perdita di tempo.

  11. La 500e è stata prodotta con due tagli di batteria, di capacità 24 e 42 kWh. Dalla lettura del “diario di viaggio” l’auto aveva la batterà più piccola, infatti La distanza Pescara Ancona è di circa 160 km. Stefano è stato anche un po’ sfortunato…
    Comunque è in buona compagnia. Alcuni mesi fa ho portato la mia 500L al ‘Fiat Motor Village ‘ di Torino Mirafiori per una riparazione.
    L’auto sostitutiva che mi avevano assegnato era una termica. Ho chiesto se fosse disponibile una elettrica, la risposta è stata positiva e con commenti del tipo: “non siete in tanti gli estimatori dell’elettrico”.
    Alla mia domanda, circa la batteria installata, la risposta è stata evasiva (della serie non lo so).
    In realtà aveva la batteria da 42 kWh e, secondo la mia opinione, dotata di un software migliore della ‘cugina’ corsa-e,

  12. Questo non è il futuro che ci aspetta…e’ una esperienza del presente!! Si poteva fare meglio già oggi come si è evidenziato e si farà ( in futuro) molto meglio…anche partendo alla carlona!!

  13. intanto ringrazierei Stefano perché almeno prova vetture elettriche quando deve noleggiare un veicolo….
    in questo caso non è stato neppure fortunato… con l’inconveniente di dover tenere proprio la 500E (nota per la sua scarsa autonomia ma perfetta se doveva solo girare in ambito urbano); fosse capitato con altre vetture che ha noleggiato in passato (Polestar o BMW iX) magari sarebbe tornato a casa entusiasta di essersi fatto un viaggio più comodo (e con batteria residua all’arrivo.. e più veloce da ricaricare).

    Comunque mi auguro che Stefano (e tanti altri) continuino a fare esperienze dirette così, un giorno, magari avranno la possibilità di passare “al lato Verde della Forza” 😉

  14. franco zappa

    il ns sconsiderato autore dell’impresa poteva benissimo munirsi di auto piu’ adatta , non faccio l’elenco dei modelli perche’ sarebbe lunghissimo .caro amico mai e poi mai mi metterei in pista o in autostrada in questo caso per percorrere cosi copiosi kilometri con la mia spring . all’uopo userei la tesla e o la testa per altro modello , e guidando una tesla mi viene da dire se questo e’ il futuro ben venga ! inoltre il fatto che col suo furgone a gasolio faccia ben 1000 km con un pieno e’ parte del problema ( cambiamento climatico e altri disastri e come alimentarli ) non della soluzione ! buone cose

    1. Mi scusi Franco: il lettore ha ben spiegato perchè abbia dovuto compiere questo viaggio imprevisto con una city car. Certo, ha sottovalutato i problemi che avrebbe dovuto affrontare senza alcuna vera esperienza. Ma crediamo di avergli dimostrato che un automobiliste elettrico un minimo preparato l’avrebbe fatta senza grandi patemi. Quanto alla Dacia Spring, le posso assicurare di aver fatto un viaggio simile con un collega neofita (Bologna-Milano-Verona-Bologna) Dacia Spring Electric, il test del neofita mettendoci sì quasi una giornata, ma in tutta tranquillità

  15. Scommettiamo che se dai in mano un furgone come lo scudo, senza visibilità posteriore, diesel, cambio manuale a chi ha sempre e solo guidato una 500e ottieni la stessa “odissea”?

    Poi non capisco… a inizio dice che ha noleggiato BEV grosse per tratti brevi. Poi si fa un viaggio con una BEV piccola in un tratto lungo senza alcuna pianificazione o esperienza e cita questa vicenda come “futuro che ci attende”.

    Perchè mai il futuro dovrebbe essere una citycar davvero mediocre come la 500e in un tratto lungo?

    Quindi decenni fa il “futuro” che ci avrebbe atteso sarebbe stato fare 800 km su una 127 senza aria condizonata con i finestrini aperti ai 90 in autostrada?

    Boh… ci soo talmente tante fallacie logiche in questo contributo che non riesco nemmeno a visualizzarle tutte. 😀

    PS: Mi viene in mente quando provai la Polestar 2. Al ritorno in una pausa ricarica ad una FtX mi si ferma di fianco un ragazzo con una BEV Peugeot. Mi chiede aiuto per iniziare la ricarica, mi dice che gliel’avevano data e non ne era soddisfatto per la scarsa autonomia. Mi chiede se con quella che ho (in quel caso la P2) l’esperienza fosse migliore. Come in tutte le cose bisogna analizzare il contesto con le informazioni che abbiamo. Il ragazzo non sapeva le caratteristche della sua auto e non aveva esperienza di ricarica. Chiaro che ti risulta complicato. Non ha senso pretendere di usare una nuova tecnologia senza un minimo step nel comprenderla.
    Ma per imparare il nuovo social di turno fate i salti mortali senza lamentarvi….. questo non lo capisco….

    1. Forse si è perso il passaggio del perché abbia ripreso la 500e, non colpa dello scrivente…

      E sul “futuro che ci attende”, chiaramente intende dire che al momento per viaggi così lunghi è necessario un’auto dal costo elevato – non certo una piccola utilitaria!
      Sperando che le cose evolvano bene con batterie dalla buona autonomia

      1. “Forse si è perso il passaggio del perché abbia ripreso la 500e, non colpa dello scrivente…”

        Ha solo scritto che è tornato dallo stesso autonoleggio e ha ripreso la stessa auto.
        C’erano altre auto? Altri noleggiatori? Non lo sappiamo. Ne io, ne lei.

    2. Se prima della 127 gli 800 km te li dovevi fare a 70/80 Km/h con una 500 motore bicilindrico, ti assicuro che con la 127 andavi sul velluto…..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Thok presenta due nuove eMtb: TP4 e TP4-S

Articolo Successivo

Cambio batteria in 5 minuti nelle 500e in sharing a Madrid

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!