La tracciabilità e la sostenibilità dei materiali delle batterie è un tema tanto caldo che spunta l’idea di creare una piattaforma di certificazione in grado di rilasciare un passaporto a ogni batteria.
Global Battery Alliance (GBA), un gruppo composto da oltre 100 aziende della filiera delle batterie, comprese società minerarie come Glencore, case automobilistiche come Tesla e produttori di batterie come LG stanno adottando iniziative mirate a creare uno strumento di garanzia per aziende e consumatori. Lo prevede il nuovo regolamento sui gas a effetto serra varato dal gruppo.
Sostenibilità certificata sull’intero ciclo di vita
«Il Battery Passport certificherà la conformità alle aspettative legali e sociali sulle emissioni di gas serra e distinguerà chiaramente le batterie più preziose sul mercato in base al loro impatto e alle loro prestazioni di approvvigionamento», scrive il GBA.
«Gli obiettivi specifici di questa versione del Greenhouse Gas Rulebook sono stabilire regole armonizzate a livello globale che rendano trasparente l’impronta di carbonio della batteria ‘dalla culla alla tomba’ con dati affidabili, accessibili e attendibili». Il Rulebook mira poi a fornire «un metodo valido mediante il quale i dati specifici del processo vengono generati e raccolti in modo omogeneo». E che le impronte di carbonio della batteria tra i fornitori nella catena del valore della batteria «siano comparabili».
Ogni singola batteria sarebbe dunque accompagnata da un documento che certifica le sue caratteristiche. Il Battery Passport certificherebbe in sostanza il livello di sostenibilità di ogni batteria sull’intero ciclo di vita. «Ogni Battery Passport sarà un gemello digitale della sua batteria fisica abilitato dalla piattaforma digitale Battery Passport, che offre una soluzione globale per la condivisione sicura di informazioni e dati» conclude il GBA .
Un sigillo di qualità per ogni batteria
Il passaporto della batteria includerà:
-Un quadro di reporting globale per disciplinare le regole relative alla misurazione, all’audit e al reporting dei parametri ESG lungo la catena del valore delle batterie.
-Un ID digitale per le batterie contenente dati e descrizioni sulle prestazioni ESG, la storia e la provenienza della produzione, nonché l’estensione della durata della batteria e il riciclaggio.
-L’armonizzazione dei sistemi digitali che collaborano lungo la catena del valore per riportare i dati nel passaporto della batteria.
-Una piattaforma digitale che raccoglierà, scambierà, collegherà e riporterà i dati tra tutte le parti interessate del ciclo di vita autorizzate per promuovere una catena del valore sostenibile per i veicoli elettrici e le batterie stazionarie.
-Un sigillo di qualità per le batterie (sulla base dei dati riportati nella piattaforma) per facilitare l’acquisto responsabile da parte dei consumatori.
@Xardus, non ha capito a che cosa serve la certificazione: non e’ pensata per il consumatore (tranne che puo’ avere un’idea sull’impatto che ha su risorse e inquinamento), ma per l’industria e i rapporti con gli enti, e forse per il riciclo a fine vita.
Se ogni batteria puo’ certificare l’origine dei materiali, la fonte di energia usata per produrla (e quindi indirettamente le emissioni), e altri dati utili al riciclaggio, gli enti e l’industria per lo smaltimento potrebbero giovarsene. E i produttori sarebbero incoraggiati ad essere piu’ virtuosi, perche’ potrebbero indicare un minore impatto ambientale nella produzione dei loro prodotti.
In pratica una variante della tecnologia blockchain / NFC ?
La block chain può essere lo strumento con cui tenere traccia, alla fine si può riassumere in un codice a barre univoco per ogni pezzo, a cui associare su server tutti i passaggi, magari useranno proprio quella ma alla fine è uno degli scopi più utili (dopo il mining selvaggio hehe)
Ah cmq è nft, nfc è quello del telefono per trasferire dati o pagare col pos 😉
/// cmq è nft, nfc è quello del telefono per trasferire dati o pagare col pos 😉 \\\ In effetti sotto certi aspetti la tracciabilitá si attua mediante Nft (vedi anche https://www.vaielettrico.it/ebike-nft-blockchain-antifurto-sara-crea-un-registro/) ma in altri anche tramite Nfc che non viene usato solo per pagare con lo smartphone (https://www.rfid-soluzioni.com/e-possibile-utilizzare-la-tecnologia-nfc-per-inventari-e-tracciabilita-87/) In ogni caso eventuali chiarimenti saranno graditi 😉
Bella cosa, amche se mi chiedo alla fine di tutto, quale scelta può fare il consumatore in base a quei dati, al massimo per accumulo domestico, ma nelle auto son i costruttori a imporre, se ti serve quell’auto con quelle caratteristiche e prezzo non puoi chiedergli di metterne un’altra… Finirà per essere l’ennesima markettata che useranno nelle pubblicità tipo bollino blu per farsi concorrenza tra di loro.. Utilissimo a livello industriale e catena di approvvigionamento su quello non discuto