Un ministro che ha capito che il futuro è elettrico c’è ed è il titolare del Lavoro, Andrea Orlando, su posizioni ben diverse dai colleghi Giorgetti e Cingolani.

Un ministro distante dal duo Giorgetti-Cingolani
Sui media si dà molto spazio ai ministri scettici, quelli che vogliono che la UE porti almeno al 2040 il divieto di immatricolare auto a benzina o a gasolio. Ma c’è anche chi pensa che sia una strada sbagliata: “Possiamo chiedere più risorse per mantenere la tabella di marcia, ma mi sembra molto difficile sovvertirla“, ha detto Orlando. “La transizione dà benefici a tutta l’Unione europea, ma i costi sono diversi a seconda della struttura produttiva dei Paesi. Bisogna lavorare perché questi costi siano ripartiti adeguatamente”. Il tema e’ “quello di costruire strumenti europei sulla gestione della transizione. Credo debba essere centrale più di quello che si concentra su quanto tempo ci vuole per passare all’elettrico”. Per fronteggiare il pericolo di perdere posti di lavoro, ha aggiunto, “il nostro Paese dispone di una serie di strumenti di politiche attive. Abbiamo un’attrezzatura per gestire il cambiamento“.

E intanto la Spagna fa incetta di investimenti: Ford dopo VW
Il messaggio è: invece di sprecare risorse per fermare il nuovo che avanza, attrezziamoci per coglierne le opportunità e gestire al meglio la transizione. Cosa che, saggiamente, stanno facendo altri Paesi europei. Come la Spagna, che ha appena annunciato che, dopo la Volkswagen , anche la Ford farà un grande investimento per costruire auto elettrico nel suo impianto iberico, a Valencia . “Bisogna pensare al processo di reindustrializzazione”, ha detto ancora il ministro del Lavoro, dato che “il nostro Paese ha visto molte delocalizzazioni“. Occorre “pensare a fare reshoring, è parte della risposta, far tornare parte delle produzioni nel nostro Paese“. Orlando ha anche sottolineato che “grandi player hanno detto quali tempi del passaggio all’elettrico e spesso sono più rapidi del 2035“.
Quando sarà la prassi fare code per rifornirsi di acqua e di quella ristretta varietà di alimenti consentita dalla “dry agriculture” allora forse tutti i nostri ministri arriveranno a capire qualcosa..forse !
Orlando dice bene. Per una volta che c’è una visione chiara e una deadline, orientiamo le risorse in quel senso. La priorità io la darei alla produzione di energia rinnovabile, parte tutto da lì, comunque sul tema mobilità elettrica ci siamo, e io voterei convintamente un partito che abbia questi temi come stella polare. Il problema sono le lobby dei fossili che girano intorno, ogni santo giorno nei palazzi, a vendere la loro causa. E temo che avendo il portafoglio ben fornito, alla fine vinceranno loro purtroppo. A meno che non ci sia un sentimento popolare che spinga forte nella giusta direzione. Speriamo.
“Vendere la loro causa” è una bella forma espressiva
ma non rappresenta la realtà.
Comprano.
C’è già un partito che ha quella stella polare, anzi, ne ha 5.
I 5… ne avevano 5 finchè non si sono sbranati uno con l’altro dopo aver tradito gli italiani per spartirsi i fondi del PNRR…. Non voterò mai più un partito che ha calpestato la costituzione come hanno fatto questi stolti al governo! FALSI e BUGIARDI!
Ritorniamo a quelli che rubano…
Solo qualche concetto .
1) Stiamo sempre parlando di cambiare un parco auto di 40.000.000 di unità ( esclusi camion pullman etc che sono quelli ad inquinare perchè il parco circolante non è oltre l’euro2 – su internet è riportato che a seconda della grandezza del camion si può arrivare a più di 1 kg di CO2/km )
2) Materiali per costruire le batterie , motori etc ( siamo leader nella progettazione non nella produzione)
3) fino al 2035 verranno vendute auto endotermiche ( che si aggiungono alle esistenti )
4) il riutulizzo a fine ciclo vita è quanto meno nebuloso ( attenzione le batterie da trazione non possono essere utilizzate per impianti FV a meno di adeguare gli inverter )
5) le colonnine di ricarica dove sono ( non tutti possono installare il wallbox o hanno i pannelli FV )
6) il dato più importante dove sono i soldi per procedere ad una conversione dell’attuale produzione metalmeccanica italiana , europea e mondiale , compresi gli ammortizzatori sociali per parare un periodo di conversione di non meno di 2 anni per stabilimento ( e parlo degli stabilimenti di meccanica – le carrozzerie non avranno chissà quale modifica – non solo Stellantis , per l’Italia e la Francia , ma per tutti i produttori , stabilimenti che nel migliore dei casi hanno dalle 2000 alle 3000 persone impiegate – parliamo di 70.000 persone solo in Italia ).
A quel che vedo chi dovrebbe essere a proporre soluzioni è quello che meno guarda la realtà dei fatti.
La transizione è già in corso e va a velocità che neanche sospettiamo. L’unica scelta che possiamo fare è se esserne protagonisti o subirla. Se continuiamo a piangerci addosso abbiamo scelto la seconda strada. Con tutte le conseguenze.
@carmine
provo a risponderti per punti per quel che so, ma trovi su questo sito tantissimo materiale da studiare al riguardo, quindi se le tue non sono domande retoriche o da troll su Vaielettrico troverai pane per i tuoi denti.
1) Stiamo sempre parlando di cambiare un parco auto di 40.000.000 di unità:
vero, ma NON entro il 2035, bensì entro il 2050:
dal 2035 c’è il divieto di vendita di auto a motore termico.
ora, i numeri:
28 anni, 40mln fanno 1,43 mln all’anno, che è grossomodo il numero di auto vendute in Italia mediamente negli ultimi 5 anni, post crisi (prima era oltre 2mln all’anno). Quindi niente di strano, senonchè a quei 40mln bisognerà sommare anche quelle che nel mentre andranno sostituite per obsolescenza, il cui numero calerà per la penetrazioen dell’elettrico che comporta meno obosloscenza. Calcoli fattibili. Di nuovo, numericamente fattibile.
2) Materiali per costruire le batterie , motori etc ( siamo leader nella progettazione non nella produzione):
altri Paesi sono leader nella progettazione e non nella produzione, specie in Nord Europa, e la popolazione mangia tutti i giorni. Non vedo il problema in questo senso, semmai il problema è cominciare a riconvertire una macchina industriale che prevede la produzione in italia la quale notoriamente è molto povera di materie prime ma insiste nel fare da passaggio dal grezzo al prodotto finito, esponendosi alle “intemperie” del mercato in ingresso e di quello in uscita esattamente come stiamo vedendo ora.
Detto altrimenti: un po’ di visione industriale a tavolino e non dal tavolo dello yacht con la biondona di fianco che ravana dove non batte il sole…. male non farebbe
3) fino al 2035 verranno vendute auto endotermiche ( che si aggiungono alle esistenti ):
e quindi?
e poi: se anche, ragionando per assurdo, l’Italia non ottemperasse a questo vincolo
ma gli altri Paesi UE sì
che auto pensi che ti ritroveresti a comprare, dopo?
dove pensi che vada l’innovazione e le mire industriali? se tu fossi un industriale dell’auto, sul serio investiresti per l’auto termica del 2036 e oltre?
resterebbero le low cost, e resteranno le low cost per i mercati emergenti, quali che essi saranno nel 2035
4) il riutulizzo a fine ciclo vita è quanto meno nebuloso ( attenzione le batterie da trazione non possono essere utilizzate per impianti FV a meno di adeguare gli inverter ):
nebuloso come il futuro dello smartphone nel 2008.
non è tecnologia che faccia riferimento alla fisica quantistica o dei plasmi ma tecnologia alla portata di ingegneri comuni.
certamente richiede studio e ricerca. forse è questo che spaventa l’italiano medio, per il quale l’analfabetismo funzionale è diventato quasi la regola.
circa la riconversione per impianti FV che richiedono l’adeguamento degli inverter
perdona, non vedo un gran problema, nemmeno economico: elettronica da ITIS, o poco più
5) le colonnine di ricarica dove sono ( non tutti possono installare il wallbox o hanno i pannelli FV ):
sono sulle mappe nelle mille mila app a disposizione, e nei software delle auto elettriche che li visualizzano senza problemi aggiornandosi di continuo.
cerca, troverai, comincia da Nextcharge.
non tutti hanno possibilità per la wallbox? vero, ma è dimostrabile (e dimostrato da me in qualche commento passtao) che sono l’ampia minoranza, ci sono molte altre possibilità tra installazioni condominiali, di quartiere, Comunità Energetiche, trasporto integrato, ecc ecc.
Non tutti i hanno i pannelli FV: in tanti, ma proprio TANTI dovrebbero e potrebbero darsi una svegliata, e lasciare da parte il nuovo SUV da 100mila euro comprato a rate scalandolo in parte con le tasse dell’azienda e invece installare 10 kW di pannelli.
ma di nuovo, questo richiede visione, e all’italiano medio invece piace pavoneggiarsi con il SUV.
per i dati rimando alle mille mila informazioni che qui su Vaielettrico troverai, inutile riportarle per l’ennesima volta.
6) il dato più importante dove sono i soldi per procedere:
soldi ce ne sono a caterve.
non certo nella famiglia monoreddito, non certo nella classe media che vive di solo lavoro.
per costoro c’è da studiare, imparare a fare di conto e a costruirsi un foglio di calcolo per valutare vantaggi e svantaggi, e fare anche nel 2022 i conti della serva verso il futuro ma con gli strumenti di oggi.
Senza questo io, semplice insegnante con stipendio ampiamente inferiore ad almeno metà della gente che scrive qui
non mi sarei mai potuto permettere l’impianto FV pagato a rate (ed ero insegnante precario, intendiamoci!) e un anno fa una Zoe che pesca dal FV e mi fa risparmiare un bel po’ ogni anno.
Ah, l’italiano medio non ne ha gli strumenti? beh, però ha il SUV (sarcasmo)!
riassunto dei riassunti:
se studi e ti fai i conti SENZA PREGIUDIZIALI ideologiche
puoi rispondere alle tue domande da solo.
altrimenti puoi correre dietro ad alcuni industriali e politichetti provincialotti che soffiano pelosamente sulla comfort zone dei cittadini
e ritrovarti tra dieci anni con un pugno di mosche.
Come quella decina di amici miei che nel 2010, quando si mise in piedi un gruppo di acquisto per il FV ottenendo uno sconto considerevole,
mi defini l’iniziativa una
“roba da comunisti”
e “e poi lo smaltimento dei pannelli?”
e “ma se prendono fuoco?”
e “ma poi rendono?”
e “ma poi cadono i fulmi!”
e “mah, io aspetto che si diffondano, così costeranno meno”.
li devono installare ancora adesso,
l’auto gli costa 14 euro ogni 100km (e a me a giugno è costata 1,2€ ogni 100 km)
e continuano a correre dietro ai “pelosi soffiatori sulla comfort zone”, che hanno una capacità di replicazione incredibile.
Condivido anche le virgole.
92 minuti di applausi
Condivido ampiamente questa risposta, ma volevo far notare che e’ previsto, al 2050, un calo nel numero di veicoli”
Cito da qui: https://www.vaielettrico.it/terna/
“la strategia di lungo termine pubblicata a fine 2020 dal governo e trasmessa all’Ue, che prevede al 2050 una riduzione del parco veicoli circolante, dagli attuali 40 milioni a 24 milioni”
Se ci pensiamo, attualmente 40 milioni di veicoli su una popolazione di 60 milioni, vuol dire avere una media di piu’ di due auto a famiglia.
Se verranno adeguatamente potenziate le infrastrutture di trasporto pubblico o condiviso nelle citta’, e’ ragionevole pensare di arrivare ad avere suppergiu’ un’auto a famiglia, e magari qualche veicolo da “ultimo miglio”, come bici, scooter o monopattini elettrici.
E probabilmente, una buona fetta dei veicoli rimanenti viaggera’ con batterie piu’ piccole, tutti i veicoli da “car sharing” probabilmente non necessiteranno di piu’ di 20-30kWh di batteria. Se si parlasse di veicoli leggeri, anche molto sotto i 10kWh.
Guardi Carmine, per quanto lei possa argomentare con pacatezza e razionalità, qui troverà sempre nella migliore delle ipotesi numerosissimi frequentatori che hanno una risposta per tutti gli interrogativi.
Le auto costeranno meno, la tecnologia delle batterie farà passi avanti, le colonnine di ricarica aumenteranno e l’energia elettrica costerà sempre di meno.
Nella peggiore, invece, troverà chi la insulta.
@emanuele
già, già, manca il piagnisteo italico “ce l’hanno tutti con me”
porti numeri, dati e argomentazioni solide
vedrà che la sis ta ad ascoltare (di sicuro io lo farò),
io porto la mia esperienza diretta basata sui numeri e sui dati previsti e su quelli ottenuti, sfido chiunque a dimostrarmi che sono falsi.
qui invece, come su tutti gli argomenti in Italia,
vige la regola che chiunque può sparare la sua boiata e che ha diritto non tanto di dirla ma di pretendere che sia verità, per il semplice fatto che ha una lingua in bocca e due mani per digitare.
uno vale uno diceva quel tale, può darsi,
di certo l’opinione di uno non ha valore di verità per il solo fatto che l’ha espressa, resta una opinione e spesso una boiata.
La scienza non è democratica. Se 1000 dicono una cosa e arriva uno che ne dice un’altra e la dimostra, improvvisamente 1000 hanno torto, lei ha ragione, si correggono e la nuova verità è quella fino a prova contraria.
Ma se non lo dimostri, diventa un’opinione, non un fatto, che ha lo stesso valore di dichiarare i propri gusti sul gelato. E non puoi lamentati se ti mettono a tacere, se insisti senza dimostrarlo.
Chiunque argomenti è sempre ben accetto. Chi afferma andando contro a quello ritenuto il giusto senza portare prove, è un opinionista di passaggio, quando non anche un disturbatore o un troll.
Maledetto telefono e miopia senile. Odio i typo. Peccato non poter editare i commenti.
Ho corretto bene?
“lui ragione” -> “lui ha ragione”
“lamentati” -> “lamentarti”
Grazie comunque, Massimo. Si lavora anche di Domenica, eh?
Si lavora la domanica e da Chicago…
Chicago? Ma il salone dell’automobile è in febbraio… Saranno mica “ferie”?
E noi qui a sudare!
Suderò in agosto…Ma come vedi si lavora lo stesso. Qui comunque Tesla come il prezzemolo, molte Kia EV6 e un bel Rivian sul Magnificent Mile
“un bel Rivian”, se lo scopre Enzo, va direttamente in aeroporto
Tesla prezzemolata, non mi stupisce, la EV6, sì, pensavo le Kia molto più europee/asiatiche come mercato: sicuramente niente Picanto ma la EV6 è pur sempre una segmento D, sono io che sono troppo provinciale, a non pensarci…
Mio padre, 91 anni ex camionista, oggi a pranzo: “La chimica in questi ultimi anni è progredita in modo incredibile. Queste batterie sono eccezionali, mentre la meccanica è rimasta al secolo scorso.”
Senza voler nulla togliere (al figlio, con la sua individualità) ma al contrario per riconoscere l’intrinseca origine DOCG , “la buona terra dà buoni frutti”
Non conosco il suo ambito professionale ma i suoi commenti da soli alzano la media di tutti gli altri.
Approfitto di questo commento per ringraziare due generazioni.
Nel merito: effettivamente di veramente nuovo in ambito meccanico non c’è molto; fisiologicamente lo sviluppo è nella chimica/elettronica e, benché intangibile, nel software pervasivo e irrinunciabile.
Temo che tuo padre sia un pochino disinformato, Prendi un utilitaria totalmente endotermica dell’anno 2000. in città aveva una percorrenza media di 12 km/l. Prendine una del 2022 e la percorrenza media a parità di condizioni e migliorata minimo del 60%. Questa non è evoluzione? forse sarebbe meglio fare due verifiche prima di scrivere cose totalmente inesatte
Se il settore dell’automobile si fosse sviluppato come l’industria informatica, oggi avremmo veicoli che costano 25 dollari e fanno 500 km con un litro.
Bill Gates riferendosi alle auto con motori endotermici.
I rendimenti teorici dei migliori motori endotermici non superano il 44%.
Teorico, riferito alla camera di scoppio. Tanta, troppa energia viene sprecata per muovere le valvole, gli organi di distribuzione, le pompe di lubrificazione e raffreddamento, gli organi di bilanciamento, insomma è uno stillicidio energetico che alla fine riduce al 25% il rendimento del Diesel, sotto il 15% per l’Otto e un 17-19 % per un Miller e un Atkinson, ben più vivaci e leggeri del Diesel.
L’unica evoluzione tecnica che ho visto nei motori endotermici a pistoni e manovelle è il ben poco diffuso sistema Freevalve di Koenigsegg. Nulla di nuovo dentro i cofani così in Formula 1.
Il nobel per la chimica venne attribuito per lo sviluppo delle batterie a ioni litio presenti in tutti i device che usiamo.
La ricerca sulle batterie agli ioni di litio iniziò con la crisi energetica dei primi anni settanta, quando si iniziò a pensare alle alternative tecnologiche all’impiego dei combustibili fossili, ricerca questa in cui Stanley Whittingham fu uno dei protagonisti assoluti.
Già in allora fu evidente il ruolo dell’energia elettrica rispetto al petrolio e il problemi tecnologico principale, ovvero come conservare la carica elettrica per l’uso di ogni device.
Oggi l’auto elettrica non è solo una vettura bensì un device connesso con tutte le tecnologie digitali. Ma questo lo sappiamo ormai tutti.
Ormai siamo alla fine di un’era durata troppo a lungo.
Stiamo lasciando benzina e pistoni per rotori ed elettroni.
Da energia chimica a elettromagnetica.
Si riducono le manutenzioni e aumentano le prestazioni.
L’autonomia è destinata ad aumentare: il target medio è 400 km.
Dopo 400-500 km percorsi in mezz’ora si ricarica di energia.
Meno emissioni.
Risparmio rispetto al carburante, meno frenate brusche, meno stress alla guida e maggior relax.
Utilizzo dell’energia di rallentamento e delle discese per caricare la batteria, energia che altrimenti sarebbe sprecata in calore frenando.
Presto
Diminuiranno peso e prezzi delle vetture.
Aumenterà l’autonomia e il ciclo carica scarica.
Dureranno più le batterie e i motori, che le vetture.
Spariranno pedaliera e volante.
https://www.youtube.com/watch?v=08KryeUzxGM
La risposta a Gates fu data suo tempo da un semplice meccanico della General Motors che disse che da una Ford T ad una Chevrolet Corvette l’evoluzione aveva permesso di usare la stessa benzina, le stesse ruote, gli stessi strumenti, gli stessi cartelli le stesse strade e la stessa patente mentre da un MSDos ad un Windows 2000 erano cambiati sette linguaggi informatici, ogni presa elettrica, ogni sistema di memoria, ogni tipo di tastiera, mouse, schermo e soprattutto nessun programma era compatibile col precedente, ovvero il motivo per cui guidare è alla portata di tutti con il la licenza di guida, mentre l’uso di un computer ad oggi è precluso a gran parte, almeno il 60% di chi sa leggere e scrivere. La prima di una serie di idiozie dette da Bill Gates
La densità gravimetrica delle batterie al litio nel 2005 era 55 Wh/kg. Nel 2020 (15 anni) ha raggiunto i 450 Wh/kg (parlo di batterie commercializzate, non prototipi), significa più 700% di crescita. Nel contempo, dal 2013 al 2021 (8 anni) il prezzo per kWh è passato da 684$ a 132$ (-81%, cioè un quinto https://www.vaielettrico.it/costo-delle-batterie-giu-di-un-altro-6-nel-2021/)
Mi trovi una evoluzione simile nel termico e avrà ragione lei.
Oltre al fatto che si è parlato di evoluzione MECCANICA: quanto dei miglioramenti sono dovuti alla meccanica e quanto al software che gestisce l’iniezione, l’anticipo, la fasatura etc. etc. ? E’ giusto chiamarla evoluzione “meccanica” ?
Ma si è risposto da solo, dal 2005 ad oggi non esiste ancora una vettura elettrica che abbia la stessa autonomia ( a parità di tipologia di veicolo ) di una vettura endotermica e oltremodo pur essendosi così “mirabilmente” abbassato il costo al kW/h un mezzo elettrico costa ancora il 25% in più ( e sono stato basso ) di un’equivalente con motore a pistoni. Il suo discorso potrà essere valido ( visti i tempi da lei descritti ) forse tra 15 anni, non certo oggi
A quante persone, percentualmente, serve la stessa autonomia per un singolo viaggio non stop e quante volte in un anno?
Voglio un numero, preciso, con una fonte.
È facile sparare affermazioni, ma poi bisogna anche calarle nella realtà.
ma che razza di ragionamento è?
ma ti pare che tra il 1900 e il 1920 le automobili si siano evolute in proporzione con le elettriche nel periodo 2005 – 2022?
e allora di cosa parliamo?
le auto elettriche costano care?
ma dai, ma non si capisce come mai, sarà un complottone!
il dubbio che si chiami “e onomia di mercato”, concorrenza e ammortamento degli impianti nuovi non sfiora nessuno?
e poi: tra 15 anni il discorso sarà valido
solo se
si comincia oggi!
ma santa miseria, ma l’innovazione non sono le foto dei giornali come Focus che van bene a fare sognare ad occhi aperti, l’innovazione tecnologica richiede soldi, tempo, coraggio, visione!
e per avere queste cose tra 15 anni…
o si agisce oggi
o ce le sogniamo…
ma tra 15 anni i cinesi saranno ben contenti di aver a che fare con Paesi che dicevano “ne parliamo tra 15 anni”…
Nota a margine
Il ministro del lavoro si chiama Andrea Orlando
Luigi Orlando fu illustre senatore del Regno d’Italia. 😉
in realtà cingolani e giorgetti, hanno un asso nella manica
insieme al prode Ing. Galeazzo Musolesi
stanno mettettendo a punto la rivoluzione del VENTUNESIMO SECOLO ..
L’AUTO A PEDALI !!
In teoria l’auto a pedali era un vecchio progetto americano di bici recumbent (reclinata) con la carena aerodinamica intorno. Bell’idea se non fosse che nel traffico cittadino non gode di grande visibilità e sarebbe suicidio sicuro
Nello facciamocene una ragione: siamo vecchi. Citare Galeazzo Musolesi ormai fa ridere solo noi. 🤣
anche l’Ing. Cane
non lo ricorda nessuno?
mille ..
millemila
Non ho capito se il ministro del lavoro pensa al reshoring con o senza un reddito minimo garantito. È bello questo fatto che ogni ministro pensa a fare valutazioni sul lavoro degli altri ministeri anziché parlare del proprio. Visto che l’UE sta parlando in termini minimi di un salario minimo e visto che solo l’Italia (e un paio di stati europei sfigati) ancora non ce l’hanno, mi piacerebbe sentire lui cosa sta facendo, visto che leggiamo di proposte di lavoro indecenti con contratti da 280 euro al mese…
Poi, risolti i problemi del suo ministero, se nel tempo libero vuole occuparsi di auto elettriche o di ufo … per me può anche candidarsi come prossimo conduttore di Sanremo …
Suggerirei di invertire gli occupanti dei due ministeri.
Cingoleni non può fare peggio di Orlando mentre quest’ultimo potrebbe rivelarsi una sorpresa nel campo green.
Cingolani e Giorgetti stanno facendo il male del pianeta, delle persone, dell’italia, delle aziende e dei lavoratori.
Forse stanno facendo il bene di (pochi) altri, a discapito “del pianeta, delle persone, dell’italia, delle aziende e dei lavoratori.” Disinteressatamente, intendo.
Chi ha il coraggio di chiederglielo? Qualche impavido giornalista RAI? Mediaset? La7?
Io penso che in Italia dovremmo focalizzarci su :
Motori
Inverter
Chargers
BMS
Battery packs da proporre a varie aziende costruttrici di auto .
Il problema dei costruttori auto è che negli anni hanno spostato la progettazione presso i terzisti ed oggi non sono più capaci di progettare .
Sulle prime 4 linee siamo già leader , dobbiamo impleentare aspetto battery packs .
Solo così avremo una creazione di posti di lavoro . Lasciamo che la tolla sia prodotta in Polonia o da altre parti
ma noi abbiamo silk-faw 🥳 che tra 30/40 anni FORSE si presenteranno per il rogito..
ci fosse il ministro OLLANDO al posto di cingo e giorge li avremmo tutti qui.. si si si
è infatti risaputo come il suo ministero abbia risolto tutti i problemi del “lavoro” 😏😏
curiosità: il prossimo parlerà della finale dell’isola dei ‘gnoranti e barconi elettrici?
E’ giusto fare presente che il Ministro Giovannini sarebbe il più titolato di tutti a parlare di elettrico visto che il suo ministero si chiama “Ministero della mobilità sostenibile”. Le sue posizioni sono inequivocabilmente contrarie ad una dilazione dei tempi. Secondo me però dovrebbe alzare un po’ la voce per non passare alla storia come il ministro della mobilità sostenibile il cui governo è il meno “sostenibile” dell’intera Europa. Anzi, se la linea ufficiale del governo è davvero quella di Giorgetti e Cingoli, fossi al suo posto, minaccerei le dimissioni. Voglio dire, è un professore universitario, un lavoro ce l’ha…….
E l’Italia risponde presente: la prossima Panda sarà solo in versione elettrica.
E pensare che la Panda Elettra l’avevamo nel 1990…
E pensa che all’alba della mobilità, agni inizi del ‘900 esistevano le prime auto elettriche. Come mai nessuno si chiede il perchè già allora sia fallita la mobilità a batterie? Epurre allora anche i motori endotermici era qualcosa se se si riuscivano anche solo ad avviarsi era un miracolo e la benzina si acquistava in farmacia ( e non è uno scherzo ). La mobilità a batterie è il sistema peggiore, per fortuna ci sono le alternative su come alimentare i motori elettrici, speriamo che i soldi per la ricerca vengano investiti bene e non per arricchire paesi totalitari e renderci schiavi da questi , si spera che la storia del metano dalla Russia abbia insegnato qualcosa
Gentile Livio, il petrolio usato nella sua automobile ogni giorno, da sempre, viene da paesi totalitari: Russia, Arabia Saudita, Venezuela, Iran, Iraq, Qatar e si potrebbe continuare. Quindi la lezione di moralità scritta da un computer o smartphone made in China credo la possa fare su un sito dove sono usi a non farsi troppe domande.
Scusi ma per caso nel mio commento trova scritto che sia giusto importare il petrolio e derivati dagli stati da lei citati? Perche altrimenti non riesco a leggere bene, o forse è lei che non capisce che riuscendo a liberarci dalla schiavitù economica per la mobilità dei paesi da lei citati, per la mobilità elettrica a batterie andiamo a “ricacciarci” nella brace dopo essere scesi dalla padella. Di lezioni di moralità non ne faccio, sono un pochino realista visti i risultati del metano e dell’affidarsi per più del 50% ad un solo fornitore, chi è attualmente il maggior detentore mondiale dello sfruttamento dei materiali utilizzati per le batterie? ops, stranamente lo stesso paese che produce anche il telefonino / computer che anche lei sta usando per scrivere inesattezze
Batterie al piombo-batterie al litio. Sa la differenza? Sa quando sono state inventate le seconde?
Perchè secondo lei i motori a scoppio degli inizi del 900 erano evoluti come quelli attuali o per avere 13 cavalli vapore dovevano essere di cilindrata 6.000 cc e facevano circa 1.2 km con un litro? Caro sig. degi esposti le consiglio di rippasare un po la storia dell’automobile prima di fare affermazioni totalmente inesatte
Le ho solo ricordato che fra i primi del 900 e oggi è successo che hanno inventato le batterie al litio. Tutto il resto del suo commento si riferisce a quello che ha immaginato lei, ma io non ho mai detto.
E lei, la sa la differenza?
Sì
Gentile Livio,
quale soluzione propone?
Non basta dire cosa sia sbagliato, se non si offre un’alternativa credibile, industrializzabile e raggiungibile oggi, meglio ieri. Non c’è più tempo.
Le batterie non sono la soluzione migliore, dice lei. Che invece sarebbe?
Se mi risponde con idrogeno, mi spieghi con quale energia lo otteniamo applicata a 30 milioni di veicoli, dato che ne serve un tantinello in più rispetto ad una batteria al litio (e so che lei è in grado di fare il calcolo).
Gentile Guido, questa sua affermazione assume che già ora saremmo in grado di “alimentare” queste fantomatiche 30 milioni di auto a batterie ? Settimana scorsa leggendo i giornali ho visto di blackout in varie città per via dei picchi di assorbimento dicono ” dovuti” ai condizionatori, le ci collegherebbe alla stessa rete di quella città anche le auto elettriche? Purtroppo chi elogia le tanto le batterie e non conosce le regole degli impianti elettrici spesso non ha nemmeno idea di cosa sia la ” potenza di picco”, cosa che consiglierei di studiare. E comunque parlavo proprio dell’idrogeno, quella “sostanza” che delle centrali idroelettriche potrebbero generare di nottequando hanno dei carichi ridotti e che è possibile stoccare e trasportare “alla fabbisogna” come avviene per esempio per la benzina o il gasolio nei periodi di ferie sulle autostrade in concomitanza dei grandi esodi quando i rifornimenti delle stazioni di servizio vengono semplicemente come minimo triplicati. In questi periodi cosa si fa con le colonnine? si mette una prolunga da una casa limitrofa? oppure se ne installano in numero elevato che il resto dell’anno rimangono in parte inutilizzate? convince lei i gestori a fare investimenti in perdita?
Lei non sa di cosa parla: non sa nulla di auto elettriche, non sa nulla di generazione elettrica e sa ancora di meno di idrogeno. Trova lettori che perdono tempo a spiegarle quel che non sa e lei fa finta di nulla continuando a pontificare. Forse è qui solo per provocare. In tal caso i suoi commenti finiranno nel cestino
I blackout sono dovuti a vetustà di LOCALI cabine di trasformazione in media tensione, non alla rete nazionale.
Nuovamente: lei fa affermazioni, ma non le documenta. Cosa sa lei che Terna non sa? https://www.vaielettrico.it/terna/
Se Terna non ha pensato di usare l’idrogeno come stoccaggio dell’extraproduzione notturna (https://download.terna.it/terna/Contesto%20ed%20evoluzione%20del%20Sistema%20Elettrico_8d75639fa148d01.pdf); quante nazioni le risulta che lo stiano facendo? Non pensa che ne possano sapere giusto un pelo più di lei (e di me, ovvio)?
Quanto idrogeno pensa che si possa trasportare su rotaia o su ruote dato il peso del serbatoio e avendo una densità energetica gravimetrica nettamente inferiore ai combustibili fossili? (per non parlare della pericolosità di avere una cisterna di idrogeno a spasso).
Non esistono idrogenodotti: sarebbero costosissimi e soggetti a perdite continue, è intrinseco nella dimensione della molecola. Lo si può trasportare con i metanodotti ma non puro, miscelato con il metano: serve rete di separatori. L’infrastruttura è ZERO.
Io ho chiaramente scritto: cosa possiamo fare OGGI. Domani è tardi.
Non puoi OGGI vendere 100.000 auto ad idrogeno. E nemmeno domani. Invece puoi venderle elettriche, immediatamente, e intanto la rete elettrica cresce.
L’idrogeno sarà validissimo: per i camion, per le navi, NON per le auto.
Può far parte di qualcosa di integrato, ma non da solo e non come vettore principale.
Lei sarà mica azionista Toyota?
c’è chi pensa all’oggi e al massimo a domattina
e chi guarda anche a dopodomani.
solo il primo o solo il secondo
non basta e non funziona.
in Italia siamo maghi a pensare solo a oggi….
Bene, ha ragione ed il mio tono non è ironico! Parlando di inquinamento, è stato spiegato che domani le batterie verranno riciclate negli impianti FV. Molto bene direi. Ma dopodomani nessuno ha ancora spiegato come verranno smaltite/riciclate/disassemblate o come preferisce. Ma dopodomani arriverà presto, la tecnologia evolve in termini di studi, la soluzione verrà trovata, servirà però attrezzarsi e su questo punto il buio è totale. Io sono piuttosto preoccupato, si tratta di trattare rifiuti molto pericolosi ed in quantità enormi. Non so se qualcuno possa essere più informato di me riguardo ad un progetto concreto e realizzabile
Veramente e’ da un po’ che l’hanno spiegato, come riciclare le batterie, e ci sono un po’ di annunci ultimamente sia su impianti gia’ attivi che in progettazione.
E’ solo che finche’ non ci sono abbastanza batterie da riciclare, l’urgenza e’ relativa.
La preoccupazione per le batterie esauste e’ uno degli spauracchi dei sostenitore dei motori termici a oltranza, assieme alle “terre rare” e al “ma chi la produrra’ tutta quell’energia elettrica li'”.
Non si faccia imbrogliare dalla propaganda!
E lei non utilizzi il nostro sito per fare pubblicità ai nostri concorrenti, che tra l’altro parlano più spesso e più volentieri di auto termiche che di auto elettriche.
Mi scuso, non pensavo di far male, volevo solo mettere in evidenza che non ci vuole molto per trovare le informazioni, al giorno d’oggi, avevo solo messo qualche link a caso da siti in italiano risultati da una semplice ricerca.
Sono sicuro che queste informazioni siano passate anche da qui.
Quello che volevo dire e’ che se si hanno, legittimamente, dei dubbi, non e’ difficile toglierseli da soli, con una ricerca su Internet e un po’ di spirito critico.
Se i propri dubbi si pongono su un forum, manifestando ignoranza, ammettendo la buona fede, viene da pensare che si faccia il gioco di chi osteggia la diffusione delle auto elettriche, insinuando dubbi in chi ha a cuore la sostenibilita’.
Il quale sostenitore non è altrettanto interessato ai veleni rilasciati dai motori termici, come non è interessato a tutte le altre discariche.
No il problema insormontabile sono le batterie.
Delle auto non dei telefonini e quant’altro.
Le batterie alla fine della seconda vita (30 anni presumibilmente) possono essere riciclate al 99%, recuperando le materie prime per il riutilizzo in batterie nuove. Lo abbiamo spiegato centinaia di volte, però lei non l’ha letto, questo è il problema. I gas di scarico della auto a benzina, invece, si è mai chiesto come vengono smaltiti? Magari nei nostri polmoni.
Seguo da poco, quindi cortesemente basta un link qualsiasi ad una sola delle centinaia di volte che lei cita. Chiedo qui perché sul web si trova tutto ed il contrario di tutto. Per quanto riguarda i gas di scarico, l’unico modo di riciclarli è farli assorbire dalle piante… che risultano in presenza del tutto sproporzionata alla quantità di gas emessi, ovviamente
Cito i primi due che ho rintracciato.
–Renault Re-Factory, l’auto elettrica diventa circolare
–Che fine fanno le batterie? “Riciclabili al 90%: è la circolarità perfetta”
La CO2 potrebbe essere assorbita dalle piante, se non fosse che nel frattempo la deforestazione ha dimezzato le aree boschive. Polveri sottili e ossidi di azoto ce li respiriamo noi. E non ci fanno tanto bene.
Purtroppo il sig. Degli Esposti non è molto informato, eppure sono notizie tratte dal giornale in cui avrebbe collaborato o collabora ancora:
I dati, un’anteprima dell’Inventario nazionale delle foreste che sarà presentato a fine anno, registrano l’andamento della superficie boschiva dal 2015 al 2020. Messi a punto da un gruppo di lavoro formato da Istat, Crea, Carabinieri
negli ultimi 5 anni le foreste italiane hanno continuato a espandersi, guadagnando 270mila ettari, qualcosa come l’intera provincia di Modena (+320mila ettari considerando anche le aree boscate, ecosistemi assimilabili alle foreste come la macchia mediterranea). Oggi occupano ben 11,4 milioni di ettari, quasi il 40% della superficie nazionale: 9,6 milioni sono foreste, 1,8 milioni altre aree boscate. L’incremento percentuale nel quinquennio è del 2,9%, negli ultimi trent’anni del 25% e negli ultimi 80 addirittura del 75 per cento.
Caro sig. Massimo, anche questa volta affermazioni inesatte?
Questa ridicolaggine è l’ultima che comparirà a sua firma sul nostro sito. Dal 1990 circa 420 milioni di ettari di foresta sono andati perduti nel mondo (fonte https://unric.org/it/rapporto-onu-mentre-le-foreste-nel-mondo-continuano-a-diminuire-e-necessario-intervenire-con-urgenza-per-tutelare-la-loro-biodiversita/) e continuano ad essere “bruciati” circa 10 milioni di ettari ogni anno. Lei, Livio, fa il tuttologo su wikipedia, ma in realtà è un perfetto ignorante funzionale.
Giusto per dovere di cronaca: è vero che la superficie boschiva in Italia è aumentata; è altrettanto vero che a livello mondiale sia diminuita e l’aria, nel caso fosse sfuggito a Livio che è in grado di usare motore di ricerca ma non è sufficiente, non ha bisogno di passaporti per girare il mondo, come l’acqua e l’aumento di temperatura.
Diverso il discorso inquinamento che è più locale dato il peso degli inquinanti, per cui la riduzione di ICE ha effetti non solo globali ma anche e soprattutto locali.
Tutti devono fare la loro parte: se non cominciano i paesi ad alto reddito procapite è inutile benaltrizzare sul fatto che in Africa non lo faranno: intanto cominciamo noi.
Consiglio di andare su siti che gia oggi si occupano di riciclaggio , tipo redwood materials che gia oggi fornisce di materiale riciclato i costruttori di batterie .
IL RICICLO E RIUTILIZZO gia oggi costa meno dell estrazione dalla miniera !!!