Un manager italiano nel vertice di Tesla Europa: è Stefano Mottarelli, nuovo Director of Public Policy and Business Development dell’azienda di Elon Musk.

Un manager italiano, Stefano Mottarelli, per Public Policy e Business Development
Mottarelli (qui il profilo completo) è in Tesla dal 2017, dopo esperienze in diverse azienda tra cui Edison, Axpo e Unicredit. Per l’azienda di Elon Musk ha lavorato per tre anni tra Roma e Milano, occupandosi soprattutto di rappresentare Tesla nei complicati meandri della politica italiana. Dal 2020 si è trasferito nella sede europea del gruppo e ora ottiene un’ulteriore promozione per sostituire un top manager in uscita, Joe Dings. Tra i vari dossier di cui si dovrà occupare, Mottarelli dovrà gestire i rapporti con la Commissione Europea in una fase di grande turbolenza. Sul tappeto ci sono i rapporti con la Cina con i relativi dazi (le Model 3 vendute in Europa sono fabbricate a Shangai) e la tormentata road-map verso il 2035. Per quell’anno l’Unione Europea dovrebbe varare il totale passaggio alle emissioni zero, ma un grande fronte economico e politico, con l’Italia in prima fila, si oppone strenuamente. Tesla è ovviamente a favore.
Sostituisce l’uomo che curò la nascita della Gigafactory di Berlino
È stato lo stesso Dings ad annunciare l’avvicendamento con Mottarelli, raccontando il lavoro svolto in questi anni per trovare una sede alla fabbrica europea di Tesla: “Una volta che Elon ha accettato un sito appena fuori Berlino, abbiamo iniziato l’odissea di trasformare una foresta di pini in una fabbrica di Model Y funzionante il prima possibile. Ci sono voluti 861 giorni, senza rivali in Europa per un progetto di queste dimensioni. Brandenburg era giustamente orgogliosa, ma ha anche dimostrato come solo un’azienda che si assume un rischio folle può muoversi rapidamente in Europa/Germania. Ci sono voluti 19 permessi preliminari e sette cause legali vinte prima che arrivasse il permesso vero e proprio e la produzione potesse iniziare“.
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Ma sei matto ?! Così vuoi fare risparmiare soldi all’italiano, che avendo tutte queste possibilità poi paga di meno ? La cosa più bella è: dove andiamo a prendere i soldi ? Bhe invece di impegnarsi prendiamo la via più facile, quella di tartassare ancora gli italiani, sia mai che facciamo cose giuste per farli respirare. È da più di 10 anni che penso che tutti questi governi che si susseguono dovrebbero andare a lavorare al circo Togni.
è sbagliata la combo:
– disincentivare l’agrivoltaico tenerdo alti i prezzi energia elettrica
– tenere molto alti i prezzi delle colonnine di ricarica spaventando possibii aquirenti e anche igiochetto con gli incentivi
– aumentare tassazione sul gasolio
per me una buona combo sarebbe stata:
– lasciare sviluppare l’agrivoltaico e in 8-12 mesi veder scendere il prezzo energia
– far correggere i prezzi alle colonnine e abbassare l’Iva sulle BEV per 3 anni (misuare stabile e prevedibile)
– aumentare la tassazione sul gasolio (con le solite esenzioni x autotrasportatori e usi agricoli), fosse anche di poco ma per dare un segnale
Visto che da un barile di petrolio si estraggono mediamente 70 litri di benzina e 45 di gasolio,
visto che il parco circolante è ancora troppo sbilanciato sul gasolio (6-7 anni era fa ancora peggio ed i gestori dei distributori erano spesso contattati telefonicamente con ansia dai loro responsabili di zona per sapere quanta benzina erano riusciti a vendere),
prima con la giusta incriminazione per inquinamento (ma la benzina inquina molto di più sia da cruda che da cotta) ed ora con le “forse” accise (ma a volte bastano i rumors per influenzare le scelte) stanno facendo di tutto per correggere lo sbilancio di produzione di idrocarburi delle raffinerie ancora in eccesso di produzione di benzina al fine di aiutarle ad essere più profittevoli.
Almeno in teoria, l’allineamento può anche essere verso il basso, il che vorrebbe dire uniformare l’accisa sulla benzina a quella sul gasolio: ma certamente non accadrà, è la solta storia del lupo (il fisco) e dell’agnello (il consumatore). Piuttosto, non bisogna dimenticare che, indipendentemente dal colore, tutti i partiti, quando sono stati all’opposizione, hanno sempre fatto grandi “promesse” fiscali, salvo poi non mantenerle una volta al governo. Quindi niente di nuovo sotto il sole, è un comportamento che va avanti da decenni
Ma ben venga che le accise vengano allineate verso l’alto! In Svizzera il gasolio è sempre stato (o almeno da fine anni ’80) più caro della benzina, poiché sovratassato.
tuttavia non nascondo che dal profilo sociale questa misura può essere una mazzata e la cosa è stata gestita male. Qualche idea:
– annuciare la misura con almeno 12 mesi d’anticipo e procedere a scaglioni (raggiungere il pareggio in 3-5 anni)
– favorire le FER per portare ad un abbassamento del costo dell’energia, come già scritto sotto nei commenti
non sono d’accordo di agevolare agricoltori e autotrasportatori (sul prezzo del gasolio): anche loro devono essere stimolati a cambiare fonte d’energia. Piuttosto le agevolazioni ci starebbero per altre misure (es esempio nuovi trattori elettrici?).
P.S. a mio modesto avviso la parità di tassazzione si otterrebbe misurando la tassa a parità di energia fornita, quindi al litro il gasolio dovrebbe esser tassato di più… ma non voglio passare per integralista. Ho guidato e amato la mia 147 jtdm … ma trovo deleterio che persone con uso prevalentemente cittadino optino per auto diesel.
Speriamo in bene.
“…trasformare una foresta di pini…” bisognerebbe aggiungere però che i suddetti pini , sono stati tutti ripiantati in altro luogo !
Magari a testa in giù?
Questo è l’unico commento in tema con l’articolo, tutti gli altri commenti sembrano legati a un articolo che parla di incentivi e tassazione di fonti di energia fossili e rinnovabili…