Hyndai ritirerà 25.000 Kona Electric vendute in Corea per un possibile difetto nelle batterie. Secondo la stampa coreana (leggi ) il richiamo potrebbe essere esteso a livello globale coinvolgendo 77 mila autovetture elettriche.

Non è chiaro se i probleni riguardino le celle, prodotte da LG Chem, o l’assemblaggio del pacco batterie realizzato da HL Green Power, joint venture di Hyundai Mobis e LG Chem. Pare comunqu che sia già partita una contesa legale fra le casa automobilistica e e LgChem.
Il primo episodio sospetto si era verificato l’anno scorso quando era esplosa una Hyundai Kona EV in un garage a Montreal, in Canada. In seguito si sarebbero sviluppati altri 12 incendi sospetti. Hyundai ha aperto un’indagine ufficiale su questi episodi giungendo alla conclusione che si è sempre trattato di un difetto in una cella (leggi anche).
Il presidente di Hyundai Motor Seo Bo-shin, responsabile del controllo di qualità , ha affermato che la società «ammette i difetti dei veicoli» ma avrebbe già «individuato una soluzione per correggere i difetti».
Un’altra indagine condotta dal ministero della sicurezza coreano avrebbe accertato invece che responsabile degli incendi sarebbe un difetto nell’assemblaggio del pacco batterie, in particolare nek separatore delle celle.

Una comunicazione ufficiale sul possibile ritiro delle auto a livello globale è attesa nelle prossime ore.ù
Il caso Hyndai riaccenderà inevitabilmente il dibattito sulla sicuerezza della auto elettriche. Ma, lo ripetiamo, non esiste nessuna prova statistica che dimostri l’effettiva pericolosità delle auto a batterie. Solo negli Stati Uniti vanno a fuoco ogni anno 200 mila auto a benzina o diesel senza che nessuno ne parli.
La cosa migliore da fare quando si carica un’auto elettrica quindi il momento in cui può succedere che si incendi o che esploda magari durante la notte in cui tutti dormono e caricarla all’aria aperta non in garage, almeno non si rischia di far saltare anche la casa, dovrebbero fare una legge che rimangano fuori dal garage come le auto a gas. Al sig. Pietro in Canada chi gli ripaga il garage, fortuna che il garage era affianco alla casa e gli ha bucato il tetto se il garage fosse stato al piano terra della casa sarebbe saltata l’intera casa con gli occupanti che dormivano. I 12 INCENDI CON ANCHE ESPLOSIONI NON SONO IN 12 ANNI MA SONO IN UN ANNO E QUESTO IL PROBLEMA. Cambiare le batterie a 77000 auto dal costo di 10-12 mila euro + manodopera non è come cambiare un tubo di alimentazione difettoso di un’auto termica. Questo problema grave costerà molto caro sia alla Hyundai che alla LG Chem. I proprietari delle auto dovranno avere tanta ma tanta pazienza………. BUONA FORTUNA
Lei sta facendo tanta confusione. Le auto elettriche non esplodono. Il rischio di incendio è inferiore rispetto alle auto termiche. Semplicemente gli episodi vengono enfatizzati, tipo questo signo Pietro, continuamente citato. Cerchiamo di ragionare: si chieda per esempio perchè l’installazione degli impianti di ricarica, sia pubblci che condominiali, non richiedono alcune certificazione anti incendio. L’evetuale ritiro di 77 mila vetture elettriche non significa che in tutte debba essere sostituita la batteria, non esiste proprio. Vengono semplicemente richaiamate per un controllo ed eventualmente per la sostituzione di componenti difettosi.
Il rischio esplosione di una batteria è reale ed è dovuto al fenomeno della “deriva termica” o “thermal runaway” che determina la rapida combustione delle celle adiacenti a quella di “innesco”. Il problema si risolve all’origine, utilizzando una chimica meno suscettibile al fenomeno; ad oggi le meno pericolose sono quelle al ferro-fosfato (LFP), che tuttavia, a parità di energia, pesano il 30% in più rispetto alle più performanti celle tipo NMC (le più diffuse). Alcuni produttori di batterie (CATL – BYD) si stanno orientando verso le LFP non solo per questioni di sicurezza ma anche per eliminare tutti i problemi derivanti dall’impiego del Cobalto e del Nickel (difficoltà e costi di approvvigionamento).
Un conto e se prendono fuoco come un’auto termica e hai il tempo di uscire dall’auto, ma alcune sono
esplose!!!! sotto l’auto c’è una bomba c’è una chimica che può esplodere, vanno ritirate tutte ma stiamo scherzando, o prima deve scamparci il morto prima di ritirarle!!!! Al sig. Pietro in Canada gli e esplosa l’auto in garage, auto ferma dentro un garage bucando il tetto, fortunatamente non c’era nessuno in garage!!!
Via, Paolo!! Non è vero che le auto elettriche esplodono. Può esplodere una cella che innesca la combustione. Nessuna bomba chimica. Sarebbe il caso di smetterla con le bufale.
Personalmente invece credo sia un bel problema, anzi, un problema enorme. A tutti i costruttori può sfuggire qualche dettaglio di progettazione che poi viene corretto nelle versioni successive, la storia ne è piena. Ma questo è “il dettaglio”. L’aspetto più critico e la paura più grande di chi acquista un’auto elettrica è che questa possa esplodere e quindi è abbastanza ovvio che i costruttori, quando costruiscono l’auto l’elettrica, prima ancora dell’infotainment, dei fari a led o dei freni pongano il 98% delle loro attenzioni su quel difetto che tanto spaventa i consumatori. Non si può pensare che alla Hyundai non ci abbiano pensato o abbiano speso su questi test lo stesso tempo speso per controllare, che so, le guarnizioni dei finestrini elettrici. E questo che in assoluto è l’elemento più critico e verificato invece ha un problema che ancora non si sa neanche a cosa sia dovuto? Scherziamo? Inoltre occhio che non si può neanche banalizzare per la storia di “12 casi su 77000” perché nel mondo (USA in primis) gli enti che regolamentano la sicurezza dei veicoli fanno sì che se un produttore decide volontariamente di ignorare un possibile difetto grave allora becca una multa che lo manda al tappeto. Ragazzi sono stati appena ritirati 50 milioni di veicoli per appena 16 incidenti mortali, o ve la siete scordata la storia degli airbag Takata (fonte: https://www.repubblica.it/motori/sezioni/sicurezza/2017/06/26/news/addio_takata_in_bancarotta_il_leader_mondiale_airbag-169148734/ ) ? La società finì in bancarotta e le sostituzioni costarono milioni di dollari. Quanto costa sostituire le batterie da 64 Kwh a 77000 veicoli? E chi garantirà che le nuove batterie non siano fallate?
Enzo, scusi. Hyundai ha affermato che il difetto è stato individuato. Riguarda i modelli antecedenti al marzo 2020. Il termine esplosione non è corretto. In genere esplode una cella che poi innesca un incendio progressivo. Esplodono più facilmente i serbatoi della benzina (almeno nei film). Non abbiamo citato i 12 casi su 77 mila per minimizzare, ma solo per sottolineare che,conti alla mano, il numero è proporzinalmente inferiore a quello degli incidenti relativi ad auto termiche negli Usa. Converrà con noi che i giornali non si lasciano mai sfuggire l’occasione di titolare sugli incendi della auto elettriche, ma non raccontano mia (sarebbe ridicolo) il rogo di una vecchia Panda senza morti ne feriti.
Massimo forse sono stato poco chiaro nel mio intervento. Non ho esclamato “oh mio Dio, forse la mia auto può esplodere, allora non la compro”, non è questo il senso. Mi sono soffermato su altri aspetti:
1) assurdo che la componente che dà problemi sia proprio quella sicuramente più soggetta a verifiche scrupolose (e questo è l’aspetto più critico di tutti)
2) l’intervento potrebbe diventare molto costoso perché forse il pacco batterie non potrà essere riparato ma andrà sostituito, con costi enormi per il produttore
3) per un problema che statisticamente si è verificato su molti meno veicoli, la società Takata è andata in bancarotta
Inoltre non farei un paragone con la Panda. A casa mia il garage è dentro la casa e confina con caldaia a gas e cucina: se mentre dormo e l’auto si ricarica questa va a fuoco, io salto in aria con tutti i vicini. La Panda non prende fuoco mentre è spenta. Quindi, fermo restando la corretta sottolineatura che il problema è “statisticamente poco preoccupante”, è un dato di fatto che questo modello di auto (e non solo lui) presenta un problema CRITICO che non è uguale a quello dei modelli a benzina, ma diverso
Di auto termiche che si incendiano all’improvviso senza alcun motivo apparente (anche parcheggiate da ore o giorni) senza segnali premonitori o fumi strani di preavviso ne sono piene le cronache locali quotidiane… l’unica differenza è che quella elettrica fa notizia, il pandino del vicino che all’mprovviso alle 3 di mattina, va’in autocombustione no…suvvia siamo seri
La differenza è che in proporzione a quelle circolanti sono numeri esigui. 200000 auto in USA su più di 200 milioni di Veicoli, di cui la stragrande maggioranza termici, è un numero ridicolo. Poi ripeto, non sto dicendo che sia impossibile, né improbabile, sto solo dicendo che è un fenomeno che deve essere tenuto in considerazione sorpattutto in prospettiva di un aumento della quota di mercato. Le batterie sono oggetti molto delicati, in qualsiasi ambito di utilizzo
Anche 12 casi su 77 mila Kona elettriche vendute mi sembra una percentuale ridicola. Anzi, è meno della metà . o mi sbaglio?
Massimo, 12 PER ORA. Ricordo che la kona ev è appena uscita mentre i 200 milioni di vetture comprendono auto che variano da 70 anni a qualche mese. Evidentemente se si è deciso di volerle ritirare è perché la possibilità che il numero aumenti non è del tutto scartabile…. O si vuole arrivare come al Samsung Note, dove se lo si voleva portare in determinati luoghi bisognava prendere appositi provvedimenti?
Benché sia d’accordo nell’affermare che, almeno senza che vi sia di mezzo un incidente, le auto elettriche siano sicure quanto quelle termiche, bisogna dire che c’è una differenza che non è proprio piccola.
Le auto termiche sono a rischio incendio sopratutto durante il loro utilizzo, se in presenza ad esempio di una perdita d’olio od un surriscaldamento del motore dovuto ad altri fattori. Molti parametri inoltre vengono segnalati al conducente di modo che in presenza di un guasto possa fermarsi prima che avvenga l’incendio. Ovviamente esistono le eccezioni, come sempre.
Le auto elettriche invece può capitare che si incendino da sole in momenti in cui la vettura è ferma e neanche in presenza di agenti atmosferici che potrebbero alterare lo stato della batteria. Sono un esempio a riguardo la Tesla model s esplosa in Cina, così come la kona di cui sopra entrambe incendiatesi in un garage. Questo aspetto andrebbe indagato perché aumenta l’effettiva pericolosità di un auto, in quanto il conducente in quel momento non ha nessun tipo di controllo sulla vettura e non può eventualmente apportare delle procedure affinché non succeda nulla. L’ultimo punto è che, a differenza delle auto termiche, il conducente ha sott’occhio solo la temperatura della batteria ma non si rende conto di un eventuale processo chimico potenzialmente pericoloso a differenza di chi guida un auto termica, che, oltre alle spie elencate sopra può vedere anche del fumo oppure sentire odore di bruciato e capire che c’è qualcosa che non va.
Torno a ripetere, può succedere a tutte due le tipologie di auto, ma secondo me il fstto che possa avvenire ad auto ferma, oltretutto anche riparata da agenti esterni, e che non dia segnali premonitori, le rende potenzialmente più pericolose.
Giusto per condividere con voi la mia esperienza personale.
Possiedo da poche settimane una Kona con batteria da 64 kWh. Probabilmente e` stata fabbricata in Maggio e quindi non dovrebbe far parte del richiamo, che dovrebbe includere le auto prodotte fino a Marzo 2020 (notizia letta sulla stampa).
Ho preso la patente di guida nel 1975 e fino ad oggi ho posseduto 13 differenti modelli di auto (compresa la Kona). Nel 1990, una ebbe un inizio di incendio alla batteria (qualla al piombo da 12V), fortunatamente senza gravi conseguenze. Altre due, una a benzina e una diesel, vennero richiamate (1998 e 2014) per cambiare alcune parti del tubo di riempimento del serbatoio (rischio di incendio).
In ogni caso, non intendo minimizzare il problema della Kona.
Grazie Mario per il suo contributo. Siamo assolutamente d’accordo on lei: si fa troppo allarmismo e circolano troppe fake news sul rischio incendio per le auto elettriche. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. In questo caso, però, informare di un problema immediatamente individuato dalla stessa casa produttrice, ci sembrava doveroso verso i possessori di quel modello, venduto in Italia in migliaia di esemplari.