Un deposito di CO2 sotto l’Adriatico: s’ha da fare? L’Eni ci crede, stoccando l’anidride carbonica nelle vecchie strutture del gas di Porto Corsini (Ravenna).

Un deposito di CO2? Il prof Butera: “Costa molto, con un contributo modesto alla decarbonizzazione”
Repubblica ha spiegato il progetto con il capo della carbon capture dell’Eni, Salvatore Giammetti, premettendo che ancora mancano le regole e i costi sono alti. “Si usano al contrario i tubi che negli anni ’60 hanno portato il metano a riva, nella case e nelle industrie, per sostenere il miracolo economico“. E Giammetti: “Nell’impianto abbiamo dimostrato che la tecnologia è già disponibile e può funzionare“.
Ma sono tante le voci contrarie, come Federico Butera, prof emerito del Politecnico di Milano: “1) ci sono molti dubbi sulla possibilità di usare questa tecnologia su larga scala, fornendo un contributo apprezzabile alla decarbonizzazione; 2) permette di continuare a usare il metano, che con le perdite lungo il percorso dall’estrazione al consumo, è 30 volte più potente della CO2 come gas climalterante. E vanifica in parte o in tutto il sotterramento della CO2 3) costa molto, affinché la tecnologia sia competitiva occorre che chi emette CO2 debba pagare 140 €/tonnellata emessa; 4) oggi non è così e occorre che lo Stato, cioè i cittadini, paghino all’ENI quel che serve per ripagare i maggiori costi, almeno“.

“A questi costi sono competitivi l’idrogeno, i combustibili di sintesi verdi e gli accumuli…”
Butera ha pubblicato queste riflessioni sul suo profilo LinkedIn, aggiungendo: “Domanda: perché dobbiamo per forza farlo? Con la CO2 a 140 euro/tonnellata, diventano competitivi l’idrogeno verde, i combustibili di sintesi verdi, i sistemi di accumulo più costosi. E ci liberiamo dalla dipendenza dal gas prodotto in altri paesi”.
Per poi concludere: “Inoltre, contrariamente a quanto scritto nell’articolo, l’IPCC nei suoi scenari prevede la cattura e lo stoccaggio della CO2 da biomassa, non da gas (vedi: IPCC, 2018: Global Warming of 1.5°C. An IPCC Special Report on the impacts of global warming of 1.5°C above pre-industrial levels and related global greenhouse gas emission pathways, in the context of strengthening the global response to the threat of climate change, sustainable development, and efforts to eradicate poverty, Pag.14). È molto diverso“.
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L’unico modo per diminuire la CO2 è quella di emetterne il meno possibile (oltre a tutti gli altri inquinanti legati ai processi in cui viene emessa)… e lasciare il resto alle piante terrestri e marine.
Se la “nascondiamo” sotto terra o sotto il mare prima o poi qualche fenomeno geologico la libererà in quantità… aggravando tragicamente la situazione ambientale.
Già sta capitando da decenni con lo scioglimento ghiacci polari e siberiani (il permafrost) che liberano miliardi di tonnellate di Metano in atmosfera!!
s’ha da fare? L’impianto di cattura e stoccaggio della CO2 di Eni a Ravenna, in joint venture con SNAM, è stato già fatto, il progetto è in fase 1, come un impianto pilota, quindi è già in esercizio e sta catturando, trasportando e stoccando la CO2 emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel comune di Ravenna. Questa centrale tratta gas naturale proveniente dalle piattaforme offshore nell’adriatico e da impianti a terra. Il progetto sta garantendo un livello di abbattimento superiore al 90% della CO₂ in uscita dal camino della centrale. La fase 2 del progetto è prevista dal 2027, quando si prevede di catturare e stoccare la CO2 anche da altri impianti.
personalmente spero non ottengano fondi pubblici per passare alla fase 2,
anche se la forte vicinanza tra ENI e il Governo fa già pensare male, a un sistema per avere altri sussidi pubblici
e la Co2 a volte viene già pompata dalle società (anche senza sussidi) nei giacimenti (però di petrolio?) per spremerli sino alla fine
la tariffa ceh chiederebbe ENI per kg di CO2 sarebbe molto alta, lo stoccaggio di dubbia durata, e in ogni caso abbastanza uno spreco di soldi forse anche 10 a 1 rispetto a usarli invece per potenziare la rete elettrica e facilitare rinnovabili e accumuli
Praticamente è come nascondere la polvere sotto il tappeto in attesa di pulirla.
Poi resta da capire da dove catturano la CO2, pensare ti poterla prendere dall’atmosfera è fantascienza, richiederebbe enormi quantità di energia e comunque sarebbe diluita milioni di volte, insomma, svuotate una birra nel mare e dopo cercate di riprenderla, il problema è abbastanza ovvio…
Non fanno ragionamenti stupidi quelli dell’ Eni, è come avere un immobile divenuto rudere che farsene? Lo sfrutti mettendo una tenda come tetto che fa co2 da tutte le parti
Dove prendono CO2 , non dall’atmosfera perché troppo difficile e costoso , forse dal metano per fare H24 o da altri processi da cui è facile prenderla. Non è che alla fine è più conveniente cercare di non produrla. Chiaramente privando qualcuno di entrate pagate da tutti.
Queste son quelle notizie che mandano in visibilio certe redazioni, tipo quella del Lercio
“Deposito di CO2 sotto all’Adriatico – dal 2028 in Riviera per primi al mondo si farà il bagno nell’acqua gassata”