Un cavo volante dalla finestra di casa alla strada per rifornire l’auto: si può fare? Un lettore ci pone la domanda già proposta da Alessandro. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri messaggi vanno inviati a info@vaielettrico.it .
Un cavo volante per ricaricare la mia prossima auto elettrica: chi me lo vieta?
“Sono intenzionato ad acquistare un’auto elettrica. Ma abito in centro città e non ho un box nè un’area privata dove poter eseguire la ricarica e le colonnine sono parecchio distanti dalla mia abitazione.
Vi chiedo se è possibile ricaricare l’auto facendo passare il cavo dalla finestra della mia abitazione fino all’auto parcheggiata sotto casa su suolo pubblico. Ho visto utilizzare questa pratica da altri (v.foto dopra) Vi chiedo quindi: 1) Se questa pratica di ricarica è possibile e in base a quali normative. 2) Se non è possibile quali sono le normative, leggi, regolamenti, ecc. che lo vietano. Ho fatto le stesse richieste al Comando di Polizia Locale ma ad oggi non ho avuto riscontro. Vi chiedo pertanto se potete darmi indicazioni in merito prima di affrontare l’acquisto di un’auto elettrica che non è insignificante. Grazie anticipatamente per la risposta“. Ing. Roberto Gasparini
Normativa o no, suggeriamo caldamente di evitare
Risposta. Onestamente non siamo al corrente di una normativa specifica. Ma ribadiamo quanto detto in risposta all’altro lettore. Ovvero che far passare un cavo di ricarica su un suolo pubblico è da evitare perché pericoloso. Si rischia che chi transita sul marciapiede, o comunque nel tratto sotto la finestra, non veda il cavo e inciampi mello spessore del cavo, procurandosi traumi. Bisogna pensare a soluzioni alternative: vietato o meno, questa ci sembra decisamente da sconsigliare.
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Potrebbe installare una wallbox in casa e uscire con il cavo Mennekes, che è lo stesso che si usa su suolo pubblico quando ricarichi alle colonnine AC.
Siccome però passerebbe dal marciapiede, è preferibile mettere il cavo in uno di quei passacavi di plastica per esterni. Non praticissimo, però così tuteli l’incolumità dei passanti e ricarichi in sicurezza.
E si firma Ing. ?
Sarebbe interessante capire se vale la stessa regola che vale per l’alimentazione degli impianti dei concerti per cui è possibile a patto che il cavo sia messo in sicurezza e segnalato a dovere (Tipo sotto un dosso catarifrangente).
Pensando alla regola dell’arte, alle varie probabilità di eventi che potrebbero succedere eviterei di far passare un cavo volante tra casa e auto: oltre al pericolo d’inciampo c’è pure quello di eletrrocuzione in caso il cui il cavo magari a terra venga danneggiato nel suo isolamento a causa di un monopattino o di altro che passando lo danneggia e ciò rischia di provocare una scossa elettrica per chi, senza rendersene conto, pasandoci sopra può appunto prendere la scossa. Quella carica ha voltaggio più elevato e se l’impianto elettrico a cui è allacciato non è dotato di adeguato o ben funzionante interruttore differenziale potrebbe non interrompere la corrente in caso di necessità. Quindi, per me è una pratica da evitare.
Ovviamente no!!! Anche se si tratta di strada privata di proprietà, ma con accesso pubblico consentito, tipo diritto di servitu. E se succedesse pure qualcosa a qualcuno, anche pure a un vandalo, rischi pure di finire in galera. E di vandalismo in città ormai ovunque ce n’è sempre di più, quindi evitare assolutamente di fare cose del genere.
È da evitare assolutamente: in caso di dispersioni ci sono due messe a terra differenti: quella dell’impianto casalingo e quello pubblico; ad esempio, dell’illuminazione.
E poi il posteggio sotto casa non è mica garantito.
In realtà è abbastanza semplice rispondere alla domanda dal punto di vista normativo. Esistono 4 modalità di ricarica secondo la IEC 61851-1 (recepita da apposita norma CEI). Il modo 1 prevede il collegamento diretto tra veicolo e presa di corrente senza infrastruttura di controllo, il modo 2 prevede l’aggiunta di un apposito sistema di monitoraggio sul cavo (il cosiddetto “carichino”), il modo 3 prevede l’installazione di un equipaggiamento di monitoraggio fisso (wall box o colonnina),e tre il modo 4 è la ricarica DC.
In Italia solo il modo 3 e il modo 4 sono legali su suolo pubblico: il modo 2 è consentito solo in zone provate non accessibile a terzi. La modalità di ricarica descritta dall’articolo è un modo 2, pertanto è inattuabile su suolo pubblico. Sarebbe consentita solo, ad esempio, all’interno di un giardino privato.
Sarebbe interessante sapere se sia possibile farsi riservare, a pagamento, dal Comune di residenza, il posteggio davanti a casa e installare a proprie spese una colonnina di ricariva
Anche qui la vedo dura. Tecnicamente sarebbe possibile, qui ci sono alberghi che hanno i posteggi riservati sulla strada pubblica visto che non hanno spazi propri, quindi pagano l’occupazione di suolo pubblico come i dehor dei bar. Il problema però è un’altro , se in un condominio dove ci sono 20 alloggi tutti chiedessero il parcheggio riservato cosa si fa? Si ipoteca tutta la via? Senza contare che forse il canone annuale sarebbe superiore rispetto alla ricarica da colonnina
No, la strada è pubblica e non puoi certo installarvi tuoi impianti!
se è un posteggio riservato al proprietario della casa, forse… non ti resta che chiederlo direttamente al tuo Comune…. in genere per evitare eventuali rischi responsabilità future di qualsiasi tipo, in primisi sicurezza, tendono a risponderti negativamente.
Pongo la domanda alla redazione:
In caso di traumi provocati dal cavo di ricarica messo tra abitazione e vettura chi risarcisce?
Conoscendo di che pasta sono le assicurazioni non credo proprio che lo facciano loro!
Non è la pasta delle assicurazioni, è proprio una casistica che esula dalla circolazione o dal veicolo!
le assicurazioni assolutamente no, figuriamoci, il dubbio che ho io invece è nel caso il veicolo sia di proprietà diversa rispetto all’abitazione, pagano tutti e due i proprietari? Probabilmente si secondo me, in egual misura non lo so, dipende molto dal giudice che ci si trova davanti immagino.
Provo a dare una risposta: un impianto elettrico deve essere sempre avere una dichiarazione di conformità. Tale documento viene rilasciato dall’installatore al committente che è il proprietario del sito dove viene realizzato l’impianto. Nessun privato può essere proprietario del suolo pubblico quindi si deduce che non essendoci l’autorizzazione del proprietario, ovvero il comune, nessuno può realizzare un impianto elettrico che insiste sul suolo pubblico, neppure in via temporanea. Ed ovviamente un sindaco non firmerà mai un’autorizzazione del genere. A mio parere si rischia di finire in guai grossi, non parliamo poi se dovesse succedere un incidente.
In ogni caso, in materia di cavi 220/380V di veicoli elettrici da e verso immobili/aree di lavoro, sarebbe opportuno che legiferasse la UE e gli stati recepissero, perché con l’emergere di V2X e soprattutto V2L, non sarebbe bello se un artigiano di Torino andasse a fare un lavoro in un cantiere non elettrificato a Lyon e si beccasse una multa (e viceversa).