Un carrello-batteria e l’auto elettrica diventa modulare

Un carrello-batteria per aumentare l’autonomia di utilitarie e citycar nel caso di viaggi più lunghi del solito. L’idea è di Enrico, noi non siamo troppo convinti. Inviete i messaggi a info@vaielettrico.it.

La soluzione per automobilisti a bassa percorrenza

Leggo con piacere i vostri articoli e sostengo da sempre la mobilità elettrica.
Ho letto anche il vostro commento a soluzioni modulari per le batterie con cambio rapido.
Espongo la mia opinione:
Ci sono 2 tipologie di automobilisti in base alla percorrenza giornaliera:  e quelli a lunga e quelli a bassa.
Mi aspetterei quindi che le auto possano offrire almeno 2 allestimenti differenti (o modulari).
Per gli automobilisti a bassa percorrenza, in caso di un viaggio lungo, potrebbe essere previsto un carrello trainato da affittare alla bisogna con batteria di supporto, oppure con un generatore, che potrebbe garantire la ricarica anche durante il viaggio .
Che ne dite? Enrico del Fabbro

Qualcuno ci ha provato, ma non si è più visto

Risposta- Non è la prima volta che ci viene sottoposta la soluzione del “carrello-batteria” supplementare (leggi qui e qui) per i lunghi viaggi e abbiamo sempre risposto che non ci pare un’ idea percorribile. Abbiamo scritto anche della start up francese EP Tender che produce un rimorchio universale con 51 kWh di capacità. Ma ne abbiamo perso le tracce, quindi non dovrebbe aver avuto grande successo.
I motivi per i quali la soluzione del carrello-batteria non ci convince sono almeno tre:
-Primo: il traino di un carrello aumenta i consumi in modo significativo, sia per il maggior peso sia per la peggiore aerodinamica. Quindi una parte non trascurabile dell’autonomia aggiuntiva verrebbe semplicemente sprecata.
carrello-batteria
Ecco come funziona il carrello-batteria studiato da EP Tender
-Secondo: chi sarebbe il proprietario del carrello-batteria? Immaginiamo che non possa essere lo stesso proprietario dell’auto, che dovrebbe accollarsi un costo di alcune migliaia di euro per fruirne solo alcune volte all’anno. Supponiamo che invece fosse un noleggiatore (che comunque si farebbe pagare un canone di alcune decine di euro al giorno): siamo certi che il tempo necessario per raggiungere il luogo di stoccaggio, sbrigare le pratiche burocratiche di noleggio, collegare il carrello all’auto, riconsegnarlo a fine viaggio non sia molto superiore a quello di una o due ricariche fast da colonnine pubbliche effettuate durante il viaggio? Entro l’estate avremo 100 stazioni autostradali dotate di impianti di ricarica a 150 KW di potenza che in 20 minuti possono erogare 20-30 kWh per quasi 300 km di autonomia.

Consumi, costi e sicurezza: tre motivi per dire no. E i tempi….

-Terzo: una batteria con una capacità analoga peserebbe a dir poco un quintale con un ingombro di oltre un metro quadro. Aggiungiamo la struttura del carrello e i dispositivi di connessione. Nel caso del carrello-batteria universale francese EP Tender che si può agganciare a vari modelli di vettura, solo l’adattatore costa fra l’altro 600 euro (più 34 euro al giorno di noleggio). Siamo certi che un’auto elettrica concepita per brevi percorsi,  sostanzialmente un’utilitaria o una citycar (segmenti A e B), così stressata  non avrebbe problemi di handling o addirittura di sicurezza?

Un’applicazione vincente? Negli autoarticolati

carrello-batteria
Il camion elettrico di Daimler con batteria supplementare nel rimorchio

Una soluzione analoga è allo studio, in realtà è già stata presentata, per gli autoarticolati. E’ opera di Daimler. tIn questo caso il rimorchio c’è già ed è già progettato per carichi di tonnellate. Il peso della batteria andrebbe semplicemente a scapito del carico utile trasportabile, che diminuirebbe in proporzione.

 

Visualizza commenti (22)
  1. su autostrade italiane si paga per assi
    3 assi paghi quasi il 50% in più
    L’elettrico e conveniente economicamente poco o niente rispetto una termica, dipende da mille fattori che quasi nessun utente riesce a calcolare
    Attualmente l’elettrico è per i Furio personaggio mitico del film di verdone

  2. Nello Roscini

    L’Idea migliore ce l’ha avuta l’Australiano
    produttore di pannelli fotovoltaici film sottile

    ha riempito il carrello con i suoi pannelli e fa il giro dell’Australia , senza caricare alle colonnine

    twitter Charge Around Australia
    @ChargeAroundOz

    https://chargearoundaustralia.com/

  3. Samuele Di Ronco

    Buongiorno, vedo che più di uno solleva la questione di quanto comodo sarebbe avere batteria standard e modulare da inserire alla bisogna nel proprio veicolo. Poi che la batteria sia a noleggio, di proprietà sempre carica dal proprio FTV, che possa servire a fornire i servizi ancillari alla rete (erogare energia alla bisogna e assorbire i surplus da rinnovabili) quando è nelle stazioni di servizio questo si vedrà….vero è che in Africa una ditta costruttrice di auto ha già standardizzato il contenitore di idrogeno (come un bel termos gigante) per la sua auto a idrogeno. Sono i paradossi della tecnica!!

      1. PaoloPerotti

        Il carrello appendice deve essere registrato sul libretto dell’auto …..
        Quindi niente noleggio :-((

        1. Scusa ma non deve essere registrato solo il gancio di traino? E indicata la massa trainabile frenata e non frenata?

          1. Alessandro D.

            Il rimorchio ha la sua targa e il ripetitore e vive di vita propria, l’appendice solo il ripetitore e diventa “parte” del veicolo di cui è appunto appendice.

        2. Alessandro D.

          -niente noleggio :-((-

          Vero, niente noleggio. Ma chi si comprasse sta scemenza almeno potrebbe andare a 130. 😂😂😂

      1. Alessandro D.

        Rimorchio max 80 orari, appendice 130 come l’automobile.
        Lo so, è assurdo e sono il primo a dirlo.

  4. Credo che valgono molte delle considerazioni fatte per o swap.
    Per andare a noleggiare il carrello e restituirlo si perderà tempo, inoltre anche le utilitarie, tra qualche anno, si ricaricheranno molto più velocemente:.ci sarà si bisogno di 1 o 2 soste in più, ma non per molto tempo.

    Piuttosto penso che possa essere una cosa utile da integrare nei caravan o nei carrelli per trasporto in generale.

  5. La vedo una soluzone di ricarica di emergenza, non un sistema per aumentare l’autonomia dell’auto.
    Considerando che le auto elettriche NON si possono rcaricare in movimento, direi che le possibilità di uso sono limitate. E poi dobbiamo caricare la macchina e il carrello; ma lo facciamo con un solo dispositivo o dobbiamo recarci ad una colonnina doppia?

    1. E il maggior consumo (con un carrello del genere potrebbe anche quasi raddoppiare) alla prima ricarica quanto tempo in più mi farà perdere per caricare?

  6. La prima proposta dei francesi era rimorchio con generatore a benzina noleggiato presso benzinai per permettere un Parigi Marsiglia ad una Zoe prima serie con 20 kWh .

    Poi sono migrati su rimorchio batteria
    Poi sono scomparsi

    1. Quando ci saranno le colonnine HPC in tutte le aree di servizio autostradali il problema dell’autonomia durante i viaggi sarà risolto. La mia Mokka-e in autostrada consuma parecchio e non ha grande autonomia ma il problema non è fermarsi ogni 170/180km se faccio uno o due viaggi all’anno. Messo nel conto di un anno di utilizzo comunque il vantaggio di non dover andare ogni settimana al distributore a pagare le tasse per avere in cambio un pò di gasolio è maggiore.
      La scomodità è data dal fatto che ancora esistono diverse tratte autostradali, se non addirittura regioni intere, “dimenticate” soprattutto al sud. Per le vetture con batterie da 35-50 kWh una tratta di 200km di autostrada senza colonnine è un problema che necessita di una programmazione alternativa e per forza di cose un’uscita dall’autostrada. Se invece fossero diffuse come i distributori di carburante non servirebbe neanche programmare i viaggi basterebbe fermarsi al primo Autogrill quando la carica è inferiore al 10-15% così da sfruttare la massima potenza di ricarica

    2. Samuele Di Ronco

      Lessi (voce del verbo leggere 🙂 ) di loro anni fa e mi dissi….”in gamba questi qui” non tanto per l’idea che mi fa rabbrividire ma per il fatto che furono finanziati per 200 mila euro dal governo francese e altri 300 mila dalla comunità europea…..mezzo milioncino in tutto.

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