Ultime vacanze: l’estate finisce, ma ci sono ancora racconti di viaggio da registrare. Riccardo, un lettore pistoiese, ha girato la Puglia in lungo e in largo con la sua Tesla Model 3, lontano dalla comodità dei Supercharger…
di Riccardo Innocenti
“8 tappe in 11 giorni con una Tesla Model 3 RWD in compagnia di mia moglie Anna e il cane Spock. Una stima di 2.500 km: 1.200 di trasferimento e 1.300 da percorrere in Puglia. Da Torremaggiore a Trani, passando per Altamura, Matera, Santa Maria di Leuca, Otranto, Lecce, Ostuni. Percorso volutamente fuori dai rassicuranti Supercharger. Un po’ per scelta, un po’ per necessità, provando a viaggiare come un elettronauta non-Tesla“.

Ultime vacanze: 2.500 km lontano dai Supercharger
“La prima cosa fatta per pianificare il viaggio è stata scegliere un fornitore principale per le ricariche, che fosse conveniente e, soprattutto, ben diffuso localmente. Scelta quasi obbligata per la Puglia: Enel X Way. Nel mio caso, con abbonamento Flat Large 145 kWh per 45 € (0,31 €/kWh). Oltre alla App di Enel X, indispensabile quella di Nextcharge, che mostra tutte (o quasi) le ricariche. Ottima soluzione per avere un piano B, nel caso non si potesse ricorrere al proprio fornitore. In questo caso attenzione alle tariffe: senza un abbonamento o una convenzione, non è raro pagare 1 €/kWh. Inoltre, oltre al cavo Tipo 2, avevo con me anche il caricabatterie domestico, una prolunga ed un contatore. È importante fare pratica con le App, in particolare con l’uso dei filtri. Per non perdersi tra le centinaia di stazioni visualizzate, bisogna escludere il non necessario. Ad esempio: per i grandi spostamento ho lasciato solo le stazioni con potenza maggiore di 150 kW. Per gli spostamenti locali le CCS2 e/o le Tipo 2, a seconda di necessità e disponibilità.

Due soste, entrambe in ricariche da 300
“Il trasferimento da Pistoia di 600 km ha comportato due soste. La prima alla stazione Enel X da 300 kW a Corciano, appena fuori del raccordo autostradale 6 Bettole-Perugia nei pressi del McDonald locale. Caffè, dolcino, bagno e superiamo abbondantemente il tempo di ricarica. Ripartiamo con il 95% di carica. Seconda tappa all’area di servizio A14 Torre Serrano Ovest. Ho provato per la prima volta una stazione Free To X (300 kW). In Italia per ora ce ne sono poche, ma stanno aumentando velocemente. Anche in questo caso il tempo di pranzare ha superato il tempo della ricarica. Ripartiamo con il 97%. Da notare che ho tenuto lo stesso comportamento di quando avevo l’auto termica: una sosta ogni 2-2,5 ore per le necessità fisiologiche e riprendere fiato. Con la differenza che, con la vecchia auto, avrei dovuto aggiungere alla sosta anche il tempo del rifornimento“.
Costretti a ricaricare fuori autostrada? Meglio così…
“Considerazione a margine. Pensate alla vostra esperienze alle aree di servizio in autostrada: affollamento, code alla cassa e ai bagni, rapporto prezzo/qualità del cibo, pulizia e manutenzione. Da quando guido elettrico, fino ad ora, per ricaricare sono dovuto uscire dall’autostrada. Questo è visto generalmente come un problema. Ma non per me che viaggio per diletto. Anzi. Nella maggior parte dei casi, le stazioni di ricarica ad alta potenza sono in prossimità delle uscite autostradali e di strutture dove si trovano gli stessi servizi degli autogrill. Ma con un confort che ripaga il disagio di dover uscire e rientrare. Bene quindi quando ci saranno stazioni di ricarica ogni 40 km: saranno la mia seconda scelta. Nel programmare il viaggio, io e mia moglie abbiamo dato la priorità ai luoghi da visitare e non alla presenza delle colonnine, che davamo per scontate. Volevamo applicare il principio di caricare solo facendo altro: i turisti di giorno o dormendo la notte. Ma non è stato esattamente così“.
A sud di Lecce impossibile trovare ricariche fast
“Una volta in Puglia, ogni mattina pianificavamo le tappe turistiche e le ricariche di “rabbocco”. Tenendo in considerazione anche le altre raggiungibili, nel caso di problemi a quella programmata. Generalmente abbiamo pernottato in posti bellissimi, ma purtroppo privi di ricariche (tranne in un caso). Soprattutto a sud di Lecce, la CCS2, e quindi la ricarica fast ad almeno 30-50 kW, è praticamente assente e la Tipo 2 richiede tempi molto più lunghi, rispetto al tempo della visita ad un paesino. Almeno una volta mi sono trovato un po’ in difficoltà. Per ricaricare avrei dovuto fare una ventina di km e ricaricare ad una CCS2 per almeno un’ora. Quella volta, fortunatamente, è stato possibile ricaricare la notte nel parcheggio del B&B. 24 kWh pagati 12 € all’host al prezzo della sua bolletta (0,50€/kWh). Ma le esperienze sono state soprattutto positive: in genere parcheggiavo (gratuitamente) ad una colonnina nel centro del paese o città e ricaricavo mentre visitavo“.
Ultime vacanze: quanto ho consumato e quanto ho speso per 2.456 km
“La diffusione del roaming tra gli operatori è un grande vantaggio e ho scoperto che permette al proprio operatore di intervenire da remoto anche sulle stazioni convenzionate.
E poi, l’impagabile guida in elettrico. Anche il Cruise Control ed il mantenimento della corsia, soprattutto in autostrada, hanno reso i trasferimenti molto più rilassati. Ma bisogna anche ammettere che le frequenti ricariche o “rabbocchi”, 18 in 11 giorni, specie dove si utilizza il proprio cavo Tipo 2, possono raffreddare l’entusiasmo del potenziale elettronauta. Che sa di poter viaggiare anche per 1.000 km con un pieno di carburante. Com’è andata e quali sono stati i consumi? Tesla si è confermata molto efficiente. Aiutata anche dal rispetto dei limiti di velocità e dai 110 km/h in autostrada. Ho speso 131 € per i 423 kWh erogati dalle stazioni: 2.456 km con un consumo medio “lordo” di 172 W/km. Più in dettaglio: Tesla ha calcolato un consumo medio di 149 W/km, circa 366 kWh. La differenza, 57 kWh, è imputabile all’energia dispersa nella ricarica, alla Sentinella (video sorveglianza) attiva h.24 e alla pre-climatizzazione. Separo questi due dati sui consumi, perché spesso trovo riportati solo i consumi del viaggio calcolati dall’auto. Come se fosse possibile fare a meno completamente degli “extra”“.
Ultime vacanze: che cosa migliorare, nella Tesla e nelle app
“Cosa vorrei che migliorasse? Ovviamente una maggiore diffusione delle stazioni di ricarica. Nei paesi, ma anche nelle strutture ricettive. È impensabile che in città turistiche di 17.000 abitanti non ci sia nemmeno una colonnina di Tipo 2! Inoltre, se queste ultime fossero dotate di un cavo come per le ricariche domestiche, rifornire sarebbe più semplice. Anche Tesla e le auto elettriche in generale, specialmente quelle ad alta autonomia, hanno le loro colpe. Penso che dovrebbero supportare la AC a 22 kW, che dimezza i tempi di ricarica con il cavo Tipo 2, rispetto ai più comuni 11 kW. Riguardo le App, c’è ancora molto da fare per facilitare la programmazione delle ricariche. Nella App del mio fornitore, vorrei poter impostare il tragitto, con le destinazioni intermedie e visualizzare solo le stazioni ben raggiungibili. Mentre nelle app generiche, come Nextchange e ABRP, che permettono già di impostare un tragitto (migliorabile), vorrei poter filtrare le stazioni del fornitore che voglio utilizzare“.
In conclusione. “Io e mia moglie siamo rientrati ancora più convinti della scelta di viaggiare in elettrico, riassaporando il piacere del viaggio, oltre che del raggiungimento della meta. Stiamo già pensando ad un altro viaggio, probabilmente all’estero, dove potremo apprezzare le differenze strutturali e organizzative. E acquisire nuove esperienze“.
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Tag: Ultime vacanze
Complimenti per la resilienza. Tutto bene quello che dice delle app tranne una cosa: io voglio arrivare a qualsiasi colonnina e poter ricaricare con la carta di credito.
Più leggo queste avventure e più mi convinco che ancora non è tempo per la diffusione massiccia delle macchine elettriche le quali saranno accessibili quando:
1) costeranno di meno e non ditemi che esistono già perché io intendo l’unica macchina di famiglia e non una city car.
2) ci si potrà fermare quando si vuole a ricaricare in tempi brevi senza bisogno di app e programmazione come ora con le termiche.
3) l’Italia non sarà più divisa in due dall’ Appennino per quanto riguarda le infrastrutture perché ora chi abita al nord è più facilitato per via della maggior diffusione dei punti di ricarica.
4) avranno maggiore autonomia specialmente in autostrada senza essere costretti a impostare il cruise control a 110km orari!
Quoto in pieno. L’elettrico è la soluzione, me ne accorgo ogni mattina che accompagno i miei ragazzi a scuola, dove in centro e semicentro, tra auto e autobus, è un calvario di smog, ma a queste condizioni non è semplicemente possibile, al di là dei facili distinguo di qualcuno che magari è pensionato e può sfruttare ogni mattina il fotovoltaico o le ricariche gratis dei supermercati, oppure vive in una località ben attrezzata di colonnine, magari anche sul posto di lavoro, oppure di chi non deve badare più di tanto a spese varie e gira felicemente con auto elettriche prestanti. La maggior parte dei cittadini comuni non vive queste situazioni
Condivido tutto il discorso del nostro amico, tranne forse una cosa: nella mia esperienza, preferirei avere molte più colonnine a potenza inferiore. Mi spiego meglio: se anche potessi caricare solo a 5.5 kW, ma lo potessi fare tutte le volte che mi fermo, nella mia ottica, sto caricando 30-36 km in un’ora, che in un viaggio itinerante, normalmente, potrebbero anche essere abbastanza.
secondo me, il valore più alto non sarebbe quello di avere una colonnina in grado di erogare 44kW su 2 prese (22 a testa), ma la stessa colonnina, in grado di erogare su 8 prese 5.5 kW con la potenza che può essere richiesta “in più” dall’utilizzatore, che in quel caso, pagherà anche una tariffa, perchè no, maggiorata, visto che “occuperà” 2 prese, rendendone inutilizzabile una perchè sta già assorbendo energia lui…. non so se sono riuscito a spiegarmi…
Questo uso “dinamico” delle prese, che non mi risulta abbia un costo proibitivo, renderebbe più efficiente, ma anche più fruibile l’energia complessivamente a disposizione.
Ennesima recensione che francamente incita alla deterrenza verso l’auto elettrica. Mi chiedo se oltre a installare app e fare deviazioni per ricaricare ha avuto il tempo per rilassarsi.
Comunque ci vogliono più colonnine e,soprattutto, sistemi di pagamento semplici direttamente con carta di credito o in contanti.. penso a quando mi rubarono il cellulare proprio in provincia di Lecce o a quando mi finì in mare in Sardegna o ancora a quando si bloccò all’improvviso e ciao. l’uso di una vettura deve essere svincolato dai capricci degli smartphone e non deve essere motivo di Digital divide!
E se le rubano il portafoglio?
Perchè io se mi rubano, rompo o perdo il cellulare, semplicemente vado in un negozio, lo ricompro, faccio login e nel giro di pochi minuti e come se fosse il mio…. miracoli della tecnologia 🙂
E se è sera, è a secco a 100 km da casa? Facciamo così: app sul cellulare e una Rfid card nel portafoglio. Dimezziamo le probabilità di restare a piedi perchè le rubano sia il portafoglio sia il cellulare. E se le rubano la macchina…?
L’elettrico si sta espandendo con gran velocità, e come tutte le cose che si fanno velocemente ed in fretta, spesso si fa un gran casino. Quindi proliferano APP, gestori ecc nella speranza di avere il servizio migliore degli altri, e non c’è realmente la volontà di garantire una “infrastruttura”.
Le auto elettriche sono una valida alternativa quando si prevede e si pianifica, ancora ci sono criticità sugli imprevisti.
Quest’anno per farvi un esempio, sono partito con la famiglia per una vacanza in un villaggio (200km da casa), arrivati al villaggio scopriamo che per un errore la prenotazione era stata fatta in un altro villaggio (ancora più al sud di 250km), arrivati al primo villaggio intorno alle 12, siamo ripartiti un ora dopo (senza possibilità di mangiare, preso solo qualche panino veloce al buffet offerto dal villaggio) siamo arrivati al secondo villaggio verso le 16. In questa condizione, qualsiasi auto elettrica, io avrei dovuto fermarmi almeno un paio d’ore per ricaricare (sempre che avessi trovato colonnine fast) e sarei arrivato nel secondo villaggio in tarda serata bruciandomi interamente la prima giornata di mare… Cosi invece “mezzo” danno… ed ho potuto fare l’intero viaggio senza rabbocchi o altre soste…
Nella casistica da lei raccontata, non sarebbe cambiato esattamente nulla. Se siete ripartiti un’ora dopo, in quell’ora si ricaricava quanto basta per fare gli altri 250km.
Quasi tutte le BEV (che non siano la Spring) permettono di caricare a velocità medie superiori a 50/60 kW, quindi in quell’ora avreste potuto caricare, senza scomodare ultrafast galattiche.
Gli imprevisti sono tali. Imprevisto significa “non previsto”. A quanti capita di sbagliare villaggio di 250 km? Non è proprio una casistica tipica, direi….
Se si volesse prevedere l’imprevedibile, ricordo che bisognerebbe girare con estintore a polvere da 20kg, D.A.E. per eventuali arresti cardiaci, coperta termica, siero antivipera etc. etc.
Diamoci a mezzo, ok? E’ vero che con una termica il problema dell’autonomia è nettamente inferiore (ma non azzerato, anche lì ci sono gli imprevisti) ma non mi sembra il caso di impedirsi di cambiare mezzo perchè una volta ogni X anni posso avere un imprevisto.
Quando io ero un bambino piccolo, mio padre aveva un’Autobianchi Bianchina familiare, 95 km/h di velocità massima raggiungibile sul lago asciutto della Edwards Air Force Base (dove atterrava lo Shuttle) dopo 10 minuti di accelerazione e con un serbatoio da 22 lt di benzina, eppure siamo sopravvissuti.
Vabbè Guido, l’Homo Sapiens Sapiens è sopravvissuto a 180 mila anni nelle caverne
Ma non sopravviverà a 180 anni di auto elettriche… (la prima elettrica è del 1839, di Robert Anderson ad Aberdeen)
Purtroppo devo concordare. Ogni recensione (non solo qui) è una lunga litania di stazioni del calvario per ricaricare più o meno facilmente. Ci si dovrebbe concentrare su altro, e sì che l’elettrico ne avrebbe di vantaggi rispetto al termico! Gli endotermici dalla vescica d’acciaio si fregano le mani.