Si intravede una possibile distensione tra Bruxelles e Pechino sui dazi imposti dall’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi. Secondo la tv di stato cinese CCTV, i due blocchi avrebbero raggiunto un “consenso tecnico” preliminare
Un primo passo in avanti che potrebbe portare a un accordo insperato per come si erano messe le cose. Perché potrebbe aprire la strada a un allentamento o addirittura all’annullamento delle misure tariffarie introdotte recentemente.
Trattative sui dazi: accordo sui prezzi minimi alle importazioni di elettriche cinesi in Europa
Nel cuore delle trattative c’è l’idea di stabilire “impegni sui prezzi”, ovvero un meccanismo in cui gli esportatori cinesi si impegnerebbero a rispettare prezzi minimi all’importazione. Questo sistema mira a compensare l’impatto delle tariffe più alte, favorendo condizioni di concorrenza più equilibrate.
Sebbene si tratti di un passo avanti, i progressi restano preliminari, con entrambe le parti impegnate a trovare un punto di incontro sugli interessi fondamentali. Anche perché si tratta di notizie fatte filtrare dalla controparte cinese, senza che da Bruxelles ci siano stati commenti anche solo ufficiosi.
Quanto valgono i dazi Ue sulle elettriche cinesi
A fine ottobre, l’UE ha introdotto dazi aggiuntivi sulle auto elettriche cinesi, variabili tra il 7,8% e il 35,3% a seconda del marchio, oltre alla tariffa base del 10% già in vigore. Questo intervento è stato motivato dalla necessità di proteggere l’industria automobilistica europea dal dumping di Pechino: una concorrenza ritenuta “sleale”, basata su politiche di sovvenzione da parte di Pechino.
Pechino, da parte sua, ha reagito denunciando le misure presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio e adottando contromisure come le recenti tariffe anti-dumping su alcuni prodotti europei. Si va dal brandy ai prodotti lattiero-caseari fino alla carne di maiale. Una mossa interpretata ovviamente da molti osservatori come una ritorsione. La casa automobilistica Saic, tra le più colpite, ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia europea.
Sullo sfondo la lobby delle auto alimentate dai fossili
La mobilità elettrica è al centro della transizione sostenibile globale. La Cina non ha solo recuperato lo svantaggio tecnologico ma ha messo l’Europa nelle condizioni di dover difendere un settore strategico a livello industriale come l’automotive. Ormai, le auto elettriche cinesi, caratterizzate da prezzi competitivi, rappresentano una sfida significativa per i produttori europei. Soprattutto perché il sorpasso di Pechino presta il fianco alla lobby di chi vorrebbe allungare la scadenza per lo stop alla produzione di auto con motori alimentati dai fossili, ora fissata al 2035 da Bruxelles
Il dilemma per Bruxelles non è facile da risolvere. I nuovi dazi mirano a proteggere il mercato interno, ma c’è il rischio di frenare l’accesso a veicoli elettrici più accessibili, ostacolando la diffusione di massa della mobilità a zero emissioni. Allo stesso tempo, una concorrenza sleale potrebbe compromettere la crescita di produttori europei emergenti e il mantenimento di posti di lavoro nel settore.
Se il consenso sui “prezzi minimi” si traducesse in un accordo concreto, potrebbe rappresentare un compromesso vantaggioso per entrambe le parti. L’Europa riuscirebbe a preservare un mercato più equilibrato, garantendo al contempo l’accesso a tecnologie avanzate e veicoli più economici per i consumatori.
Vantaggioso per la Cina e i produttori europei, ma doppiamente dannoso per i consumatori europei: primo perché pagheranno di più, secondo, perché quello che pagheranno in più non andrà allo Stato (cioè a loro stessi), come sarebbe stato coi dazi, ma ai produttori cinesi. Insomma come al solito l?UE fa gli interessi delle lobby invece che dei cittadini.
Ah ah ah, tutti focalizzati sull’elettrico, mentre loro ci invaderanno con le ibride….che non hanno dazi e, probabilmente, neanche prezzi minimi.
Così continueremo ad avere in giro le stufe termiche-ibride che ci costringeranno anche in futuro a respirare miasmi vari e a chiudere le città al traffico nei periodi di tempo soleggiato.
Nel contempo, fermando lo sviluppo in loco di batterie e auto elettriche.
Furbi!
i famosi “geni” europei al lavoro..
d’altronde il loro impegno era impedire a una controparte politica di assurgere al potere, non certo pensare ai “cittadini” europei: non mi sembra che in questo siano diversi dalla politica nostrana tanto vituperata.
Che assurdo !
imporre ai costruttori cinesi di “guadagnare di più ! ” vendendoci a prezzi europei le loro auto…. che costan anche la metà…
col risultato che nessuno si può permettere ugualmente di cambiare l’auto (visto che le nostre europee all’estero non le comprano più perché obsolete ! e quindi destinate a costare ancora di più per bassi ritmi produttivi), con i maggiori guadagni i cinesi investono ulteriormente per “seppellirci” definitivamente sul piano tecnologico/commerciale.
SE i dazi erano “tasse addizionali” destinate in toto al finanziamento Ricerca& Sviluppo dell’automotive europeo aveva un senso…
SE era destinato in parte alla riduzione dei prezzi dei veicoli europei aveva un senso…
così, scusatemi, io il senso non lo trovo….
Era meglio Imporre di costruire in fabbriche europee le loro vetture… almeno salvaguardava l’occupazione interna, che altrimenti andrà persa comunque…
anche perchè sono escluse dai dazi le vetture ICE/ibride … che costan meno e sono evolute … e tra un vecchio modello europeo ed uno nuovo cinese … (come coi telefonini … chi è rimasto col Nokia 3110 ? di sicuro adesso ha uno smartphone cinese)
un aiuto della ue per i costruttori europei e andremo al pareggio con la cina , ma mica ci pensano vero ? troppo disonorevole ?
Alla fine ste benedette auto devono costare tanto. Si potrebbero vendere a prezzi minori ma devono costare tanto, che sia per i dazi o per il prezzo minimo. Geniale
-Geniale-
Anche perchè finisce col “dare carburante” a quelli che “LORO ci vogliono far andare in giro tutti a piedi nelle città da 15 minuti”
Imporre dei prezzi minimi significa allineare i prezzi delle auto cinesi ai prezzi dei costruttori europei, cioè in poche parole noi acquirenti dovremmo comprare auto che siano cinesi o europee a prezzi più alti del dovuto?
In questo modo i costruttori europei possono continuare a vendere senza il timore di dover competere con i prezzi concorrenziali cinesi e allo stesso tempo i costruttori cinesi hanno un maggior profitto dalla vendita dei loro prodotti, proprio una bella trovata per continuare a spolpare noi poveri fessi…
Le parti dovrebbero essere venditore e compratore… qua invece si mettono d’accordo due venditori, due Istituzioni (Cina e Europa) a scapito dei cittadini europei, soprattutto quelli con minore potere d’acquisto.
Questi sono quelli che: prima gli europei, prima gli italiani…
Vergognoso.
Imporre dei prezzi minimi è proprio il contrario del libero mercato.
Quale sarebbe la differenza con un cartello dei prezzi?
cmq i cinesi già sono arrivati con prezzi molto alti, evidentemente già sapevano che non avrebbero permesso di vendere le loro auto al prezzo reale.
Quindi io europeo devo pagare le auto il 200% in più per salvare i posti di lavoro nel automotive europeo?
è una logica che non sta in piedi
É come se per salvare nokia avessimo imposto a Apple di vendere i suoi device al prezzo 200% più alto del prezzo reale.
Scusi, sa: i dazi aggiuntivi erano al massimo del 37%. Se saranno rimpiazzati da un accordo sui prezzi minimi sarà a livelli inferiori. Non certo il 200% in più
Forse non è chiaro.
I prezzi attuali sono già al 200%
Una mg4 in cina costa 15k, qui 30k.
La paura della EU era che la saig di turno portasse la Mg4 di turno al prezzo corretto, ossia 15k+40% (come le tesla cinesi per intenderci).
Una mg4 a 21k avrebbe distrutto qualsiasi costruttore europeo.
Impostare i prezzi minimi significa che mg4 dovrà costare come una id3 o una megane o poco meno.
I prezzi di produzione rimangono i medesimi.
Questo significa che i cinesi venderanno meno ma con margini giganti.
Era meglio il dazio, prezzi uguali ma almeno invece di far fare tutto margine ai cinesi potevi magari con le risorse prese investire sulle EV europee.
Con i margini giganti che hanno, secondo me non sarebbe cambiato il prezzo finale ai consumatori.
In qualsiasi guerra commerciale ai dazi nostri corrispondono i dazi degli altri, cioè dei cinesi. Non crede che un accordo sia preferibile?
Accordo?
ma se io voglio vendere in Cina solo libero o devo fare una join venture con un produttore locale?
ok niente dazi e prezzi minimi, ma facciamo anche noi come la Cina: se vuoi vendere im Europa le tue auto cinesi le devi produrre in Europa e solo in join venture con un produttore europeo.
Allora si che quello sarebbe un accordo.
Non c’è più l’obbligo di joint venture (vedi Tesla a Shanghai)
“I prezzi medi al dettaglio dei veicoli elettrici in Cina sono significativamente più bassi che in Europa. Ad esempio, in Germania la MG4 di SAIC costa 34.900 euro, mentre in Cina costa 109.800 yuan (13.917 euro). Tuttavia, si tratta di un prezzo inferiore al prezzo medio di acquisto di un veicolo elettrico in Europa, poiché la maggior parte delle auto vendute in Europa sono ancora modelli premium.
“Le misure proposte dall’Ue renderebbero i veicoli elettrici ancora più costosi e meno accessibili per i consumatori europei”, ha dichiarato ING in un rapporto.
comunque il costo minore in cina in parte è parametrato al loro costo della vita inferiore la (stipendi, filera, servizi, là tutto costa meno, per forza anche produrre le cose costa meno, al netto che poi per le auto sono anche più efficenti di noi) e importando le loro auto da noi non tutto il raddoppio è ingiustificato, quando porti un’auto cinese in europa, ci sono:
– spese trasporto
– iva maggiore
– spesa per rete vendita e assitenza
diciamo che se prodotte in stabilmenti auropei, le auto elettriche cinesi (BYD, MG4, etc) potrebbero costare meno dei nostri listini BEV europei attuali (che concordo sono gonfiati e un po’ alla volta dovranno scendere), ma non proprio la metà come se fossero prodotte e vendute in Cina 😉
in pratica un MG4 base con 50 Kwh prodotta in europa (o importata senza dazi, aggiunegndo iva, spese e rete assitenza) penso che ad oggi potrebbe costare 20-22K, poi magari tra qualche anno anche meno, ma ad oggi non 14K come in Cina
Tra l’altro le auto cinesi pagano già un dazio del 10%. E ogni esemplare deve essere adeguato alle normative europee e omologato.
E’ sicuramente così ma il principio è come un pugno sul muso.
Se ne facciamo questione di principi le cose stanno in questi termini: guerra o pace? Io scelgo la pace
Se la saccoccia che lei menzione è quella che intuisco io dirò addio alla mg4…
Aggiungo: se è come ho capito io, il surplus di denaro che sarebbe finito nelle casse dell’UE come dazi, a questo punto va direttamente nelle tasche dei cinesi e del governo di Pechino.
Avanti così a 90°.
Se ho capito bene, i cinesi dovrebbero alzare i loro prezzi? E di quanto?
-un compromesso vantaggioso per entrambe le parti.-
Che però si infila dritto … in saccoccia al cittadino/consumatore europeo.
Favoloso.
per questo già in tempi non sospetti si dedicavano a misurare curvature e dimensioni di ortaggi e frutti bislunghi..