Home Scenari Trump, nucleare e crisi climatica: 5 domande a Nicola Armaroli

Trump, nucleare e crisi climatica: 5 domande a Nicola Armaroli

21
nicola armaroli

Vuoi leggere questo articolo senza pubblicità? Entra qui e abbonati a Vaielettrico Premium

L’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca segnerà la fine della lotta al cambiamento climatico? E che senso ha proseguirla, se nel 2024 la temperatura media globale ha già sforato l’aumento limite di 1,5 gradi? Queste sono due delle cinque domande che abbiamo rivolto a Nicola Armaroli, nella seconda puntata della rubrica “Fuoco Amico”. Potete vederla sul nostro canale YouTube. Lo scienziato, direttore di ricerca del CNR di Bologna e autore di best seller sul tema della transizione energetica, risponde con un “no” convinto alla prima e un “sì” dai toni accorati alla seconda.

Trump non riuscì a bloccare la transizione energetica in America durante il precedente mandato e, secondo Armaroli, non riuscirà a bloccarla nemmeno in questo. «Ora è il momento delle chiacchiere, e lui ne spara una al giorno. Ma la realtà è tutt’altra cosa. Può spronare quanto vuole i petrolieri a trivellare e a pompare petrolio. Il petrolio, però, devono venderlo. E nel mondo ne servirà sempre meno».

Groenlandia senza ghiacci? Una catastrofe che Trump vuole sfruttare: un cinismo da brividi

La rivendicazione sulla Groenlandia, che sarebbe ricca di minerali preziosi? «Molti studi confermerebbero che l’isola più grande al mondo nasconde, sotto chilometri di ghiacci, immense risorse minerarie. Oggi è impossibile cercarle ed estrarle. Ma i ghiacciai si stanno sciogliendo al ritmo di molti chilometri cubi all’anno. Presto, andando avanti così, potrebbe affiorare il suolo. Per il Pianeta sarebbe una catastrofe: pensare che qualcuno sia così cinico da progettare di approfittarne fa semplicemente venire i brividi».

nicola armaroliSolo 70 nuove centrali nucleari nel mondo. Tante in Cina, dove sulle rinnovabili investono 50 volte di più

L’energia fossile sarà rimpiazzata dalle centinaia di nuove centrali nucleari oggi in costruzione, come sostiene Chicco Testa su Il Foglio? «Dove sta scritto che sono centinaia? Oggi sono meno di 70 e per l’85% con tecnologia russa o cinese – risponde lo scienziato. Tuttavia la stessa Cina, che ne sta costruendo più di tutti, installa 50 elettroni di rinnovabili per ogni elettrone di nucleare. Vogliamo scherzare?»

La transizione verso l’energia pulita e rinnovabile, insomma, è per Armaroli un trend ormai consolidato a livello mondiale. Scienza e tecnologia, semmai, stanno ora  sviluppando nuove soluzioni che la rendano più efficiente, veloce, accessibile.  Due domande, infatti, riguardano la tecnologia dei “fire bricks” e quella del metano sintetico.

Guarda il VIDEO: Astronave Terra alla chiamata finale: parliamone con Nicola Armaroli

Nicola Armaroli giudica l’opzione dei “fire bricks” (pietre refrattarie capaci di immagazzinare grandi quantità di energia sotto forma di calore) «credibile sotto il profilo teorico, ma di improbabile realizzazione». Potrebbe servire ai processi industriali che richiedono altissime temperature (cemento, siderurgia, chimica) ma i numeri in ballo sembrano fisicamente incompatibili con forme di stoccaggio tanto ingombranti e voluminose.

Il mini reattore progettato da Newcleo

Non illudiamo i cittadini su soluzioni miracolose che funzionano in teoria, ma sono ancora molto lontane

Armaroli crede di più al metano sintetico, prodotto dalla combinazione di idrogeno verde e CO2 sequestrata. Studi avanzati ci sono, e ci sta lavorando proprio un team del CNR. Ma anche qui problemi tecnologici legati alle alte temperature che compromettono il catalizzatore non hanno ancora trovato una soluzione economicamente sostenibile su scala industriale.

«Stiamo attenti – sintetizza Armaroli – ad illudere l’opinione pubblica  spacciando come cosa fatta tante soluzioni che funzionano in teoria ma sono ancora lontane da un impiego di massa». Il riferimento è ai piccoli reattori nucleari SMR,  che pure sono già entrati nei nuovi piani energetici del governo pur essendo ancora sulla carta. «Per fortuna – aggiunge – il governo ha avuto il buon senso di specificare, nel decreto che riapre al nucleare, la condizione che sia realizzato con fondi privati. Staremo a vedere se l’Italia riuscirà ad attrarre 200 o 300 miliardi di investimenti. Io ho qualche dubbio».

Inseguire soluzioni miracolose ancora futuribili rischia solo di ritardare la diffusine di quelle già mature, già disponibili e già capaci di rallentare, stabilizzando le emissioni di gas climalteranti, la corsa del Global Warming. Cioè fotovoltaico, eolico, idroelettrico. Aver sfondato l’anno scorso la soglia limite di più 1,5 gradi rispetto all’era pre industriale è un drammatico richiamo all’urgenza dell’azione climatica, ma non è la certezza di una battaglia perduta.

nicola armaroliPossiamo farcela, ma non c’è tempo da perdere: ogni mezzo grado di aumento della temperatura cambia in peggio il nostro mondo

«La temperatura media del 2024 ci deve allarmare – risponde Nicola Armaroli -. Ma in termini climatici dobbiamo considerare la media decennale; non è detto che il decennio si chiuda oltre la soglia dei più 1,5 gradi. E se anche fosse, le conseguenze per il Pianeta sarebbero ben diverse fra 1,5 e 2 o 2,5 gradi di aumento. Salendo di ogni mezzo grado, si prospetta un mondo completamente diverso. Consiglio di leggere “Sei Gradi”  di Mark Lynas, un libro del 2008 che descrive con rigore scientifico le conseguenza, grado per grado della temperatura, fino a quota 6 gradi, quando scomparirebbe la vita sulla  Terra».

Conclusione: «La stabilità climatica è fondamentate. Abbiamo gli strumenti per ritrovarla. Dobbiamo fare di tutto per riuscirci».

  • Questa è la seconda puntata della nuova rubrica di interviste flash “Fuoco Amico”.
  • LEGGI anche e guarda il VIDEO: Sogni all’idrogeno: se fosse quello “bianco” il nuovo petrolio?
  • Ricordiamo che potete essere voi a suggerirci i personaggi da intervistare e le domande da porre attraverso la pagina dei commenti del nuovo sito Vaielettrico Premium

 

– Iscriviti alla Newsletter e al nostro canale YouTube –

Apri commenti

21 COMMENTI

  1. == superamento del concetto di baseload

    non solo i carici dei consumi potranno sfruttare una certa flessibilità con i dispositivi intelligenti, ma c’è un concetto anche lato produzione energia conle rinnovabili

    secondo le simulazioni, come quella dell’Ing. Marco Giusti sopra citata, in un sistema rinnovabili con installazioni non tanto sovradimensionate, non ti manca un baseload, ma ti mancano per brevi periodi ad es. 30 GW di generazione rispetto ai consumi nazionali

    quando gli ammanchi durano meno di 20-30 ore, li copri con gli accumuli giornalieri; quando gli ammanchi durano qualche giorno di seguito, non si scappa devi avere che l’energia generata ogni 48 ore è almeno pari ai consumi sulle 48 ore,
    quei 30 GW di potenza che manca vanno generati

    esempio questi ammanchi anomali che non copri con gli accumuli giornalieri, sono per 10-20 giorni totali all’anno complessivi

    A) se li vuoi coprire con reattori nuculari, devi dimensionarli sulla potenza di picco necesssaria, e non su quanta energia producono in un anno; per 30 GW serviranno almeno 23 EPR (e se qualcuno è in manutenzione, anche di più) con relative spese fisse (realizzazione, gestione, smantellamento, scorie),
    e tempi di realizzazione; farne 23 in Italia significa metterci 40-60 anni e spendere solo per costruirli 570 miliardi di euro ai costi attuali in Europa e USA

    B) se invece quei pochi giorni l’anno di ammanco li copri con un sistema back-up accendibile/spegnibile, che si appoggia alla potenza di picco di centrali termoelettriche (fatte girare a metano verde o ammoniaca, o direttamente ad idrogeno verde come programmano di fare in Germania) spendi molto meno, i costi sono proporzionali alla quantità di carburante verde che prepari e usi in un anno, più che alla potenza di picco degli impianti; secondo qualche conto mio, parla di 60 miliardi tra idrolizzatori (che servono comunque) e metanatori

    C) negli studi più recenti (dopo 2022), aggiornando le densità energetiche e i costi delle rinnovabili, si sta profilando un’altra opzione, forse spendi meno persino banalmente sovradimensionando le installazioni FER, finchè non abbassi la portata degli ammanchi anomali abbastanza da coprirli il residuo con scambi di energia tra Stati

    • un po’ come una famiglia che necessita di 3 auto utlitarie (solare, eolico, idroelettrico); quando un’auto non funziona ed è in manutenzione, si organizzano e va bene

      alcuni rari giorni all’anno, 2 auto non sono disponibili

      la soluzione è comprare una costosa Bugatti per usarla in quei pochi giorni? o è meglio per qualche giorno usare un taxi, un noleggio, un autobus o uno scooter?

  2. Mi chiedo spesso perchè molti cerchino le soluzioni peggiori per risolvere un problema quando la soluzione migliore c’è già.
    Cosa devono dimostrare? Furbizia? Boh. A me pare solo ottusità.

    Invertiamo il punto di vista. Immaginiamo un universo distopico in cui abbiamo tutta la corrente prodotta da rinnovabili e mezzi elettrici.
    Se si mobilitassero i governi per creare centrali nucleari, imporre mezzi inquinanti. Al suon di “peggioriamo la qualità dell’aria!” “sobbiamo bruciare questo petrolio!” “e’ ora di muoversi emettendo fumo e rumore!”.
    Se tanto mi da tanto troverebbero schiere e schiere di sostenitori….
    Kafkiano.

    • Chi aveva urlato “Sono circondato da idioti!” non si rendeva conto di aver fatto un’analisi sociologica.

    • Tutti questi non dimostrano furbizia ma semplice interesse economico (se non addirittura idiozia o sciovinismo), ricordiamoci che il denaro sta dietro tutte le nostre porcherie.

  3. Buongiorno,
    esiste anche l’aggiornamento di Mark Lynas al suo libro, si intitola “IL NOSTRO ULTIMO AVVERTIMENTO” ma forse è meglio non leggerlo, “don’t look up”…

    Estraggo dalla prefazione per un esame che ognuno di noi deve fare:
    “Purtroppo, se devo pensare a quale tra questi due esiti sia il più probabile, mi dispiace dover ammettere che oggi, rispetto a quando pubblicai per la prima volta Sei gradi, mi sento notevolmente più pessimista” “non mi riferisco semplicemente alla palese negazione dei cambiamenti climatici da parte di alcuni politici americani, abbastanza ottusi da definire su Twitter il riscaldamento globale una “bufala”. Né mi riferisco solamente ai rigurgiti di populismo che minacciano seriamente i valori della democrazia liberale e che, per la prima volta dalla sconfitta di Hitler, hanno portato all’ascesa dell’estrema destra su scala internazionale (quello del 2007 appare già come un mondo più gentile). Mi riferisco pure al processo di negazione da noi tutti attuato, quella “negazione implicita” dei cambiamenti climatici che ci consente di continuare a vivere come se nulla fosse, nonostante le ovvie implicazioni di ciò che gli scienziati del clima continuano a ripeterci. È come se, in realtà, noi non ci credessimo.”
    Buona lettura

  4. la speranza è nei numeri 1

    Io posso dare i miei numeri personali
    8 anni fa ho comprato 4,2 kW picco di pannelli fotovoltaici
    indovinate quanto li ho pagati ?
    3000 Eur

    quanto costano oggi ?
    1000 Eur

    privato con fattura iva al 10% e basta

    se non ora quando ?

    la speranza è nei numeri 2

    spero che se per motivi ideologici alias stupidità ; gli usa e certi paesi europei fermeranno l’espansione delle rinnovabili per qualche anno ;
    confido nei paesi pragmatici a cui non fa schifo avere bollette energetiche a buon mercato
    a cominciare dei BRICS e pechè no ..
    l’Africa

    l’Italia ?
    confido ne “l’arte di arrangiarsi degli Italiani” , molto poco nella politica di destra , di sinistra,di centro o stellata dell’ultimo decennio..
    sempre che ne sia rimasta a sufficienza nel paese e non sia emigrata verso lidi migliori

    • Dei brics mi fido meno di zero, non sono uniti tra di loro (e non basta non sopportare il dollaro per essere uniti) hanno economie diversissime ma solitamente mediocri. Molto più dell’ Europa per dire e rispetto all’ Europa non hanno nemmeno gli stessi tecnici e laureati e coscienza sociale. l’Africa è enorme e fare un discorso unico è pressoché impossibile, già ora Diversi Paesi africani fanno parte dei brics e quindi il discorso è simile o perfino peggiore, non hanno nemmeno infrastrutture basilari in molti luoghi de continente e spesso nemmeno aziende. Quindi in linea di massima per loro il fer non è un’ emergenza, magari qualcuno importerà un po’ di pannelli ma i poli economici del pianeta sono usa, Cina, parte del sud est asiatico in un certo senso india (più per quantità che qualità, continuano ad appoggiarsi a nostri vecchi brevetti e sono ben lontani dalla Cina e stanno vivendo anche loro un periodo di ascesa dei partiti di estrema destra a cui raramente interessa l’ambiente) e nonostante tutto Europa in cui includo la Russia. Quindi il Pianeta continuerà lo stesso a bruciare se questi poli non cambieranno modus operandi.

        • Mah , ho i miei dubbi che vedremo fotovoltaico in maniera ingente in Congo. O di iniziare a vederlo lungo l’ okawango e lo zambezi. Magari me lo aspetto un po’ in nord africa anche se diversi governi li non sono favorevoli alla Fer per ora .

  5. Le carte al tavolo le dà la Cina. È lei che avrà l’energia piú economica grazie alle FER, inoltre da bravi furbacchioni abbiamo lasciato a lei il palco della COP 21, facendola accreditare come punto di riferimento mondiale delle FER.
    Jinko, CATL ed altri, stanno costruendo, in EAU il piú grande parco FV con batterie del pianeta (5,2GWp).
    Noi CIG perchè è melio. Il nucleare credo sia ormai chiaro, È UNA SPESA, utile anche, ma una spesa per avere un baseload stabile di produzione. Non andrà mai oltre quella soglia perchè già così è antieconomico, fanne pure tanta (vedo Francia) e adelante.

    Se visto in questa ottica può avere un senso (ma non come SMR per me).
    Avessimo 6 EPR 1600 produrremo 70TWh di nucleare e 50 da Idro sono 120. Hai il baseload. Peccato che 6 EPR sono 120mld escluso manutenzione, sorveglianza, combustibile, scorie ecc ecc.

    Peró consumeresti 15mld di m3 di gas in meno, non avresti bisogno di rigassificatori e potresti sorridere un po’ di piú quando il gas vola a 55€/megawattora.

    • Salve Ilariovs, secondo le analisi che ho letto non funzionerebbe, sopra ho provato a spiegare perchè:

      non si ragiona più in termini di energia prodotta in un anno (con le Fer sarà sovrabbondante 350 giorni su 365), ma serve avere molta potenza instantanea (es 30 GW) a comando nei 15 giorni all’anno in cui mancasse,
      con 6 EPR gli fai il solletico

      si passa da “baseload”, a “back-up” e “flessibilità”

  6. Buondì , ho trovato un SMR già FUNZIONANTE che sta producendo corrente e calore
    ,è sito in luogo remoto e serve la comunità locale producendo 600 KWe . Carissimi R.S. e tutti potreste illuminarmi su queste favolose notizie strabilianti ???? https://www.msn.com/it-it/notizie/other/mini-reattore-nucleare-canadese-energia-continua-per-15-anni/ar-AA1y15FR—————— P.S: la cucina economica ,cioè la stufa di mio nonno “spinta” con tanta legna con poca luce di sera aveva la piastra superiore “rossa” + di 400° sycuramente, incandescente era bellissimo…. vuoi dir che già il mio nonno aveva in casa un SMR?

    • Ok, aperto il link (togliendo i trattini) e… Parla di progetto e di futuro: non esiste. Sempre lì torniamo: futuro.

    • A giusè ma hai visto quanto produce un SMR? Non basta manco per gli alberi di Natale? Ma che davero davero?

    • Ciao Giuseppe,
      hai ragione, si fanno molti comunicati con annunci prodigiosi, stuzzicano la fantasia di soluzioni magiche, come nei fumetti di Flash-Gordon 🙂

      mi pare ci sono pochi piccoli reattori in funzione ma sono prototipi, costi fuori scala e potenze piccole (se non ne fai centinaia), sono per uso di ricerca più che produzione energia, senza requisiti di costo e con meno requisiti di sicurezza, sono anche in odore di essere per usi militari (processamento del combustibile)

      studiosi hanno provato a calcolare quanto costerebbero dopo la fase di prototipo, e la risposta è
      “più dei reattori di grande taglia, cioè comunque troppo”

      trovi una lista di progetti con prototipo realizzato o senza prototipo, con i loro costi stimabili per categoria (hanno fatto un calcolo dettagliato partendo dalla lista dei materiali e lavorazioni) in questo lavoro del 2023 che cito ogni tanto
      https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360544223015980

      se si fa fatica a tradurlo con google translator, guardate i grafici e le tabelle che già fanno capire

      == costo dell’energia – dollari x MW-h
      https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0360544223015980-gr6_lrg.jpg

      == costi di costruzione per potenza installata di 15 diversi SMR
      https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0360544223015980-gr1_lrg.jpg

      -> in blu e in verde i calcoli (usando due diversi modellazioni disponibili in letteratura, che considerano la taglia ridotta e la produzione in serie);

      -> in rosso i proclami di costo dei costruttori, vedi che dichiarano 5-10 volte meno costi per cercare investitori

      =========================
      — cost overrun

      questo è l’inghippo tipico nelle discussioni (ormai di retroguardia) sul nuculare, anche per i reattori di grande taglia tipicamente per far partire i lavori vengono inizialmente dichiarati costi e tempi molto sottostimati, poi in corso d’opera vengo rialzati;

      il fenomeno è noto e chiamato “cost overrun”, si verifica in modo esacerbato per costruzione di impianti nuculari e per costruzione di strutture per le olimpiadi, accomunati da poca trasparenza e da finanziamenti pubblici

      siccome i costi delle centrali sono difficili da analizare senza essere un po’ tecnici, e specialmente lo smantellamento e la gestione scorie (costi rinviati a 100 anni dopo) i promoter barano alla grande, usano dati di fantasia e slogan slegati dalla realtà, puntando su una dose massiccia di potenza di fuoco pubblicitaria

      in Italia stanno usando alcune decine di canali Youtube, probabilmente sponsorizzati senza dirlo (le classiche marchette) per fare disinformazione

      una parte della stampa fa da cassa di risonanza, fanno copia e incolla dei comunicati preparati dai web-pubblicitari (come il tormentone finto dei datacenter atomici) e dei dati di costo farlocchi e delle pubblicità patinate, senza fare un banale fact-check;

      ma come accennato nel video, se non metti soldi pubblici (e qui dobbiamo tenere d’occhio il nostro governo che potrebbe fare qualche tentativo di porcata), nessun investitore ci mette più soldi gia da tempo;
      loro un fact-check ovviamente lo fanno prima di investire, e pedale ecceratore “giù tutto” su rinnovabili e accumuli

      installazioni 2021-2022-2023-2024
      https://www.pv-magazine.com/wp-content/uploads/2025/01/thumbnail_Picture1-1536×1139.png

      • Ti ringrazio per avermi risposto R.S. , io leggo molte notizie di vari siti e leggo anche quelle disinformanti e come me lo fanno anche molti altri Italiani ( 46° posto classifica libertà di stampa ) . Abbiamo le 3 reti pubbliche e altre 3 maggiori di proprietà privata di dx, quanti potranno avere idee chiare su quello che succede? Scusate se scrivo o posto in modo ambiguo, ma chi può contrastare tutte le notizie fuorvianti?

Rispondi