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Troppe colonnine lente e poche da 50 in su

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La stazione di Enel X Way in Corso Francia, a Roma.

Troppe colonnine lente e poche da 50 kW in su: Michele lamenta che anche il Nord Italia è disseminato da stazioni di ricarica che ti costringono a lunghe soste. Vaielettrico risponde. I quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

troppe colonnine lenteTroppe colonnine lente, che senso hanno?

“Sono un “felice” possessore di una Opel Corsa elettrica da quasi un anno. A parte qualche inconveniente all’acquisto, mi trovo bene. Una buona vettura ad un buon prezzo. Il mio quesito parte dalle famigerate colonnine. Girando per il Nord Italia, ho notato che esistono una miriade di colonnine in AC fino a 22kW, mentre in DC restano davvero rare. Potrei azzardare un paragone 7:1. Le autovetture, la maggior parte che conosco, accettano prevalentemente 7,4 o 11 KWh in AC. Mentre in DC, a parte qualche raro caso, dai 75KW in su. Che senso hanno allora tutte queste colonnine lente? Non sarebbe più comodo se si uniformasse in un sistema DC da minimo 50KW. Gli unici posti in cui una 22kW sarebbero ancora validi (ma in misura ridotta) sono nei centri di villeggiatura,  al mare o in montagna, dove presumibilmente stai più giorni. O nelle singole aziende o privati per ricarica personale (con anche 3kW copri 100km in una ricarica). In ottica di un futuro con più elettriche in circolazione, la vedo come unica possibilità. La ricarica lenta dovrebbe essere minoritaria su suolo pubblico. Cosa ne dite?“. Michele Dellagiovanna

troppe colonnine lente
Una ricarica Free to X da 300 kW in autostrada.

Oggi sono solo l’8% le ricariche da 50 kW e più

L’ultima rilevazione di Motus-e ci dice che al 30 giugno in Italia risultavano installati 30.704 punti di ricarica.  Più 12.410 location accessibili al pubblico, anche su aree come i centri commerciali. Veniamo alle potenza, che è la cosa che ci interessa: il 92% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre l’8% è in corrente continua (DC). Di queste il 14% è a ricarica lenta (con potenze pari o inferiori a 7 kW) e il 78% a ricarica accelerata in AC (tra 7 e 43 kW). Infine un 4% è costituito da fast DC (fino a 50 kW) e il restante 4% è ad alta potenza (di cui quasi il 2% oltre i 150 kW). Riassumendo: il rapporto tra ricariche “lente” in AC  e “fast” in DC è di 1 a 8,5, non lontano dalla sua previsione. Ma il trend sta cambiando: “Si assiste ad installazioni a potenze sempre più elevate“, segnala Motus-e. “Sono soprattutto i punti di ricarica in DC ad aumentare. Con un +46% per i punti di ricarica tra 50 e 150 kW e un +38% per i punti di ricarica con potenza superiore ai 150“.

troppe ricariche lenteTroppe ricariche lente? Il vento sta cambiando…

Siamo convinti che nella prossima rilevazione di Motus-e, diramata a fine settembre, la percentuale di fast e super-fast risulterà aumentata in modo significativo. Siamo partiti da una prima fase pionieristica, 10 anni fa,  in cui installare una colonnina “lenta” era più semplice e meno dispendioso. E al servizio di un parco-auto ancora limitato, dotato di batterie dalla capacità molto contenuta. Possiamo dire che dal 2021 il vento è cambiato: le grandi società (Enel X Way, Be Charge, Free to X, Ionity, Atlante…) si stanno concentrando sulle installazioni ad alta potenza. Spinti in questo anche dalle Case, in grado di sfornare auto con batterie sempre più capaci(vedi l’intesa Volkswagen- Enel). Ma non cambia solo la potenza delle installazioni, anche le location vengono scelte con criteri diversi. Basta colonnine nel nulla, si va nei luoghi già frequentati, in cui i clienti  sosterebbero comunque, come centri commerciali, centri sportivi, stazioni di servizio…

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24 COMMENTI

  1. Attenzione, è sicuramente vero che oggi, in città ed in genere nei centri abitati, la maggiorparte degli utenti non ha bisogno di ricariche veloci, ma non è detto che sarà così in prospettiva quando tutti gli automobilisti guideranno elettrico. Io mi immagino, in futuro, un rapporto tra veloci e lente di 1 a 5.

    Inoltre, l’idea che l’auto elettrica debba prevalentemente caricarsi lentamente e non (per dire) in 15 minuti non può essere un feticcio perché è inevitabile che la tecnologia migliorerà e consentirà sia di ricaricare più velocemente, sia di evitare il degrado cui sono sottoposte le batterie durante la ricarica veloce (peraltro non tutte, per quanto mi consta). Scommetto che, tempo 5 anni, chi vorrà ricaricare più velocemente pagherà massimo un 10-15% in più di chi si accontenterà di una ricarica lenta e magari ci sarà la possibilità di scegliere velocità intermedie a diversi prezzi. E’ francamente impensabile che i produttori delle elettriche che, in buona parte, saranno gli ex produttori delle termiche, non si attiveranno per realizzare, di fatto, una convergenza tra l’uso delle termiche con quello delle elettriche con una diminuzione cospicua dei tempi di ricarica ed una minore necessità di ricariche casalinghe o in azienda (che, peraltro, in un’ottica green, ha senso favorire solo laddove vi sia un buon fotovoltaico).

    Aggiungo anche che, per tutte le auto aziendali che hanno un turn-over di 3-5 anni, già oggi l’eventuale degrado delle batterie in seguito a ricarica veloce non è certo un problema perché le stesse saranno ampiamente in garanzia per tutta la durata di leasing o Nlt e davvero non vedo motivo per cui il conducente di questi veicoli (prezzo di ricarica a parte) dovrebbe preferire una ricarica lenta. Detto in modo assolutamente non offensivo, dovete mettervi in testa che i futuri conducenti di veicoli elettrici non saranno come i “pionieri” verdi, ecologisti o persone attente all’ambiente, ma persone medie che decideranno i propri comportamenti guidati da mere considerazioni economico pratiche, sicché dovranno essere il mercato e la tecnologia ad adattarsi a loro e non viceversa, salvo emettere leggi che vietino alle termiche di circolare (ma per ora non se ne parla).

    Vi dirò di più, siccome non si può spremere sangue dalle rape ed il mercato trova sempre un suo equilibrio, magari attraverso brevi periodi di scompensi, io sono abbastanza certo che, tra 10 anni, il costo di gestione di un’utilitaria o di un’auto elettrica media (costo di possesso e ricariche) sarà analogo a quello di un’auto a benzina odierno. Il periodo di scompenso vedrà probabilmente una diminuzione delle auto in uso esclusivo ed il successo del car sharing analogamente a quanto accadde per il proliferare di internet point quando le linee casalinghe erano poche o lentissime e non c’erano i cellulari connessi alla rete: volendo si trovano plausibili analogie.

    • Dia retta a chi utilizza l’auto elettrica.

      -Una ricarica in 5-10 minuti obbliga l’utente ad aspettare tirandosi le dita.

      -Una ricarica in 20 minuti, consente di bere un caffè e fare un salto in bagno, di far spesa in un negozio, di visitare un cliente.
      -Una ricarica in due ore, di pranzare con calma, andare al cinema o in palestra, trattare un affare.
      -Una ricarica in 4 ore, di visitare una città, fare una passeggiata in montagna, prendere il sole in spiaggia.
      -Una ricarica in sei ore di dormire (la notte) o di farsi una sciata.
      In tutti e quattro i casi, non si butta via un minuto (e si risolve il problema del parcheggio)

      • Non lo metto in dubbio ed è proprio per questo che ipotizzo che ci sarà la possibilità di caricare a diverse velocità ed a diverso prezzo. Poi le previsioni le sbaglia chi le fa e magari verrà fuori che la mia è una boiata.

        D’altra parte, se le capitasse di rileggere il primo libro di Bill Gates, vedrebbe che almeno dei tre quarti delle previsioni sullo sviluppo di internet le aveva sbagliate pure lui:)

      • Ho letto che la “nuova Xpeng G9, se collegata alla stazione di ricarica con la potenza idonea e in condizioni ideale, può raggiungere un’autonomia di 200 chilometri circa in soli 5 minuti. E non è tutto: può passare dal 10% all’80% di ricarica in soli 15 minuti”.

        Penso che, probabilmente, una richiesta di auto che si ricarichino in fretta non è un’idea solo mia: saremmo su tempi vicini al pieno dal benzinaio che, tra bancomat e spostamenti vari, 5 minuti li prende comodi, se non di più quando si paga al benzinaio.

        Poi non escludo che, anche in prospettiva, ci sarà chi troverà comodo ricaricare l’auto nei tempi morti, magari spendendo meno. Però questa notizia, come altre lette qua è là, mi fa pensare che il tempo di ricarica entro pochi anni sarà molto breve.

    • >ricariche casalinghe o in azienda (che, peraltro, in un’ottica green, ha senso favorire solo laddove vi sia un buon fotovoltaico).

      Questa non l’ho capita. Posto che il fotovoltaico è sempre una buona cosa, perché mai in ottica green una ricarica domestica dovrebbe essere meno adeguata di una pubblica? L’energia elettrica che arriva ad una presa pubblica ha lo stesso mix energetico di quella che arriva alla presa casalinga, per cui cosa cambia?

      • Mi spiego: non ha senso favorire con tariffe diverse una ricarica casalinga rispetto ad una ricarica in strada (perché il costo per la collettività è lo stesso). Al contrario, se qualcuno, magari anche con qualche incentivo, si è installato un buon fotovoltaico, riduce il costo generale della collettività.

        • Luca non è cge oggi ke tariffe pubbliche hanno un cisto più alto perché si vuole favorire la ricarica domestica….
          Semplicemente nella ricarica domestica paghi solo l’energia perché l’apparato necessario per farla arrivare nella batteria c’è già (la tua presa di corrente) e se serve qualcosa lo metti tu e non te lo fornisce chi ti “fattura la ricarica”… in più non ci sono costi fissi da sommarsi (impegno potenza) bel senso che generalmente l’energia la prendiamo un contatore preesistente e quindi i suoi costi fissi già li pagavo e non vanno a carico del costo della ricarica…

          Entrambi questi 2 fattori invece ci sono nelle ricariche pubbliche dove l’azienda che te la mette a disposizione deve realizzare e manutenere la struttura (colonnina di ricarica) e questo ha un costo che inevitabilmente va “spalmato” nel costo al kWh fornito… in più il gestore della colonnina ha un costo fissi per l’impegno della potenza che, al contrario che nel contatore di casa, è a totale carico della ricarica che vai ad effettuare perché quella potenza è impegnata unicamente per quello scopo…

          Sono questi i motivi per cui la ricarica pubblica sarà sempre più costosa di quella domestica e non è per favorire quest’ultima…
          D’altronde il gestore di uba colonnina non ga alcun interesse ad incentivanti a ricaricare a casa dove lui non ci becca un centesimo… al contrario preferirebbe che utilizzi la sua colonnina generandogli un profitto

          • Sì, scrivi cose in parte condivisibili, però per portare l’energia elettrica nelle case ci sono dei costi, mentre i cavi per strada (vedi lampioni) sono lì a due passi ed attaccare una presa costerebbe anche meno. Insomma, tutto dipende dal modello di distriìbuzione dell’energia e non è detto che non sarebbe razionale gestire il tutto diversamente del tipo 1 parcheggio con striscia blu – 1 colonnina di ricarica, magari gestita dall’ente che ha in carico la strada.

    • Ed in ogni caso la ricarica domestica anche per chi non ha fotovoltaico (poi è ovvio cge con fotovoltaico è da preferire) a livello di sistema eccome se ha senso favorirla rispetto a quella in strada…
      È così per almeno 2 motivi…
      Il primo è che la ricarica domestica tipicamente avviene a basse potenze (spesso sotto i 3 kW) e nelle ore notturne ed è la situazione migliore possibile per non mettere in crisi la rete perché si abbassa la “richiesta istantanea” e contemporaneamente la si ha nelle ore in cui tipicamente si ha esubero di produzione e non carenza (la tariffazione a fasce orarie è nata appunto per cercare di spostare i consumi nelle ore notturne per “equilibrare” meglio la rete).
      Il secondo invece riguarda il nunero di punti di ricarica pubblica necessari che sarà tabto più alto quanto sarà minore il numero di auto cge non utilizzano la ricarica domestica….
      Senza cge ci nascondiamo dietro ad unito sappiamo tutti che l’Italia è piena di ambienti nati cone garage che sono magicamente (ed abusivamente) diventate taverne e le auto oea “dormono” in strada… se la ricarica domestica fa risparmiare (come fa e farà sempre a mio parere) magari alcuni di questi ambienti torneranno alla loro funzione originale e corretta con vantaggio per tutti: per chi risparmia ricaricando a casa propria e oer chi invece non ha proprio il garage e avrà meno “concorrenza” alle colonnine pubbliche)

  2. Ricordi che il 4% o 5% dell’elettricità che importiamo dalla Francia ci mancherà, quindi avremo meno elettricità a disposizione. Taglieranno i consumi domestici, quindi taglieranno anche la fornitura di elettricità sulle colonnine. E’ il bello dell’elettrico.

  3. Quello che posso dire io proprietario da due mesi di una EQA acquistata a Milano pur vivendo a Roma è che ho utilizzato solo TRE ricariche nel viaggio Milano-Roma e poi ho sempre e solo ricaricato con la mia wallbox. E questo mi va benissimo al 90% delle volte. Se devo fare un viaggio lungo ovviamente cerco dove ricaricare e per me le colonnine da 22 kw è come se non esistessero. Infatti è assolutamente impossibile ricaricare durante un viaggio a 11 Kw (la mia EQU limita a infatti a 11 Kw la ricarica in alternata). Le colonnine da 22 kw possono essere utili solo a chi non ha una propria walllbox e però ha anche la fortuna di averne una sotto casa dove lasciarla per molte ore e tornare a piede a casa. Oppure possono essere utili nei parcheggi attorno agli uffici dove un utente può lasciare la vettura mentre è al lavoro, ma concordo pienamente con chi dice che esse sono troppe mentre quelle in corrente continua da 50 kw in su sono troppo poche. Quiindi io sono dalla parte di chi dice che potrebbero diminuire senza creare problemi e sostiituite con colonnini veloci.

    • Come già detto bisogna distinguere fra colonnine in extraurbano ed in ambiente urbano….
      In extraurbano (autostrade e strade a scorrimento veloce in genere… ergo strade che si usano negli spostamenti) già ora ci sono praticamente esclusivamente quelle in d c. (Quel 8% sta praticamente tutto li)…
      In ambiente urbano invece servono quelle lente e pure tante visto che ognuna quando utilizzata resta impegnata per qualche ora e questo spiega per hè il rapporto corretto è 1 d.c. ogni 8 A.C…
      Dando per scontato che chi dispone di ricarica casalinga nella propria città non utilizza né quelle rapide be quelle veloci (quibdi perché dovrebbero servire qyelle in d.c. per loro????) Per decidere quali sono migliori bisogna guardare le esigenze di chi non dispone di ricarica casalinga e di chi ce l’ha ma la sua casa sta in un altra città ed è in visita….
      In entrambi i casi una ricarica fast crea più disagi che vantaggi perché obbliga a stare li per spostare l’auto appena finisce ed oltretutto genera un degrado maggiore alle batterie…. tu dici che quando sei in viaggio le colonnine a 22 kW non ke calcoli proprio?
      Se per “essere in viaggio” intendi il vero e proprio viaggio di trasferimento allora è ovvio che non le guardi na stiamo parlando del caso di colonnine extraurbane (dove ribadisco che già ora trovi praticamente solo colonnine in d c.) E non di quelle urbane…
      Se invece nel “essere in viaggio” ci fai rientrare anche la permanenza nella destinazione (quibdi in ambito urbano) mi dispiace ma stai sbagliando perché metti caso cge vai a visitare una città, che fai ci resti solo 1/2 ora o ti fermi alneno mezza giornata? Penso che la normalità è di restare in visita almeno qualche ora quibdi ancge a te in quel caso cosa è più comodo una colonnina fast in cui ricarichi in mezz’ora (e devi stare lì insieme all’auto) o una colonnina che ti da tutto il tempo di poter compiere ka tua visita mentre fai rifornimento??
      Perché in una fast l’unico modo per non dover stare lì con l’auto è qyello di attaccare l’auto e fare il pieno in nezz’ora ma lasciarla li per 3 o 4 ore ad occupare lo stallo “abusivamente”!!!!!

  4. L’errore he si fa spesso, a parer mio ancge in questo articolo, è di guydicare il mondo delka mobilità elettrica con i parametri consueti di quella termica….

    Mi spiego meglio: a me sembra che nell’articolo si equipara la colonnina di ricarica al classico distributore di carburanti dove uno porta l’auto, la mette in riforninento e sta lì ad aspettare che questo finisca perciò la cosa che più conta è che duri il meno possibile…. ma per la mobilità elettrica questo parametro (la velocità di ricarica) è fondamentale solo in caso cge uno stia facendo un lungo viaggio perciò le colonnine “lente” sono fuori luogo solo nelle strade adibite ai lunghi spostamenti (autostrade in primis dove infatti mi sembra che la ricarica in d.c. sia ka norna già oggi…) mentre invece in ambito cittadino il paradigma si inverte perché una ricarica ultrafast (ma che comunque dura una mezz’oretta) obbligherebbe l’automobilista elettrico ad utilizzare la postazione di ricarica come un classico distributore e cioè a stare ad aspettare cge il “rifornimento” termini insieme all’auto perché dura un tempo insufficiente a fare qualsiasi cosa…. è così la mobilità elettrica divebterebbe molto più scomoda perché ti costringerebbe a “perdere” 30 minuti ad ogni ruforninento…
    Invece la causa bella della mobilità elettrica (fra le altre) è proprio cge bella quotidianità ti permette di fare rifornimento mentre l’auto è parcheggiata e tu non stai lì ad aspettarla ma sta facendo la tua vita normale!!!!
    E questo si può ottenere solo con cariche lente che siano nel proprio garage (per chi lo ha) che ad una colonnina pubblica (per chi non può ricaricare a casa propria.. ) Perciò il rapporto attuale fra A.C. è D C. In ambito urbano è più che corretto (un nunero ristretto di D.C. anche in ambito urbano ci stanno bene per servire le emergenze).
    Semmai dovremmo sperare che aumentino di numero in generale ma non che cambi il rapporto A.C. Vs D.C.

    • Pienamente d’accordo, non capisco perché “la ricarica lenta dovrebbe essere minoritaria su suolo pubblico” (senza precisare la tipologia di suolo pubblico, un centro abitato e un’autostrada sono decisamente diversi).. Un altro vantaggio delle colonnine lente è che ovviamente stressano meno la rete elettrica, per non parlare di quando la tecnologia V2G si sará affermata.

      • Anch’io son d’accordo con voi, davanti a casa o al lavoro preferirei 15 colonnine da 3kw che 1 da 50kw.
        Anzi preferirei 15 colonnine nei quartieri residenziali, piuttosto che una da 50 messa in centro a far scena.
        In autostrada, provinciali o davanti quei luoghi “mordi e fuggi”, hanno senso le 50.
        Ho scoperto a mie spese che sotto i 2kw però il rendimento è troppo basso, non ho una wallbox e dalla shuko potevo impostare da 1,3 a 2,2kw, e la perdita passa dal 40 al 15%.

    • Tutto vero, ricarico sempre a una 50 kW durante il viaggio di ritorno da Leo l’ansia, un parco vicino Milano, e paradossalmente è troppo veloce: non riesco a finire cena (al burger king, non chissà quale cena fastosa è lunga) che devo interrompere per spostare la macchina.

      Ci fossero delle 3,7 kW al parco potrei caricare quando arrivo e staccarla quando me ne vado via.

    • Il fatto è che ci sono due esigenze differenti: quelle di chi non può ricaricare a casa e quelle di chi invece può farlo. I secondi (come me) delle colonnine lente non se ne fanno praticamente nulla: le ho usate solo al mare (perché non potevo ricaricare a casa) o una volta per ovviare alla difficoltà di parcheggio in posti “normali”. Stop. Vicino a casa non lo faccio perché comunque spenderei di più. Per il resto di ricariche pubbliche ho bisogno solo quando faccio viaggi, quindi mi servono veloci.
      Chi invece non può ricaricare a casa ha bisogno delle ricariche lente per strada e nei supermercati, per forza di cose.
      Questo è il motivo per cui esistono due punti di vista differenti.
      Tralasciando il terzo punto di vista, quello di chi proviene dal termico ed è convinto che l’auto elettrica sarà fruibile solo quando si potrà caricare in 2 minuti. Questo terzo punto di vista non lo considero perché non è ragionato.

      • Mauro non sono 2 esigenze contrastanti ma semmai convergenti….
        Scusa ma a chi ha ricarica domestica perché dovrebbero servire ke fast nella propria città? Come hai detto tu stesso chi può ricaricare a casa propria le colonnine nella propria città non le utilizza proprio (che siano in d c. o in a.c.) perchè non ha senso…
        Quando fai lunghi viaggi ed hai bisogno di una ricarica “mordi e fuggi” entri in una città per farla oppure ti serve lungo la superstrada od autostrada che sia? In quel caso è palese che non si utilizzano le colonnine “urbane” ma quelle nelle grandi vie di comunicazione.. . Se invece mi dici che ricarichi mentre visiti un luogo, oppure durante il soggiorno di villeggiatura, allora in quel caso sei nella stessa situazione di uno senza ricarica domestica nella propria città ed ancge a te fa più comodo una colonnina che ti permette di ricaricare in qualche ora in modo di non dover stare li ad attendere la ricarica ma avere il tempo minimo necessario per fare quello che vuoi fare prima che termini la ricarica…

        Perciò non c’è divergenza di esigenze… a tutti, che si abbia la ricarica domestica o meno, in ambito cittadino fa molto più comodo una ricarica in a.c. piuttosto che in d.c., l’unica differenza è che chi ha la ricarica domestica utilizza solo le colonnine delke altre città mentre chi non ce l’ha ancge quelle della propria città….

        • Io non ho né detto che bisognerebbe tappezzare le città di colonnine fast (che poi, se proprio vogliamo dirla tutta, oggigiorno ci sono le ultra fast, meritiamo quelle) né ho parlato di dove andrebbero collocate.. Né ho detto che le due esigenze di cui parlavo siano una più importante dell’altra. Dico solo che se devi fare un viaggio, è pieno di direttrici in Italia dove non ci sono sufficienti colonnine DC (perlomeno se non vuoi programmare le soste), a partire dalle autostrade (ben vengano le Free To X, però quando si attraversa per largo il nord Italia non c’è un’autostrada che sia una che sia di Autostrade per l’Italia, per cui neanche l’ombra di una Free To X), ma non solo.
          Qualcuna anche in ambito urbano può servire, perché anche gli spostamenti lunghi possono essere fatti di passaggi in urbano e di tappe intermedie senza lunga sosta. E, ripeto, consentirebbero di evitare la pianificazione del viaggio, che io faccio da anni (proveniendo da auto a metano), però, ecco, un po’ più di libertà di scelta e anche di concorrenza non guasterebbe.

  5. Non sono proprio d’accordo, le Fast o super Fast si servono ma nelle dorsali e nelle strade di congiunzione, poi magari anche in città o nei comuni per chi ha necessità di spostamenti rapidi, ma le colonnine AC servono di più per un uso normale e anche quelle da 3kw perché magari nel frattempo sei al lavoro, così non c’è nessun abuso della stazione di ricarica.
    La maggior parte non ha necessità di caricare in 5 secondi, in base alla media dei km annui.

    Poi ovviamente è una mio pensiero

    • Hai pienamente ragione, in casa ho 1 solo garage, nel quartiere nessuna colonnina, se le aziende si concentrano sulle ricariche veloci piazzate a far scena sarà la rovina dell’elettrico.

      • Più che altro le fast dovrebbero esser usate per i lunghi spostamenti in breve tempo 🤷
        Per il resto vanno bene tutte perché dipende dalla situazione

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