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Triumph TE-1, il prototipo è già una bomba

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Conclusa l’ultima fase di test del primo prototipo di moto elettrica Triumph. Prestazioni al top per la naked sportiva inglese TE-1, che può contare su un rapporto peso-potenza ottimale e un’autonomia fino a 160 km.

Più di tre anni di lavoro. Un programma di sviluppo ampio e dettagliato. Un team di collaboratori e partner di primo livello. Triumph non si è risparmiata in nulla per forgiare quella che è ad oggi la sua idea di motocicletta elettrica. Vale a dire innovativa, prestazionale e tecnologica al punto giusto.
A racchiudere tutte queste virtù è il prototipo TE-1, una hyper-naked elettrica che la Casa inglese ha sviluppato partendo da zero e che oggi, dopo la conclusione dell’ultima fase di test, è in grado di fornire le prime tangibili risposte in termini di prestazioni. Che sono andate oltre ogni rosea aspettativa, a quanto pare.

Attenzione, è ancora un prototipo e non si parla per ora di produzione in serie. Ma la sua realizzazione è importante: permetterà a Triumph di capire quali fra le innovazioni e gli sviluppi ottenuti con TE-1 saranno utili in ottica di strategia futura nell’ambito dei veicoli elettrici.

Un prototipo al top, con il sound in omaggio

Qualunque futuro l’attenda, questa prima elettrica targata Triumph non passa di certo inosservata. Gli ultimi test hanno evidenziato potenzialità indiscutibili, tradotte in numeri interessanti. A partire dalle prestazioni del motore, che ha una potenza di picco di 130 kW (quasi 180 CV) con una coppia massima di 109 Nm. L’erogazione fulminea e i diversi riding modes lanciano la moto alla velocità di 160 km/h in appena 6,2 secondi. E ce ne vogliono meno di 4 per arrivare ai 100 km/h.

Il prototipo TE-1 ha ottenuto ottime risposte anche dalla batteria (15 kWh), sviluppata e progettata da Williams Advanced Engineering. La moto è infatti in grado di percorrere fino a 160 km con una singola ricarica, sulla base di prove svolte in condizioni equiparabili ad un utilizzo reale.
I tempi di ricarica dichiarati sono molto bassi, solo 20 minuti per passare da 0 all’80%.

Essendo una moto molto prestazionale, l’elettronica ha la sua importanza: si possono scegliere 4 modalità di guida (c’è anche la retromarcia) mentre a governare la coppia del motore elettrico c’è un traction control dedicato e il controllo del sollevamento della ruota anteriore. In più la frenata rigenerativa è stata implementata con successo.

Desta curiosità, infine, l’inserimento di un “sound” dedicato che aumenta d’intensità in base alla velocità della moto. Un piccolo cadeau per chi ha bisogno di “sentire” l’esperienza di guida.

Leggero e potente, in stile Triumph

Altro fattore importante riguarda la “leggerezza” della moto, da cui deriva molto della sua maneggevolezza in strada. Il prototipo TE-1 pesa nel complesso 220 kg, secondo gli inglesi un 25% circa in meno delle principali concorrenti dirette (Zero, Energica) e qualcosa in meno perfino della Ducati MotoE. Da ciò deriva un rapporto peso-potenza ottimale, cosa su cui in Triumph puntavano molto.

Poi c’è lo stile, evoluto ma immancabilmente “di casa”. La TE-1 presenta un design sportivo e slanciato, con alcuni tratti fedeli alla tradizione, come l’alluminio a vista e il doppio faro frontale. Alla fine risulta un buon compromesso tra le forme estetiche delle “sorelle” endotermiche Speed e Street Triple di ultima generazione.

Tutte queste qualità sono piaciute molto anche a Brandon Paasch, pilota due volte campione della Daytona 200, che ha partecipato attivamente alla fase finale dei test su pista. Dichiarandosi “entusiasta” della moto.

E ora?

Adesso che tutti i test sono stati completati, fornendo i dati necessari sul comportamento del prototipo, in Triumph si guarda già al passo successivo. Che, come detto, non contempla nell’immediato la produzione in serie della TE-1.

Come spiega Steve Sargent, Chief Product Officer di Triumph Motorcycles, il prototipo “ha raggiunto degli incredibili risultati e ci ha fornito delle informazioni fondamentali che ci guideranno nei prossimi passi. Naturalmente la moto di produzione non sarà esattamente quella che vedete qui oggi, ma state tranquilli che i modelli che svilupperemo avranno lo stesso spirito dinamico ed emozionante.”

Gli crediamo, ovviamente. Tre anni di lavoro intenso hanno portato a qualcosa di qualitativamente importante che non verrà certo sprecato.

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7 COMMENTI

      • Si ma in abitacolo, perché l’inquinamento acustico ha rotto e di brutto, una volta ti ritiravano i libretto e ti mandavano al collaudo, non so cosa sia successo con gli anni, ma sarebbe proprio ora di farla finita.

        • Non parlo di scarichi smarmittati ma solo materiale in regola con il cds, Arrow,mivv,termignoni akrapovic producono kit completi omologati che aumentano performance e migliorano il suono; a me piace sentire il borbottio di una harley o l’urlo delle JAP quando varcano gli 8000 RPM ma ancora più bello è l’urlo della suzuki 500 due tempi che gira a 13000 rpm e poi nessuno può dirti non ti ho visto arrivare. È molto pericoloso non farsi sentire

          • Si capisco.
            Ma è dal 1984 che cerco mezzi super silenziosi, ora ci sono , non vedo perché dobbiamo ancora disturbare gli altri, se a uno piace il rumore , se lo senta lui senza disturbare gli altri 🤷

  1. Peso e potenza sono accettabili, non ottimali ma accettabili. Il tempo di ricarica quasi, purtroppo l’autonomia è ancora lontana dall’esserlo. D’altronde, se non si sperienta non si progredisce.

    • ammesso che anche una stradale super sportiva come uso io non ha una grande autonomia di serbatoio se in 20 minuti ci fai il pieno non sarebbe neanche male però come prestazioni e peso proprio non ci siamo , fa peggio della RGV gamma 500 due tempi di mio padre che ha 35 anni e manco la metto a confronto con la mia CBr1000 rr…… ; per me è un NO

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