Tre miliardi di euro di sussidi ai produttori europei di batterie per veicoli elettrici. La proposta della Commissione europea è parte di un pacchetto di misure negoziate con il Regno Unito volte a proteggere l’industria automobilistica Made in Europe dalla concorrenza cinese.
Il pacchetto comprende una proroga una tantum delle norme vigenti fino al 31 dicembre 2026 (dal 1° gennaio sarebbero scattati dazi negli scambi di veicoli elettrici tra le due sponde della Manica). e una clausola che rende giuridicamente impossibile per il consiglio di partenariato UE-Regno Unito prorogare ulteriormente tale periodo, conferendo un carattere definitivo alle norme di origine in vigore a partire dal 2027.
Chiudere il gap con i concorrenti cinesi
Con gli incentivi finanziari di 3 miliardi volti a stimolare l’industria delle batterie dell’UE la Commissione intende istituire uno strumento dedicato per la catena del valore delle batterie nell’ambito del Fondo per l’innovazione. Il Fondo sarà alimentato con la vendita dei permessi di emissione di carbonio. I sussidi saranno disponibili fino alla fine del 2026.

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione e responsabile per l’attuazione del Green Deal Europeo, ha dichiarato che «Fornendo certezza giuridica sulle norme applicabili e un sostegno finanziario senza precedenti ai produttori europei di batterie sostenibili, rafforzeremo il vantaggio competitivo del nostro settore, con una forte catena del valore per batterie e veicoli elettrici».
Obiettivo: coprire il 70% del fabbisogno
I sussidi sono destinati ai produttori di batterie più efficienti e sostenibili. «Il problema che dobbiamo affrontare in questo momento _ ha spiegato un funzionario della Commissione _ è che non abbiamo abbastanza batterie o non abbiamo abbastanza materie prime. Vogliamo che queste batterie siano costruite in Europa o nel Regno Unito. Ma non siamo ancora arrivati a questo punto». L’obiettivo è che l’industria europea possa soddisfare il 70% del proprio fabbisogno.
Le case automobilistiche hanno accolto favorevolmente il provvedimento. «Abbiamo solo bisogno di un po’ più di tempo» ha detto Luca de Meo, amministratore delegato di Renault e presidente del gruppo automobilistico europeo Acea.
Rinviato il dazio del 10% sui veicoli UK
Secondo l’accordo commerciale e di cooperazione (TCA) post-Brexit tra l’UE e il Regno Unito, i dazi del 10% sarebbero entrate in vigore il 1° gennaio. Complicate regole di origine impongono che il valore delle parti che devono essere prodotte nel Regno Unito o nell’UE per evitare i dazi sarebbe salito al 45%. Poiché le batterie rappresentano il 30-40% del valore di un’auto, difficilmente un qualsiasi produttore europeo avrebbe potuto evitare l’aumento. E i loro veicoli avrebbero ulteriormente Iperso competitività rispetto a quelli direttamente importati dalla Cina.
Anche il produttore svedese di batterie Northvolt ha accolto con favore l’annuncio. In un comunicato scrive: «Se utilizzato correttamente, questo meccanismo potrebbe alimentare ulteriormente la corsa verso la creazione di batterie più sostenibili e circolari, dando all’Europa un vantaggio competitivo e allo stesso tempo muovendosi verso la realizzazione degli obiettivi dell’accordo di Parigi».
La maggioranza qualificata dei 27 Stati membri deve ora accettare la proposta, ma con la Germania e circa altri 20 governi favorevoli, i funzionari ritengono che ciò avverrà rapidamente.
Anche il consorzio European Battery Alliance (EBA) apprezza la decisione che garantisce «il rafforzamento delle catene di approvvigionamento dell’UE e di un ecosistema dedicato alle batterie e ai veicoli elettrici».
European Battery Alliance ringrazia: “Molti progressi negli ultimi anni”
Il sistema produttivo europeo delle batterie ha compiuto molti progressi negli ultimi anni. Negli Stati membri sono previste 30 Gigafactory per una capacità complessiva di 70 GW. Gli investimenti ammontano a 180 miliardi di euro su un totale di 160 progetti industriali.
Ma l’industria automotive europea è sottoposta a una crescente pressione da parte della concorrenza cinese e sta perdendo quote di mercato.
I criteri di sostenibilità, tracciabilità e circolarità per l’erogazione dei sussidi alle batterie europee «consentiranno all’UE di assumere un ruolo guida a livello globale e di garantire la competitività a lungo termine della catena del valore dell’UE» scrive l’EBA.
I nuovi requisiti stabiliti nel Regolamento UE sulle batterie impongono infatti l’approvvigionamento sostenibile, etico e trasparente di materie prime, tutto certificato dal Passaporto delle batterie.
Non solo auto,
ai prezzi bassi che hanno raggiunto e ceh scenderenno ancora, è prevista una richiesta praticamente illimitata di batterei per accumulo statico
la partita importante entro 2 anni è sulle batterie a ione-sodio ad es del tipo con chimica “white prussian”, perchè non usano ne nikel ne cobalto, ma neppure litio o rame; e sono ancora più resistenti (caldo/freddo) delle già ottime buone Litio-Ferro-Fosfato (LFP)
la loro produzione è scalabile in grosse quantità senza colli bottiglia sulle materie prime o impatti ambientali particolare
in seconda battuta per l’accumulo statico (ma in prima battuta per le auto e i camion elettrici) saranno importanti anche le fabbriche in europa di batterie LFP e delle loro varianti (es. LMFP per auto ad alte prestazioni)
al momento in europa le fabbriche già attive oltre che poche mi pare che sono di batterie al litio con chimica NCM (tendenzialmente per modelli di auto elettriche ad alte prestazioni, ma con il trend ad utilizzarle meno spesso)
Mi vien da ridere per non piangere..
– per le batterie 3 miliardi per tutta l’europa;
– per i fossili 63 miliardi solo in italia.
Ma che diamine dici! I fossili 63 miliardi di sussidi… Ma dove le leggi queste cavolate?
Sembra incredibile ma è corretto, anche se poi c’è da distinguere tra i vari tipi di sussidi, non è che finiscono tutti direttamente alle raffinerie
Nel 2022 circa 7000 miliardi mondiali e 63 miliardi in italia,
i dati sono del Fondo monetario Internazionale
il 2022 in italia però è stato un anno particolare, una buona parte erano sgravi sulle accise; nel 2023 il dato italiano dovrebbe tornare al valore più tipico di circa 43 miliardi
https://www.ilpost.it/2023/12/01/sussiti-combustibili-fossili-cop28/