Trasporto merci con i droni: la sfida delle flotte

Droni

I test di consegna merci con i droni non mancano. In particolare nella farmaceutica, in zone isolate (leggi qui), o nel trasporto medico di organi e sangue (leggi qui), mentre Amazon ha scelto l’Italia come laboratorio (leggi qui). Ma non è finita qui. Nei giorni scorsi è stato presentato a Bologna un progetto che dovrebbe decollare nel 2026.

inquinamento malattie

L’impatto dell’ultimo miglio sull’inquinamento delle città

Il trasporto merci ha un forte impatto sulla qualità dell’aria in particolare nelle grandi città. Il Parlamento europeo infatti, con il pieno sostegno dei maggiori operatori della logistica (leggi qui), ha anticipato al 2035 la stretta sui mezzi di trasporto persone o merci. A partire dagli autobus urbani per i quali la decarbonizzazione totale probabilmente arriverà anche prima (leggi qui), nonostante il voto contrario della solita Italia che rema contro la maggioranza sia parlamentare sia dei Paesi europei (leggi qui).

Oltre l’inquinamento atmosferico e acustico, l’aumento del trasporto merci urbano crea congestione. Una soluzione potrebbe essere la promozione di flotte aeree a propulsione elettrica, dai  VTOL (velivoli a decollo e atterraggio verticale) ai  droni, anche se non mancano le criticità.

Nei giorni scorsi a Bologna si è tenuto un workshop con la presentazione del progetto europeo Di-Pegasus (Digital competitive next generation aviation technologies for sustainable business models, products and services)  a guida EuroUSC – Italia, società di consulenza italiana specializzata nei servizi dedicati ai droni.

Ipotesi future: il traffico merci con i droni

Emilia Romagna al centro della sperimentazione

In sintesi, questo l’obiettivo dello studio che sarà realizzato in terra emiliano-romagnola: “Esplorare la possibilità di consegnare merci in maniera più efficiente e rapida attraverso l’utilizzo di flotte di droni. Si punta a ridurre gli spostamenti con i veicoli a terra per le consegne urgenti in aree urbane e suburbane, sostituendole con droni autonomi che voleranno in orari e su percorsi specifici“.

Marco Ducci, project leader di Di-Pegasus e Ceo di EuroUSC Italia, sottolinea: “La consegna con i droni sta diventando realtà, ma esistono ancora diverse sfide tecnologiche prima che queste applicazioni possano avere ampia diffusione”.

droni
L’accademia di volo per droni

Le criticità: la complessità nella gestione di flotte di droni con centinaia di unità

In particolare: “Mancano sistemi che consentano di gestire centinaia di droni in simultanea, che permettano all’operatore di monitorare in maniera efficiente le operazioni e garantire la sicurezza delle persone sorvolate”.

Non è una sfida facile. Ma vediamo le caratteristiche principali dello studio: “Il caso studio italiano sta lavorando sul trasporto di merci, con l’utilizzo di droni, dalle zone industriali e periferiche delle città verso dei microhub collocati al centro delle città stesse. Questa però è solo una delle ipotesi, il progetto è pronto a tenere in considerazione anche le proposte degli operatori, degli enti aeroportuali e dei corrieri“.

Lavori in corso, ma si danno le prime date: “I partner – EuroUSC Italia, Deep Blue, RINA Consulting SpA, Interconsulting Engineering srl e Istituto Trasporti e Logistica – inizieranno a lavorare sulle tecnologie, che saranno pronte per la fine del 2026. I risultati saranno poi valutati attraverso dei focus group e dei sondaggi ad hoc rivolti alle parti interessate e agli utenti finali“.

Visualizza commenti (5)
  1. Sono per la mobilità elettrica… non vedo l’ora che anche l’autotrasporto sia alimentato da fonti a zero inquinanti… ma l’idea che vengano spostate sopra le nostre teste decine se non centinaia di kg di merci continuamente “ronzanti” non mi attira per niente.

    Finché si tratta di sporadiche operazioni di soccorso per invio medicinali, sangue, organi (per altro di poco peso, contenitore compreso) non credo sia un gran rischio,
    ma se le flotte (di vari operatori per giunta !) si dovessero incrociare nei cieli cittadini, con grave rischio di incidenti (scontri pure tra droni, o uccelli, od ostacoli mal calcolati – anche FSD non è perfetto ! ) chi sarebbe responsabile dei “danni collaterali a terra”, delle persone ferite, che fanno ulteriori incidenti per oggetti precipitati addosso, magari ferendo (o peggio !!) altre persone?

    Per me è una visione da film di fantascienza… un po’ distopica…

    1. Caro Damiano i film di fantascienza recenti sono stati poi (anche) superati dalla realtà. Si tratta di uno studio che affronta proprio il problema della gestione delle flotte non tanto la capacità tecnologica del trasporto merci via aerea ma la sicurezza dei cittadini. Vediamo le evoluzioni.

      1. Speriamo non predominino (come al solito) logiche commerciali.. autorizzando troppe compagnie con tanti droni… salvo poi fare le solite “retromarce” a seguito incidenti.
        Già a breve vedremo gli esiti dei primi voli (autorizzati per sperimentazione da ENAC) su spostamenti “TAXI volante” tra aeroporto e centro città..

          1. E in Italia la sperimentazione ENAC su Roma da aeroporto…

            Chissà se costerà meno dei taxi non volanti 🤣

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